Prospettive
Gli ultimi e drammatici avvenimenti, con l’attacco militare di Israele contro l’Iran che segue a quelli contro il Libano e il Territorio Palestinese occupato, confermano il progressivo scivolamento nel caos del quadro internazionale, già fortemente deteriorato a partire dalla guerra in Ucraina. A Gaza si muore, ogni giorno da mesi, sotto le bombe, per fame, sete e malattia. La violenza dell’esercito israeliano sulla popolazione civile è stata più volte denunciata, le violazioni del diritto internazionale sono numerose, gravi sono i crimini perpetrati.
Di fronte all’escalation delle azioni belliche e all’irrefrenabile violenza eliminazionista crediamo che la comunità accademica, oggi sottoposta a tentativi di delegittimazione in quanto fonte di verità scomode e di idee indipendenti, debba porsi in prima linea nel rivendicare la legittimità del diritto internazionale, nella difesa dei diritti umani e dei popoli, nella denuncia di ogni evidente violazione, nel rilancio del multilateralismo e nel sostegno alle istituzioni transnazionali come sede di risoluzione delle controversie.
Tutta la comunità accademica può e deve intervenire di fronte alla situazione attuale, caratterizzata da precari equilibri internazionali, da una violenza strutturale normalizzata, dalle conseguenze del cambiamento climatico che si manifestano in modo sempre più evidente incrementando le disuguaglianze globali senza che i governi se ne facciano realmente carico. Il suo ruolo è generare sapere critico, valorizzare le conoscenze esistenti e crearne di nuove anche per scegliere le traiettorie di sviluppo delle tecnologie, per valutarne l’impatto e le conseguenze sociali e culturali nel lungo periodo, per immaginare una crescita sostenibile, per favorire il dialogo, il confronto e l’ascolto tra mondi culturali, la condivisione di una idea di giustizia sociale e salute globale, per rafforzare le trasformazioni nonviolente dei conflitti contribuendo alla costruzione della pace.
Tutte le conoscenze, anche le più specialistiche, sono necessarie, e ciascuna può essere messa al servizio di una finalità comune, a maggior ragione di fronte all’evidente smarrimento dei decisori politici ad ogni livello.
La crescente consapevolezza delle conseguenze della guerra sui popoli e sull’ambiente rende sempre più necessaria l’organizzazione di percorsi di ricerca alternativi, che si oppongono a possibili usi strumentali finalizzati alla guerra. Le autorità accademiche hanno il dovere di guidare questo sforzo, allineando gli orientamenti strategici e la gestione delle risorse umane e finanziarie per consolidare la ricerca per la pace, facilitando la costruzione di collaborazioni, sviluppando la diplomazia scientifica, potenziando il supporto a ricercatori e studenti a rischio. Riteniamo che l’Università di Pisa debba mettersi in prima linea in questo processo, affermandosi come voce autorevole e plurale all’interno dell’opinione pubblica e del sistema istituzionale.

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Colonne portanti del progetto sono innovazione in diagnostica di precisione e medicina personalizzata, tecnologie robotiche e soluzioni assistive, oltre a progetti per il benessere sociale e l’inclusione.