Disturbi specifici dell’apprendimento, al via un corso di perfezionamento universitario
Al via all’Università di Pisa il corso di perfezionamento “Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): diagnosi e presa in carico”, un percorso formativo di 129 ore, con riconoscimento di 12 crediti CFU, riservato a laureati in Medicina e Chirurgia, Psicologia e Logopedia. Il corso inizierà l’8 febbraio 2018 e avrà una durata di 6 mesi circa. Per iscriversi c’è tempo fino al 29 gennaio, il bando è consultabile a questo link.
«Obiettivo del corso è fornire ai partecipanti elementi per una corretta anamnesi, diagnosi e gestione pratica dei DSA, con particolare riferimento alla normativa e all’intervento in ambito clinico e scolastico» – spiega Ciro Conversano, direttore del corso e ricercatore di Psicologia generale presso il dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica.
«Infatti, nonostante l’ormai nota classificazione e il riconoscimento di questo tipo di disturbi, che nella maggior parte dei casi non permettono di gestire efficacemente alcuni mezzi di apprendimento come la lettura e la scrittura e la presenza in crescita di bambini con questa diagnosi, non sempre se ne osserva un’adeguata gestione da parte del Servizio Sanitario Nazionale e spesso si nota una certa confusione in materia di diagnosi e di figure professionali incaricate della stessa».
Il corso fornirà strumenti conoscitivi e pratici a chi vuole operare nel settore, così come disposto dalla delibera n° 1321 del 27/11/2017 della Regione Toscana, che norma lo psicologo a possedere “oltre all'iscrizione all'Albo dell'Ordine degli Psicologi anche un master universitario I livello o master universitario II livello o perfezionamento universitario o corso privato o pubblico di almeno 100 ore riconosciuto con crediti CFU o ECM residenziali”, per far parte dell’equipe di specialisti abilitati alla certificazione del DSA.
"Heretico": Leviedelfool al Teatro Era
Sabato 20 gennaio alle ore 21 al Teatro Era di Pontedera sarà in scena Heretico, la nuova creazione de Leviedelfool, scritta e diretta da Simone Perinelli, e interpretata tra gli altri da Claudia Marsicano, vincitrice Premio Ubu 2017 nella categoria Under 35.
Nello spettacolo, in modo ironico e dissacratorio, vengono presentati sette capitoli per sradicare le superstizioni e svelare le incongruenze della religione.
Studenti e personale dell'Università di Pisa possono acquistare biglietti ridotti a 8 euro.
Scrive Simone Perinelli:
“Se questa pièce fosse stata una composizione musicale l’avrei chiamata 'scherzo in re maggiore'. Già: uno scherzo. Perché ci vuole grande ironia per pensare oggi di poter realmente puntare il dito contro religione, chiesa e dogmatismo. Persino Giordano Bruno quel dito lo ha abbassato e la prima bozza della statua di Ettore Ferrari, col dito puntato a mo’ di accusa verso il vaticano, si è tramutata nella raffigurazione del filosofo in atteggiamento pensante e guarda il vaticano, ma a testa bassa. E così, contro questa chiesa che ha desacralizzato il cielo e ci ha raccontato il finale con la simpatia di chi ti racconta la fine del libro che stai leggendo, non posso che dare vita a uno spettacolo superficiale diviso in sette capitoli con un linguaggio semplice per scansare l’errore di fondare nuove fedi nel tentativo di distruggere quelli esistenti.
Sette capitoli percorsi quindi da una drammaturgia semplice. Sette tracce come in un concept album, attorno a unico movimento tematico antidogmatico e antireligioso. Sette come i candelabri d’oro, i sigilli e gli squilli di tromba descritti dalle allucinazioni di Giovanni nell’allucinato libro dell’apocalisse."
leggi i dettagli sul sito del Teatro Era
Una nuova sala studio a Palazzo Curini-Galletti
Da lunedì 15 gennaio è aperta, al piano terra di Palazzo Curini-Galletti, via Santa Maria 89, una nuova sala studio con 25 posti.
La sala è aperta dal lunedi al venerdì, dalle 8.00 alle 19.00.
Info
Elena Tonsini Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Giovani e volontariato, accordo tra Università di Pisa e Cesvot
L'Università di Pisa e il Centro Servizi per il Volontariato della Toscana (Cesvot) collaboreranno nelle attività di volontariato, considerate di primaria importanza per lo sviluppo di competenze trasversali e per la crescita di una solida coscienza civile nelle giovani generazioni. Per questo hanno definito un Protocollo d'intesa quinquennale, che è stato firmato venerdì 12 gennaio a Palazzo alla Giornata dal rettore Paolo Mancarella e dal presidente dell'associazione, Federico Gelli.
