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Marianne Hepp Come riporta l’articolo del quotidiano svizzero “Freiburger Nachrichten", la professoressa Marianne Hepp del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa è stata eletta per il quadriennio 2017-2021 presidente dello IDV (Internationaler Deutschlehrerverband), l’Associazione Internazionale Docenti di Tedesco. Il nuovo mandato conferma la carica che Marianne Hepp ricopre dal 2009 al vertice di un’istituzione che riunisce attualmente 94 associazioni nazionali di docenti di Tedesco L2 in 85 paesi di tutti i continenti, dedicandosi a questioni di politica culturale e linguistica. Nel suo ruolo di presidente, la professoressa Hepp cura le relazioni internazionali miranti alla promozione e diffusione della lingua e cultura tedesca tra i paesi in cui è lingua ufficiale e il resto del mondo.

Marianne Hepp è professore associato di Lingua e traduzione tedesca. I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla morfologia e alla formazione della parola nel tedesco e al rapporto tra generi testuali di uso quotidiano e generi letterari. Dal 2009 si occupa di politica linguistica, con particolare riguardo per la situazione del tedesco come lingua straniera nel mondo.

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L'articolo sul quotidiano svizzero “Freiburger Nachrichten".

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“Affamare il tumore”: è questa la parola chiave di uno studio, che ha coinvolto il professor Armando Rossello del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo Xantumolo (XN), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato di numerose proprietà benefiche. Questa ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole basate sulla struttura del composto naturale, di per sé in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, e in grado di “affamare” il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo. L’azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali spesso viene affiancata alla chemioterapia.
La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.
Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.
"Questa ricerca - spiega il professor Rossello - ha avuto l’obiettivo di progettare e sviluppare modificazioni strutturali della molecola dello xantumolo per migliorarne le proprietà anti angiogeniche mantenendo la sua bassa tossicità. Lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato che i nuovi Xantumoli possiedono una capacità di riduzione dell’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale (struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali), quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari". "Questi nostri risultati - conclude il docente dell'Università di Pisa - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo".
“Il passo successivo - ha aggiunto la dottoressa Albini - sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.
“Un mio particolare ringraziamento - ha concluso il professor Rossello - va al costante supporto, non comune in Italia, della nostra Università, che mostra particolare cura e attenzione verso la ricerca di base e che con sforzi economici lodevoli, malgrado la difficile congiuntura economica del paese, utilizzando fondi e bandi di ricerca competitivi (finanziamento di Ateneo e Progetti di Ricerca di Ateneo) sostiene costantemente i propri ricercatori. Ciò consente di sviluppare ricerche competitive e fruttifere in pubblicazioni di rilevanza internazionale e prodotti a ricaduta economica nel trasferimento tecnologico quali i brevetti”.
La ricerca è stata condotta dai ricercatori dei seguenti laboratori: Antonino Bruno, Barbara Bassani e Denisa Baci per l’IRCCS MultiMedica; Elisa Nuti, Caterina Camodeca, Lea Rosalia, Elisabetta Orlandini e Susanna Nencetti, per l’Università di Pisa; Cristina Gallo per l'IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. È stata realizzata grazie al supporto di un finanziamento da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), di una borsa della Fondazione Umberto Veronesi (FUV) e di fondi di ricerca dell’Università di Pisa.

