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Comunicati stampa

Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21.00 al Teatro Verdi, con replica giovedì 7 dicembre alle ore 21.00, il Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell’Università di Pisa organizza il tradizionale Concerto di Natale, appuntamento molto atteso dalla cittadinanza. Il Coro dell'’Università, preparato da Stefano Barandoni, e l’Orchestra dell'Università, preparata da Manfred Giampietro, presentano nella prima parte l'intero secondo atto di “Aida" di Giuseppe Verdi, col celeberrimo coro del trionfo.
I solisti che si esibiranno sono: Laura Brioli (Amneris), Chiara Panacci (Aida), Nicola Vocaturo (Radames), Carlo Morini (Amonastro), Alessandro Ceccarini (il Re), Giorgio Marcello (Ramfis). Nella seconda parte saranno eseguiti lo struggente “Hymne” di Felix Mendelssohn e quattro canti della tradizione natalizia europea e nordamericana, per concludere con “Halleluiah” da “The Messiah” di Georg Friedrich Handel. Sul podio il maestro Stefano Barandoni.
Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti. Gli inviti potranno essere prenotati on line sul sito booking.unipi.it dalle ore 14.00 del 30 novembre alle ore 20.00 del 2 dicembre e i biglietti potranno essere ritirati alla portineria del rettorato (Palazzo alla Giornata) il 4 e 5 dicembre dalle 9.00 alle 19.30 presentando un documento di identità.

Approfondire la conoscenza delle proprietà nutritive e farmaceutiche del baobab per contribuire alla lotta contro la malnutrizione in Africa, favorendo anche la sua produzione e commercializzazione fra la popolazione locale. Con questi obiettivi ha ufficialmente preso il via a novembre il progetto “Il frutto del Baobab come fonte di sostanze nutritive e di molecole bioattive” finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito degli interventi di cooperazione internazionale. Il progetto, che durerà un anno, è coordinato dalla professoressa Alessandra Braca e dalla dottoressa Marinella De Leo del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, in collaborazione con l’organizzazione non governativa Aidemet e il Dipartimento di medicina tradizionale di Bamako, la capitale del Mali.

 

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Da sinistra la professoressa Alessandra Braca e la dottoressa Marinella De Leo, il dottor Sergio Giani di Aidemet ONG e la professoressa Rokia Sanogo del DMT, Bamako, Mali


“Il Baobab è un alimento base della dieta quotidiana in molte zone dell’Africa centrale e occidentale, nelle zone rurali del Mali ad esempio è consumato sia in forma solida che come bevanda - spiega Alessandra Braca - e tuttavia le sue proprietà nutritive, e potenzialmente anche farmaceutiche, sono ancora poco conosciute”.

Nell’ottica di incrementare la conoscenza scientifica sul Baobab, e contribuire così alla lotta contro la malnutrizione, il progetto prevede quindi l’indagine chimica della polpa del frutto per definire il suo valore nutrizionale e le sue potenzialità come fonte di sostanze biologicamente attive a scopo medicinale.

“Nei nostri laboratori effettueremo le analisi del frutto per l’identificazione dei polifenoli ed eventuali altre molecole bioattive – aggiunge la professoressa Braca – quello che sappiamo finora è che la polpa del baobab è particolarmente ricca di fibre, sali minerali, amminoacidi, vitamina C, mentre ha un basso tenore di zuccheri, tutte proprietà che lo rendono un alimento ad alto potere nutrizionale”.

Da parte loro i partner del Mali si occuperanno principalmente del controllo di qualità di frutti e della formulazione di prodotti a base di baobab. Un altro ramo di intervento del progetto sarà infatti quello di cercare di promuovere la produzione del baobab, la sua trasformazione ed il commercio fra le popolazioni locali al fine di valorizzare le risorse del luogo e di favorire l’educazione a un regime alimentare sano e sicuro.


