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Comunicati stampa

Le vibrazioni trasmesse attraverso mano e braccio quando tocchiamo un oggetto giocano un ruolo essenziale nel farci provare una determinata sensazione tattile. Ma misurarle e costruirne dei modelli è estremamente complesso. Uno studio dell’Università di Pisa e dell'Università della California Santa Barbara ha messo a punto SkinSource, uno strumento open-source in grado di misurare e modellare le vibrazioni della pelle lungo gli arti superiori in risposta a un insieme molto ampio di stimoli tattili localizzati. Le potenziali applicazioni vanno dal design di nuove protesi e mani robotiche fino alla realtà aumentata tattile. Il toolbox ha destato un grande entusiasmo nella comunità di studiosi del senso del tatto, che include discipline molto diverse tra loro, come le neuroscienze, la medicina e l’ingegneria, ed è stato premiato con il Best Paper Award all’IEEE Haptics Symposium, una delle maggiori conferenze internazionali del settore dell’Aptica, che si è svolto nei giorni scorsi a Long Beach, California.

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“Il senso del tatto – spiega Matteo Bianchi, docente di robotica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – è il più complesso e diffuso in tutto il corpo. Le nostre sensazioni tattili dipendono non solo dai recettori locali della pelle, ma anche da diversi altri fattori, come le vibrazioni che si diffondono attraverso la mano e il braccio nel momento in cui tocchiamo un oggetto. Il tatto è un senso chiave sia per la propriocezione – ovvero la capacità di percepire il nostro corpo come collocato nello spazio in una certa posizione – sia per l’esterocezione, ovvero la capacità di capire le proprietà fisiche degli oggetti, quali la rugosità e la rigidezza. È con il tatto che sappiamo se siamo in una posizione stabile, se stiamo tenendo un bicchiere di carta abbastanza dritto da non rovesciarlo, ma abbastanza delicatamente da non stritolarlo. Senza il tatto non potremmo camminare, stare seduti, tenere una posizione in modo consapevole, interagire, esplorare e modificare il mondo che ci circonda. Per questo, la capacità di modellare le dinamiche del nostro corpo nel momento in cui tocchiamo un oggetto, per poterle riprodurre per esempio in una protesi, o in una mano robotica, o in un'applicazione di realtà aumentata o virtuale, assume una grande rilevanza. Il dispositivo è in grado di predire l’estensione e l’intensità delle vibrazioni che si trasmettono lungo gli arti superiori a seguito di differenti tipi di stimoli di forza localizzati, in modo accurato. Il toolbox è open-source, ed è quindi a disposizione di tutta la comunità scientifica che ne vuole fare uso, liberamente scaricabile da questo link https://doi.org/10.5281/zenodo.10547601. Proprio questo aspetto, data la complessità e la difficoltà di riprodurre in modo affidabili le sensazioni tattili, è stato accolto con grande entusiasmo”.

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SkinSource infatti, oltre ad essere uno strumento per lo studio delle basi meccaniche della percezione tattile, può essere utilizzato per la progettazione e design di interfacce per la restituzione sensoriale in protesi degli arti superiori e in mani robotiche teleoperate in cui è fondamentale avere un ritorno tattile, così come nella chirurgia robotica e in molte applicazioni che fanno uso della realtà aumentata. Gli ingegneri pisani, infatti, all’interno del FoReLab, il laboratorio del dipartimento di ingegneria dell’informazione dedicato al 5.0, stanno mettendo a punto dispositivi di realtà aumentata che integrano la percezione visiva e tattile.

“Con SkinSource infatti - conclude Bianchi - possiamo sfruttare lo studio e la modellazione della propagazione dell’energia meccanica lungo la pelle per costruire sistemi indossabili distribuiti, per garantire un’esperienza immersiva che integri stimoli visivi e tattili. Il sistema può operare accanto alle interfacce per realtà aumentata a cui stiamo lavorando nel laboratorio FoReLab, che consentono di vedere o toccare oggetti reali modificandone la percezione visiva o tattile mediante stimoli artificiali.”

Il Comitato 8 Ottobre bandisce la seconda edizione del Premio di laurea “Comitato 8 ottobre 2001 – per non dimenticare”, da assegnare a una/un giovane laureata/o o dottore di ricerca che abbiano approfondito il tema della Governance dell’emergenza nell’ambito del trasporto multimodale – aereo, ferroviario, navale, stradale e autostradale – con particolare riferimento al supporto psicologico e sociale prestare alle persone coinvolte.

