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Internet festival 2013Una visione interdisciplinare per raccontare la ricerca nell'ambito della rete e il suo impatto nella società. È questo il filo conduttore delle iniziative promosse dall'Università di Pisa nei quattro giorni di Internet Festival, in programma dal 10 al 13 ottobre in varie location cittadine. «Pisa è il luogo ideale per promuovere questa visione di internet – dice Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell'Università di Pisa alla conferenza stampa di presentazione al Comune di Pisa – La forza, la profondità e la varietà della ricerca scientifica che viene sviluppata nel sistema universitario e della ricerca pisano danno alla manifestazione il contesto ideale per il suo svolgimento».

Guarda il video del Flash mob sotto le Logge dei Banchi. 
 

logoIFNell'edizione del 2013 dell'Internet Festival saranno presentati, analizzati e delineati i possibili scenari futuri della ricerca e dell'innovazione nell'ambito della rete, indagando sulle sue ricadute e sulle interazioni con l'intero sistema sociale. All'interno del Festival gli studiosi di informatica avranno così modo di confrontarsi con economisti, giuristi, studiosi di etica, filosofi, scienziati sociali per affrontare in modo trasversale le nuove problematiche poste dalle tecnologie ITC. Come l'incontro "Il futuro della politica nelle conversazioni che contano", in programma sabato 12 ottobre alle 11 al Teatro Lux, a cui parteciperà il prorettore alla Comunicazione dell'Ateneo, Marco Guidi; "Il business dei dati digitali" (sabato 12 ottobre, ore 17, Scuola Superiore Sant'Anna), con il professor Dino Pedreschi; "Un crocevia di messaggi. Come ci trasformano le nuove tecnologie" (domenica 13 ottobre, ore 11.30, Logge dei Banchi), una conversazione sui mezzi di comunicazione attuali con il filosofo e professore emerito Remo Bodei; il dibattito "Mashup, remix: nuovi linguaggi da nuove tecnologie", moderato dalla professoressa Alessandra Lischi al Cineclub Arsenale (venerdì 11 ottobre, ore 18.30); la presentazione del libro "Il quinto stato", con l'autore Roberto Ciccarelli introdotto dal professor Adriano Fabris (sabato 12 ottobre, ore 16, SMS Biblio).

Maria Wikissori L'Università di Pisa sarà poi protagonista dei "T-tour", l'area di Internet Festival interamente dedicata a proposte educative e formative accomunate da un unico proposito: far conoscere le risorse e le tecnologie legate alla Rete, renderle strumento per migliorare conoscenza, studio e lavoro, ma anche, e forse soprattutto, poter navigare in Internet in modo più consapevole. A partire da giovedì 10 quattro giorni di tutorial, laboratori, workshop, mostre, giochi e conferenze interattive saranno tenute da anche docenti e ricercatori dell'Ateneo, che avranno l'occasione di presentare anche i loro progetti innovativi. Come "CEEDs", il sistema di realtà aumentata sviluppato dal centro di ricerca "E. Piaggio" ospitato alla Stazione Leopolda insieme a "FACE", il robot umanoide capace di riprodurre le espressioni facciali umane; la mostra curata dal Museo degli Strumenti per il Calcolo "Caratteri/emozioni. Dagli ASCII agli Emoticon", sempre alla Leopolda. E poi ci sono i T-Tour 4 Experts, ospitati al Palazzo dei Congressi e tenuti dai docenti Giovanni Vozzi, Paolo Ferragina, Dianora Poletti, Giuseppe Attardi, Mirko Tavosanis, Antonio Cisternino, Lucia Pallottino e Stefano Giordano.

Un'altra importante parte del festival è "SmartUp, speciale per imprese", una sezione che si terrà al Palazzo dei Congressi, pensata per funzionare come piattaforma di networking e incubatore che ospiterà anche alcune iniziative dell'Università di Pisa. Tra queste "IoT Prise", un incontro per presentare il progetto omonimo che ha l'obiettivo di sviluppare il trasferimento dei risultati tra ricerca pubblica e sistema produttivo all'interno del comparto ad alta tecnologia ICT "Internet of Things (IoT)" (venerdì 11 ottobre, ore 14); "L'impresa della ricerca" (venerdì 11 ottobre, ore 16.30), un incontro con i professori Paolo Ferragina Università di Pisa) e Andrea Piccaluga (Scuola Superiore Sant'Anna); la curiosa intervista di Marco Magrini ad Andrea e Marco Santagata "Padri e figli" (venerdì 11 ottobre, ore 16).

