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Martedì, 23 Gennaio 2018 09:03

Didattica e tecnologia

pianodigitale.pngDal 18 al 20 gennaio a Bologna si è svolto "Futura", un evento organizzato da Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) per fare il punto sui primi dueanni del Piano Nazionale Scuola Digitale e rilanciare le politiche per l’innovazione del sistema educativo. Fra i partecipanti ai lavori c'era anche Andriano Fabris, ordinario di Filosofia morale al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che in questi anni è stato consulente del MIUR per il Piano Nazionale Scuola Digitale sul tema dell'etica delle tecnologie, con particolare riferimento al loro utilizzo in ambito didattico.

Pubblichiamo di seguito un suo breve intervento.

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In che modo l’utilizzo dei dispositivi tecnologici può contribuire all’apprendimento nel caso delle giovani generazioni? Lo può fare per tutte le discipline? Lo può fare qualunque sia l’età degli studenti? Sono domande che da tempo interessano non solo gli studiosi dell’educazione, ma anzitutto gli insegnanti.

Le risposte che a tali domande sono state fornite, in vari paesi del mondo, risultano talvolta diverse fra loro. Comune, però, è la consapevolezza che sia necessario affrontare il problema. Ecco perché il MIUR ha istituito un gruppo di lavoro che ha individuato alcune linee guida sull’argomento. Ho fatto parte di questo gruppo – composto da scienziati, filosofi, pedagogisti, insegnanti, ricercatori – e ho contribuito a redigere il “decalogo” che è stato presentato lo scorso fine settimana.

Di che cosa si tratta? Il punto di partenza è dato dalla constatazione che gli strumenti tecnologici non sono semplicemente dei mezzi di comunicazione, ma costituiscono le chiavi d’accesso a un ambiente che è caratterizzato da una grande attrattività, che incide in maniera profonda nelle vite degli studenti e che non può essere semplicemente rigettato o messo in concorrenza rispetto all’ambiente formativo. La competizione, infatti, sarebbe già perduta in partenza.

Perciò è necessario pensare a una didattica che includa, non già che escluda l’utilizzo dei devices tecnologici, e che se ne serva. Dev’essere perseguita cioè una vera e propria integrazione del loro uso nel contesto della formazione. La questione centrale, però, riguarda come dev’essere concepita e realizzata questa inclusione. Ci dev’essere infatti un punto di equilibrio tra le esigenze dell’apprendimento e le opportunità a cui danno accesso gli apparati tecnologici. Si tratta di opportunità che hanno di solito risvolti ludici o commerciali. L’apprendimento è certo altra cosa. Proprio perciò è necessario distinguere un uso pubblico e un uso personale degli strumenti digitali, e regolamentarli in maniera adeguata e condivisa.

Su questi punti il dibattito si sta oggi sviluppando. Ed è un bene: perché sarebbe non solo illusorio, ma proprio sbagliato, assumere nei confronti delle tecnologie un atteggiamento proibizionistico. Sarebbe come, di fronte all’esistenza di disturbi alimentari, costringere tutti al digiuno, invece che educare a corrette forme di nutrizione.