Venerdì 29 settembre, alle 21.00, in occasione di BRIGTH, la Notte dei ricercatori, presso la Gipsoteca di Arte Antica, si terrà la presentazione del libro "I robot e noi" di Maria Chiara Carrozza. Modera Paolo Maria Mancarella, rettore dell'Università di Pisa. Oltre all’autrice Maria Chiara Carrozza, professoressa di bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna e parlamentare, interverranno Fabio Fossa, dottore di ricerca in filosofia all'Università di Pisa, Matteo Bianchi, ricercatore del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, Carmelina Zirafa, chirurgo toracico dell’Unità operativa di chirurgia toracica mininvasiva robotica della AOUP e Arianna Menciassi, professoressa di bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant'Anna. Al termine dell'incontro sarà offerto un cocktail di chiusura di BRIGHT 2017.
“I Robot e noi” è edito da Arel-il Mulino nella collana “Scuola di Politiche”, nata nell’ambito dell’omonima Scuola che ospita i più qualificati contributi attraverso i quali la SdP intende fornire un punto di osservazione e di orientamento. Il libro di Maria Chiara Carrozza, nato proprio dalle lezioni alla Scuola di Politiche, ci insegna che capire l’evoluzione della robotica è fondamentale per comprendere la sfida culturale e politica della quarta rivoluzione industriale. Intraprendere questo viaggio nella robotica, quindi, significa fare un viaggio nel futuro dell’umanità. Quella attuale è infatti una nuova era robotica, l’era in cui i robot, una volta solo supporto industriale, escono dalle fabbriche e iniziano ad abitare altri luoghi: l’interno del corpo umano, il mondo sottomarino, lo spazio. È l’era in cui i robot vivono in mezzo a noi, ci aiutano, ci connettono, a volte ci sostituiscono. Soprattutto, i robot, interagendo con noi, ci cambiano e cambiano la nostra società.
Maria Chiara Carrozza, già Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, è professore ordinario di Bioingegneria industriale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha diretto dal 2007 al 2013. È responsabile dell’Area “Neuro-Robotics” dell’Istituto di Biorobotica. Autrice di numerose pubblicazioni internazionali e detentrice di vari brevetti, è inoltre presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria e consigliere d’amministrazione di Piaggio. Ha co-fondato la start-up IUVO, che si occupa di tecnologie indossabili per assistenza personale. È deputato del Partito Democratico.

Sono 37 le scuole di specializzazione di area sanitaria dell'Università di Pisa accreditate secondo le nuove procedure definite dal decreto interministeriale congiunto tra Miur e Ministero della Salute uscito in giugno e che ha impegnato tutti gli atenei italiani nella scorsa estate.

scuola medica1

Se all’accreditamento corrispondesse l’attribuzione di almeno una borsa, come è altamente probabile, l'Ateneo pisano otterrebbe la sede amministrativa per 7 nuove scuole: Ematologia, Allergologia e immunologia clinica, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina del lavoro, Malattie infettive e tropicali e Chirurgia vascolare. A queste si sommano le 3 scuole per le quali l'Ateneo ha stretto un accordo di collaborazione con l’Università di Siena finalizzato alla creazione di scuole di specializzazione regionali. In questo caso si tratta di Cardiochirurgia, Chirurgia pediatrica e Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Le ultime due sono nuove nel panorama dell’offerta formativa dell'Università di Pisa.

"Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - che vede l'accreditamento di ben 37 scuole di specializzazione dell'Università di Pisa sulle 40 per cui era stata presentata richiesta. Rispetto alle indiscrezioni pubblicate a fine agosto sul 'Corriere della sera', sono solo 3 e non 7 le scuole che non hanno avuto un responso positivo. Sono inoltre particolarmente lieto che l'offerta formativa del nostro Ateneo si arricchisca di nuove scuole di specializzazione su tematiche di grande rilievo e per noi molto importanti".

Sono 37 le scuole di specializzazione di area sanitaria dell'Università di Pisa accreditate secondo le nuove procedure definite dal decreto interministeriale congiunto tra Miur e Ministero della Salute uscito in giugno e che ha impegnato tutti gli atenei italiani nella scorsa estate.
Se all’accreditamento corrispondesse l’attribuzione di almeno una borsa, come è altamente probabile, l'Ateneo pisano otterrebbe la sede amministrativa per 7 nuove scuole: Ematologia, Allergologia e immunologia clinica, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina del lavoro, Malattie infettive e tropicali e Chirurgia vascolare. A queste si sommano le 3 scuole per le quali l'Ateneo ha stretto un accordo di collaborazione con l’Università di Siena finalizzato alla creazione di scuole di specializzazione regionali. In questo caso si tratta di Cardiochirurgia, Chirurgia pediatrica e Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Le ultime due sono nuove nel panorama dell’offerta formativa dell'Università di Pisa.
"Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - che vede l'accreditamento di ben 37 scuole di specializzazione dell'Università di Pisa sulle 40 per cui era stata presentata richiesta. Rispetto alle indiscrezioni pubblicate a fine agosto sul 'Corriere della sera', sono solo 3 e non 7 le scuole che non hanno avuto un responso positivo. Sono inoltre particolarmente lieto che l'offerta formativa del nostro Ateneo si arricchisca di nuove scuole di specializzazione su tematiche di grande rilievo e per noi molto importanti".