Tutti i dettagli sul sito: https://www.comitato8ottobre.com/it/bando-premio-di-laurea-2024.html 

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere o telefonare ai seguenti recapiti:

Cell ufficio 339.3082849

Tel ufficio 02.74852965

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Il 23 aprile alle 10 al Teatro Verdi di Pisa (Via Palestro 40), si svolge la premiazione del concorso per le scuole primarie e secondarie "L'avventura della scoperta". L’iniziativa è organizzata dal Sistema Museale di Ateneo, in collaborazione con il Coro e l'Orchestra dell'Università di Pisa. Questa prima edizione del concorso ha visto l’adesione di 32 classi.

Il programma prevede la proiezione del video "Caccia al Museo" realizzato dal Laboratorio Multimediale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Studentesse e studenti saranno quindi protagonisti dei quiz che gli operatori museali hanno preparato appositamente per loro sulle collezioni dei Musei. Seguiranno gli intrattenimenti musicali, eseguiti dal Coro e dall'Orchestra dell'Università di Pisa. Al termine si svolgerà la premiazione delle classi vincitrici, alla presenza del Rettore Riccardo Zucchi.
Gli elaborati selezionati dalla Commissione saranno pubblicati sul sito SMA e sui siti dei Musei.

Il concorso, rivolto ai ragazzi e alle ragazze delle scuole, è nato per incuriosire gli studenti e fornire spunti di riflessione sul concetto di scoperta, ed è il risultato di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di diverse competenze e strutture dell’Ateneo pisano, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa.

Trovare una casa adatta a più cani possibili, il primo che ne sistema quattro ha vinto. E’ questa la sfida di CityPets, un gioco di carte realizzato in collaborazione con LuccaCrea nell’ambito del progetto europeo InHabit del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. L’obiettivo è, insieme al Comune, quello di rendere Lucca una città ideale per umani e animali, la prima in Europa a valorizzare gli animali per promuovere qualità della vita e benessere per tutti e dove gli animali assicurano beni pubblici per cittadine e cittadini. A giocare con CityPets saranno intanto 19 classi di alcune scuole primarie di Lucca. Bambini e bambine dovranno trovare gli abbinamenti più adatti fra famiglie e “amici a quattro zampe” tenendo conto delle esigenze di persone e animali e dei servizi offerti dalla città.

“Il nostro progetto si costruisce attraverso il coinvolgimento attivo di tutti - spiega Francesco Di Iacovo, direttore del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Ateneo pisano – con le scuole, in accordo con il Comune di Lucca, abbiamo già iniziato attività di co-disegno (con il contributo del partner Design For Change) nelle quali coinvolgiamo bambine e bambini nell’esprimere idee sugli animali presenti in città e su cosa ritengono utile per creare condizioni di proficua convivenza tra animali e umani anche per aiutarci a vivere meglio. Il gioco, quindi, rappresenterà un ulteriore utile momento di apprendimento”.

In Italia ci sono circa 65 milioni di pet censiti, l’idea generale di Inhabit è di realizzare a Lucca la prima città europea con una politica integrata humanimal. Si tratta cioè di ripensare la relazione esseri umani-animali per migliorare la qualità della vita nei centri urbani, luoghi dove si concentra oramai l’85% della popolazione e una grandissima quota, peraltro in crescita, di animali.
Per fare il punto sul progetto a metà percorso è appena uscito un articolo sulla rivista scientifica Animals in cui, per la prima volta, si introduce l’idea degli animali come soluzioni per migliorare la qualità della vita in città.

Dal suo avvio nel 2020, InHabit si è sviluppato guardando all’economia, alla società e al benessere. Il progetto, grazie al supporto del partner Bridge for Billions, ha incubato circa 15 imprenditori che stanno approntando soluzioni innovative per valorizzare l’interazione degli animali non umani nella società (nel turismo, nella gestione dei pet, nei servizi innovativi di interventi assistiti con animali, nella predisposizione di app mirate, nella facilitazione della costruzione dei rapporti con i propri pet). La pet economy è considerata tra le grandi opportunità di sviluppo economico del futuro, si va dal cibo, ai servizi agli animali e ai loro portatori, a tutto il settore del turismo. Per quanto riguarda l’ambito sociale e sanitario il Comune di Lucca, nel progetto inhabit, ha selezionato e coinvolto più associazioni in un lavoro di co-progettazione che ha portato, alla fine del 2023, a iniziare degli interventi assistiti con animali, ancora in corso in due RSA. L’interazione degli animali gestiti da equipe competenti con più gruppi di anziani aventi diversi livelli di capacità e deficit ha dato esiti incoraggianti in termini di riattivazione delle persone, dal punto di vista fisico, mentale e relazionale, portando a un miglioramento della loro routine quotidiana di vita. Sempre in ambito sociale, InHabit ha poi lanciato un nuovo servizio di pet-care volto ad assicurare sostegno a persone con fragilità temporanea che si trovano in difficoltà nella gestione quotidiana dei loro animali.