Adriano Fabris

Il 5 settembre del 1938, nella tenuta di San Rossore a Pisa, il re Vittorio Emanuele III appose la firma al primo provvedimento in difesa della razza: il “Regio decreto n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Iniziò con questo atto la discriminazione delle persone di razza ebraica da parte dello Stato italiano, che nel giro di qualche anno portò alla persecuzione, alla deportazione e allo sterminio di quasi 8.000 ebrei (ai quali vanno aggiunti circa 2.000 deportati dai possedimenti), dei quali solo 826 riuscirono a sopravvivere.
Le università italiane furono coinvolte e, spesso, complici di questo processo. Solo nell'Ateneo di Pisa furono espulsi venti docenti e quasi trecento studenti e fu impedita l’iscrizione degli studenti ebrei negli anni successivi al 1938.
La consapevolezza di tutto ciò ha spinto l'Università di Pisa, insieme con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna, a ricordare quel periodo oscuro con una serie di iniziative che si svolgeranno nel prossimo mese di settembre, nell'80° anniversario della firma delle leggi razziali a San Rossore, volte a trasferire memoria e consapevolezza di questo orrore alle generazioni a venire e a rendere omaggio e risarcimento alla memoria di coloro che ne furono vittime.
In prossimità del Giorno della Memoria del 27 gennaio, le tre istituzioni universitarie hanno illustrato il programma di massima degli appuntamenti, che stanno definendo in collaborazione con il Comune di Pisa, la Regione Toscana, le Comunità ebraiche nazionali e locali, il Provveditorato agli studi di Pisa, la RAI, l'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (Istoreco) e la Fondazione Palazzo Blu. Alla presentazione, che si è tenuta lunedì 22 gennaio a Palazzo alla Giornata, sono intervenuti la prorettrice vicaria dell'Università di Pisa, Nicoletta De Francesco, e la delegata dell’Ateneo per la comunicazione e la diffusione della cultura, Sandra Lischi, il rettore della Scuola Superiore Sant'Anna, Pierdomenico Perata, la storica contemporanea Ilaria Pavan, in rappresentanza della Scuola Normale Superiore, il sindaco Marco Filippeschi, il presidente della Comunità ebraica pisana, Maurizio Gabbrielli, lo storico dell'Università di Pisa, Michele Battini.
Toccante e altamente significativa è stata poi la testimonianza di Guido Cava, presidente emerito della Comunità ebraica pisana, che oggi ha 88 anni e che nel settembre del 1938 aveva 8 anni. "Mio padre - ha ricordato - si presentò a casa e disse a me e mio fratello Enrico che dall'indomani non saremmo più potuti andare a scuola. Alle nostre domande, non seppe rispondere. Non poteva spiegare una cosa inspiegabile e borbottò solo 'perché non si può più'".
Il programma di iniziative su "San Rossore 1938. Per ricordare l’80° anniversario della firma delle leggi razziali", che è in attesa dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, si aprirà il 5 settembre con la Cerimonia del ricordo nei luoghi della firma a San Rossore e proseguirà secondo il calendario seguente:
Cerimonia del ricordo: Il 5 settembre nella tenuta di San Rossore.
Attività di divulgazione per gli studenti: Nell’Ateneo e nelle scuole del territorio attività d’incontro, confronto e divulgazione.
Mostra “Ebrei in Toscana XX e XXI secolo”: A cura di Istoreco e Scuola Normale Superiore in collaborazione con il Comune di Pisa http://www.istorecolivorno.it/mostre/ebrei-in-toscana-1915-2015
Convegno: “Tendenze e sviluppi della storiografia internazionale sull’antisemitismo e sulla Shoah”: Il 20 e 21 settembre Convegno internazionale con il contributo di storici da: Pisa, Torino, Chicago, Edinburgo, Cambridge, Gerusalemme, Providence, Parigi e altre.
Ciclo di film e spettacoli nella sede della mostra, in teatro e in strada sui temi dell’antisemitismo e della Shoah.
Ciclo di incontri con la cittadinanza: Varie sedi
Anche Internet Festival e il Festival della Robotica ospiteranno attività inerenti l’anniversario.
In ricordo degli studenti e dei docenti allontanati dall’università a causa delle leggi è prevista un’iniziativa specifica e la collocazione di testimonianze di memoria perenne.

