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Lo studio paleopatologico di ‘pazienti’ celebri può trovare talvolta importanti riscontri nelle fonti storiche, ma assai raramente è possibile diagnosticare su resti scheletrici antichi di oltre 500 anni una patologia e poi rinvenire un documento, scritto di proprio pugno dall’illustre personaggio, in cui viene descritta la stessa malattia. È quanto è successo stavolta grazie a uno studio condotto sui resti scheletrici del duca Federico da Montefeltro (1422-1482) dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra, in collaborazione con l’Istituto di Medicina Evolutiva dell’Università di Zurigo (Francesco Galassi e professor Frank Rühli). Lo studio è stato pubblicato sul numero di gennaio 2018 della rivista “Clinical and Experimental Rheumatology”.
I resti di Federico da Montefeltro, esumati a Urbino nel 2000 dalla Divisione di Paleopatologia di Pisa, portano inequivocabili i segni dell’artrite urica, una lesione osteolitica peri-articolare patognomonica del processo infiammatorio tipico della gotta è presente sull’epifisi distale del primo metatarsale del piede destro del duca. La gotta è una malattia conosciuta fin dall’antichità, anche se sotto questa definizione venivano comprese nella medicina premoderna molte altre patologie reumatiche. Alla gotta andavano particolarmente soggetti nel Medioevo e nel Rinascimento gli aristocratici, che facevano uso abbondante di alimenti ricchi di purine, come le carni rosse.
Nel giugno 1462 Federico si trovava nel Lazio a combattere al soldo di papa Pio II, quando un forte attacco doloroso al piede destro lo costringe a letto. Il duca allora scrive personalmente al proprio medico di fiducia Battiferro da Mercatello una lettera. Nella missiva, che oggi si trova conservata all’Archivio di Stato di Firenze, Federico descrive con dovizia di particolari l’insorgere dell’attacco gottoso, il decorso, le probabili cause e, con sorprendente competenza, si autodiagnostica la gotta. Riferisce della dieta molto severa che si è imposto, incolpando se stesso di non aver seguito le prescrizioni del medico, il quale aveva consigliato durante l’inverno 1461-62 l’uso di alcuni medicamenti proprio per scongiurare un ritorno della malattia, di cui il duca aveva già sofferto in precedenza.
Antonio Fornaciari, primo autore dello studio, spiega: “Federico da Montefeltro, noto per essere stato uno dei più importanti capitani di ventura del ‘400, grande mecenate e scaltro uomo politico, ci appare qui in una prospettiva del tutto diversa da quella tramandataci nei serafici ritratti di Piero della Francesca. Nello scrivere al proprio medico traspare tutta la preoccupazione e l’ansia di un paziente sofferente che chiede insistentemente aiuto, un inedito quadro di living-experience da artrite urica del XV secolo”.
Lo studio, oltre ad arricchire la nosografia di Federico da Montefeltro e la casistica paleopatologica sui casi antichi di gotta, ha una grande valore metodologico dal momento che dimostra quanto sia proficua nella ricostruzione patografica e paleopatologica l’alleanza tra discipline diverse, mediche e filologiche, per arrivare a corrette ricostruzioni storico-mediche.

