Bando per le provvidenze al personale dell’Ateneo
Incarico presso Dip.di Filologia: “Traduzione dall’italiano in inglese di 6 saggi di Mirko Tavoni sulla linguistica del Rinascimento destinati a essere pubblicati nel volume Essays in Renaissance Linguistics dalla casa editrice Legenda di Oxford”.
Per tre giorni Pisa sarà capitale mondiale dei trapianti di pancreas
Per tre giorni, dal 17 al 19 ottobre, Pisa sarà capitale mondiale dei trapianti di pancreas, con la "First World Consensus Conference on Pancreas Transplantation" che vedrà per la prima volta riuniti i principali esperti da tutto il mondo per definire le line guida internazionali per l’applicazione di questa importante opzione terapeutica. Il 17, in apertura della Consensus Conference, l'Università di Pisa conferirà la laurea magistrale honoris causa in Biologia applicata alla Biomedicina a David E.R. Sutherland, unanimemente riconosciuto come il maggior esperto al mondo in materia di trapianto di pancreas e beta cellule pancreatiche.
La tre giorni pisana, che si tiene a distanza di oltre 50 anni dal primo trapianto di pancreas (16 Dicembre 1966), è stata annunciata mercoledì 9 ottobre, nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, dal rettore Paolo Mancarella, dal presidente della Fondazione Pisa, Claudio Pugelli, dal coordinatore del Comitato Organizzatore, Ugo Boggi, dal direttore del dipartimento di Biologia, Alberto Castelli, e dalla presidente del corso di laurea magistrale in Biologia applicata alla biomedicina, Luciana Dente.
La “First World Consensus Conference on Pancreas Transplantation” è organizzata dall’Università di Pisa, con il supporto della Fondazione Pisa, della Regione Toscana e del Comune di Pisa. L’iniziativa, promossa dal professor Ugo Boggi, nasce sotto l’egida della International Pancreas and Islet Transplant Association (IPITA), divisione della Transplantation Society, la Società mondiale dei trapianti. Il fatto che IPITA abbia ritenuto di affidare al professor Boggi, e al gruppo da lui coordinato, l’organizzazione di questo primo evento mondiale testimonia la qualità e la rappresentatività dei risultati raggiunti nel trapianto di pancreas dall’Università di Pisa e dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. La Consensus Conference ha il patrocinio di una quindicina di società scientifiche nazionali e internazionali e quelli istituzionali dell’Università di Pisa, della Regione Toscana, del Comune di Pisa, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Salute.
A Pisa sono stati invitati 80 esperti internazionali provenienti dai cinque continenti in rappresentanza di 18 Paesi. Si tratta della prima volta in cui i maggiori esperti mondiali si riuniscono per deliberare, seguendo una metodologia scientifica, circa valore e modalità di esecuzione del trapianto di pancreas. I risultati della Consensus Conference avranno ovvie, inevitabili, ripercussioni sulla pratica dei trapianti di pancreas in tutto il mondo. Serviranno cioè da linee guida per tutti per rendere il trapianto di pancreas una terapia quanto più possibile erogata secondo le regole della medicina basata sulle evidenze.
Il congresso, che si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione Pisa, non ha supporto di aziende del settore faramaceutico o medicale in generale, come scelta ben precisa volta a evitare ogni e qualsiasi potenziale conflitto di interesse.
In preparazione all'appuntamento pisano, nei mesi scorsi, un gruppo di ricercatori ha analizzato decine di migliaia di articoli presenti nella letteratura medica estraendo i dati necessari a rispondere ai quesiti che la Consensus Conference si è posta. I risultati di questa analisi della letteratura sono stati poi resi noti agli esperti internazionali. Su questa base sono già state formulate le proposte di risposta ai quesiti clinici ed è stata aperta una discussione “on-line”. A Pisa ogni risposta sarà rivalutata, ridiscussa e infine approvata, con un grado di evidenza e una forza di raccomandazione che seguirà i più rigorosi parametri scientifici.
Il Comitato Organizzatore è composto dai professori Ugo Boggi, Piero Marchetti e Fabio Vistoli dell'Ateneo di Pisa, Thierry Berney dell'Università di Ginevra e Raja Kandaswamy dell'Università di Minneapolis.
La Consensus Conference si aprirà il 17 con il conferimento da parte dell'Università di Pisa della laurea honoris causa in Biologia Applicata alla Biomedicina a David E.R. Sutherland, riconosciuto come il maggior esperto al mondo in materia di trapianto di pancreas. Le condizioni di salute del professor Sutherland non gli consentiranno di essere presente di persona e sarà invece collegato in teleconferenza.
