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Comunicati stampa

Uno strumento ecografico top di gamma, con elevate potenzialità in ambito assistenziale e di ricerca. È questo l’inaspettato dono che Maurizio Mian, ex presidente del Pisa Calcio, ha fatto questa mattina al Centro per l'Integrazione della Strumentazione dell'Università di Pisa (CISUP), mosso dal desiderio di fornire un aiuto concreto nella lotta contro l’emergenza Covid-19.

“Quello compiuto da Mian è un gesto meraviglioso a sostegno di tutta la nostra comunità – ha commentato il rettore Paolo Mancarella - Un aiuto prezioso al personale dell’AOUP che da settimane lotta contro l’emergenza”.

L’ecografo sarà collocato all'Ospedale di Cisanello, permettendone l'uso immediato al gruppo di anestesisti-rianimatori attivi nell'unità operativa diretta dal professor Francesco Forfori, associato di Anestesiologia, afferente al dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica, oltre che membro del CISUP.

“Non potremo mai ringraziare a sufficienza Maurizio Mian per la generosità dimostrata – ha commentato il direttore del CISUP, Simone Capaccioli - Questa strumentazione non solo è utile oggi nella lotta contro il Covid-19, ma continuerà a essere di grande aiuto anche in futuro”.

I colleghi dell'unità del professor Forfori potranno, infatti, impiegare lo strumento già da subito nel monitoraggio con ecografia polmonare dei pazienti da loro seguiti. Passata l'attuale emergenza sanitaria, le caratteristiche multidisciplinari dello strumento potranno, invece, consentirne un uso proficuo anche da parte di altri ricercatori in ambito radiologico, cardiovascolare, muscolo-scheletrico e dermatologico e, più in generale, a membri di varie aree del CISUP.

In piena emergenza coronavirus, l’Ospedale didattico veterinario “M. Modenato” del Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa continua ad assicurare le cure urgenti agli animali lasciando aperto il servizio di pronto soccorso e di terapia intensiva H24. La struttura di San Piero a Grado, pur avendo contratto le varie attività nell’intento di rafforzare i dispositivi del #iorestoacasa e per salvaguardare la salute degli operatori e di tutti, ha mantenuto i servizi di emergenza seguendo le indicazioni della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Veterinari e in linea con le indicazioni dei provvedimenti di legge nazionali.

“Accanto alle iniziali preoccupazioni, subito fugate, rispetto alle possibilità di contagio, fino alle necessarie attività di presa in carico di quegli animali i cui proprietari stanno vivendo momenti terribili e talvolta definitivi, la presenza degli animali nelle case sta dimostrandosi una preziosa risorsa per migliorare e ridurre la tensione nella vita delle persone – spiega la dottoressa Chiara Mariti, ricercatrice di fisiologia veterinaria ed esperta di comportamento animale del Dipartimento di Scienze Veterinarie– La possibilità di uscire, il contatto e l’interazione, rappresentano infatti, elementi di socialità che oggi stanno acquistando più chiara evidenza e utilità. In questa logica, la cura degli animali, la comprensione del loro benessere e della loro salute, rappresenta un elemento inderogabile, come previsto dalle stesse normative”.

È in questo scenario che l’Ospedale didattico veterinario, oltre a diffondere sul suo sito indicazioni di comportamento volte ad assicurare il benessere degli cani e dei gatti nelle nostre case, ha lasciato attivi i servizi di urgenza, interpretando la terza missione dell’Università come servizio di utilità per continuare a essere vicini, in sicurezza, alle persone e ai loro animali e, quindi, assicurare un pronto soccorso a quanti dovessero trovarsi in condizioni di necessità e urgenza nelle cure dei propri pet. Il pronto soccorso è attivo in convenzione con la Regione Toscana anche per l’intervento sui selvatici in difficoltà.

“Non solo gli animali da compagnia hanno bisogno di assistenza in questo periodo, ma anche gli animali in produzione zootecnica – aggiunge la professoressa Micaela Sgorbini, direttore sanitario dell’Ospedale – Il personale clinico-ostetrico dell’ospedale continua quindi ad assicurare, sia ai bovini allevati nella stalla dell’Università al Centro Avanzi, sia agli animali presenti nelle stalle consorziate con il Dipartimento di Scienze Veterinarie, le ordinarie attività di assistenza e controllo medico-riproduttivo, per dare sanità e continuità ai processi di produzione agro-alimentare di cui il nostro Paese continua ad avere grande bisogno”.

In piena emergenza coronavirus, l’Ospedale didattico veterinario “M. Modenato” del Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa continua ad assicurare le cure urgenti agli animali lasciando aperto il servizio di pronto soccorso e di terapia intensiva H24. La struttura di San Piero a Grado, pur avendo contratto le varie attività nell’intento di rafforzare i dispositivi del #iorestoacasa e per salvaguardare la salute degli operatori e di tutti, ha mantenuto i servizi di emergenza seguendo le indicazioni della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Veterinari e in linea con le indicazioni dei provvedimenti di legge nazionali.