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Note storiche e intenzioni degli organizzatori

In un luogo a due passi da noi – la tenuta di San Rossore - iniziò il calvario degli ebrei italiani. Fu lì, infatti, che il 5 settembre del 1938, Vittorio Emanuele III firmò il primo provvedimento in difesa della razza: “Regio decreto n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Era la concretizzazione di un’intenzione annunciata già nel ‘37 da un libello di Paolo Orano, “Gli ebrei in Italia”, il primo atto di una campagna di discredito e falsità che comprese anche la ristampa e la diffusione di un testo, già noto come clamoroso falso storico: “I protocolli degli Savi Anziani di Sion”. Le leggi dovevano trovare il loro humus nel favore dell’opinione pubblica.
Il decreto di quella prima firma fu poi integrato con quello sulla scuola che promuoveva “la necessità assoluta e urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana” allontanando tutti i docenti e gli studenti ebrei. Dopo aver disegnato il profilo burocratico dell’appartenente alla razza ebraica, si vietarono matrimoni misti, si cancellarono gli ebrei dagli impieghi pubblici, dalle aziende partecipate, dall’esercito, dalle banche. Successivamente, sempre a San Rossore, altre firme, nel ‘39, nel ‘40, nel ‘42, in cui gli ebrei venivano, come in un crescendo, impediti dall’esercitare professioni, e si completò l’azione di spoliazione dei loro beni e immobili. La conseguenza estrema delle leggi di quegli anni furono la deportazione e lo sterminio.
Nel nostro paese (che vide nascere campi di concentramento e smistamento: Calvari, Bagno a Ripoli, Bagni di Lucca, Tonezza, Forlì, Fossoli, San Sabba), in nome di quelle leggi, furono organizzati rastrellamenti che talvolta culminarono in stragi sul posto, come sul lago Maggiore, 54 morti, o in deportazioni: dal cuneese, da Merano, dal ghetto di Roma dove, la comunità, dopo aver accettato l’imposizione di una taglia che fu consegnata, dall’alba al tramonto del 16 ottobre ‘43, subì il più organizzato rastrellamento mai visto con la deportazione di più di 1.000 persone. Come per un segno del destino, sempre a Pisa, si chiuse questa infame parentesi con uno degli atti più feroci e gratuiti che, nell’agosto del ‘44, vide l’eccidio di Giuseppe Pardo Roques e degli undici ospiti della sua abitazione in via Sant’Andrea. Tra gli ebrei italiani vittime dell’Olocausto 615 erano toscani.
Le università italiane furono coinvolte e, spesso, complici di tutto questo. Solo nel nostro Ateneo furono espulsi venti docenti e quasi trecento studenti e fu impedita l’iscrizione degli studenti ebrei negli anni successivi al ’38. Le iniziative che l’Ateneo, con la collaborazione della Scuola Normale e della Scuola Sant’Anna, intraprende oggi, sono anelli di una catena di messaggi fra la storia, la memoria e l’oggi. Si torna a Pisa 80 anni dopo non solo perché qui furono siglati i decreti, ma perché il sistema universitario pisano, nel campo, per molti aspetti, un’eccellenza internazionale, ritiene di dovere guidare un'azione di risarcimento coinvolgendo tutti gli atenei d'Italia, offrendo i risultati della ricerca internazionale sul tema e molte altre iniziative di divulgazioni per trasferire memoria e consapevolezza alle generazioni future.

Foto 1: da sinistra, Maurizio Gabbrielli, Marco Filippeschi, Guido Cava, Nicoletta De Francesco, Pierdomenico Perata, Ilaria Pavan, Sandra Lischi.
Foto 2: l’abbraccio tra la professoressa De Francesco e Guido Cava.

Il 5 settembre del 1938, nella tenuta di San Rossore a Pisa, il re Vittorio Emanuele III appose la firma al primo provvedimento in difesa della razza: il “Regio decreto n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Iniziò con questo atto la discriminazione delle persone di razza ebraica da parte dello Stato italiano, che nel giro di qualche anno portò alla persecuzione, alla deportazione e allo sterminio di quasi 8.000 ebrei (ai quali vanno aggiunti circa 2.000 deportati dai possedimenti), dei quali solo 826 riuscirono a sopravvivere. Le università italiane furono coinvolte e, spesso, complici di questo processo. Solo nell'Ateneo di Pisa furono espulsi venti docenti e quasi trecento studenti e fu impedita l’iscrizione degli studenti ebrei negli anni successivi al 1938.
La consapevolezza di tutto ciò ha spinto l'Università di Pisa, insieme con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna, a ricordare quel periodo oscuro con una serie di iniziative che si svolgeranno nel prossimo mese di settembre, nell'80° anniversario della firma delle leggi razziali a San Rossore, volte a trasferire memoria e consapevolezza di questo orrore alle generazioni a venire e a rendere omaggio e risarcimento alla memoria di coloro che ne furono vittime.