Fra gli altri traguardi tagliati dal progetto c’è stata anche la realizzazione da parte del Comune di Lucca, delle “animabili”, cioè percorsi urbani smart in alcune zone di Lucca (parco fluviale del Serchio ed ex ospedale). Il futuro è un cammino di 15 km che comprende il Parco del Serchio, le mura e l’acquedotto Nottolini. L'idea è di disegnare tragitti a diversa intensità di impegno in funzione della taglia dei cani e della capacità fisica dei conducenti.

“La nostra ambizione è di replicare anche altrove il modello che stiamo sviluppando a Lucca basato sul concetto di One health o Salute unica – conclude Di Iacovo – in questa prospettiva abbiamo già inviato una proposta al Comune di Pisa, dopo un primo contatto positivo con il Sindaco Conti, mentre intendiamo coinvolgere l’Associazione Nazionale Comuni Italiani per trasferire l’idea su scala regionale. Gli animali sono con noi, la costituzione assicura loro nuovi diritti e la valorizzazione delle loro capacità apre percorsi di innovazione sociale capaci di dare nuove risposte ai bisogni emergenti nelle città valorizzando le risorse già disponibili, quelle dei nostri animali”.


Trovare una casa adatta a più cani possibili, il primo che ne sistema quattro ha vinto. E’ questa la sfida di CityPets, un gioco di carte realizzato in collaborazione con LuccaCrea nell’ambito del progetto europeo InHabit del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. L’obiettivo è, insieme al Comune, quello di rendere Lucca una città ideale per umani e animali, la prima in Europa a valorizzare gli animali per promuovere qualità della vita e benessere per tutti e dove gli animali assicurano beni pubblici per cittadine e cittadini. A giocare con CityPets saranno intanto 19 classi di alcune scuole primarie di Lucca. Bambini e bambine dovranno trovare gli abbinamenti più adatti fra famiglie e “amici a quattro zampe” tenendo conto delle esigenze di persone e animali e dei servizi offerti dalla città.

“Il nostro progetto si costruisce attraverso il coinvolgimento attivo di tutti - spiega Francesco Di Iacovo, direttore del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Ateneo pisano – con le scuole, in accordo con il Comune di Lucca, abbiamo già iniziato attività di co-disegno (con il contributo del partner Design For Change) nelle quali coinvolgiamo bambine e bambini nell’esprimere idee sugli animali presenti in città e su cosa ritengono utile per creare condizioni di proficua convivenza tra animali e umani anche per aiutarci a vivere meglio. Il gioco, quindi, rappresenterà un ulteriore utile momento di apprendimento”.

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CityPets presentato alle scuole a Lucca durante la manifestaizone Verde Mura a Lucca

In Italia ci sono circa 65 milioni di pet censiti, l’idea generale di Inhabit è di realizzare a Lucca la prima città europea con una politica integrata humanimal. Si tratta cioè di ripensare la relazione esseri umani-animali per migliorare la qualità della vita nei centri urbani, luoghi dove si concentra oramai l’85% della popolazione e una grandissima quota, peraltro in crescita, di animali.
Per fare il punto sul progetto a metà percorso è appena uscito un articolo sulla rivista scientifica Animals in cui, per la prima volta, si introduce l’idea degli animali come soluzioni per migliorare la qualità della vita in città.

Dal suo avvio nel 2020, InHabit si è sviluppato guardando all’economia, alla società e al benessere. Il progetto, grazie al supporto del partner Bridge for Billions, ha incubato circa 15 imprenditori che stanno approntando soluzioni innovative per valorizzare l’interazione degli animali non umani nella società (nel turismo, nella gestione dei pet, nei servizi innovativi di interventi assistiti con animali, nella predisposizione di app mirate, nella facilitazione della costruzione dei rapporti con i propri pet). La pet economy è considerata tra le grandi opportunità di sviluppo economico del futuro, si va dal cibo, ai servizi agli animali e ai loro portatori, a tutto il settore del turismo. Per quanto riguarda l’ambito sociale e sanitario il Comune di Lucca, nel progetto inhabit, ha selezionato e coinvolto più associazioni in un lavoro di co-progettazione che ha portato, alla fine del 2023, a iniziare degli interventi assistiti con animali, ancora in corso in due RSA. L’interazione degli animali gestiti da equipe competenti con più gruppi di anziani aventi diversi livelli di capacità e deficit ha dato esiti incoraggianti in termini di riattivazione delle persone, dal punto di vista fisico, mentale e relazionale, portando a un miglioramento della loro routine quotidiana di vita. Sempre in ambito sociale, InHabit ha poi lanciato un nuovo servizio di pet-care volto ad assicurare sostegno a persone con fragilità temporanea che si trovano in difficoltà nella gestione quotidiana dei loro animali.