Nel rispetto dei propri ruoli e competenze, l'Ateneo pisano e Cesvot intendono istituire un sistema di relazioni territoriali che possa sensibilizzare i giovani alle tematiche del volontariato e stimolare una loro partecipazione attiva, consapevole e duratura alle attività promosse e portate avanti dalle organizzazioni di volontariato del territorio. In questo ambito i soggetti firmatari potranno sviluppare appositi progetti finalizzati a promuovere lo svolgimento di attività di volontariato da parte degli studenti universitari, per favorire lo sviluppo di competenze trasversali e il consolidamento di un sistema di relazioni comunitarie in una prospettiva di cittadinanza attiva.
In particolare, l'Università si impegna a favorire il riconoscimento delle attività svolte dagli studenti iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale e a ciclo unico attraverso l’attribuzione di Crediti Formativi Universitari, fino a un massimo di 3, anche mediante lo svolgimento di appositi tirocini. Dal canto suo, Cesvot si impegna a veicolare e promuovere l’iniziativa presso le organizzazioni di volontariato del territorio provinciale, supportandole nell’ideazione e nello sviluppo di proposte coerenti e funzionali al raggiungimento degli obiettivi del progetto.
I partner potranno infine collaborare nella realizzazione di attività didattiche, formative e seminariali su temi inerenti il volontariato e la cittadinanza attiva, oltre che nello sviluppo di tematiche promosse dagli studenti in collaborazione con le organizzazioni di volontariato.
"Il volontariato - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - è una delle principali e più belle risorse a disposizione del nostro Paese e per le università rappresenta un patrimonio da valorizzare sia a livello di solidarietà che di formazione professionale. Il mondo universitario deve essere sempre più luogo di formazione aperto a coloro che vogliono impegnarsi per gli altri, di approfondimento e più in generale di apertura e scambio culturale. Per concretizzare questo accordo in azioni, a questa firma devono, però, seguire fatti. Per questo il nostro Ateneo premierà gli studenti che decideranno di impegnarsi riconoscendo loro crediti formativi ad hoc. Operare attivamente nel volontariato, infatti, rappresenta in sé un importante momento di formazione: formazione umana e sociale".
“Dopo l’esperienza già avviata con l’Università di Siena - ha detto il presidente di Cesvot, Federico Gelli - anche l’Ateneo pisano riconosce la valenza formativa delle attività di volontariato. Ciò significa un importante passaggio culturale nella direzione di una società che si riconosce nei valori dell’inclusione sociale e della solidarietà. Questa scelta è stata confermata, nel 2015, dal legislatore che ha voluto rivolgere i percorsi di alternanza scuola lavoro, destinati alle scuole superiori, anche agli enti del Terzo settore. Ciò ha significato arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. Cesvot, coerente con il suo mandato istituzionale, si rende disponibile a sensibilizzare e coordinare le associazioni del territorio pisano perché possano proporsi agli studenti universitari, farsi conoscere e accoglierli nel modo migliore. La provincia di Pisa è la terza in Toscana per numero di organizzazioni di Terzo settore. Sono 647 le associazioni di volontariato e di promozione sociale impegnate in tanti ambiti, dall’ambientale al culturale, dal sociale al sanitario alla protezione civile. Associazioni sempre più coinvolte in progetti con le scuole di vari ordini e grado e consapevoli dell’importanza dell’incontro con le nuove generazioni per portare entusiasmo e nuove competenze al loro interno”.
Oltre cento iscritti per il corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale”
Sono oltre cento gli iscritti alla settima edizione del corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti” che si terrà a Pisa dal 15 gennaio al 2 febbraio 2018. Il corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane, con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.
I partecipanti al corso provengono dall’Italia e, in larghissima misura, da Paesi stranieri, soprattutto dell’America Latina. In particolare, gli iscritti a questa edizione provengono da: Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay e Venezuela.
Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il corso prevede lo studio di casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Riccardo Guastini, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky.
Identificato il virus dell’epatite B in una mummia di 450 anni fa
Per anni si è pensato che la causa della morte di un bambino vissuto circa 500 anni fa, il cui corpo fu imbalsamato e conservato nelle arche sepolcrali della Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, fosse il vaiolo. Oggi, un team internazionale di ricercatori della McMaster University di Hamilton in Canada, diretto da Hendrik Poinar, e della Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, costituito da Gino Fornaciari e Valentina Giuffra, ha appurato che il bambino era portatore del virus dell’epatite B, gettando nuova luce su un agente patogeno complesso e mortale, che uccide quasi un milione di persone ogni anno. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista online "Plos Pathogens".