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L'albero del Baobab, il frutto e il logo del progetto



 

Approfondire la conoscenza delle proprietà nutritive e farmaceutiche del baobab per contribuire alla lotta contro la malnutrizione in Africa, favorendo anche la sua produzione e commercializzazione fra la popolazione locale. Con questi obiettivi ha ufficialmente preso il via a novembre il progetto “Il frutto del Baobab come fonte di sostanze nutritive e di molecole bioattive” finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito degli interventi di cooperazione internazionale. Il progetto, che durerà un anno, è coordinato dalla professoressa Alessandra Braca e dalla dottoressa Marinella De Leo del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, in collaborazione con l’organizzazione non governativa Aidemet e il Dipartimento di medicina tradizionale di Bamako, la capitale del Mali.
“Il Baobab è un alimento base della dieta quotidiana in molte zone dell’Africa centrale e occidentale, nelle zone rurali del Mali ad esempio è consumato sia in forma solida che come bevanda - spiega Alessandra Braca - e tuttavia le sue proprietà nutritive, e potenzialmente anche farmaceutiche, sono ancora poco conosciute”.
Nell’ottica di incrementare la conoscenza scientifica sul Baobab, e contribuire così alla lotta contro la malnutrizione, il progetto prevede quindi l’indagine chimica della polpa del frutto per definire il suo valore nutrizionale e le sue potenzialità come fonte di sostanze biologicamente attive a scopo medicinale.
“Nei nostri laboratori effettueremo le analisi del frutto per l’identificazione dei polifenoli ed eventuali altre molecole bioattive – aggiunge la professoressa Braca – quello che sappiamo finora è che la polpa del baobab è particolarmente ricca di fibre, sali minerali, amminoacidi, vitamina C, mentre ha un basso tenore di zuccheri, tutte proprietà che lo rendono un alimento ad alto potere nutrizionale”.
Da parte loro i partner del Mali si occuperanno principalmente del controllo di qualità di frutti e della formulazione di prodotti a base di baobab. Un altro ramo di intervento del progetto sarà infatti quello di cercare di promuovere la produzione del baobab, la sua trasformazione ed il commercio fra le popolazioni locali al fine di valorizzare le risorse del luogo e di favorire l’educazione a un regime alimentare sano e sicuro.

Venerdì, 24 Novembre 2017 13:04

"Non solo per l(av)oro"- deragliaMENTI

Martedì 28 novembre alle 18:00, nell'Aula Multimediale di Palazzo Ricci (Via del Collegio Ricci 10), GLAUCO, Associazione Universitaria LGBTQI*, organizza l'incontro NON SOLO PER L(AV)ORO - deragliaMENTI, dedicato al tema del Diversity Management .

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. [...]» Art. 1 Costituzione Italiana
Lavorare è un diritto.
Ma non per chiunque. Ma non per tutti i lavori.
Quali sono le condizioni e i compromessi che le identità "non normate" devono accettare per entrare nel mondo del lavoro?
Quali i temi e i problemi legati a professioni, come il sex working, "non normate" e non riconosciute?

Saranno presenti:

Ethan Bonali
Uomo trans non binario, attivista del gruppo Intersexioni

Fabrizia Bonechi
Studiosa femminista e blogger per Intersezioni e Decostruzioni e Abbatto i Muri

L'evento è organizzato dall' con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite. 

