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8. La sostenibilità economico-finanziaria

Progetti ambiziosi di sviluppo quali quelli sin qui descritti presuppongono necessariamente una “capacità economico-finanziaria” dell'Ateneo che permetta la loro sostenibilità anche in presenza di eventuali ulteriori riduzioni del finanziamento ministeriale per FFO che, specie negli ultimi anni, si è presentato costantemente in diminuzione a livello di sistema e, quindi, anche del nostro Ateneo.

L'Ateneo pisano gode attualmente di una situazione “solida”, sia dal punto di vista patrimoniale che economico-finanziario, con un fondo di dotazione che si aggira intorno ai 340 milioni di euro ed un patrimonio netto pari a circa 400 milioni di euro. Nessuna tensione è presente neanche per quanto concerne la situazione finanziaria a breve.

L'Ateneo ha inoltre messo in atto negli esercizi passati una forte politica di accantonamenti a fondi spese e rischi, ed ha destinato una significativa parte dei risultati d'esercizio  largamente positivi che si sono succeduti negli anni alla creazione di riserve vincolate destinate a politiche nei settori “high spender” tra i quali l'edilizia. Politiche di questo tipo hanno creato una sorta di “cuscinetto di sicurezza” e permettono di implementare strategie anche con forti impegni finanziari nei vari settori di attività dell'Ateneo, garantendo una loro parziale copertura.

Questa situazione, per sua natura temporanea, non può comunque essere sufficiente per affrontare le sfide dei prossimi anni. La decisione dell'Ateneo di investire e sviluppare tutti i vari settori di attività e, al contempo, di non pesare sulla contribuzione studentesca, ma anzi di puntare, come fatto negli ultimi anni, ad una politica di attenzione verso gli studenti con fasce di reddito basse e medio-basse che va ben oltre le prescrizioni di legge, unita all'incertezza sui finanziamenti ministeriali, impone una gestione di bilancio molto accorta, che punti a:

  1. mantenere l'equilibrio economico-finanziario non solo nel breve, ma anche nel medio termine
  2. ottimizzare le risorse disponibili, con una accorta politica di spending review e con un monitoraggio sempre più efficace dei vari “centri di costo” presenti in ateneo. A quest'ultimo riguardo l'obiettivo è quello di arrivare a sviluppare la contabilità analitica in modo tale da avere, per i singoli centri di costo, siano essi Corsi di Studio, Dipartimenti, Centri o unità per attività specifiche, ecc., la situazione aggiornata che permetta di assumere le opportune decisioni migliorative, ove se ne ravvisasse la necessità
  3. mantenere gli indicatori ministeriali relativi alle “spese di personale” ed all'“indebitamento” al disotto della soglia di sicurezza, in modo da avere la possibilità di mettere in atto politiche di assunzioni e di investimenti in campo immobiliare che non facciano rischiare all'Ateneo, negli anni successivi, degli arresti obbligati allo sviluppo
  4. creare un “timing” non solo a breve termine delle diverse politiche di sviluppo coordinato con le effettive disponibilità di bilancio, tramite un continuo monitoraggio degli investimenti e dei loro effetti “reali” sul bilancio e delle risorse effettivamente disponibili
  5. in ultimo, nel contesto sin qui delineato, l'Ateneo si impegna a fare crescere di importanza sul suo bilancio complessivo fonti di finanziamento che attualmente risultano ancora abbastanza contenute quali i proventi per finanziamenti competitivi e quelli per attività conto terzi.

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