In prossimità del Giorno della Memoria del 27 gennaio, le tre istituzioni universitarie hanno illustrato il programma di massima degli appuntamenti, che stanno definendo in collaborazione con il Comune di Pisa, la Regione Toscana, le Comunità ebraiche nazionali e locali, il Provveditorato agli studi di Pisa, la RAI, l'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (Istoreco) di Livorno e la Fondazione Palazzo Blu. Alla presentazione, che si è tenuta lunedì 22 gennaio a Palazzo alla Giornata, sono intervenuti la prorettrice vicaria dell'Università di Pisa, Nicoletta De Francesco, e la delegata dell’Ateneo per la comunicazione e la diffusione della cultura, Sandra Lischi, il rettore della Scuola Superiore Sant'Anna, Pierdomenico Perata, la storica contemporanea Ilaria Pavan, in rappresentanza della Scuola Normale Superiore, il sindaco Marco Filippeschi, il presidente della Comunità ebraica pisana, Maurizio Gabbrielli, lo storico dell'Università di Pisa, Michele Battini.
Toccante e altamente significativa è stata poi la testimonianza di Guido Cava, presidente emerito della Comunità ebraica pisana, che oggi ha 88 anni e che nel settembre del 1938 aveva 8 anni. "Mio padre - ha ricordato - si presentò a casa e disse a me e mio fratello Enrico che dall'indomani non saremmo più potuti andare a scuola. Alle nostre domande, non seppe rispondere. Non poteva spiegare una cosa inspiegabile e borbottò solo 'perché non si può più'".

leggi1

Il programma di iniziative su "San Rossore 1938. Per ricordare l’80° anniversario della firma delle leggi razziali", che è in attesa dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, si aprirà il 5 settembre con la Cerimonia del ricordo nei luoghi della firma a San Rossore e proseguirà secondo il calendario seguente:

Cerimonia del ricordo: Il 5 settembre nella tenuta di San Rossore.
Attività di divulgazione per gli studenti: Nell’Ateneo e nelle scuole del territorio attività d’incontro, confronto e divulgazione.
Mostra “Ebrei in Toscana XX e XXI secolo”: A cura di Istoreco Livorno e Scuola Normale Superiore in collaborazione con il Comune di Pisa.
Convegno: “Tendenze e sviluppi della storiografia internazionale sull’antisemitismo e sulla Shoah”: Il 20 e 21 settembre Convegno internazionale con il contributo di storici da: Pisa, Torino, Chicago, Edinburgo, Cambridge, Gerusalemme, Providence, Parigi e altre.
Ciclo di film e spettacoli nella sede della mostra, in teatro e in strada sui temi dell’antisemitismo e della Shoah.
Ciclo di incontri con la cittadinanza: Varie sedi
Anche l'Internet Festival e il Festival della Robotica ospiteranno attività inerenti l’anniversario.
In ricordo degli studenti e dei docenti allontanati dall’università a causa delle leggi è prevista un’iniziativa specifica e la collocazione di testimonianze di memoria perenne.

