Assegnato il premio di studio intitolato al professor Francesco Barone
Con una tesi di dottorato dal titolo “Loquentes magistri. Giordano Bruno e l’arte della lettura”, Laura Carotti si è aggiudicata il “Premio Barone”, promosso dal Rotary Club Viareggio Versilia con il patrocinio dell’Università di Pisa. Il premio di studio è attribuito alla migliore tesi di dottorato di ricerca di argomento filosofico discussa presso le istituzioni accademiche della Toscana ed è intitolato alla memoria del professor Francesco Barone, filosofo ed epistemologo tra i maggiori protagonisti della cultura italiana del Novecento, illustre docente di Filosofia teoretica presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale di Pisa, già presidente del Club e Governatore del Distretto 2070, scomparso nel 2001.
La premiazione si è svolta alla presenza del presidente del Rotary Club Viareggio Versilia, Carlo Bigongiari, coadiuvato in questa occasione dal consigliere Sandro Paci, docente presso la Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa. Alla cerimonia ha preso parte anche il governatore del Distretto Rotary 2071, Giampaolo Ladu, accompagnato dai familiari del professor Barone.
La vincitrice del premio è stata individuata da una apposita commissione, composta dal presidente del Rotary Club Viareggio Versilia, Carlo Bigongiari, dal direttore del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere di Pisa, Pierluigi Barrotta, da due docenti dell’Università di Pisa, Simonetta Bassi ed Enrico Moriconi, dal consigliere del Rotary Club, Sandro Paci, e da un rappresentante della famiglia del professor Barone.
Il primo master anticorruzione e antimafia italiano diventa itinerante e interateneo
In programma a Pisa il prossimo 14 marzo la lezione di Raffaele Cantone, attuale presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione.
Nuova veste per il Master APC – Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, nato a Pisa nove anni fa e che oggi, grazie a una convenzione stipulata con Libera e con le università di Torino, Napoli e Palermo, diventa interuniversitario e itinerante. Con l’obiettivo di perfezionare l’offerta formativa, i moduli si terranno nelle diverse sedi universitarie dove si svolgeranno le lezioni: da Torino farà rotta verso sud passando per Pisa, Napoli e Palermo. I corsi sono partiti alcuni giorni fa a Torino con una lectio magistralis di don Luigi Ciotti e arriveranno a Pisa nelle prossime settimane, con un ospite speciale atteso per il 14 marzo: Raffaele Cantone, attuale presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, in un incontro organizzato insieme al dottorato di giurisprudenza.
Il master, diretto dal professor Alberto Vannucci, professore di Scienza politica dell’Ateneo pisano e membro dell’ufficio di presidenza di Libera, manterrà la sua sede amministrativa a Pisa, dove è nato e dove conta già otto edizioni: «Grazie a questa nuova formula, gli allievi potranno non solo fruire delle lezioni in aula tenute dai più importanti studiosi dei temi oggetto del master, ma avranno la possibilità di sperimentare e applicare sul campo – incontrando le esperienze amministrative e del terzo settore di più città italiane – gli strumenti teorici acquisiti – spiega Vannucci - Questa metodologia ha lo scopo di fornire agli studenti una preparazione alla frontiera delle conoscenze e delle esperienze più significative, andando a formare figure professionali in grado di leggere in una prospettiva interdisciplinare i fenomeni criminali nella loro complessità, acquisendo competenze sui più efficaci strumenti utili a pianificarne il contrasto e a ideare percorsi di prevenzione».
Il master prevede la partecipazione di oltre 60 relatori, più di 320 ore frontali, un tirocinio finale per l’elaborazione di una tesi da discutere. La teoria si integrerà con esperienze sul campo e iniziative extra didattiche promosse e organizzate dalla rete territoriale di Libera. Gli studenti avranno la possibilità di seguire quattro moduli tematici, uno per ciascun ateneo: «Questa nuova organizzazione è un importante segnale di condivisione – conclude Vannucci – nella consapevolezza che la conoscenza è precondizione di qualsiasi reazione istituzionale, che il sapere critico è l'arma più potente contro mafiosi e corrotti. Di qui un impegno assunto assieme a Libera dalle quattro università per l'elaborazione di un percorso formativo congiunto, volto alla formazione delle coscienze e delle competenze necessarie dei futuri "professionisti dell'etica».