Nato a Minneapolis nel 1940, David Sutherland ha creduto più di chiunque altro nelle potenzialità terapeutiche del trapianto di pancreas. Con un lavoro durato oltre quarant'anni il professor Sutherland non solo ha dimostrato che il trapianto di pancreas è fattibile ma che è anzi associato a enormi benefici per i pazienti diabetici più gravi. L’inizio di questo percorso non è stato facile e in quella fase Sutherland è stato spesso considerato un visionario. Poi, quando i suoi studi hanno chiarito il ruolo del trapianto di pancreas, è stato valutato come un genio.
L’azione di Sutherland, incessante, appassionata, e competente si è tradotta nell’esecuzione di oltre 2.300 trapianti di pancreas. Si tratta dell’attività più numerosa al mondo. A ciò si è aggiunta una altrettanto prolifica attività scientifica testimoniata dalla pubblicazione, quasi esclusivamente sul trapianto di pancreas e sul funzionamento delle beta-cellule pancreatiche (le cellule che producono insulina), di oltre 1.000 articoli scientifici con “revisione tra pari” che hanno ottenuto più di 32.000 citazioni generando un H-indice di 88. Si tratta di parametri bibliometrici incredibilmente alti per un chirurgo.
In questa incredibile attività scientifica David Sutherland ha affrontato a 360 gradi le problematiche dei trapianti di pancreas e, senza limitarsi agli aspetti tecnici, ha approfondito tutti i temi più rilevanti per la realizzazione con successo del trapianto quali la biologia delle beta-cellule pancreatiche, i meccanismi patogenetici del diabete, le terapie antirigetto, le profilassi microbiologiche e virologiche. David Sutherland è stato inoltre mentore e tutore di generazioni di chirurghi e medici che hanno voluto dedicarsi al trapianto di pancreas, un'azione che ha reso possibile il diffondersi del trapianto di pancreas in tutto il mondo. Nel corso della carriera il professor Sutherland ha ricevuto ogni tipo di onoreficenza, incluso il premio Medawar nel 2012, il più alto riconoscimento scientifico in ambito trapiantologico, ed ha ricoperto le più alte cariche di responsabilità nel settore dei trapianti. Se i risultati clinici e scientifici di David Sutherland sono tanto elevati da essere probabilmente irripetibili, non meno positivo è il suo profilo personale. Nella Laudatio per il premio Medawar, il collega Hans Sollinger ha dichiarato di “non aver mai conosciuto essere umano migliore di Sutherland”. Chi conosce David Sutherland sa che questa affermazione è assolutamente vera.
Nella foto in alto, da sinistra: Boggi, Dente, Pugelli, Mancarella, Castelli.
Nella foto in basso David Sutherland.
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INVITO STAMPA: In Rettorato la presentazione della prima Conferenza internazionale sui trapianti di pancreas e della laurea honoris causa a David ER Sutherland
Si terrà a Pisa dal 17 al 19 ottobre la prima Consensus Conference internazionale sui trapianti di pancreas. In questa occasione, l’Università di Pisa conferirà la laurea magistrale honoris causa in Biologia applicata alla biomedicina al professor David ER Sutherland, di gran lunga il maggior esperto al mondo in materia di trapianto di pancreas e beta cellule pancreatiche.
L’evento sarà annunciato mercoledì 9 ottobre alle ore 12:00 nella Sala dei Mappamondi del Rettorato in una conferenza stampa a cui interverranno il rettore Paolo Mancarella, il presidente della Fondazione Pisa, Claudio Pugelli, il coordinatore del Comitato Organizzatore, Ugo Boggi, il direttore del dipartimento di Biologia, Alberto Castelli, e la presidente del corso di laurea magistrale in Biologia applicata alla biomedicina, Luciana Dente. Sono stati invitati il presidente della Regione, Enrico Rossi, e il sindaco di Pisa, Michele Conti.
Dall'America Latina all'Università di Pisa: un saluto di benvenuto ai 22 nuovi studenti Inclinados
Sono arrivati a Pisa i 22 nuovi studenti del progetto “Inclinados hacia América Latina”, ragazzi provenienti da Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Messico, Peru, Repubblica Dominicana e Venezuela che inizieranno a frequentare un corso di laurea magistrale all’Università di Pisa. Tra loro anche due ragazzi iscritti alla laurea triennale in lingua inglese “Management for business and economics” afferente al dipartimento di Economia e management, che da quest’anno è stata inserita tra i corsi di studio afferenti al progetto. Grazie a una borsa di studio e ad altre agevolazioni, potranno seguire le lezioni nei vari dipartimenti, seguiti da una tutor madrelingua, Belkis Hernández, in servizio presso l'International Office.