Il programma dettagliato con tutti gli eventi è disponibile sul sito www.internetfestival.it.

cern

"Se devo essere sincero, me l'aspettavo, perché negli ultimi giorni avevo capito dai contatti con l'Accademia di Stoccolma che tirava aria di Nobel". È questo il primo commento di Guido Tonelli, docente dell'Università di Pisa e ricercatore dell'INFN, alla notizia del Premio Nobel per la Fisica assegnato a Peter Higgs e Francois Englert. Il professor Tonelli è stato per molti anni a capo del principale esperimento che ha portato alla scoperta della cosiddetta "particella di Dio", confermando sperimentalmente le intuizioni dei due vincitori.

Al momento dell'annuncio, Guido Tonelli si trovava nella sede del Cern di Ginevra, precisamente nel Building 40, insieme ad altri 300 scienziati di tutto il mondo: "Ai nomi di Higgs e Englert - racconta il professore - c'è stata un'esplosione spontanea di gioia e per trenta minuti abbiamo brindato e ci siamo fatti delle foto con una medaglia Nobel di cioccolato. Poi tutti siamo tornati nelle nostre stanze per lavorare, consapevoli che ognuno di noi aveva contribuito a una scoperta scientifica che resterà nella storia".

Nonostante l'attesa, l'attribuzione del Nobel non era poi così scontata. "Il Comitato di Stoccolma è imprevedibile - dice infatti Tonelli - anche perché il tempo medio per premiare le scoperte è di circa 10 o 15 anni e nel nostro caso è passato solo poco più di un anno. Quelle di oggi sono state un'emozione e una gioia importanti, ma non paragonabili a quelle provate, come scienziato, nel momento della scoperta della particella".
 

guido tonelli A chi accenna alla possibilità di una piccola delusione per la mancata assegnazione del Premio a uno degli scienziati italiani coinvolti nella scoperta, il professor Tonelli replica in tono fermo. "Non c'è alcuna delusione: l'attività scientifica moderna è fatta da centinaia di persone che lavorano insieme per raggiungere un unico risultato. D'altra parte, il Nobel ha regole ferree e nessuno poteva illudersi di essere premiato insieme ai due teorici della particella. Non è escluso che in un futuro prossimo queste regole possano cambiare e che, quindi, possano essere premiati i due principali esperimenti che hanno dimostrato le intuizioni di Higgs e Englert".

Alla domanda di come ricorda gli inizi di questa avventura, il professor Tonelli risponde che "in questo momento si mescolano le emozioni iniziali e i timori di chi ha vissuto venti anni di fatica. La vita degli scienziati è fatta di dubbi e di paure, e più volte abbiamo passato periodi di crisi dicendoci che forse stavamo osando troppo. La vittoria di oggi è un piccolo 'accidente' in una vita fatta di grande impegno e lavoro".

Con più di mille scienziati italiani sui circa dieci mila che operano al Cern, di cui moltissimi provengono dall'Università di Pisa, questo Nobel rappresenta anche una vittoria per la ricerca del nostro Paese. "Dal successo di oggi parte un messaggio di speranza - conclude Guido Tonelli - L'Italia può vantare ricercatori che si sono fatti onore in questa scoperta, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione di tutto il mondo. La mia segreta speranza è che ora i governi ne tengano conto".

smart cities Progettare "città intelligenti" dove Internet e le tecnologie ICT sono al servizio del cittadino è diventata una delle sfide più avvincenti della modernità. A Pisa sta per partire un master promosso dal dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo e dall'Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR, con il patrocinio di Registro .IT, che si propone di formare giovani esperti in grado di sviluppare applicazioni e servizi innovativi nei campi della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica, migliorando la vivibilità degli ambienti urbani. Le lezioni partiranno a gennaio e le iscrizioni, riservate a 30 candidati, sono già aperte.