“Affamare il tumore”: è questa la parola chiave di uno studio che ha coinvolto il professor Armando Rossello, del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo Xantumolo (XN), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato di numerose proprietà benefiche. Questa ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole basate sulla struttura del composto naturale, di per sé in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, e in grado di “affamare” il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo. L’azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali spesso viene affiancata alla chemioterapia.

La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.
Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.

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"Questa ricerca - spiega il professor Rossello - ha avuto l’obiettivo di progettare e sviluppare modificazioni strutturali della molecola dello xantumolo per migliorarne le proprietà anti angiogeniche mantenendo la sua bassa tossicità. Lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato che i nuovi Xantumoli possiedono una capacità di riduzione dell’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale (struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali), quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari". "Questi nostri risultati - conclude il docente dell'Università di Pisa - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo".

“Il passo successivo - ha aggiunto la dottoressa Albini - sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.

“Un mio particolare ringraziamento - ha concluso il professor Rossello - va al costante supporto, non comune in Italia, della nostra Università, che mostra particolare cura e attenzione verso la ricerca di base e che con sforzi economici lodevoli, malgrado la difficile congiuntura economica del paese, utilizzando fondi e bandi di ricerca competitivi (finanziamento di Ateneo e Progetti di Ricerca di Ateneo) sostiene costantemente i propri ricercatori. Ciò consente di sviluppare ricerche competitive e fruttifere in pubblicazioni di rilevanza internazionale e prodotti a ricaduta economica nel trasferimento tecnologico quali i brevetti”.

gruppo Rossello1

La ricerca è stata condotta dai ricercatori dei seguenti laboratori: Antonino Bruno, Barbara Bassani e Denisa Baci per l’IRCCS MultiMedica; Elisa Nuti, Caterina Camodeca, Lea Rosalia, Elisabetta Orlandini e Susanna Nencetti, per l’Università di Pisa; Cristina Gallo per l'IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. È stata realizzata grazie al supporto di un finanziamento da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), di una borsa della Fondazione Umberto Veronesi (FUV) e di fondi di ricerca dell’Università di Pisa.

Nella foto in basso: il professor Rossello e il gruppo di ricerca dell'Università di Pisa.