Nel corso delle missioni esplorative dell’Università di Pisa nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, dirette dal professor Gino Fornaciari negli anni '80-'90, fu ritrovata la mummia intatta di un bambino di due anni indossante ancora la veste monastica dell’Ordine Domenicano, grazie alla quale i ricercatori hanno ottenuto il sequenziamento completo del genoma di un antico ceppo del virus dell'epatite B (HBV). «Mentre in genere i virus si evolvono molto rapidamente, è stato visto che questo antico ceppo di HBV è mutato poco negli ultimi 450 anni – spiega il prof. Fornaciari – È stata infatti rilevata una stretta relazione tra i ceppi antichi e moderni di epatite B: entrambi mancano di quella che è nota come “struttura temporale”. In altre parole, non vi è alcun tasso misurabile di evoluzione per tutto il periodo di 450 anni, che separa il campione prelevato dalla piccola mummia da quelli moderni. La spiegazione potrebbe consistere nel fatto che essendo l’epatite B una malattia sessualmente trasmessa, e non tramite animali o insetti vettori, il virus non ha avuto la necessità di mutare almeno negli ultimi cinque secoli».
L’eruzione vescicolo-pustolosa del bambino e le analisi immunologiche di trenta anni fa (allora gli studi sul DNA antico non erano ancora disponibili) avevano suggerito che il bambino fosse stato affetto da vaiolo. Utilizzando tecniche avanzate di mappatura genetica, i ricercatori hanno dimostrato chiaramente che il bambino era stato infettato dall'HBV. È interessante notare che i bimbi con infezione da epatite B possono sviluppare un'eruzione facciale, nota come sindrome di Gianotti-Crosti, che potrebbe essere stata identificata come vaiolo. Non può essere però esclusa anche una co-infezione.
Secondo alcune stime, oltre 350 milioni di persone oggi hanno infezioni croniche da epatite B, mentre circa un terzo della popolazione mondiale risulta essere stata infettata a un certo punto della vita. Ecco perché, secondo i ricercatori, è importante studiare i virus antichi: «Più comprendiamo meglio il comportamento delle pandemie e delle epidemie passate, maggiore è la nostra comprensione di come i moderni agenti patogeni potrebbero diffondersi. E queste informazioni alla fine contribuiranno agli sforzi per controllare questi minuscoli killer», afferma Hendrik Poinar, genetista evolutivo del McMaster Ancient Dna Center e investigatore principale all'Istituto Michael G. DeGroote per la ricerca sulle malattie infettive.
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Nelle foto:
- La mummia del bambino, indossante ancora la veste monastica dell’Ordine Domenicano
- Il volto del bambino con un evidente esantema vescicolo-pustoloso
Crescono i finanziamenti dell’Europa all’Università di Pisa, meno bene i dipartimenti di eccellenza
I dati sui progetti 2017 nell’ambito dei programmi quadro europei per la ricerca e l’innovazione, Horizon 2020, evidenziano infatti un trend in netta crescita: più che raddoppiato il numero dei finanziamenti ottenuti, con 34 progetti vinti nel 2017, contro i 14 nel 2016. Cresciuto anche il numero delle proposte presentate, rispetto allo standard degli anni precedenti: 178 nel 2017, contro le 129 nel 2016, 130 nel 2015 e 128 nel 2014.
Dal 2014 al 2017 i progetti finanziati da Horizon 2020 sono 76, per un finanziamento totale di circa 21 milioni di euro. Considerando anche il precedente programma europeo per la ricerca, sono 232 i progetti europei vinti da Unipi negli ultimi 10 anni (2007-2017), per un ammontare complessivo di 171 milioni di euro.
Tra i finanziamenti ottenuti vanno ricordati ben sei prestigiosi “ERC Grants” vinti dall’Università di Pisa, finanziamenti erogati dallo European Research Council (ERC) per la ricerca di frontiera misurata sul solo criterio dell’eccellenza. I sei finanziamenti ERC sono stati ricevuti per progetti in ambito umanistico, medico, fisico, chimico e di ingegneria dell'informazione, ricevendo un finanziamento complessivo di oltre 7 milioni di euro.
Il più recente ERC Consolidator Grant è stato vinto a dicembre 2017 da Gianluca Fiori, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Ottenere finanziamenti ERC, e saperne attrarre, è per le Università motivo di indiscusso prestigio e incide significativamente nelle valutazioni e rating internazionali.