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Note storiche e intenzioni degli organizzatori

In un luogo a due passi da noi – la tenuta di San Rossore - iniziò il calvario degli ebrei italiani. Fu lì, infatti, che il 5 settembre del 1938, Vittorio Emanuele III firmò il primo provvedimento in difesa della razza: “Regio decreto n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Era la concretizzazione di un’intenzione annunciata già nel ‘37 da un libello di Paolo Orano, “Gli ebrei in Italia”, il primo atto di una campagna di discredito e falsità che comprese anche la ristampa e la diffusione di un testo, già noto come clamoroso falso storico: “I protocolli degli Savi Anziani di Sion”. Le leggi dovevano trovare il loro humus nel favore dell’opinione pubblica.

Il decreto di quella prima firma fu poi integrato con quello sulla scuola che promuoveva “la necessità assoluta e urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana” allontanando tutti i docenti e gli studenti ebrei. Dopo aver disegnato il profilo burocratico dell’appartenente alla razza ebraica, si vietarono matrimoni misti, si cancellarono gli ebrei dagli impieghi pubblici, dalle aziende partecipate, dall’esercito, dalle banche. Successivamente, sempre a San Rossore, altre firme, nel ‘39, nel ‘40, nel ‘42, in cui gli ebrei venivano, come in un crescendo, impediti dall’esercitare professioni, e si completò l’azione di spoliazione dei loro beni e immobili. La conseguenza estrema delle leggi di quegli anni furono la deportazione e lo sterminio.

Nel nostro paese (che vide nascere campi di concentramento e smistamento: Calvari, Bagno a Ripoli, Bagni di Lucca, Tonezza, Forlì, Fossoli, San Sabba), in nome di quelle leggi, furono organizzati rastrellamenti che talvolta culminarono in stragi sul posto, come sul lago Maggiore, 54 morti, o in deportazioni: dal cuneese, da Merano, dal ghetto di Roma dove, la comunità, dopo aver accettato l’imposizione di una taglia che fu consegnata, dall’alba al tramonto del 16 ottobre ‘43, subì il più organizzato rastrellamento mai visto con la deportazione di più di 1.000 persone. Come per un segno del destino, sempre a Pisa, si chiuse questa infame parentesi con uno degli atti più feroci e gratuiti che, nell’agosto del ‘44, vide l’eccidio di Giuseppe Pardo Roques e degli undici ospiti della sua abitazione in via Sant’Andrea. Tra gli ebrei italiani vittime dell’Olocausto 615 erano toscani.

Le università italiane furono coinvolte e, spesso, complici di tutto questo. Solo nel nostro Ateneo furono espulsi venti docenti e quasi trecento studenti e fu impedita l’iscrizione degli studenti ebrei negli anni successivi al ’38. Le iniziative che l’Ateneo, con la collaborazione della Scuola Normale e della Scuola Sant’Anna, intraprende oggi, sono anelli di una catena di messaggi fra la storia, la memoria e l’oggi. Si torna a Pisa 80 anni dopo non solo perché qui furono siglati i decreti, ma perché il sistema universitario pisano, nel campo, per molti aspetti, un’eccellenza internazionale, ritiene di dovere guidare un'azione di risarcimento coinvolgendo tutti gli atenei d'Italia, offrendo i risultati della ricerca internazionale sul tema e molte altre iniziative di divulgazioni per trasferire memoria e consapevolezza alle generazioni future.

 

Foto in alto: da sinistra, Maurizio Gabbrielli, Marco Filippeschi, Guido Cava, Nicoletta De Francesco, Pierdomenico Perata, Ilaria Pavan, Sandra Lischi.
Foto in basso: l’abbraccio tra la professoressa Nicoletta De Francesco e Guido Cava.

In prossimità del Giorno della Memoria, l'Università di Pisa con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna - in collaborazione con Comune di Pisa, Regione Toscana, Comunità ebraiche nazionali e locali, Provveditorato agli studi di Pisa, RAI, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (Istoreco) e Fondazione Palazzo Blu - illustrano il programma di iniziative per ricordare, a settembre 2018, l'80° anniversario della firma delle leggi razziali a San Rossore.
Alla presentazione, che si terrà lunedì 22 gennaio alle ore 12,30 nella Sala dei Mappamondi del Palazzo alla Giornata, interverranno il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella, il direttore della Scuola Normale Superiore, Vincenzo Barone, il rettore della Scuola Superiore Sant'Anna, Pierdomenico Perata, il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, il presidente della Comunità ebraica pisana, Maurizio Gabbrielli, lo storico dell'Università di Pisa, Michele Battini.
Porterà la sua testimonianza Guido Cava, presidente emerito della Comunità ebraica pisana, che nel 1938 aveva otto anni.