Salto di qualità nella produzione di semiassi grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa e la GKN, multinazionale britannica che si occupa principalmente della realizzazione di componenti destinati alle industrie del settore automobilistico. Un innovativo sistema di controllo della qualità di semiassi per automobili è il risultato di un progetto di ricerca di Industria 4.0, avviato nel marzo del 2016, tra il dipartimento pisano e la GKN di Firenze, specializzata nella produzione di semiassi per Fca e per diverse altre case automobilistiche mondiali.
Il sistema di controllo sfrutta un algoritmo e cinque telecamere mobili, utilizzando una sorta di “body scanner” per analizzare il pezzo prima della spedizione. Se il prodotto è conforme, il semiasse viene sistemato nell’imballaggio finale diretto al cliente; se invece viene rilevato un difetto di fabbricazione, il pezzo viene identificato con una etichetta e messo a disposizione dell’operatore, che lo controllerà nuovamente.
I vantaggi del nuovo sistema stanno nell'eliminazione del rischio di errore umano, nella maggiore efficienza dell’impianto e nella più rapida rilevazione e riparazione del pezzo. Finora, infatti, il controllo qualità veniva effettuato a mano da un operatore, che applicava un’etichetta ai pezzi considerati difettosi e li inviava a ulteriore verifica, col rischio di escape insito in tutti i controlli umani.
Il sistema, frutto di una più ampia strategia diretta ad automatizzare il controllo qualità avviata nel 2009, è stato già installato su una delle linee di produzione dello stabilimento fiorentino della GKN, diretto dall'amministratore delegato Cesare Ottavi, che produce semiassi per i veicoli Jeep Renegade e Fiat 500x, realizzando più di 1500 pezzi al giorno per cella di produzione. Lo stabilimento GKN di Firenze diventa così un modello per gli altri 34 stabilimenti della divisione Driveline, che conta 4,2 miliardi di sterline di ricavi e 28.100 dipendenti.
Il gruppo di ricerca dell'Ateneo pisano è composto da una decina di ingegneri industriali con varie specializzazioni (automazione, gestionale e meccanica), che si sono susseguiti per circa un anno e mezzo, tra i quali Stefano Chiodi, Jonathan Fiorini e Michele Biancalana. È stato formato e coordinato dal professor Michele Lanzetta su impulso del professor Gino Dini. “La sfida principale - spiega Michele Lanzetta - è stata rilevare 43 tipi di errori su 500 pezzi a turno per 3 turni giornalieri, un grado di complessità particolarmente elevato in campo meccanico. Un’ulteriore innovazione è nel tipo di collaborazione che prevede il trasferimento di know-how universitario all’azienda, con cessione del codice sorgente, di tutti i documenti di progetto e perfino un piano di addestramento, che coinvolge ben 25 tecnici GKN, al fine di rendere l’azienda autonoma per lo sviluppo di futuri sistemi, permettendole di fare un taglia e incolla delle soluzioni già sperimentate sul progetto pilota, quello che presentava le maggiori criticità".
"Progressivamente - precisa l'amministratore delegato di GKN Firenze, Cesare Ottavi - il nuovo sistema sarà esteso a tutte e dodici le linee fiorentine e perfettamente integrato nell’impianto. L’intenzione del gruppo è quella di estenderlo inoltre a tutti gli altri stabilimenti che hanno processi di assemblaggio". "Questo sistema - conclude il dottor Ottavi - segna una rivoluzione, uno spartiacque nel controllo qualità, facendo acquisire a Firenze grande visibilità, riconoscimento di eccellenza e leadership tecnologica nei confronti degli altri stabilimenti del gruppo".
Il responsabile del progetto in GKN, l’ingegner Enrico Cannoni, racconta che il sistema è stato dapprima testato in laboratorio presso l’Università e in parallelo è stata realizzata la stazione definitiva grazie alla sperimentazione in stretta collaborazione con i tecnici GKN, in particolare Gianni Salvini, Simone Pozzi, Valerio Raugi e Nicola Coscia. Il sistema è andato in linea lo scorso dicembre, affinando le prestazioni progressivamente fino a diventare totalmente autonomo in aprile.

Salto di qualità nella produzione di semiassi grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa e la GKN, multinazionale britannica che si occupa principalmente della realizzazione di componenti destinati alle industrie del settore automobilistico. Un innovativo sistema di controllo della qualità di semiassi per automobili è il risultato di un progetto di ricerca di Industria 4.0, avviato nel marzo del 2016, tra il dipartimento pisano e la GKN di Firenze, specializzata nella produzione di semiassi per Fca e per diverse altre case automobilistiche mondiali.

Il sistema di controllo sfrutta un algoritmo e cinque telecamere mobili, utilizzando una sorta di “body scanner” per analizzare il pezzo prima della spedizione. Se il prodotto è conforme, il semiasse viene sistemato nell’imballaggio finale diretto al cliente; se invece viene rilevato un difetto di fabbricazione, il pezzo viene identificato con una etichetta e messo a disposizione dell’operatore, che lo controllerà nuovamente.

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Nella foto: da sinistra Cesare Ottavi e Michele Lanzetta.

I vantaggi del nuovo sistema stanno nell'eliminazione del rischio di errore umano, nella maggiore efficienza dell’impianto e nella più rapida rilevazione e riparazione del pezzo. Finora, infatti, il controllo qualità veniva effettuato a mano da un operatore, che applicava un’etichetta ai pezzi considerati difettosi e li inviava a ulteriore verifica, col rischio di escape insito in tutti i controlli umani.

Il sistema, frutto di una più ampia strategia diretta ad automatizzare il controllo qualità avviata nel 2009, è stato già installato su una delle linee di produzione dello stabilimento fiorentino della GKN, diretto dall'amministratore delegato Cesare Ottavi, che produce semiassi per i veicoli Jeep Renegade e Fiat 500x, realizzando più di 1500 pezzi al giorno per cella di produzione. Lo stabilimento GKN di Firenze diventa così un modello per gli altri 34 stabilimenti della divisione Driveline, che conta 4,2 miliardi di sterline di ricavi e 28.100 dipendenti.