Analizzare la comunicazione politica sui social media e le interazioni tra politici, media, partiti e cittadini nel contesto della campagna elettorale per le ormai prossime elezioni del Parlamento. Con questi obiettivi è nato il progetto "PoliCom.Online" (http://www.policom.online), che è coordinato dai professori Roberta Bracciale, Massimiliano Andretta e Alessandro Lenci, dell'Università di Pisa, Cristopher Cepernich, dell'Università di Torino, e Maurizio Tesconi dell'IIT del CNR di Pisa. Il progetto si avvale della collaborazione di MediaLaB (http://medialab.sp.unipi.it) del dipartimento pisano di Scienze politiche, dell'Osservatorio sulla comunicazione politica e pubblica (http://www.dcps.unito.it/do/home.pl) del dipartimento torinese di Studi politici, del CoLing Lab (http://colinglab.humnet.unipi.it) del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano e dell'Istituto di Informatica e Telematica (http://www.iit.cnr.it) del CNR di Pisa.
I risultati delle attività di ricerca, pubblicati in esclusiva dal sito del quotidiano "la Repubblica", hanno riguardato innanzitutto uno speciale sulle "Emozioni politiche" nel linguaggio dei leader, in cui ognuno dei principali esponenti dei maggiori partiti è stato associato a otto indici che misurano la forza emotiva delle parole usate su Twitter e Facebook. Lo speciale è navigabile e interattivo all'indirizzo: https://goo.gl/WyJcRd e viene aggiornato tutte le settimane con i dati estratti dalle timeline dei leader su Facebook e Twitter (attualmente sono online le analisi delle settimane 31 gennaio–6 febbraio; 7-13 febbraio e 14-20 febbraio).
Il 15, 19 e 21 febbraio sono poi stati pubblicati tre articoli analitici dal titolo "Politici e social, le emozioni che non ti aspetti: cosa si nasconde nei post dei leader" (https://goo.gl/Z2c4ho), "Altro che milioni di follower: ecco quanti utenti seguono davvero i leader politici su Twitter" (https://goo.gl/wchcBF) e "Uguali o diversi? A confronto i programmi elettorali dei partiti in corsa per le politiche" (https://goo.gl/8WxUg7).
Anche negli ultimi giorni che ci dividono dal voto del 4 marzo, il progetto "PoliCom.Online" promette di affrontare nuovi e interessanti aspetti della campagna elettorale. Ulteriori approfondimenti e altre analisi sono disponibili sul sito del gruppo di ricerca www.policom.online.

Lo studio paleopatologico di ‘pazienti’ celebri può trovare talvolta importanti riscontri nelle fonti storiche, ma assai raramente è possibile diagnosticare su resti scheletrici antichi di oltre 500 anni una patologia e poi rinvenire un documento, scritto di proprio pugno dall’illustre personaggio, in cui viene descritta la stessa malattia. È quanto è successo stavolta grazie a uno studio condotto sui resti scheletrici del duca Federico da Montefeltro (1422-1482) dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra, in collaborazione con l’Istituto di Medicina Evolutiva dell’Università di Zurigo (Francesco Galassi e professor Frank Rühli). Lo studio è stato pubblicato sul numero di gennaio 2018 della rivista “Clinical and Experimental Rheumatology”.

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Federico da Montefeltro nel “Doppio ritratto dei Duchi d’Urbino” di Piero della Francesca (1465-1472). Galleria degli Uffizi.

I resti di Federico da Montefeltro, esumati a Urbino nel 2000 dalla Divisione di Paleopatologia di Pisa, portano inequivocabili i segni dell’artrite urica, una lesione osteolitica peri-articolare patognomonica del processo infiammatorio tipico della gotta è presente sull’epifisi distale del primo metatarsale del piede destro del duca. La gotta è una malattia conosciuta fin dall’antichità, anche se sotto questa definizione venivano comprese nella medicina premoderna molte altre patologie reumatiche. Alla gotta andavano particolarmente soggetti nel Medioevo e nel Rinascimento gli aristocratici, che facevano uso abbondante di alimenti ricchi di purine, come le carni rosse.

Nel giugno 1462 Federico si trovava nel Lazio a combattere al soldo di papa Pio II, quando un forte attacco doloroso al piede destro lo costringe a letto. Il duca allora scrive personalmente al proprio medico di fiducia Battiferro da Mercatello una lettera. Nella missiva, che oggi si trova conservata all’Archivio di Stato di Firenze, Federico descrive con dovizia di particolari l’insorgere dell’attacco gottoso, il decorso, le probabili cause e, con sorprendente competenza, si autodiagnostica la gotta. Riferisce della dieta molto severa che si è imposto, incolpando se stesso di non aver seguito le prescrizioni del medico, il quale aveva consigliato durante l’inverno 1461-62 l’uso di alcuni medicamenti proprio per scongiurare un ritorno della malattia, di cui il duca aveva già sofferto in precedenza.

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Lettera manoscritta di Federico da Montefeltro al medico Battiferro da Mercatello. Archivio di Stato di Firenze.

Antonio Fornaciari, primo autore dello studio, spiega: “Federico da Montefeltro, noto per essere stato uno dei più importanti capitani di ventura del ‘400, grande mecenate e scaltro uomo politico, ci appare qui in una prospettiva del tutto diversa da quella tramandataci nei serafici ritratti di Piero della Francesca. Nello scrivere al proprio medico traspare tutta la preoccupazione e l’ansia di un paziente sofferente che chiede insistentemente aiuto, un inedito quadro di living-experience da artrite urica del XV secolo”.