«Il concetto di smart city sta assumendo rilevanza sempre crescente e diverse città, anche in Italia, hanno attivato progetti per accrescere la sostenibilità, offrire servizi sempre più innovativi, consentire la partecipazione attiva dei cittadini, e supportare la loro socialità tramite servizi dedicati – spiega il professor Giuseppe Anastasi, direttore del master - Nella realizzazione di questi obiettivi il ruolo di Internet e delle nuove tecnologie ICT è, chiaramente, imprescindibile. Basti pensare che diverse città europee hanno già attivi programmi specifici per dotarsi di tecnologie che consentano di fornire tali servizi ai propri cittadini, fra queste, Amsterdam, Barcellona, Lione, Santander, Birmingham e altre ancora».

smart cities web «In Italia, il CNR, in collaborazione con l'ANCI, ha recentemente lanciato un programma per dotare alcune città delle più recenti tecnologie per smart cities – aggiunge Enrico Gregori dell'Istituto IIT del CNR - Nel panorama europeo e mondiale le "città intelligenti" sono una delle principali realtà tecnologiche in rapido sviluppo, che stanno generando soluzioni innovative nel campo ICT con immediata applicazione e che, in prospettiva, hanno le potenzialità di rivoluzionare la vivibilità e fruibilità delle città come le conosciamo ora».

Nell'ambito del master attivato a Pisa verranno presentate le principali tecnologie ICT per le smart cities. Verranno, inoltre, fornite le metodologie e le conoscenze necessarie al progetto e alla realizzazione di soluzioni innovative per creare ambienti urbani "intelligenti", capaci di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il piano formativo prevede, oltre ai normali corsi di lezioni ed esercitazioni, tre corsi di laboratorio finalizzati allo sviluppo pratico di applicazioni e servizi, e un periodo di tirocinio di 400 ore.

Gli ambiti di occupazione per la figura professionale formata dal master sono potenzialmente molto vasti e includono le aziende pubbliche e private, la pubblica amministrazione e la libera professione, diventando consulenti di enti pubblici territoriali per il progetto di soluzioni ad hoc. Tutte le informazioni sul master sono disponibili sul sito www2.ing.unipi.it/smart-cities/.

Ne hanno parlato: 
Sole24ore
Intoscana.it
Greenreport.it 
PisaInformaFlash.it 
gonews.it 

Mario Aldo ToscanoDomenica 29 settembre si è svolta nel Palazzo comunale di Carrara la cerimonia di conferimento del premio nazionale "Torre di Castruccio", assegnato quest'anno al professor Maro Aldo Toscano, ordinario di storia e teoria sociologica all'Università di Pisa fino al 2011. Il prestigioso premio, che si svolge sotto il riconoscimento del Presidente della Repubblica, negli anni passati è stato assegnato ad autorevoli rappresentanti delle scienze naturali, delle scienze umane, della medicina, delle arti figurative e dello sport, come Margherita Hack, Antonio Zichichi, Mario Luzi, Giuseppe Bedeschi, Claudio Marabini, Dino Cofrancesco, Giovan Battista Cassano, Gio Pomodoro.

Nella motivazione del premio alla carriera, si ricorda che il professor Mario Aldo Toscano ha dato un contributo di elevato significato intellettuale e istituzionale alla storia e alla teoria sociologica, esercitando sempre, anche da presidente dell'Associazione Italiano di Sociologia, spirito critico e sguardo internazionale. Autore da un lato di numerosi saggi scientifici e di manuali didattici, ha perseguito da un altro un'originale formula saggistica, che combina elementi biografici e storiografici in un contesto testimoniale e interpretativo di particolare qualità evocativa. Ciò che gli ha permesso di ottenere il premio Scanno 2010 con "Ostmark 1916" e il Premio Basilicata 2012 con "In quell'epoca, meridione". Un suo ultimo volume, "Storia di Dan", attualmente in libreria, continua l'esperienza di questo schema di efficace lavoro meditativo e critico.

Tra gli altri premiati di quest'anno, Gianfranco Pasquino e Laura Paoletti, per le scienze umane; Guido Bianchini per la medicina; l'attore Eros Pagni, il cantante Gianluca Grignani, l'indimenticato pugile Sandro Mazzinghi e una schiera di noti pittori nazionali, tra i quali Giuliano Ottaviani e Gianpaolo Talani.

Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it 

Premio Galilei 2013È stato assegnato allo storico della lingua italiana, Giampaolo Salvi, studioso di origine elvetica che ha curato opere significative sulla grammatica italiana, il Premio internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani, giunto alla 52a edizione. Contemporaneamente, è stato premiato il biologo Stefano Piccolo, autore di importanti lavori sulla comprensione dei meccanismi molecolari del cancro, a cui è andata l'ottava edizione del Premio Galileo Galilei per la scienza. La cerimonia di conferimento si è tenuta sabato 5 ottobre, nell'Aula Magna dell'Ateneo, al Polo Fibonacci. Ai saluti del rettore Massimo Augello, dell'assessore comunale Marilù Chiofalo, del presidente della Fondazione Premio Galilei, Antonio Pieretti, e del governatore del distretto 2031, Sergio Bortolani, è seguita la consegna dei premi e il discorso dei vincitori.
 

Giampaolo SalviIl professor Giampaolo Salvi, nato a Locarno nel 1954, insegna Linguistica italiana e romanza all'Università di Budapest, oltre a dirigere dal 1994 il corso di dottorato in Filologia e linguistica romanza e dal 1997 l'Istituto di lingua e letteratura italiana. Nel corso della sua carriera si è andato sempre più specializzando nella sintassi dell'italiano, nonché dei dialetti italo-romanzi. Insieme a Lorenzo Renzi, ha lavorato alle due opere monumentali della "Grande grammatica italiana di consultazione" e della "Grammatica dell'italiano antico", entrambe pubblicate dal Mulino. Questi volumi completano la descrizione grammaticale dell'italiano moderno e antico, contribuendo a farne la lingua dotata della più esauriente trattazione grammaticale al mondo. Il professor Salvi ha dato, infine, un notevole contributo alla didattica universitaria della grammatica italiana, curando alcuni manuali rivolti sia agli insegnanti in formazione che agli studenti, tra i quali spicca il recentissimo "Le parti del discorso", edito da Carocci.
 

Stefano Piccolo

Il professor Stefano Piccolo, nato a Padova nel 1967, insegna Biologia molecolare all'Università degli Studi di Padova. Le sue scoperte hanno favorito in modo rilevante la comprensione di come le cellule percepiscono il loro ambiente ed elaborano tali informazioni per la costruzione dei tessuti e il mantenimento del loro funzionamento. Gli studi del professor Piccolo sono quindi diretti a capire i meccanismi molecolari del cancro. Attualmente, i suoi studi sono dedicati a comprendere i fattori alla base della trasformazione cellulare, guardando al cancro come ad un "organo" complesso, al fine di arrivare a diagnosi sempre più precise e personalizzate, nonché a identificare nuovi farmaci e trattamenti capaci di colpire la malattia nei suoi punti più deboli, preservando le cellule sane. Convinto fautore di un approccio multidisciplinare, il professor Stefano Piccolo ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e la nomina a membro delle più prestigiose società scientifiche europee e statunitensi.

Com'è noto, il meccanismo per l'assegnazione dei due Premi internazionali Galileo Galilei è congegnato in modo speculare. Il premio umanistico è assegnato da una giuria italiana a uno straniero che si sia occupato in modo eminente di argomenti riguardanti la civiltà italiana; il premio scientifico da una giuria straniera a uno studioso italiano che si sia distinto nel campo delle scienze della natura. Il premio consiste in una targa d'oro che commemora l'avvenimento.

La giuria che ha designato Giampaolo Salvi è composta dal presidente della Fondazione Premio Galilei, Antonio Pieretti, e dai professori Rita Librandi, Silvia Morgana, Alfredo Stussi, Mirko Tavoni e Saverio Sani, in qualità di segretario del Premio. La giuria che ha designato Stefano Piccolo, oltre che dagli stessi Antonio Pieretti e Saverio Sani, è composta dai professori Vladimir Kovac, Filippo Rijli, Steve Wilson e Jochen Wittbrodt.

verdureNasce all'Università di Pisa il Centro interdipartimentale di ricerca "Nutraceutica e alimentazione per la salute", che aggregherà e coordinerà tutti i docenti e i ricercatori impegnati sui temi del cibo, degli alimenti e dell'alimentazione, della nutraceutica e della salute. Al Centro afferiscono circa 170 scienziati di sette diversi dipartimenti: Medicina clinica e sperimentale, Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica, Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Biologia, Scienze veterinarie, Farmacia e Scienze agrarie e alimentari. A dirigere la nuova struttura è stata eletta la professoressa Manuela Giovannetti, già preside della facoltà di Agraria dal 2007 al 2012, che da anni svolge ricerche riguardanti i parametri ambientali che nelle piante influenzano il contenuto in sostanze di alto valore salutistico.
 