Il gruppo di ricerca dell'Ateneo pisano è composto da una decina di ingegneri industriali con varie specializzazioni (automazione, gestionale e meccanica), che si sono susseguiti per circa un anno e mezzo, tra i quali Stefano Chiodi, Jonathan Fiorini e Michele Biancalana. È stato formato e coordinato dal professor Michele Lanzetta su impulso del professor Gino Dini. “La sfida principale - spiega Michele Lanzetta - è stata rilevare 43 tipi di errori su 500 pezzi a turno per 3 turni giornalieri, un grado di complessità particolarmente elevato in campo meccanico. Un’ulteriore innovazione è nel tipo di collaborazione che prevede il trasferimento di know-how universitario all’azienda, con cessione del codice sorgente, di tutti i documenti di progetto e perfino un piano di addestramento, che coinvolge ben 25 tecnici GKN, al fine di rendere l’azienda autonoma per lo sviluppo di futuri sistemi, permettendole di fare un taglia e incolla delle soluzioni già sperimentate sul progetto pilota, quello che presentava le maggiori criticità".

"Progressivamente - precisa l'amministratore delegato di GKN Firenze, Cesare Ottavi - il nuovo sistema sarà esteso a tutte e dodici le linee fiorentine e perfettamente integrato nell’impianto. L’intenzione del gruppo è quella di estenderlo inoltre a tutti gli altri stabilimenti che hanno processi di assemblaggio". "Questo sistema - conclude il dottor Ottavi - segna una rivoluzione, uno spartiacque nel controllo qualità, facendo acquisire a Firenze grande visibilità, riconoscimento di eccellenza e leadership tecnologica nei confronti degli altri stabilimenti del gruppo".

Il responsabile del progetto in GKN, l’ingegner Enrico Cannoni, racconta che il sistema è stato dapprima testato in laboratorio presso l’Università e in parallelo è stata realizzata la stazione definitiva grazie alla sperimentazione in stretta collaborazione con i tecnici GKN, in particolare Gianni Salvini, Simone Pozzi, Valerio Raugi e Nicola Coscia. Il sistema è andato in linea lo scorso dicembre, affinando le prestazioni progressivamente fino a diventare totalmente autonomo in aprile.

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Con una mappa di eventi che seguirà il percorso ideale di una “metropolitana del sapere”, torna a Pisa “BRIGHT - La Notte dei Ricercatori in Toscana”, la manifestazione che venerdì 29 settembre si svolgerà in contemporanea in oltre 250 città in tutta Europa. Protagonisti della notte saranno i ricercatori, che il pubblico potrà incontrare nelle strade e nelle piazze della città lungo le tappe di un percorso che collega tra loro le università e i centri di ricerca promotori dell’iniziativa: Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, CNR, INGV, INFN e Scuola IMT Alti Studi Lucca.

Il programma di BRIGHT è stato presentato dal rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, il professor Andrea Ferrara della Scuola Normale, il professor Vincenzo Lionetti della Scuola Sant’Anna, Domenico Laforenza, presidente dell’area della ricerca di Pisa del CNR, Michele Viviani, ricercatore della Sezione INFN Pisa, Spina Cianetti, ricercatrice dell’INGV e il professor Emanuele Pellegrini, della Scuola IMT Alti Studi Lucca.

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Per sottolineare la connessione fra le tante sedi in cui si fa ricerca a Pisa, città della ricerca per eccellenza, le attività saranno infatti organizzate secondo 5 “linee” (Salute e benessere, Nuove tecnologie, Sviluppo sostenibile, I regni della natura, Patrimonio culturale) che si snoderanno dalle vie del centro fino all’Area San Cataldo (CNR e Dipartimento di Chimica), passando per i musei dell’Ateneo (aperti gratuitamente al pubblico dalle 18 alle 22), fino al Museo di Storia Naturale di Calci. Ad ogni “fermata” della metropolitana, i visitatori potranno incontrare i veri protagonisti di BRIGHT, i ricercatori, che racconteranno e sveleranno al pubblico il loro lavoro e le loro scoperte.

Per collegare gli eventi organizzati in centro con quelli dell’Area San Cataldo (CNR e Dipartimento di Chimica) anche quest’anno è stato attivato un servizio di navetta gratuito.