Si ricorda agli studenti coinvolti in programmi di mobilità che comportano la loro permanenza all’estero per un periodo superiore a 3 mesi (che includa la data della consultazione elettorale), che la legge 6 maggio 2015, n. 52, consente  di esercitare il diritto di voto per corrispondenza. Questa possibilità è prevista anche per i loro familiari conviventi.
A tal fine, i suddetti elettori possono formulare al comune di iscrizione elettorale un’espressa opzione per il voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero – (valida per un’unica consultazione) che deve pervenire al comune entro e non oltre il trentaduesimo giorno antecedente la data di svolgimento della consultazione, e cioè, nel caso delle elezioni politiche del 4 marzo, entro il 31 gennaio 2018 (art. 4 bis, comma 2, della legge n. 459/2001, modificato dall’art. 6, comma 2, della legge n. 165/2017).
Il modulo per l’espressione di tale opzione, recante le modalità di invio del modulo stesso è scaricabile al link
http://elezioni.interno.it/contenuti/report/Mod_Opzione_Voto_Elezioni_Politiche_2018_vers_07Accessibile.pdf

Da sabato 20 gennaio la Biblioteca di Filosofia e Storia dell’Università di Pisa, situata a Palazzo Carità in via Pasquale Paoli 9, prolungherà il proprio orario di apertura. Tutti i sabati, infatti, la Biblioteca, finora aperta fino alle ore 13, proseguirà l’apertura al pubblico fino alle ore 20, con il servizio di prestito e consultazione.

 biblio home

Inoltre è stata riaperta, dopo i lavori di riqualificazione, l'aula studio posta al piano terra di Palazzo Curini-Galletti, in via Santa Maria 89, che è composta da due piccoli ambienti per complessivi 25 posti banco. Lo spazio, ripristinato dopo alcuni anni di chiusura e dopo ristrutturazione anche dei servizi igienici, fa parte di un edificio che ospita alcune aule dell'area umanistica e dei laboratori del Centro Linguistico d'Ateneo. La sala sarà aperta dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 19.

aula studio1

Il Master in Economia Aziendale e Management (Master EAM) dell’Università di Pisa, l’unico in general management presente nell’offerta formativa post laurea dell’Ateneo, compie quindici anni. Le iscrizioni alla nuova edizione sono aperte sino 30 gennaio 2018 e anche quest’anno è prevista l’assegnazione di borse di studio come agevolazioni alla contribuzione. Per prenotare un incontro con il direttore del Master o per ricevere informazioni sul corso, si può contattare la segreteria didattica (tel. 050 2216359, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Sino ad oggi il Master ha formato circa 300 allievi provenienti da ben 14 paesi diversi. Da questa nuova edizione, il Master riparte con un’offerta formativa rinnovata ed attuale che ha previsto il rafforzamento dell’area di project management e l’ampliamento della rete dei partner aziendali, grazie a numerose e nuove collaborazioni con prestigiose aziende nazionali ed internazionali. Infine, oltre al conseguimento del diploma di Master Universitario di secondo livello, al termine del percorso formativo gli allievi avranno la possibilità di sostenere gratuitamente l'esame di “Project Management ISIPM-Base®”, organizzato dall'Istituto Italiano di Project Management.
I temi affrontati e le professionalità formate fanno del Master EAM un programma di elevata specializzazione manageriale post-laurea. La scelta della struttura part time e la formula weekend, con lezioni il venerdì (9:00-18:00) e il sabato (9:00-13:00), consentono agli allievi di vivere questa opportunità di crescita professionale in continuità con gli impegni lavorativi o con la ricerca di un nuovo impiego.