Il progetto “Inclinados hacia América Latina”, giunto al settimo anno, è promosso direttamente dall’Università di Pisa per facilitare l'accoglienza di cittadini latinoamericani interessati all'offerta didattica di II livello proposta dall’Ateneo. Fino ad oggi sono 115 i ragazzi che hanno partecipato al progetto, che ha preso avvio nell’anno accademico 2012/2013.
Tra i nuovi arrivati ci sono anche 5 studenti dominicani che potranno studiare all’Università di Pisa grazie all’accordo con il Ministero dell’Educazione Superiore, Scienza e Tecnologia (MESCYT) che prevede venti borse di studio per gli studenti dominicani distribuite negli anni 2019-2021 all’interno di programmi di laurea magistrale nelle aree di Agricoltura e Veterinaria, Ingegneria, Scienze Giuridiche, Economiche e Sociali, Matematica e Fisica.
I 22 nuovi studenti, arrivati insieme alle bandiere dei loro paesi, sono stati salutati in rettorato da Francesco Marcelloni, prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali, Laura Nelli e Belkis Hernandez dell’Ufficio Internazionale, e due rappresentanti delle rappresentanze diplomatiche latinoamericane a Roma: Capitán Juan Carlos Proaño dell’Ambasciata dell’Ecuador e Johanne Peña dell’ambasciata della Repubblica Dominicana.
Proiezione del docufilm “Le origini dell’informatica e del networking a Pisa: il professor Gianfranco Capriz racconta”
Si terrà giovedì 10 ottobre, alle ore 9,30 al Centro Congressi delle Benedettine, la proiezione del documentario “Le origini dell’informatica e del networking a Pisa: il professor Gianfranco Capriz racconta”, in cui uno dei principali protagonisti ripercorre la storia dell'informatica pisana e italiana, dalla nascita della Calcolatrice Elettronica Pisana nella prima metà degli anni Cinquanta allo sviluppo della linguistica computazionale, della computer music e del controllo dei satelliti in orbita, dal primo collegamento italiano a internet del 1986 fino alle ultime evoluzioni in ambito quantistico.
Inserito all'interno del programma dell'Internet Festival, il documentario è stato prodotto dalla Fondazione Galileo Galilei, con la partecipazione dell’Università di Pisa e del CNR. Scritto da Gianfranco Capriz, è stato diretto da Alessandra Valvani e condotto da Luciano Lenzini.
Prima della proiezione il documentario sarà presentato dai professori Nicoletta De Francesco e Luciano Lenzini, mentre subito dopo gli studenti potranno interagire con un panel di esperti (Antonio Blasco Bonito, Erina Ferro, Fabio Gadducci e lo stesso Luciano Lenzini) e avranno la possibilità di visitare la mostra interattiva “Hello World”, che mostra l’evoluzione degli strumenti per il calcolo, dalle macchine meccaniche fino ad arrivare ai computer Apple, coprendo un arco temporale che va dalla seconda metà dell’ottocento fino a primi anni duemila.
Laureato UNIPI vince premio per la miglior tesi in astrofisica
Marco Cilibrasi, laureato all’Università di Pisa, ha vinto il Premio “Stefano Magini” per la migliore tesi di laurea magistrale in astrofisica istituito nel 2016 dall’Osservatorio astrofisico dell’Inaf di Arcetri. Il riconoscimento gli è stato consegnato ad ottobre nella sede dell’Osservatorio e vincitore con lui ex-aequo c’era anche Antonio Pensabene laureato all’Università di Firenze.
Cilibrasi, ora dottorando all’Università di Zurigo in Svizzera, nella sua tesi ha studiato i processi di formazione e di evoluzione orbitale dei satelliti galileiani di Giove attraverso l’utilizzo di un metodo semi-analitico. Ad affiancarlo nel lavoro sono stati il professore Lucio Mayer e la dottoressa Judit Szulagyi dell'Università di Zurigo, con il supporto del professore Paolo Paolicchi dell'Ateneo pisano come relatore interno.
“Posso dire che la mia esperienza in UniPi sia stata molto positiva, soprattutto a livello di Laurea Triennale, passaggio a mio avviso fondamentale, dove noi studenti apprendiamo le basi della nostra materia – ha detto Cilibrasi – all’Università di Pisa ho trovato un ambiente molto stimolante e un livello didattico molto alto che, insieme agli insegnamenti paralleli della Scuola Normale Superiore di cui sono stato studente, mi ha messo positivamente in difficoltà, riuscendo a farmi fare un salto di qualità e spingendomi sempre a dare il massimo”.