L’inaugurazione della giornata è prevista alle ore 17 in Piazza XX Settembre, con un intermezzo musicale dell’Orchestra dell’Università di Pisa. I ricercatori mostreranno i risultati delle proprie ricerche presso stand in Largo Ciro Menotti, alle Logge di Banchi e in Piazza Martiri della Libertà; ne parleranno con i cittadini negli aperitivi della ricerca e nelle librerie; i più piccoli potranno divertirsi con i giochi alla scoperta del mondo o partecipando agli incontri a loro dedicati in libreria; biblioteche, collezioni e laboratori degli enti di ricerca coinvolti rimarranno aperti e ospiteranno visite guidate per adulti e bambini. Il programma di intrattenimento prevede un ciclo di proiezioni al Cinema Arsenale, con brindisi alla ricerca, e tanta musica con la band itinerante Fantomatik Orchestra, la diretta di Radioeco dalle Logge di Banchi e il concerto finale in Piazza XX Settembre del Libero Coro Bonamici. Altri eventi si snoderanno lungo le varie “fermate” della metropolitana, con musica e intrattenimento in tutta la città.

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Oltre a Pisa, gli appuntamenti di BRIGHT 2017 saranno ospitati anche sul territorio: a Viareggio, con iniziative dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR ospitate a Villa Borbone, a Pontedera nel Polo Valdera della Scuola Sant’Anna e a Lucca, dove la Scuola IMT Alti Studi propone un ampio programma di eventi.

Promosso dalla Regione Toscana e coordinato dall’Università di Siena, “Bright 2017” vede la partecipazione delle Università di Firenze, Pisa, Siena e Siena-Stranieri, delle Scuole Superiori Sant’Anna e Normale di Pisa, e Scuola IMT Alti Studi Lucca, insieme al CNR (area della ricerca di Pisa), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Sezione di Pisa).

Il programma dettagliato è disponibile sul sito http://www.bright-toscana.it.


Un focus sulle iniziative dell'Università di Pisa 

Stand della ricerca


Il Centro di ricerca “Enrico Piaggio” mostrerà le ultime ricerche di frontiera nell’ambito della robotica, con il robot Ego, in grado di entrare in ambienti pericolosi al posto dell’uomo e la mano robotica “softhand”, e della bioingegneria, dai bioreattori per lo sviluppo di organi artificiali ai dispositivi indossabili per lo studio dei segnali corporei.

Il dipartimento di Filologia Letteratura e Linguistica parteciperà con lo stand “Voce, libro, bit”, lettere e diari dalla Prima Guerra Mondiale, film e serie tv saranno il mezzo per scoprire le nuove opportunità che le tecnologie della lingua offrono per conservare e arricchire il patrimonio di memoria dei testi e i software per l'analisi simultanea dei codici verbali e non verbali.

I dipartimenti di Ingegneria civile e industriale e di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni ci presenteranno l'auto del futuro in termini di motori, combustibili eco-friendly, indagini di sicurezza e di sostenibilità, materiali a basso impatto ambientale per la costruzione del veicolo e della pavimentazione stradale.

In tutti gli stand della ricerca anche bambini e ragazzi potranno scoprire e capire molte delle ricerche presentate attraverso attività, esperimenti e giochi pensati per loro. Ricordiamo ad esempio la Ludoteca scientifica, oltre agli stand dedicati alla Chimica e alle Scienze della terra. Inoltre la Libreria dei Ragazzi ospiterà due eventi dedicati ai mostri marini dopo i dinosauri (con il professor Giovanni Bianucci) e alla matematica (con Anna Baccaglini-Frank e Marco Franciosi).

Aperitivi della Ricerca e Librerie e Scienza


Molto ricca è l’offerta nell’ambito degli aperitivi della ricerca, che spazieranno dalla fisica, dalla riscoperta di un’antica tradizione della nostra Regione (il latte d’asina), alle nuove tecnologie applicate al diritto. Nella tematica delle scienze socio-economiche sono in programma seminari di grande attualità come quello del professor Marco Allegrini del dipartimento di Economia e Management, che ci aiuterà a capire i principali scandali finanziari verificatisi dal 2000 in poi a livello nazionale e internazionale e quello del professor Mario Morroni del dipartimento di Scienze Politiche sulla crisi finanziaria, lo stato di salute dell’economia italiana e le prospettive per il futuro. Infine, il professor Alessandro Tredicucci, del dipartimento di Fisica e vincitore del più prestigioso progetto europeo (ERC Grant), ci svelerà quali materiali riescono ad impicciolire e imprigionare la luce e cosa sarà possibile fare con questi materiali nel prossimo futuro.