È un evento che ha coinvolto circa mille studenti del quinto anno delle scuole superiori di Pontedera che, in tre giornate di orientamento ospitate al Villaggio scolastico, hanno potuto conoscere da vicino le opportunità di studio offerte dall’Università di Pisa. “Pontedera orienta” è stata organizzata dalle scuole IPSIA Pacinotti, ITCG Fermi, ITIS Marconi, Liceo Montale e Liceo XXV Aprile, in collaborazione con il servizio Orientamento dell’Università di Pisa e con il sostegno della Conferenza Educativa di Zona, dei Comuni della Valdera e del CRED Valdera che da anni segue i percorsi di Alternanza scuola lavoro e Orientamento in uscita delle scuole superiori del villaggio scolastico.
I dipartimenti dell’Università di Pisa, insieme al servizio Orientamento e al Career Service, soono stati dislocati nelle singole scuole secondo i diversi indirizzi di studi, per illustrare l’intera offerta formativa di UNIPI e per dare risposte alle domande degli studenti. Oltre ai dipartimenti hanno partecipato molti altri ospiti: la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, gli Istituti Tecnici Superiori della Toscana, la Fondazione Campus di Lucca, la Scuola Superiore per mediatori linguistici di Pisa e l’agenzia formativa Modartech di Pontedera.
Ciascun ospite, oltre ad aver presentato la propria offerta formativa nell’Aula Magna di una delle scuole del Villaggio scolastico, è stato a disposizione degli studenti e dei docenti con un proprio punto informativo. Gli studenti si sono mossi all’interno del Villaggio scolastico autonomamente per assistere alle diverse presentazioni e raccogliere informazioni nei punti informativi. All’organizzazione dell’evento ha partecipato attivamente un coordinamento di studenti appositamente costituito, rappresentativo di tutte le scuole di Pontedera, che ha permesso l’integrazione di competenze complementari.

 

È un evento che ha coinvolto circa mille studenti del quinto anno delle scuole superiori di Pontedera che, in tre giornate di orientamento ospitate al Villaggio scolastico, hanno potuto conoscere da vicino le opportunità di studio offerte dall’Università di Pisa. “Pontedera orienta” è stata organizzata dalle scuole IPSIA Pacinotti, ITCG Fermi, ITIS Marconi, Liceo Montale e Liceo XXV Aprile, in collaborazione con il servizio Orientamento dell’Università di Pisa e con il sostegno della Conferenza Educativa di Zona, dei Comuni della Valdera e del CRED Valdera che da anni segue i percorsi di Alternanza scuola lavoro e Orientamento in uscita delle scuole superiori del villaggio scolastico.

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I dipartimenti dell’Università di Pisa, insieme al servizio Orientamento e al Career Service, soono stati dislocati nelle singole scuole secondo i diversi indirizzi di studi, per illustrare l’intera offerta formativa di UNIPI e per dare risposte alle domande degli studenti. Oltre ai dipartimenti hanno partecipato molti altri ospiti: la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, gli Istituti Tecnici Superiori della Toscana, la Fondazione Campus di Lucca, la Scuola Superiore per mediatori linguistici di Pisa e l’agenzia formativa Modartech di Pontedera.

Ciascun ospite, oltre ad aver presentato la propria offerta formativa nell’Aula Magna di una delle scuole del Villaggio scolastico, è stato a disposizione degli studenti e dei docenti con un proprio punto informativo. Gli studenti si sono mossi all’interno del Villaggio scolastico autonomamente per assistere alle diverse presentazioni e raccogliere informazioni nei punti informativi. All’organizzazione dell’evento ha partecipato attivamente un coordinamento di studenti appositamente costituito, rappresentativo di tutte le scuole di Pontedera, che ha permesso l’integrazione di competenze complementari.

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