“Un altro aspetto fondamentale della mia esperienza in UniPi – ha concluso Cilibrasi - è stato il rapporto con gli altri studenti, essere circondato da persone così brave e appassionate ha avuto un riflesso molto positivo sui miei studi e, soprattutto ora che mi trovo presso un ateneo estero, mi ha fatto capire quanto il livello scientifico italiano sia alto, anche in confronto con molti altri Paesi, nonostante la spesso lamentata carenza di risorse”.
Ipossia e acidificazione, la combinazione che mette a rischio la salute dei mari e il clima del pianeta
Si chiamano ipossia e acidificazione i due pericoli che insieme possono minacciare gravemente la salute degli oceani e l’intero clima del nostro pianeta. L’unione di questi due stress ambientali di origine antropica è infatti in grado di minare l’equilibrio dei fondali marini, un ecosistema fragile ma fondamentale per contribuire alla cattura ed al sequestro di CO2 dall’atmosfera. Questo rischio ambientale è stato per la prima volta messo a fuoco da uno studio coordinato dai ricercatori dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista “Global Change Biology”. La ricerca, finanziata in parte dal MIUR tramite il progetto TETRIS, è stata condotta da Chiara Ravaglioli e Fabio Bulleri del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano, in collaborazione con il Plymouth Marine Laboratory, la Southampton University e la Florida State University.
Secondo i ricercatori a minacciare l’equilibrio dei fondali marini sarebbe proprio l’azione congiunta di questi due fenomeni in gran parte dipendenti dalle attività umane. L’acidificazione corrisponde infatti ad un aumento della concentrazione di CO2 nei mari provocato da un incremento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera; l’ipossia è invece un fenomeno che deriva da una diminuzione di ossigeno negli oceani causato da accumulo eccessivo di nutrienti, legato per esempio all’uso dei fertilizzanti in agricoltura.
“Eventi di ipossia, come quello simulato nel nostro studio, si osservano frequentemente lungo le zone marine costiere e la previsione è che si intensifichino ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici – spiega la dottoressa Chiara Ravaglioli prima autrice dell’articolo - Valutarne gli effetti legati all’azione simultanea dell’acidificazione è quindi fondamentale per capire come gli ecosistemi marini risponderanno a queste condizioni in un possibile scenario futuro”.
Per condurre la sperimentazione, i ricercatori hanno utilizzato dei “mesocosmi” di ultima generazione, cioè dei laboratori in cui vengono simulate le condizioni degli ecosistemi marini. Durante i test, gli scienziati hanno marcato le alghe con carbonio-13 per seguire il flusso di carbonio, dalla sua assunzione da parte degli invertebrati marini sino al successivo accumulo nel sedimento.
“I risultati della nostra ricerca forniscono indicazioni importanti per la gestione dei sistemi marini – sottolinea Fabio Bulleri - ad esempio, la riduzione di uno stress che agisce su scala locale o regionale, come ad esempio un apporto eccessivo di nutrienti, può mitigare gli impatti del cambiamento climatico come l’acidificazione sui sedimenti marini”.
Lo studio degli habitat marini è un filone di ricerca consolidato nell’Ateneo pisano. Protagonista di questa ricerca è Chiara Ravaglioli, 31 anni di Sinalunga (Siena), attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Biologia, unità di Biologia Marina ed Ecologia. I suoi principali interessi di ricerca riguardano lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici globali e delle attività umane sulle comunità marine costiere.
Insieme a lei ha coordinato lo studio Fabio Bulleri, 49 anni di Livorno, professore associato del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa dove tiene i corsi di Ecologia ed Impatto dei Cambiamenti Climatici in Ambienti Marini. La sua attività di ricerca che conta all’attivo circa 90 articoli su riviste scientifiche indicizzate è incentrata sugli ambienti marini costieri, utilizzati come sistemi modello per affrontare tematiche di ecologia di base.
Didascalia:
Da destra Chiara Ravaglioli dell’Università di Pisa e Ana Queiros del Plymouth Marine laboratory, durante lo svolgimento dell’esperimento
Descrizione della figura:
La vasca di mesocosmi (1m3), riempita di acqua di mare, in cui sono stati collocati i cilindri trasparenti contenenti il sedimento con la comunità di invertebrati marini. All’interno di ciascun cilindro sono state manipolate le diverse condizioni sperimentali (alcuni erano mantenuti in condizioni naturali, altri sottoposti ad un aumento di CO2 o una diminuzione di O2 o la combinazione dei due stress). La CO2 è stata iniettata all’interno di ciascun cilindro grazie all’utilizzo dei piccoli tubi di plastica che si vedono in foto. La concentrazione di O2 è stata manipolata sigillando con silicone tutte le aperture del cilindro per circa 48 h.