Iniziativa in Gipsoteca


Alle ore 21, alla Gipsoteca di Arte antica, Maria Chiara Carrozza presenterà il suo libro “I robot e noi”. Ne discuteranno con l’autrice Fabio Fossa, filosofo, Matteo Bianchi, ricercatore del Centro Piaggio, Cristina Zirafa, chirurgo toracico dell’Unità operativa di chirurgia toracica mininvasiva robotica, Arianna Menciassi, ingegnere biomedico recentemente premiata al Festival della Robotica. Modera Paolo Mancarella, rettore Università di Pisa.

I Musei d’Ateneo


Per la Notte dei Ricercatori saranno inoltre aperti fino a tarda notte i Musei del Sistema Museale d’Ateneo, con visite guidate e iniziative dedicate alla città, dagli adulti ai bambini. Il Museo di Storia naturale di Calci, il Museo della Grafica, il Museo degli Strumenti per il Calcolo, la Gipsoteca di Arte antica, le Collezioni egittologiche e il Museo botanico parteciperanno a BRIGHT e l’ingresso sarà gratuito.

Da segnalare l’evento alle ore 21 al Museo di Calci: “Con l’intelletto si muove la fantasia: intervista impossibile a Paolo Savi”, a cui seguirà una visita alla Galleria Storica e brindisi.

Dai bellissimi manifesti dei primi decenni del Novecento al web, passando per le etichette, “Tutto fa food. Gli ingredienti della comunicazione nel settore alimentare” è il tema del convegno organizzato dal Master in Food Quality Management and Communication del Dipartimento di Economia dell’Università di Pisa per raccontare com’è cambiata la comunicazione tematica e per immagini del cibo. Un affascinante viaggio anche sull’evoluzione dei media e dei gusti degli italiani. L’appuntamento è per il 26 settembre alle 14.30 a Pisa nella sala convegni Polo Piagge (via Giacomo Matteotti, 11).
“La composizione del piatto degli italiani sta subendo cambiamenti epocali – spiega la professoressa Angela Tarabella, direttore scientifico di Master Food e promotrice del convegno - Il successo degli chef e delle trasmissioni tv dedicate alla cucina e al cibo, l’ingresso nel mercato italiano dei novel food e la diversificazione delle scelte alimentari (vegani, vegetariani, gluten free, ecc...) ci mette di fronte a una nuova era della comunicazione alimentare”.
Il convegno parte dai manifesti d’epoca delle pubblicità di cui Marta Mazza, direttore del Museo nazionale Collezione Salce di Treviso, mostrerà i più significativi esempi, analizzandone lo stile e i messaggi. “Sono oltre 3mila, nel novero complessivo dei 25mila pezzi della Collezione Salce, i manifesti pubblicitari relativi ai generi alimentari. Si tratta indiscutibilmente di uno dei settori che più ha beneficiato delle invenzioni della grafica illustrata e che, a sua volta, ha contribuito a scrivere la storia della pubblicità attraverso straordinarie campagne comunicative per marchi come Campari, Perugina, Buitoni, Barilla. Dagli inizi del XX secolo, con Leonetto Cappiello, fino ai recentissimi Erberto Carboni e Armando Testa, la comunicazione del food stupisce, affascina e conduce suadente attraverso la storia della produzione, dei consumi e dell'arte”.
Il secondo intervento del dottor Marco Cuppini, direttore Centro studi e comunicazione GS1 Italy, sarà sulla crescente domanda d’informazione dei consumatori e su come le etichette siano diventate dei veri e propri media per rispondere a questo bisogno. In chiusura del convegno, sarà presa in esame la più recente frontiera della comunicazione del food, cioè il web. Marco Bianchi, divulgatore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi e food mentor spiegherà l’importanza assunta da internet e dai social media nella comunicazione delle caratteristiche degli alimenti e nella formazione della reputazione di un brand.

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