Non altrettanto positivi gli esiti per i dipartimenti di eccellenza selezionati dalla Commissione di valutazione nominata dal MIUR. Dell’Università di Pisa ne sono stati selezionati solo due, Civiltà e forme del sapere e Ingegneria dell'informazione: compresa una quota di cofinanziamento da parte dell'Ateneo, i progetti riceveranno circa 19 milioni di euro nel quinquennio.
“Come si vede otteniamo risultati diversi e apparentemente contraddittori – è il commento del rettore Mancarella. Non posso che compiacermi per gli esiti europei, felicitarmi con i due dipartimenti per il risultato ottenuto ma, per forma mentale, m’interessa partire dall’esito complessivo che è meno soddisfacente. Un risultato deludente, che deve però essere preso come stimolo per migliorare e per continuare nella direzione che, già in questo primo anno di mandato, ci ha visti particolarmente attivi nell’intento di elevare la qualità della ricerca il che, mi auguro, ci porterà presto a ottenere esiti migliori. Devo anche osservare che, in alcuni casi, i progetti presentati dai dipartimenti non ammessi al finanziamento sono stati comunque valutati positivamente dalla Commissione. Ringrazio tutti i direttori e i colleghi dei dipartimenti non ammessi al finanziamento per lo sforzo progettuale profuso. Sono altresì contento dell’ottimo risultato delle nostre scuole di eccellenza che confermano il valore dello studio pisano.”
Escher e le “immagini allo specchio” in un incontro a Palazzo Matteucci tra numeri e musica
Venerdì 12 gennaio, alle ore 17, a Palazzo Matteucci, si terrà l’incontro "Escher e le immagini allo specchio", organizzato dal dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa in collaborazione con la Fondazione Palazzo Blu. L’evento fa parte del ciclo “Conversazioni intorno a Escher", un percorso di incontri tra numeri, formule logiche, algoritmi, modelli della fisica e della mente per guardare con nuovi strumenti le opere di Escher in mostra a Palazzo Blu. Il ciclo di iniziative ha preso spunto dal libro "Gödel, Escher, Bach", uno dei cardini del pensiero computazionale, scritto dallo scienziato e filosofo statunitense Douglas Hofstadter.
L'incontro del 12 gennaio sarà un dialogo tra esperti di discipline diverse per interpretare e valorizzare la genialità dell’opera di Escher. Parteciperanno Ugo Montanari, Francesco Romani, Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, Nico Gori e Piero Frassi. Conduce Adrian Fartade. Le strutture ricorsive, auto-referenti, sono alla base del ragionamento logico (i paradossi di Russel e i teoremi di Gödel), della musica (le fughe di Bach), dell’informatica (le macchine di Turing), dell’arte di Escher (le immagini allo specchio) e permettono di catturare e immaginare l’infinito. L’infinito è un concetto che permea il pensiero umano. Gli astrofisici catturano l'infinito in formule che descrivono lo spazio planetario e la sua evoluzione, gli informatici con tecniche matematiche di punto fisso. Escher cercò di rappresentarlo per immagini.
Firmato un protocollo di intesa tra Università di Pisa, Medici con l’Africa CUAMM e Fondazione Arpa
L’Università di Pisa, l’organizzazione Medici con l’Africa Cuamm e la Fondazione Arpa hanno firmato un protocollo d’intesa per dar vita a una cooperazione in ambito sanitario nei paesi africani, con particolare attenzione alla formazione dei giovani medici. L’accordo è stato sottoscritto in rettorato venerdì 22 dicembre 2017 dal rettore Paolo Mancarella, da Don Dante Carraro, presidente Cuamm, dal professor Franco Mosca, presidente della Fondazione Arpa, e dal professor Mario Petrini, direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Pisa.
La finalità principale dell’accordo è favorire la partecipazione a missioni umanitarie in Africa di studenti, specializzandi e personale medico dell’Ateneo. Il programma permetterà da una parte di supportare le strutture sanitarie africane in cui il Cuamm è attivo fornendo personale qualificato che potrà formare il personale locale, dall’altra, agli studenti e agli specializzandi dell’università, di trascorrere periodi di formazione teorico-pratica all’interno delle strutture sanitarie africane supportate da Medici con l’Africa Cuamm, con la presenza di un tutor specialista. Inoltre, le parti si impegnano a implementare un programma sanitario in campo specialistico e di formazione, come per esempio in chirurgia plastica, ed offrire servizi no profit nei paesi africani.