Lo studio, oltre ad arricchire la nosografia di Federico da Montefeltro e la casistica paleopatologica sui casi antichi di gotta, ha una grande valore metodologico dal momento che dimostra quanto sia proficua nella ricostruzione patografica e paleopatologica l’alleanza tra discipline diverse, mediche e filologiche, per arrivare a corrette ricostruzioni storico-mediche.

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Particolare della lesione erosiva della gotta nel primo metatarsale destro di Federico da Montefeltro.

Martedì, 27 Febbraio 2018 10:25

Scelta fotografi per gli esami di laurea

Gli studenti che intendono fruire de servizi fotografici di laurea possono avvalersi di uno dei "Fotografi accreditati" elencati in questa pagina in corrispondenza del proprio Gruppo/Dipartimento consultando i listini e accordandosi con l'operatore individuato prima della seduta di laurea.
Lo studente potrà scegliere il fotografo anche in sede di appello, accordandosi con uno dei fotografi accreditati presenti. I singoli dipartimenti possono stabilire ulteriori modalità organizzative per la scelta del fotografo, al fine di assicurare una migliore gestione della procedura.


Gli operatori accreditati possono svolgere il servizio esclusivamente nei limiti degli accordi pattuiti con l’interessato e sono obbligati a eseguire il servizio a regola d’arte e ad applicare prezzi in nessun caso superiori a quelli indicati nel listino.

L'Università è estranea a tutti gli effetti al rapporto contrattuale instaurato tra gli studenti ei fotografi accreditati. I patti che intercorrono tra ciascun operatore e i suoi clienti, nel rispetto delle norme del Regolamento di Ateneo sono liberi.

Elenco Fotografi accreditati

Gruppo 1
Dipartimenti di: Economia e Management, Biologia, Scienze veterinarie

Gruppo 2
Dipartimenti di: Giurisprudenza, Chimica e chimica industriale e Scuola di Medicina.

Gruppo 3
Dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere, Scienze politiche, Fisica, Matematica

Gruppo 4
Dipartimenti di: Filologia, letteratura e linguistica, Farmacia, Informatica, Scienze agrarie, Scienze della terra

Gruppo 5 
Scuola di Ingegneria 

Gruppo 6
Gruppo Cerimonie (Consegna dei diplomi ai laureati con lode)

Fotografi invitati

Il laureando può anche scegliere di fare effettuare il servizio fotografico e/o audiovisivo a un fotografo professionista non accreditato (cosiddetto “fotografo invitato”) fermo restando, per il medesimo fotografo, il divieto assoluto di trattenersi nei locali dell’Università per offrire i propri servizi ad altri studenti.

In questo caso il fotografo incaricato, provvisto di autorizzazione dello studente (link al modulo), o lo studente stesso devono:

  • Prima della seduta di Laurea: Presentarsi presso la competente Struttura della sede universitaria  consegnare il proprio documento di riconoscimento e ritirare il tesserino di autorizzazione provvisoria come “Fotografo Invitato” (che dovrà essere tenuto ben visibile durante il periodo di permanenza nei locali universitari).
  •  Dopo la seduta di Laurea: Restituire il tesserino e ritirare il documento di riconoscimento

Deve essere seguita la procedura del “fotografo invitato” anche qualora lo studente scelga un fotografo accreditato di un Gruppo diverso da quello di appartenenza.

In occasione delle sedute di laurea, familiari e amici dello studente possono liberamente scattare fotografie o effettuare riprese video senza necessità di previa identificazione personale ed esposizione di alcun tesserino.