Manuela GiovannettiNel portare i saluti dell'Ateneo durante la riunione di insediamento del Centro, il rettore Massimo Augello ha ricordato che "sono già molto numerosi i progetti e le pubblicazioni degli studiosi pisani sui temi legati all'alimentazione e al valore nutrizionale e nutraceutico del cibo". Il professor Augello ha quindi sottolineato il rilievo strategico della struttura, che si occuperà di argomenti di grande importanza per la vita di tutti i cittadini, oltre che particolarmente significativi per l'economia del territorio. "Per la qualità e la quantità delle ricerche che confluiranno in questa nuova realtà - ha concluso il rettore - il Centro potrà assumere un ruolo centrale anche a livello regionale".

Subito dopo, la professoressa Giovannetti ha evidenziato le enormi potenzialità del Centro in termini di interazione e collaborazione multidisciplinare. "Con questa nuova realtà – ha detto – potremo promuovere e sviluppare ricerche multidisciplinari sulle proprietà nutraceutiche degli alimenti e delle piante, in relazione alle sostanze che possono svolgere effetti preventivi e/o curativi di patologie umane e animali. Tra le sue finalità vi sono, inoltre, la diffusione dei risultati scientifici al grande pubblico e l'organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento rivolti a professionisti, produttori e consumatori, che in anni recenti hanno mostrato grande sensibilità verso i temi della produzione e consumo di cibo contenente sostanze ad alto valore nutraceutico, quanto mai preziose per la nostra salute".

copertina_Nave_FolliUna narrazione polifonica di docenti, studenti e amministrativi, che racconta l'esperienza vissuta nella pianificazione e realizzazione del corso di laurea interfacoltà in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa dell'Università di Pisa  tra il 2002 e il 2012. È questo il tema del volume dal titolo "La Nave dei Folli: in cerca di nuove rotte nella formazione universitaria", curato dalla linguista e presidente del corso, Susan George, ed edito da Pisa University Press.
Pubblichiamo di seguito una parte dell'Introduzione scritta dalla professoressa Susan George.


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Sì, eravamo una squadra, o per essere più precisi, un equipaggio della Nave dei Folli che aveva la temerarietà di voler mettere in questione le premesse alla base della formazione universitaria in Italia. Queste premesse sono: l'università è un non-luogo dove le persone non si incontrano, dove gli studenti sono passivi e non possono esprimere le loro idee prima di laurearsi, dove l'unica autorità è quella del professore, dove la formazione è una giungla di orari e di date di esami e dove esiste un esile rapporto fra scuola e università e fra università e il mondo del lavoro. Noi volevamo, invece, creare una comunità indagante e dialogante dove le abilità e le diversità di ognuno potessero essere potenziate in una ricerca permanente a beneficio di noi stessi e del nostro territorio. Si sperava che cambiando il nostro ruolo anche chi era intorno a noi sarebbe stato costretto a cambiare.

Chi eravamo? Un gruppo di professori di ben quattro facoltà (Lettere e Filosofia, Economia, Scienze Politiche, Lingue e Letterature Straniere) e del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa che si sono trovati, alcuni per caso e altri per convinzione, nel Consiglio del nuovo corso di laurea interfacoltà in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa. La cosa che ci univa era che venivamo considerate tutte persone che si muovevano al di fuori degli stretti confini disciplinari dei vari dipartimenti. Ed è stata proprio questa curiosità, questo desiderio di contaminazione che ci ha permesso di cercare nuove rotte nei mari burrascosi delle continue riforme dell'università italiana.