Medici con l’Africa Cuamm è un’organizzazione non governativa (ONG) nata nel 1950 con lo scopo di realizzare progetti di cooperazione internazionale e formare medici per i paesi in via di sviluppo. Il suo obiettivo primario è la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane e per questo è presente sul campo in Africa sub-sahariana con diversi progetti, molteplici interventi di supporto e numerosi volontari. Inoltre è attiva anche nella formazione di risorse umane dedicate in Italia e in Africa e nella ricerca e divulgazione scientifica in ambito tecnico di cooperazione sanitaria.
«La collaborazione con il Cuamm è per l’Ateneo e per i suoi studenti una grande opportunità di crescita – ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella – I nostri medici e specializzandi hanno già partecipato a missioni supportate dal Cuamm, ma questo accordo, con l’apporto anche della Fondazione Arpa, fa sì che la nostra cooperazione diventi sistematica. Ringrazio il professor Emanuele Cigna, docente di Chirurgia plastica, che con le sue tre missioni in Africa ha aperto la strada per l’intesa con questa importante organizzazione».
«Gli specializzandi che scelgono di partire per l’Africa sono per noi una risorsa preziosa – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – e di certo un’esperienza sul campo è per loro un’occasione per imparare molto. Negli ospedali in cui lavoriamo il personale è sempre poco e le conoscenze di questi giovani medici sono fondamentali per garantire cure di qualità ai pazienti. Allo stesso tempo, a fianco di un tutor esperto, gli specializzandi imparano a fare il loro lavoro con pochissimi mezzi a disposizione, usando il ragionamento e il senso pratico. Negli ultimi 10 anni, oltre 120 specializzandi sono partiti con noi e ormai sappiamo che da queste esperienze nascono occasioni di formazione per il personale locale, si iniziano progetti di ricerca, ci si avvicina di più all’Africa. Accordi come questo non possono che creare terreno fertile per il futuro, sia in Italia che in Africa».
“La Fondazione ARPA è da anni impegnata nella Cooperazione Umanitaria di Area Sanitaria – sottolinea il Presidente Franco Mosca – nella profonda convinzione che sia obbligo mettere a disposizione di chi ha poco o nulla non solo risorse materiali ma anche sapere e saper fare. Arpa si impegna nell’ambito dell’accordo con Cuamm a sostenere progetti formativi a favore delle aree in cui il Cuamm stesso è attivo”.
«Questo accordo offre alla Scuola di Medicina l’opportunità di potenziare la sua internazionalizzazione – conclude il professor Mario Petrini – Inoltre, per i nostri studenti aumentano le possibilità di conoscere da vicino patologie da noi meno frequenti e allo stesso tempo dà loro l’occasione di partecipare a un progetto che ha lo scopo di favorire lo sviluppo dei paesi emergenti».
Si è conclusa la seconda edizione del master in “Internet ecosystem: governance e diritti"
Giovedì 11 gennaio, a Palazzo alla Giornata, gli allievi della seconda edizione del master in “Internet ecosystem: governance e diritti” hanno discusso i loro elaborati finali davanti alla commissione composta dalla direttrice del master, la professoressa Dianora Poletti, dai professori Paolo Passaglia, Sergio Menchini, Alberto Gargani, Gian Luca Conti del Dipartimento di Giurisprudenza e Salvatore Ruggieri del Dipartimento di Informatica. Presenti anche tutor di istituzioni, aziende e studi professionali che hanno ospitato i partecipanti per il tirocinio.
Numerosi e di interesse i temi trattati dai 13 allievi del corso: dalle problematiche poste dal nuovo regolamento europeo sulla privacy, la cui entrata in vigore è prossima, ai Big Data, dal documento informatico alla cybersecurity, dalle fake news alle false recensioni su Tripadvisor, dal trattamento dei dati creditizi nelle centrali rischi al processo civile telematico, per finire con l’accessibilità ai siti della pubblica amministrazione di soggetti con disabilità. Si è confermata con ciò l’attrattività dei temi approfonditi, che mirano a fornire competenze specialistiche di tipo legale-informatico per la crescita professionale e per attività di consulenza, da spendere in contesti aziendali o istituzionali.
La terza edizione del master, che vedrà sempre il partenariato del CNR-IIT di Pisa, prenderà avvio il 26 gennaio 2018. La nuova edizione rafforzerà la visione innovativa e multidisciplinare del programma didattico e vedrà protagonisti nuove e importanti realtà aziendali operanti nella rete, che contribuiranno all’arricchimento delle competenze degli allievi. La frequenza al master fornirà anche le competenze per la formazione della nuova figura professionale del Data Protection Officer. Le iscrizioni sono ancora aperte fino al 25 gennaio: per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://internetecosystem.it o contattare la segreteria didattica ai numeri 050/2212814 o 347/2115119.