Sia i fotografi accreditati, sia i fotografi invitati, sia i familiari e amici degli studenti sono, comunque, tenuti all’osservanza delle disposizioni relative alle norme di comportamento contenute nel Regolamento

Analizzare la comunicazione politica sui social media e le interazioni tra politici, media, partiti e cittadini nel contesto della campagna elettorale per le ormai prossime elezioni del Parlamento. Con questi obiettivi è nato il progetto "PoliCom.Online" (http://www.policom.online), che è coordinato dai professori Roberta Bracciale, Massimiliano Andretta e Alessandro Lenci, dell'Università di Pisa, Cristopher Cepernich dell'Università di Torino, e Maurizio Tesconi dell'IIT del CNR di Pisa. Il progetto si avvale della collaborazione di MediaLaB (http://medialab.sp.unipi.it) del dipartimento pisano di Scienze politiche, dell'Osservatorio sulla comunicazione politica e pubblica (http://www.dcps.unito.it/do/home.pl) del dipartimento torinese di Studi politici, del CoLing Lab (http://colinglab.humnet.unipi.it) del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano e dell'Istituto di Informatica e Telematica (http://www.iit.cnr.it) del CNR di Pisa.

I risultati delle attività di ricerca, pubblicati in esclusiva dal sito del quotidiano "la Repubblica", hanno riguardato innanzitutto uno speciale sulle "Emozioni politiche" nel linguaggio dei leader, in cui ognuno dei principali esponenti dei maggiori partiti è stato associato a otto indici che misurano la forza emotiva delle parole usate su Twitter e Facebook. Lo speciale è navigabile e interattivo all'indirizzo: https://goo.gl/WyJcRd e viene aggiornato tutte le settimane con i dati estratti dalle timeline dei leader su Facebook e Twitter (attualmente sono online le analisi delle settimane 31 gennaio–6 febbraio; 7-13 febbraio e 14-20 febbraio).
Il 15, 19 e 21 febbraio sono poi stati pubblicati tre articoli analitici dal titolo "Politici e social, le emozioni che non ti aspetti: cosa si nasconde nei post dei leader" (https://goo.gl/Z2c4ho), "Altro che milioni di follower: ecco quanti utenti seguono davvero i leader politici su Twitter" (https://goo.gl/wchcBF) e "Uguali o diversi? A confronto i programmi elettorali dei partiti in corsa per le politiche" (https://goo.gl/8WxUg7).

Anche negli ultimi giorni che ci dividono dal voto del 4 marzo, il progetto "PoliCom.Online" promette di affrontare nuovi e interessanti aspetti della campagna elettorale. Ulteriori approfondimenti e altre analisi sono disponibili sul sito del gruppo di ricerca: www.policom.online.

 gruppo Bracciale

Gruppo di ricerca
Università di Pisa
Roberta Bracciale, Massimiliano Andretta, Alessandro Lenci, Lucia Passaro, Antonio Martella, Cesar Crisosto, Alessandro Bondielli, Paola Imperatore, Luca Corchia, Chiara Visenti, Michele Toccafondo, Junio Aglioti Colombini, Giammario Spada, Giulia Giorgi, Calogero Dario Bufalino Maranella.

IIT CNR di Pisa
Maurizio Tesconi, Fabio Del Vigna, Piero Paolo Ciullo, Stefano Cresci, Salvatore Bellomo, Tiziano Fagni, Serena Tardelli, Michele Mazza, Viola Bachini (ISTI).

Università di Torino
Cristopher Cepernich, Marinella Belluati, Giulianno Bobba, Antonella Seddone.

sincotrone2Il 16 e 17 febbraio 2018 si si è svolta a Elettra Sincrotrone Trieste la prima edizione di “Seminari di fisica della materia al sincrotrone”, attività promossa nell’ambito della convenzione quadro recentemente stipulata fra Elettra Sincrotrone Trieste e Università di Pisa. 

Nove studenti del corso di laurea magistrale in Fisica dell’Ateneo pisano, accompagnati dal professor Simone Capaccioli, hanno potuto partecipare a due giornate di lezioni ed esercitazioni di laboratorio dedicate allo studio della materia condensata attraverso la radiazione di due sorgenti coerenti di luce, l'anello di accumulazione Elettra ed il laser a elettroni liberi (FEL) FERMI.

Dopo una prima parte dedicata a seminari tematici riguardanti le attività di ricerca condotte presso le sorgenti Elettra e FERMI, gli studenti sono stati impegnati in lezioni pratiche presso le linee di luce XRD2 e IUVS (Elettra) e TIMEX (FERMI), avendo modo di partecipare direttamente alla realizzazione di un esperimento durante tutte le fasi di preparazione del setup sperimentale, raccolta e analisi dati.

sincotrone1Gli studenti sono stati seguiti nella parte teorica e pratica da Maurizio Polentarutti, Carlo Callegari, Francesco D’Amico, Riccardo Mincigrucci, Emiliano Principi e Cettina Bottari.