Con una giornata di celebrazioni ospitata nell’Aula Magna della Scuola di Ingegneria, l'E-Team, la squadra corse dell’Università di Pisa, ha festeggiato i suoi primi 10 anni insieme ai protagonisti di un'avventura iniziata nel 2007. Per l’occasione sono venuti a portare la loro testimonianza ex membri della squadra che, anche grazie all’esperienza maturata nell’E-Team, sono riusciti a inserirsi con successo nel mondo del lavoro.
All’evento sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, la prorettrice per gli studenti Antonella Del Corso e il presidente della Scuola di Ingegneria Alberto Landi. Hanno portato la loro testimonianza Francesco Castellana, primo team leader del gruppo, Francesco Lenzi, team leader nel 2009 e Marco Melani, laureato in Economia e Commercio, che nel team è stato responsabile della divisione “Business Plan”. Oltre a loro è intervenuto anche il professor Massimo Guiggiani, primo Faculty Advisor della squadra, considerato uno dei padri dell’E-Team, e che tuttora è impegnato quotidianamente ad aiutare la squadra con consulenze tecniche e forte supporto motivazionale. Inoltre hanno partecipato gli sponsor che da anni supportano e credono nell’attività della squadra corse.
« I meriti del progetto dell’E-Team vanno oltre gli eccellenti risultati sportivi ottenuti nel tempo, che riempiono d’orgoglio l’Ateneo di Pisa – ha commentato il rettore Paolo Mancarella – L’E-team è un’occasione preziosa per i giovani, un eccellente banco di prova delle proprie competenze e capacità, nonché una vetrina importante, che mette in contatto i ragazzi con aziende e sponsor. Ci tengo a ringraziare uno a uno tutti i ragazzi del team, quelli di oggi e quelli del passato: sono loro i protagonisti di questa avventura lunga 10 anni e il mio augurio è che la passione e l’impegno dimostrati in questo tempo li accompagni per tutta la vita futura, lavorativa e personale».
Il progetto dell’E-Team nasce nel 2007 ad opera di un gruppo di studenti e dottorandi di Ingegneria sotto la supervisione del professore Emilio Vitale, allora preside della facoltà di Ingegneria, e del professor Massimo Guiggiani, che per molti anni è stato Faculty Advisor del team. Con il passare del tempo il progetto si è ingrandito coinvolgendo anche studenti provenienti da altri corsi di laurea in Economia, Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione e Giurisprudenza, considerando che la squadra non è impegnata soltanto sotto il profilo della progettazione e della costruzione, ma anche sul fronte del marketing, delle pubbliche relazioni e della ricerca e gestione delle risorse economiche.
L’E-Team, che oggi conta circa 80 membri, partecipa ogni anno alla Formula SAE e Formula Student Germany, competizioni automobilistiche per veicoli monoposto progettati da studenti universitari, che prevedono prove statiche e gare di velocità. La squadra ha raggiunto in questi anni diversi successi, tra questi, si ricorda la partecipazione alla Formula SAE in Italia nel 2015, in occasione della quale ottiene il primo posto nella Classe 3 e nel 2016 la vittoria all’evento “Business Plan” di FSAE Italy e a quello di FSH - Formula Student Hungary. Quest’anno per la prima volta la vettura dell’E-Team è riuscita a terminare tutte le prove statiche e dinamiche in Italia al circuito di Varano de’ Melegari e in Germania al circuito di Hockenheim.

Con una giornata di celebrazioni ospitata nell’Aula Magna della Scuola di Ingegneria, l'E-Team squadra corse dell’Università di Pisa ha festeggiato i suoi primi 10 anni insieme ai protagonisti di un'avventura iniziata nel 2007. Per l’occasione sono venuti a portare la loro testimonianza ex membri della squadra che, anche grazie all’esperienza maturata nell’E-Team, sono riusciti a inserirsi con successo nel mondo del lavoro.

Guarda il video di presentazione della squadra.

Guarda il video che ripercorre la storia dell'E-team.

All’evento sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, la prorettrice per gli studenti Antonella Del Corso e il presidente della Scuola di Ingegneria Alberto Landi. Hanno portato la loro testimonianza Francesco Castellana, primo team leader del gruppo, Francesco Lenzi, team leader nel 2009 e Marco Melani, laureato in Economia e Commercio, che nel team è stato responsabile della divisione “Business Plan”. Oltre a loro è intervenuto anche il professor Massimo Guiggiani, primo Faculty Advisor della squadra, considerato uno dei padri dell’E-Team, e che tuttora è impegnato quotidianamente ad aiutare la squadra con consulenze tecniche e forte supporto motivazionale. Inoltre hanno partecipato gli sponsor che da anni supportano e credono nell’attività della squadra corse.

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Il rettore al volante della monoposto insieme ad alcuni membri dell’E-team.

« I meriti del progetto dell’E-Team vanno oltre gli eccellenti risultati sportivi ottenuti nel tempo, che riempiono d’orgoglio l’Ateneo di Pisa – ha commentato il rettore Paolo Mancarella – L’E-team è un’occasione preziosa per i giovani, un eccellente banco di prova delle proprie competenze e capacità, nonché una vetrina importante, che mette in contatto i ragazzi con aziende e sponsor. Ci tengo a ringraziare uno a uno tutti i ragazzi del team, quelli di oggi e quelli del passato: sono loro i protagonisti di questa avventura lunga 10 anni e il mio augurio è che la passione e l’impegno dimostrati in questo tempo li accompagni per tutta la vita futura, lavorativa e personale».


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Alcuni membri dell'E-Team insieme al rettore Paolo Mancarella, al prorettore vicario Nicoletta De Francesco e al presidente della Scuola di Ingegneria Alberto Landi.