Incarico presso il Dipartimento di Civilta' e Forme del Sapere per “Traduzione in lingua inglese di quattro saggi attinenti all’argomento oggetto di ricerca del PRA"
“Quota 100”: il Dl. 4/2019 convertito in Legge 28 marzo 2019, n.26
Il primo master anticorruzione e antimafia italiano diventa itinerante e interateneo
Nuova veste per il Master APC – Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, nato a Pisa nove anni fa e che oggi, grazie a una convenzione stipulata con Libera e con le università di Torino, Napoli e Palermo, diventa interuniversitario e itinerante. Con l’obiettivo di perfezionare l’offerta formativa, i moduli si terranno nelle diverse sedi universitarie dove si svolgeranno le lezioni: da Torino farà rotta verso sud passando per Pisa, Napoli e Palermo. I corsi sono partiti alcuni giorni fa a Torino con una lectio magistralis di don Luigi Ciotti e arriveranno a Pisa nelle prossime settimane, con un ospite speciale atteso per il 14 marzo: Raffaele Cantone, attuale presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, in un incontro organizzato insieme al dottorato di giurisprudenza.
Don Ciotti in occasione della prima lezione del Master APC a Torino.
Il master, diretto dal professor Alberto Vannucci, professore di Scienza politica dell’Ateneo pisano e membro dell’ufficio di presidenza di Libera, manterrà la sua sede amministrativa a Pisa, dove è nato e dove conta già otto edizioni: «Grazie a questa nuova formula, gli allievi potranno non solo fruire delle lezioni in aula tenute dai più importanti studiosi dei temi oggetto del master, ma avranno la possibilità di sperimentare e applicare sul campo – incontrando le esperienze amministrative e del terzo settore di più città italiane – gli strumenti teorici acquisiti – spiega Vannucci - Questa metodologia ha lo scopo di fornire agli studenti una preparazione alla frontiera delle conoscenze e delle esperienze più significative, andando a formare figure professionali in grado di leggere in una prospettiva interdisciplinare i fenomeni criminali nella loro complessità, acquisendo competenze sui più efficaci strumenti utili a pianificarne il contrasto e a ideare percorsi di prevenzione».
Il Consiglio del Master APC. Da sinistra a destra: i professori Rocco Sciarrone, Monica Massari, Alessandra Dino, Michele Mosca, la dott.ssa Francesca Rispoli e la tutor Laura Mascaro.
Il master prevede la partecipazione di oltre 60 relatori, più di 320 ore frontali, un tirocinio finale per l’elaborazione di una tesi da discutere. La teoria si integrerà con esperienze sul campo e iniziative extra didattiche promosse e organizzate dalla rete territoriale di Libera. Gli studenti avranno la possibilità di seguire quattro moduli tematici, uno per ciascun ateneo: «Questa nuova organizzazione è un importante segnale di condivisione – conclude Vannucci – nella consapevolezza che la conoscenza è precondizione di qualsiasi reazione istituzionale, che il sapere critico è l'arma più potente contro mafiosi e corrotti. Di qui un impegno assunto assieme a Libera dalle quattro università per l'elaborazione di un percorso formativo congiunto, volto alla formazione delle coscienze e delle competenze necessarie dei futuri "professionisti dell'etica».
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Martedì 19 febbraio, nell'ambito del Master APC, il procuratore capo alla Procura della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone ha tenuto a Torino la lectio magistralis "Da Cosa Nostra alla 'Ndrangheta, a Mafia Capitale". Nel suo intervento il procuratore non ha mancato di sottolineare come, per analizzare i fenomeni criminali e approfondirli fino in fondo, ci sia bisogno sicuramente del contributo dei giuristi, ma non può mai mancare anche il contributo dei sociologi e degli storici. A questo link è disponibile la registrazione video a cura di Radio Radicale.
Incarico di lavoro autonomo presso il Museo di Anatomia Patologica del Sistema Museale di Ateneo
Dagli scarti agricoli, oli essenziali dall’elevato potere antimicrobico (anche più efficaci dei farmaci)
Gli scarti agricoli delle coltivazioni possono diventare fonti di preziosi oli essenziali dalle elevate proprietà antimicrobiche, una scommessa che è diventata realtà grazie ad uno studio realizzato dalle dell'Università di Pisa e Monastir in Tunisia. La ricerca pubblicata sulla rivista “Chemistry and Biodiversity” si è concentrata sulle parti “non convenzionali” delle carote gialle ed arancioni e di alcune varietà di finocchio.