Era l'anno 2002. Il "Processo di Bologna" del 2000, condotto da Luigi Berlinguer e Luciano Modica, Rettore dell'Università di Pisa e presidente della Conferenza dei Rettori dell'Università Italiana (CRUI), aveva stabilito che le lauree quadriennali fossero convertite in lauree triennali in modo che i laureati italiani non fossero in svantaggio nell'ingresso nel mondo del lavoro rispetto ai colleghi di altri paesi europei. L'idea di questa riforma era di creare corsi in parte professionalizzanti, da concludere in tre anni con un diploma dotato di un senso autonomo, e quindi senza necessità di proseguire. Chi, invece, avesse proseguito gli studi nel biennio successivo, avrebbe avuto un'impostazione più teorica.

Noi docenti del futuro corso di laurea in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa ci siamo trovati con un piano di studi disegnato da tre rappresentanti delle facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature Straniere e Scienze Politiche5 che, su pressione del Rettore Modica, erano riusciti a delineare una laurea di comunicazione per formare comunicatori delle esigenze del territorio: comunicatori della pubblica amministrazione, delle Onlus, delle attività commerciali. Il nostro compito era riempire questa struttura, renderla vitale.

A questo fine ci siamo chiesti quali competenze comunicative e profili professionali sono indispensabili nel panorama del mondo in trasformazione, quale poteva/doveva essere il rapporto fra i contenuti disciplinari e queste competenze umane e professionali e come si sarebbe potuta evitare quella netta divisione fra teoria e pratica che spesso in Italia è a scapito della pratica.

Ci siamo avvalsi di tre culture pedagogiche: quella accademica, che in Italia di solito è deduttiva, ma con una speciale attenzione a modalità di insegnamento interattive; quella teatrale/culturale che mette al centro il rapporto fra individuo e gruppo; e quella più pragmatica inglese dove, partendo da casi, esempi, simulazioni, gli studenti sono "obbligati" a fare delle esperienze, sulle quali riflettere per estrapolare delle generalizzazioni. Volevamo un apprendimento che non fosse mai distante dagli studenti, in grado di attivare la gamma di intelligenze presenti in classe e di utilizzarle in lavori di gruppo che abituano a riconoscere le abilità altrui e la necessità di prendersi delle responsabilità individuali. Nel corso dei tre anni il ruolo dello studente doveva cambiare, rendendolo sempre più autonomo, e il modo per valutarlo doveva cambiare di conseguenza. Con questi diversi approcci siamo riusciti a far "toccare con mano" la rilevanza delle premesse teoriche nelle scelte pratiche e a riflettere e far riflettere sui rapporti fra teoria e pratica.

Susan George

Vando D'AngioloSarà conferito a Vando D'Angiolo, tra i più importanti imprenditori del settore lapideo, il "Campano d'oro" 2013, il prestigioso riconoscimento che l'Associazione laureati dell'Ateneo pisano (ALAP) assegna ogni anno a personalità di chiara fama che si sono laureate a Pisa.

La cerimonia di conferimento si terrà venerdì 27 settembre, alle ore 17.45, nei saloni del Palazzo del consiglio dei dodici di Piazza dei Cavalieri. Ai saluti del rettore Massimo Augello e del sindaco Marco Filippeschi, seguiranno la "Laudatio" del professor Carlo Casarosa e la lettura delle Motivazioni del conferimento da parte del presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi. Dopo la consegna del premio - che consiste in una medaglia che raffigura la Torre del Campano, la cui campana ha scandito l'inizio e la fine delle lezioni universitarie dal Medioevo fino ad alcuni anni fa - ci sarà l'Intervento del dottor Vando D'Angiolo.

Il premio del "Campano d'oro" è stato istituito nel 1971 come riconoscimento in onore di ex allievi dell'Ateneo pisano che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell'industria e delle professioni. Fra gli illustri premiati delle scorse edizioni, vi sono l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, cui il "Campano d'oro" fu attribuito quando era governatore della Banca d'Italia, Carlo Rubbia, Giuliano Amato, Marcello Pera, Tiziano Terzani, Remo Bodei, Antonio Cassese e, lo scorso anno, il cantante lirico Andrea Bocelli.