Il progetto dell’E-Team nasce nel 2007 ad opera di un gruppo di studenti e dottorandi di Ingegneria sotto la supervisione del professore Emilio Vitale, allora preside della facoltà di Ingegneria, e del professor Massimo Guiggiani, che per molti anni è stato Faculty Advisor del team. Con il passare del tempo il progetto si è ingrandito coinvolgendo anche studenti provenienti da altri corsi di laurea in Economia, Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione e Giurisprudenza, considerando che la squadra non è impegnata soltanto sotto il profilo della progettazione e della costruzione, ma anche sul fronte del marketing, delle pubbliche relazioni e della ricerca e gestione delle risorse economiche.

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Foto di gruppo dell'E-Team.

L’E-Team, che oggi conta circa 80 membri, partecipa ogni anno alla Formula SAE e Formula Student Germany, competizioni automobilistiche per veicoli monoposto progettati da studenti universitari, che prevedono prove statiche e gare di velocità. La squadra ha raggiunto in questi anni diversi successi, tra questi, si ricorda la partecipazione alla Formula SAE in Italia nel 2015, in occasione della quale ottiene il primo posto nella Classe 3 e nel 2016 la vittoria all’evento “Business Plan” di FSAE Italy e a quello di FSH - Formula Student Hungary. Quest’anno per la prima volta la vettura dell’E-Team è riuscita a terminare tutte le prove statiche e dinamiche in Italia al circuito di Varano de’ Melegari e in Germania al circuito di Hockenheim.

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I ragazzi consegnano la maglia della squadra al rettore Paolo Mancarella e un regalo al professor Alberto Landi e alla prorettrice Antonella Del Corso.

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I ragazzi consegnano una targa al professor Massimo Guiggiani e al primo team leader della squadra Francesco Castellana.

 

Cosa ci rende umani? Un team internazionale di ricercatori ha scoperto nella corteccia cerebrale dell’uomo un particolare tipo di neuroni, gli interneuroni dopaminergici, che sono invece assenti in quella delle grandi scimmie, i nostri parenti più prossimi esistenti. Lo studio, durato sei anni, è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista «Science» e come unico italiano fra gli autori c’è Marco Onorati, ricercatore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e “visiting scientist” alla Yale University, nel laboratorio del professore Nenad Sestan.
“Il nostro cervello possiede capacità cognitive che lo rendono unico – spiega Onorati – e l’identificazione nella corteccia cerebrale umana degli interneuroni dopaminergici, non presenti in quella delle grandi scimmie africane come scimpanzé, bonobo e gorilla, costituisce un passo importante nella comprensione di cosa ci rende umani”.
L’analisi comparativa del profilo genico del cervello umano e di quello degli altri primati ha dunque rivelato la presenza di alcuni geni specificamente arricchiti nel nostro cervello fra cui quelli per la sintesi della dopamina. I neuroni dopaminergici si trovano infatti nella sostanza nera del mesencefalo sia dell’uomo che degli altri primati, ma solo nell’uomo sono presenti anche nella corteccia cerebrale. E proprio capire la loro funzionalità è stato il compito del ricercatore dell’Ateneo pisano che li ha generati in laboratorio grazie all’utilizzo di cellule staminali pluripotenti.
“Per quanto riguarda i numeri, questi interneuroni sono rari, meno dell’1% – conclude Onorati – e tuttavia, essendo coinvolti nella sintesi della dopamina, possono regolare funzioni cognitive superiori tipiche dell’uomo, come la memoria e il comportamento, oltre ad essere coinvolti in malattie come il Parkinson o alcune forme di demenza, per le quali questo studio potrà in futuro fornire nuove prospettive”.
Qui il link all’articolo su «Science»: http://science.sciencemag.org/content/358/6366/1027/tab-pdf
di cui sono primi autori i ricercatori Andre M. M. Sousa e Ying Zhu della Yale University.

Cosa ci rende umani? Un team internazionale di ricercatori ha scoperto nella corteccia cerebrale dell’uomo un particolare tipo di neuroni, gli interneuroni dopaminergici, che sono invece assenti in quella delle grandi scimmie, i nostri parenti più prossimi esistenti. Lo studio, durato sei anni, è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista «Science» e come unico italiano fra gli autori c’è Marco Onorati, ricercatore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e “visiting scientist” alla Yale University, nel laboratorio del professore Nenad Sestan.