Il successo di questa prima edizione, riscontrato nell'entusiasmo che gli studenti hanno mostrato nelle differenti attività svolte, mostra l'importanza di questa iniziativa, fondamentale per i giovani ricercatori, che possono entrare nel mondo della ricerca con una formazione più adeguata a quanto richiesto dalla comunità scientifica internazionale.

Una luce blu nella notte che illumina una finestra e poi si scopre che è un proiettore dimenticato acceso, oppure una porta o una finestra lasciate aperte o, ancora, luci da spegnere in corridoi e aule. E’ questo il bottino che hanno conquistato i partecipanti al flashmob “Caccia al kWh” organizzato giovedì 22 febbraio dall’Università di Pisa nell'ambito di “M’illumino di meno”, l’iniziativa della trasmissione di Radio Rai “Caterpillar” che promuove il risparmio energetico e i comportamenti virtuosi in tema di sostenibilità ambientale.
In pratica, studenti, docenti e personale sono andati a caccia in ateneo degli sprechi energetici. Tre le aree prese di mira, il Polo didattico Porta Nuova, la Scuola di Ingegneria e il Polo Piagge; e tre i professori, Roberto Gabbrielli, Mauro Tucci e Simone D’alessandro, che hanno capitanato le varie squadre e che armati di smartphones hanno fotografato e filmato le “catture” effettuate.
“Il nostro principale obiettivo – ha detto Simone D’alessandro - è sensibilizzare sul contributo che ciascuno di noi può offrire quando è in gioco il risparmio energetico e questo a partire dalle piccole dimenticanze che, sommate tra loro, possono avere un impatto significativo sui consumi”.
Nel 2018 le iniziative per “M’illumino di Meno” sono promosse nell’ambito della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), che raggruppa 55 atenei italiani e la “Caccia al kWh” si è svolto in contemporanea in numerose università della rete.

Riapre al pubblico, completamente rinnovata, la Galleria dei mammiferi del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa.

All'inaugurazione nella Certosa di Calci venerdì 23 febbraio hanno partecipato, fra gli altri, il rettore Paolo Mancarella, il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, il direttore del Museo Roberto Barbuti, la famiglia Barbero, Claudio Pugelli, presidente della Fondazione Pisa, Donato Trenta, segretario generale della Fondazione Pisa, Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, Cinzia Manetti, della Direzione Cultura e Ricerca della Regione Toscana. Dopo i saluti istituzionali sono intervenuti Simone Farina, curatore del Museo, Alessandro Tosi, direttore scientifico del Museo della Grafica e Spartaco Gippoliti, zoologo conservazionista della Società Italiana per la Storia della Fauna "G. Altobello".

 

Allestimento Mammiferi Dario Salzano

Allestimento della Galleria dei mammiferi (foto Dario Salzano).

La galleria ha svelato al pubblico una  collezione di enorme rilievo scientifico: quasi trecento esemplari, tra quelli appartenenti alla collezione storica del Museo e quelli frutto della recente acquisizione della collezione Barbero. L'importante allestimento ha richiesto lunghi mesi di lavoro per il personale coinvolto, in particolare per il delicato restauro degli esemplari storici, molti dei quali risalenti alla prima metà dell'Ottocento, e per lo studio della collezione stessa, che comprende specie rare e ad alto rischio di estinzione.

 

Orice dalle corna a scimitarra (Africa), collezione Barbero. È considerato estinto in natura, attualmente ne esistono pochissimi esemplari in cattività e se ne sta tentando la reintroduzione (foto Dario Salzano).


L'esposizione, realizzata anche grazie al sostegno della Fondazione Pisa, è suddivisa in due parti. La prima sala ospita monotremi, marsupiali, bradipi, formichieri, armadilli, pangolini e carnivori, con particolare rilievo dato ai felidi. La seconda sala, un corridoio lungo 60 metri con vetrate e allestimenti su entrambi i lati, raccoglie invece gli ungulati. Tra questi, specie provenienti da tutto il mondo: cervi, stambecchi, mufloni e numerose antilopi africane con esemplari spettacolari come l'Eland gigante (la più grande antilope esistente).

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