Nato nel 1932 ad Azzano di Serravezza, in provincia di Lucca, Vando D'Angiolo si è diplomato ragioniere a Carrara e si è laureato, come studente lavoratore, in Economia e commercio all'Università di Pisa nel 1957, discutendo una tesi in Ragioneria generale e applicata con il professor Egidio Giannessi. Nel 1963 si è messo in proprio, fondando una piccola società nel settore lapideo, che negli anni si è ingrandita e ha acquisito altre aziende. Oggi Vando D'Angiolo è alla testa del Gruppo Campolonghi, con un fatturato di circa 100 milioni di euro e con più di 300 fra dipendenti e collaboratori. L'azienda, espressione della tradizione di eccellenza italiana in grado di unire qualità e capacità innovativa a una costante attenzione per gli aspetti etici e sociali del lavoro, collabora con i più grandi architetti contemporanei, ai quali offre supporto, materiali e assistenza nella costruzione di grattacieli, aeroporti, musei e edifici di diversa tipologia. I frutti di queste collaborazioni sono sparsi in tutto il mondo, da Tokyo a New York, da Londra a Abu Dhabi, da Oslo a Istanbul. Proprio per le "straordinarie doti di imprenditore e le elevate qualità umane", come sottolineano le Motivazioni del premio, l'ALAP ha deciso di conferire il "Campano d'Oro" per l'anno 2013 a Vando D'Angiolo.

Start CUP Toscana 2013Le idee imprenditoriali vincenti nascono sotto la Torre: all'edizione 2013 della Start Cup Toscana, il primo e il terzo posto sono stati conquistati da Smart System e IVTech dell'Università di Pisa, il secondo e il quarto da Braille Lab e Green Clean House nati negli Istituti di Ricerca (in particolare quelli di Biorobotica e Tecip, Tecnologie della Comunicazione, dell'Informazione, della Percezione) della Scuola Superiore Sant'Anna. I giovani scienziati-imprenditori sono stati premiati questa mattina all'Università di Siena, al termine di una giornata che ha visto protagonisti i ragazzi e il mondo delle imprese.

I premi in denaro, 10 mila euro complessivi, messi a disposizione dalla Regione Toscana, serviranno all'avvio delle start up, che avranno anche l'opportunità di partecipare al salone Smau di Milano e che concorreranno al "Premio Nazionale per l'Innovazione", la cui giornata di valutazione finale si terrà il 31 ottobre 2013 a Genova, nel corso del Festival della Scienza. Alla premiazione erano presenti anche Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata dell'Ateneo pisano, e Andrea Piccaluga, delegato al trasferimento tecnologico della Scuola Sant'Anna.


I classificato - Start CUP Toscana 2013Lo sviluppo di soluzioni in tecnologia JOS (Just-One-System) per caricare e per alimentare in maniera semplificata tutti i device e gestire contemporaneamente vari dispositivi, direttamente su un pannello elettrificato, senza bisogno di alcun cavo, è l'idea di Smart System, la start up targata Università di Pisa, fondata da Eleonora Romiti e Marco Ariani, che è arrivata prima. L'azienda soddisfa la necessità sempre più evidente di eliminare l'invasiva presenza dei cavi elettrici. L'efficienza, la flessibilità, la personalizzazione del dispositivo sono le caratteristiche vincenti rispetto alle tecnologie attualmente presenti sul mercato.


 
 

II_classificato Start CUP Toscana 2013Al secondo posto è arrivato Braille Lab, un progetto relativo a un dispositivo che trasforma una stampante a getto di inchiostro in una stampa Braille. È stata progettata una cartuccia che consente di stampare in Braille, direttamente applicabile a stampanti a getto di inchiostro, con una spesa complessiva del sistema molto contenuta. Si pensi che una stampante Braille ha un costo medio intorno ai 3000 euro mentre questo sistema di stampa avrebbe un costo complessivo di alcune centinaia di euro, risultando più accessibile ai non vedenti. Il progetto aveva già ricevuto l'attenzione da parte del Ministero MIUR nell'ambito del Bando Smart Cities, dove si era classificato prima nella categoria di riferimento. Il gruppo è formato da due allievi dell'Istituto TeCIP della Scuola, Claudio Loconsole e Daniele Leonardis.
 