In particolare dalle foglie e dai fusti senza fiori, i biotecnologi, i farmacologi ed i fitochimici delle due università hanno estratto e caratterizzato oli essenziali che si sono rivelati particolarmente efficaci contro vari microorganismi patogeni, fra cui lo stafilococco aureo, il bacillo del fieno, la salmonella enterica, l’Escherichia coli e la Candida albicans. Il risultato più rilevante si è avuto con l'olio essenziale di finocchio della varietà “azoricum” che, nei confronti della candida, si è dimostrato anche più efficace del farmaco antifungino di sintesi di riferimento (amfotericina B).
“Nell'ottica di un'economia circolare – ha detto il professore Guido Flamini del Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano che ha realizzo lo studio con la dottoressa Roberta Ascrizzi - abbiamo utilizzato residui di lavorazione per realizzare un prodotto con un alto valore aggiunto come gli oli essenziali, contribuendo così alla riduzione dei rifiuti e ai costi di smaltimento a carico degli agricoltori”.
Gli scarti agricoli usati per la ricerca sono stati prodotti in Tunisia, con cui il dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa ha da anni rapporti di collaborazione con vari istituti per studiare le piante medicinali, quelle alimentari e i prodotti derivati. In particolare, i ricercatori da Pisa hanno eseguito la caratterizzazione chimica di tutti gli oli essenziali tramite analisi gas-cromatografica abbinata alla spettrometria di massa. L’analisi ha permesso di individuare 60 differenti composti: 28 dalle carote a radice arancione, 22 da quelle a radice rossa e 28 dal finocchio, con una caratterizzazione globale della composizione degli oli essenziali pari al 93%.
“I risultati sono stati incoraggianti – conclude Guido Flamini - l’idea è quindi di proseguire la ricerca usando come materiale di partenza anche scarti di altre specie coltivate. Nulla osta in futuro che un'azienda agricola interessata possa utilizzare i suoi scarti per autoprodursi l’olio essenziale oppure, visti i costi da intraprendere per l'acquisto di un distillatore di dimensioni per lo meno artigianali, che si possa creare un consorzio di più imprese”.
Foto a destra, idrodistillatore Clevenger per l'estrazione degli oli essenziali dal materiale vegetale
Dagli scarti agricoli, oli essenziali dall’elevato potere antimicrobico (anche più efficaci dei farmaci)
Gli scarti agricoli delle coltivazioni possono diventare fonti di preziosi oli essenziali dalle elevate proprietà antimicrobiche, una scommessa che è diventata realtà grazie ad uno studio realizzato dalle dell'Università di Pisa e Monastir in Tunisia. La ricerca pubblicata sulla rivista “Chemistry and Biodiversity” si è concentrata sulle parti “non convenzionali” delle carote gialle ed arancioni e di alcune varietà di finocchio. In particolare dalle foglie e dai fusti senza fiori, i biotecnologi, i farmacologi ed i fitochimici delle due università hanno estratto e caratterizzato oli essenziali che si sono rivelati particolarmente efficaci contro vari microorganismi patogeni, fra cui lo stafilococco aureo, il bacillo del fieno, la almonella enterica, l’Escherichia coli e la Candida albicans. Il risultato più rilevante si è avuto con l'olio essenziale di finocchio della varietà “azoricum” che, nei confronti della candida, si è dimostrato anche più efficace del farmaco antifungino di sintesi di riferimento (amfotericina B).
“Nell'ottica di un'economia circolare – ha detto il professore Guido Flamini del Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano che ha realizzo lo studio con la dottoressa Roberta Ascrizzi - abbiamo utilizzato residui di lavorazione per realizzare un prodotto con un alto valore aggiunto come gli oli essenziali, contribuendo così alla riduzione dei rifiuti e ai costi di smaltimento a carico degli agricoltori”.
Gli scarti agricoli usati per la ricerca sono stati prodotti in Tunisia, con cui il dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa ha da anni rapporti di collaborazione con vari istituti per studiare le piante medicinali, quelle alimentari e i prodotti derivati. In particolare, i ricercatori da Pisa hanno eseguito la caratterizzazione chimica di tutti gli oli essenziali tramite analisi gas-cromatografica abbinata alla spettrometria di massa. L’analisi ha permesso di individuare 60 differenti composti: 28 dalle carote a radice arancione, 22 da quelle a radice rossa e 28 dal finocchio, con una caratterizzazione globale della composizione degli oli essenziali pari al 93%.
“I risultati sono stati incoraggianti – conclude Guido Flamini - l’idea è quindi di proseguire la ricerca usando come materiale di partenza anche scarti di altre specie coltivate. Nulla osta in futuro che un'azienda agricola interessata possa utilizzare i suoi scarti per autoprodursi l’olio essenziale oppure, visti i costi da intraprendere per l'acquisto di un distillatore di dimensioni per lo meno artigianali, che si possa creare un consorzio di più imprese”.