“Il nostro cervello possiede capacità cognitive che lo rendono unico – spiega Onorati – e l’identificazione nella corteccia cerebrale umana degli interneuroni dopaminergici, non presenti in quella delle grandi scimmie africane come scimpanzé, bonobo e gorilla, costituisce un passo importante nella comprensione di cosa ci rende umani”.

 

Neurone

 

L’analisi comparativa del profilo genico del cervello umano e di quello degli altri primati ha dunque rivelato la presenza di alcuni geni specificamente arricchiti nel nostro cervello fra cui quelli per la sintesi della dopamina. I neuroni dopaminergici si trovano infatti nella sostanza nera del mesencefalo sia dell’uomo che degli altri primati, ma solo nell’uomo sono presenti anche nella corteccia cerebrale. E proprio capire la loro funzionalità è stato il compito del ricercatore dell’Ateneo pisano che li ha generati in laboratorio grazie all’utilizzo di cellule staminali pluripotenti.

“Per quanto riguarda i numeri, questi interneuroni sono rari, meno dell’1% – conclude Onorati – e tuttavia, essendo coinvolti nella sintesi della dopamina, possono regolare funzioni cognitive superiori tipiche dell’uomo, come la memoria e il comportamento, oltre ad essere coinvolti in malattie come il Parkinson o alcune forme di demenza, per le quali questo studio potrà in futuro fornire nuove prospettive”.

Qui i link all’articolo su «Science» di cui sono primi autori i ricercatori Andre M. M. Sousa e Ying Zhu della Yale University e al press release della Yale University.

Nell’ambito delle attività della II edizione della Biennale di Architettura di Pisa, è stato presentato il piano di sviluppo edilizio e patrimoniale dell’Università di Pisa. Con il convegno "Una proposta per migliorare il futuro” ospitato al Monastero delle Benedettine, l’Ateneo ha illustrato le azioni previste nei prossimi anni per implementare le strutture della didattica e della ricerca, con un focus particolare sulle nuove opere e gli interventi da realizzare.

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Il tavolo di discussione, moderato da Davide Guadagni, portavoce del rettore, si è aperto con i saluti di Marco Filippeschi, sindaco di Pisa, Andrea Muzzi, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Carlo Tomassini, direttore generale AOUP, Giovanni Maffei Cardellini, presidente del Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Giuseppe Sardu, presidente Acque Spa, Marco Moretti, presidente DSU Toscana e Ugo D’Anna, comandante provinciale Vigili del fuoco. I lavori sono stati preceduti poi dagli interventi del prorettore vicario Nicoletta De Francesco e del prorettore per l’edilizia e il patrimonio Walter Salvatore.

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L’Università di Pisa propone un grande piano di riassetto edilizio per razionalizzare le proprie attività e rendere la propria presenza nella città più armonica e funzionale. Con un respiro temporale di medio termine, concentrando le attività in sei poli omogenei, saranno riqualificate e ampliate le aree per lo studio e la didattica, saranno realizzati nuovi centri per la ricerca e riorganizzati gli spazi destinati agli uffici amministrativi per renderli più funzionali ed efficienti. Un piano di importanza storica che interverrà nella funzionalità interna dell’Ateneo, ma inevitabilmente riguarderà la vita dell’intera comunità del territorio.

Guarda una presentazione delle nuove opere.

Il convegno è stata la prima occasione per presentare il lavoro proposto dagli uffici dell’Ateneo e aprire la discussione con tutti gli attori che presiedono al governo del territorio con lo scopo di giungere a una soluzione condivisa che, oltre che riqualificare le strutture universitarie, possa migliorare la qualità della vita di tutti.

Il video di presentazione del nuovo piano edilizio:

venerdì 1 dicembre alle ore 17 presso aula Fil A (Palazzo Carità, via Paoli, I piano), avrà luogo la giornata conclusiva del Laboratorio su 'Emozioni e corporeità'.
In questa occasione intervengono i curatori L. Massantini e V. Bizzari per presentare il volume 'Emozioni e corporeità' nato dalla collaborazione degli studenti al laboratorio. Verranno inoltre distribuite alle studentesse e agli studenti dell'università di Pisa le stampe delle relazioni del seminario (fino a esaurimento copie).

L'incontro è organizzato con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa

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