III_classificato Start CUP Toscana 2013Terza è arrivata l'idea IVTech, proposta da Tommaso Sbrana, Serena Giusti, Giorgio Mattei, Arti Ahluwalia dell'Università di Pisa, che propone lo sviluppo di una piattaforma virtuale per produrre e commercializzare supporti per colture cellulari in vitro e diffondere quelli già sviluppati dal gruppo di ricerca presso il Centro di Ricerca "E. Piaggio". Tra gli obiettivi principali della start up, ci sono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per le tecniche alternative ai test su animale, la formazione di ricercatori e tecnici nell'ambito della ricerca in-vitro e lo studio di sistemi per il controllo ambientale focalizzato alla coltura in-vitro di cellule sia animali che umane.



 

IV_classificato Start CUP Toscana 2013Matteo Giacalone si è classificato quarto con Green Clean House, il progetto di un sensore analogico in grado di monitorare le sostanze inquinanti e individuare, attraverso il collegamento con un database consultabile, le piante consigliate per la depurazione. Il monitoraggio di sostanze inquinanti in ambienti chiusi e la relativa visualizzazione dei valori rilevati sono visualizzabili attraverso web app. Inoltre, il database scientifico, in base alla relazione piante/inquinanti/malattie, permetterà di suggerire quali piante possono mitigare gli effetti nocivi di un determinato inquinante. Oltre che da Matteo Giacalone, il gruppo di lavoro è formato da Domenico Marsella dell'Istituto Tecip e da Nicola di Lecce dell'Istituto di Biorobotica.

 

Ben cinque dei dieci finalisti della competizione provenivano dall'Università di Pisa: oltre a Smart System e IVTech, hanno concorso per il podio anche Cityenjoyers.com di Giuseppe Magliano, Witzzi di Felipe Belo e 3EMME-Tramas start up dell'Università di Pisa, di Mauro Turturici, Massimiliano Donati e Mirko Ferrati. Quasi tutti i ragazzi arrivati in finale avevano frequentato il PHD Plus, il percorso formativo promosso dall'Università di Pisa che mira a infondere lo spirito imprenditoriale tra gli studenti, i laureati e i dottorandi.

TucaheaDopo Bruxelles e Ghent, fa tappa a Pisa la delegazione di rettori e docenti di università dell'Asia Centrale in tour in Europa per la prima "training visit" organizzata nell'ambito di «TuCAHEA», il progetto che mira a trovare modi per riformare i modelli organizzativi e normativi dei sistemi universitari di quell'area per renderli compatibili tra di loro e allineati con quelli europei. Gli ospiti - provenienti dal Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan - sono stati accolti in rettorato dai prorettori Alessandra Guidi e Marco Guidi. Dopo Pisa la delegazione si sposterà a Roma per una visita ufficiale alla CRUI, la Conferenza dei rettori delle università italiane.

«TuCAHEA» è un progetto finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall'Università di Pisa nel quadro del programma Tempus, che vede coinvolte le cinque repubbliche dell'area ex-sovietica, ciascuna con la sua cultura, la sua storia e la sua lingua. Obiettivo di «TuCAHEA» è creare un'area dell'istruzione superiore (CAHEA, Central Asian Higher Education Area) compatibile con l'area europea (EHEA, European Higher Education Area), utilizzando la metodologia "Tuning". Si tratta di un importante tentativo di usare le opportunità offerte dai finanziamenti europei per la modernizzazione dei sistemi universitari su scala macro-regionale. Il responsabile amministrativo e primo firmatario del contratto è l'Università di Groningen, mentre Pisa è responsabile per il coordinamento scientifico e accademico, affidato alla professoressa Ann Katherine Isaacs, assistita dalla dottoressa Viktoriya Kolp Panchenko.

Il consortium comprende 47 partner, fra cui i ministeri delle cinque repubbliche, 8 partner europei, e 35 università dell'Asia Centrale. Il progetto, che ha avuto un finanziamento di 1,3 milioni di euro, è iniziato nell'ottobre del 2012 e continuerà fino a ottobre 2015. "Tuning", grazie a numerosi progetti dei quali l'Università di Pisa è stato membro, è diventato il processo cui partecipano università in tutto il mondo, dall'Europa, all'Africa, all'America Latina, agli USA.

Guarda la galleria di immagini sulla pagina Facebook dell'Università di Pisa. 

Ne hanno parlato:
The European Voice 
TirrenoPisa.it
PisaInformaFlash.it 

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