ODV Lato Nord

“Accanto alle iniziali preoccupazioni, subito fugate, rispetto alle possibilità di contagio, fino alle necessarie attività di presa in carico di quegli animali i cui proprietari stanno vivendo momenti terribili e talvolta definitivi, la presenza degli animali nelle case sta dimostrandosi una preziosa risorsa per migliorare e ridurre la tensione nella vita delle persone – spiega la dottoressa Chiara Mariti, ricercatrice di fisiologia veterinaria ed esperta di comportamento animale del Dipartimento di Scienze Veterinarie– La possibilità di uscire, il contatto e l’interazione, rappresentano infatti, elementi di socialità che oggi stanno acquistando più chiara evidenza e utilità. In questa logica, la cura degli animali, la comprensione del loro benessere e della loro salute, rappresenta un elemento inderogabile, come previsto dalle stesse normative”.

foto cardio

È in questo scenario che l’Ospedale didattico veterinario, oltre a diffondere sul suo sito indicazioni di comportamento volte ad assicurare il benessere degli cani e dei gatti nelle nostre case, ha lasciato attivi i servizi di urgenza, interpretando la terza missione dell’Università come servizio di utilità per continuare a essere vicini, in sicurezza, alle persone e ai loro animali e, quindi, assicurare un pronto soccorso a quanti dovessero trovarsi in condizioni di necessità e urgenza nelle cure dei propri pet. Il pronto soccorso è attivo in convenzione con la Regione Toscana anche per l’intervento sui selvatici in difficoltà.

asine alla rotoballa

“Non solo gli animali da compagnia hanno bisogno di assistenza in questo periodo, ma anche gli animali in produzione zootecnica – aggiunge la professoressa Micaela Sgorbini, direttore sanitario dell’Ospedale  – Il personale clinico-ostetrico dell’ospedale continua quindi ad assicurare, sia ai bovini allevati nella stalla dell’Università al Centro Avanzi, sia agli animali presenti nelle stalle consorziate con il Dipartimento di Scienze Veterinarie, le ordinarie attività di assistenza e controllo medico-riproduttivo, per dare sanità e continuità ai processi di produzione agro-alimentare di cui il nostro Paese continua ad avere grande bisogno”.

 

Sfoglia la gallery con altre immagini delle attività svolte all'Ospedale didattico veterinario:

 

Le politiche per la crescita verde non sono in grado di accelerare la crescita economica perché tendono a peggiorare le condizioni sociali, a meno di interventi aggiuntivi diretti a sostenere il lavoro e la distribuzione del reddito. È questo in sintesi quanto emerge da uno studio di macroeconomia ecologica condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa e pubblicato su "Nature Sustainability", una rivista del gruppo Nature.

Lo studio mette a confronto tre scenari alternativi per valutare gli effetti diretti e indiretti di differenti mix di misure sia sul sistema socio-economico che ambientale. Ispirato ad un approccio multidisciplinare, la valutazione degli effetti di breve e lungo periodo (fino al 2050) si basa su una gamma di indicatori, tra i quali: PIL, emissioni di gas serra, disuguaglianza, deficit pubblico, occupazione e consumi energetici.

 

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Il gruppo di ricerca ha messo a disposizione del pubblico una piattaforma online, liberamente accessibile, dove poter simulare diversi scenari e i loro effetti sulle emissioni e sulle principali variabili socioeconomiche. I simulatori, disponibili sul sito del laboratorio REMARC dell'Università di Pisa, sono EUROGREE calibrato per la Francia e 2METE per il caso italiano.

Dai risultati delle simulazioni condotte dai ricercatori emerge un "paradosso della crescita verde": cioè parte della riduzione delle emissioni inquinanti dovute alle politiche green è dovuta a una minore crescita economica rispetto a quella desiderata.

"Parte del calo delle emissioni di C02 che segue le politiche di crescita verde – spiega il professore Simone D'Alessandro del Dipartimento di Economia e Management dell'Ateneo pisano che ha condotto la ricerca - non è una conseguenza diretta dell'espansione delle energie rinnovabili o dell'efficienza energetica ma deriva da una riduzione della domanda aggregata e della produzione dovuta a sua volta all'aumento della disoccupazione".

"La crescita verde, cioè una combinazione di progresso tecnologico e di misure pensate per favorire l'efficienza energetica – aggiunge D'Alessandro - rimane la strategia principale sostenuta dai governi e dalle istituzioni internazionali per affrontare la crisi ecologica contemporanea e tuttavia il successo ambientale di queste politiche dipende dal loro fallimento nel favorire la crescita economica, un fenomeno che abbiamo chiamato appunto il 'paradosso della crescita verde'".

Lo studio non si ferma qui. Gli altri due scenari che presenta prevedono l'introduzione di politiche sociali radicali a sostegno dei lavoratori - tra cui una riduzione dell'orario di lavoro e il lavoro garantito dal settore pubblico - per contrastare i possibili danni sociali dovuti alla crescita verde. Queste politiche risultano efficaci nel migliorare la condizione sociale e ottenere al contempo un'importante riduzione delle emissioni, seppur al prezzo di un più alto indebitamento pubblico (di lungo periodo). Nell'ultima simulazione, in aggiunta alle politiche sociali ed energetiche degli altri due scenari, sono quindi analizzati gli effetti di una riduzione volontaria dei consumi privati. Il risultato è una ulteriore riduzioni delle emissioni, senza compromettere l'occupazione o peggiorare la distribuzione del reddito.

"Dalla nostra ricerca - conclude D'Alessandro - emerge che i percorsi alternativi verso un'economia a basse emissioni di carbonio sono possibili, ma vanno associati a politiche pubbliche, e possibilmente ad una riduzione del livello dei consumi".

Il gruppo di lavoro che ha realizzato lo studio pubblicato su Nature Sustainability è composto da Simone D'Alessandro, André Cieplinski e Tiziano Distefano per l'Università di Pisa e da Kristofer Dittmer per il centro studi svedese Cogito.

 

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