Dida foto:
Idrodistillatore Clevenger per l'estrazione degli oli essenziali dal materiale vegetale
L’Università di Pisa e l'Aeronautica Militare insieme per la diffusione della cultura costituzionale
È iniziato martedì 19 febbraio alla 46ª Brigata Aerea, con l'introduzione del Generale di Brigata Aerea, Girolamo Iadicicco, e del professor Saulle Panizza, il corso sperimentale di Cultura costituzionale e Difesa dello Stato, frutto di un protocollo di intesa tra il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa e la 46esima, riguardante attività culturali, di formazione, di tirocinio e professionali che verranno realizzate nelle prossime settimane all’interno della Base aerea. L'accordo, che è stato sottoscritto dallo stesso Generale Iadicicco e dal direttore del dipartimento di Scienze politiche, Alessandro Balestrino, nasce nell’ottica dell’integrazione e del mutuo scambio tra realtà civili e militari e mira a sviluppare percorsi formativi multidisciplinari, con stage e tirocini nei locali resi disponibili dall’Aeronautica Militare.
I primi percorsi formativi, saranno curati dal Laboratorio di cultura costituzionale dell'Università di Pisa e saranno articolati in un ciclo di otto incontri: Forme di Stato e forme di governo, L’evoluzione storica dello Stato italiano: la nascita e l’elaborazione della Costituzione Repubblicana, I principi costituzionali: riferimento al principio democratico, personalista, pluralista e di eguaglianza, Le libertà, i diritti e i doveri costituzionali, La libertà religiosa nell'ordinamento militare, Sicurezza e protezione del territorio, Difesa dello Stato: giurisdizione e competenze, Italia e rapporti di Difesa con l’UE e la NATO.
Una delle principali finalità dell’iniziativa, che è totalmente gratuita e che renderà tangibile e fruttuosa la collaborazione tra centri di eccellenza civili e militari presenti sul territorio, consisterà nella possibilità di formare, su temi generali ma comunque attinenti allo svolgimento dei compiti d’istituto, il personale militare che opera a contatto con il cittadino.
I docenti saranno sia componenti del Laboratorio di cultura costituzionale dell'Ateneo pisano (docenti e ricercatori dei dipartimenti di Giurisprudenza e Scienze politiche, oltre che di altre strutture universitarie), sia tecnici ed esperti della 46ª Brigata Aerea o individuati di comune accordo tra le due strutture. I partecipanti saranno soprattutto appartenenti alla 46ª Brigata Aerea, nell’ottica della formazione continua dei propri uomini e donne.
La collaborazione vuole essere coerente con un approccio preventivo, omnicomprensivo, multidisciplinare e multidimensionale, dello strumento militare, che sia capace di integrarsi sempre meglio con la componente civile. Questo consentirà anche di valorizzare gli spazi di formazione presenti nella sede della 46ª Brigata Aerea, segnatamente presso l’International Training Center, permettendo una gestione in-house dei corsi in collaborazione con esperti particolarmente qualificati.
L’Egitto antico, conferenza a Viareggio
Edda Bresciani, professoressa dell'Università di Pisa e archeologa di fama mondiale, svelerà i segreti dell’Egitto antico in un incontro aperto al pubblico che si svolgerà venerdì 22 febbraio alle 16,30 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio (Piazza Giuseppe Mazzini 11). L’appuntamento è il secondo del ciclo "Scienza e territorio. Gli effetti della ricerca nella nostra vita" organizzato dal Comune di Viareggio in collaborazione con la Pisa University Press, la casa editrice dell’Ateneo pisano.
Nata a Lucca nel 1930, Edda Bresciani è professoressa emerita dell’Università di Pisa, socia dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi; nel 1996 è stata inoltre insignita della medaglia d'oro del Presidente della Repubblica per la scienza e la cultura. Dal 1966 la professoressa Edda Bresciani ha diretto diverse campagne di scavo in Egitto, ad Assuan, Tebe, Saqqara e nel Fayum, con scoperte di grande rilievo scientifico e coordinato alcuni progetti di cooperazione italo-egiziana. La produzione scientifica di Edda Bresciani, tra articoli e libri, comprende varie centinaia di titoli, che riguardano i settori principali delle sue ricerche: la storia dell'antico Egitto, l'archeologia e la filologia.