Fra gli altri traguardi tagliati dal progetto c’è stata anche la realizzazione da parte del Comune di Lucca, delle “animabili”, cioè percorsi urbani smart in alcune zone di Lucca (parco fluviale del Serchio ed ex ospedale). Il futuro è un cammino di 15 km che comprende il Parco del Serchio, le mura e l’acquedotto Nottolini. L'idea è di disegnare tragitti a diversa intensità di impegno in funzione della taglia dei cani e della capacità fisica dei conducenti.

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CityPets presentato alle scuole a Lucca durante la manifestaizone Verde Mura a Lucca

“La nostra ambizione è di replicare anche altrove il modello che stiamo sviluppando a Lucca basato sul concetto di One health o Salute unica – conclude Di Iacovo – in questa prospettiva abbiamo già inviato una proposta al Comune di Pisa, dopo un primo contatto positivo con il Sindaco Conti, mentre intendiamo coinvolgere l’Associazione Nazionale Comuni Italiani per trasferire l’idea su scala regionale. Gli animali sono con noi, la costituzione assicura loro nuovi diritti e la valorizzazione delle loro capacità apre percorsi di innovazione sociale capaci di dare nuove risposte ai bisogni emergenti nelle città valorizzando le risorse già disponibili, quelle dei nostri animali”.


LocandinaTutto pronto, a Pisa, per la prima Conferenza Internazionale della UNESCO Chair in Comunità energetiche Sostenibili. L’evento con cui, lunedì 22 aprile, l’Università di Pisa e la città di Galileo prenderanno parte alle iniziative per la 54° Giornata Mondiale della Terra, la manifestazione istituita nel 1970 per celebrare l'ambiente e la salvaguardia del nostro pianeta. La Conferenza, che si terrà nell’aula magna del polo congressuale “Le Benedettine” dell’Ateneo pisano a partire dalle 8:30, sarà il momento anche per fare il punto su due anni di lavoro della Cattedra UNESCO dell’Università di Pisa. Ma soprattutto, sarà l’occasione per inviare una dichiarazione congiunta all’indirizzo del G7 Clima, Energia e Ambiente, in programma alla Reggia di Venaria Reale, in Piemonte, dal 28 al 30 aprile.

“Le attività svolte dalla cattedra dell’Unesco in ‘Sustainable Energy Communities’ in questi due anni, hanno evidenziato come le comunità energetiche sostenibili siano un fondamentale strumento abilitante per un’integrazione sostenibile di spazi, comunità, persone – spiega il professor Marco Raugi, direttore della UNESCO Chair pisana - La conferenza del 22 aprile prossimo, intende proprio mettere in luce le ricerche e il rilievo nazionale e internazionale che queste comunità energetiche stanno assumendo attraverso interventi di studiosi di caratura internazionale e di professionisti, con l’ausilio di confronti e dibattiti”.

“Nel panorama delle energie rinnovabili - prosegue Raugi - le comunità energetiche possono contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi climatici, incrementando l’uso di energia accessibile e conveniente per tutti Investendo nelle comunità energetiche si possono, infatti, ottimizzare i consumi di energia, lottare contro la povertà energetica e favorire l’uso dell’energia rinnovabile per compiere progressi significativi verso lo sviluppo sostenibile”.

Rivolta ad esperti, scienziati, ricercatori, educatori, decisori politici e professionisti, la Conferenza Internazionale organizzata dalla UNESCO Chair in ‘Sustainable Energy Communities’ dell’Università di Pisa si propone, così, di esplorare il ruolo potenziale della diffusione delle comunità energetiche anche attraverso l’interazione con i siti patrimonio mondiale dell’Umanità per la mitigazione del cambiamento climatico.

Quattro gli obiettivi principali della Conferenza, che confluiranno in una Dichiarazione rivolta ai partecipanti del G7 Clima, Energia e Ambiente che si aprirà il 28 aprile alla Reggia di Venaria Reale: identificare le tendenze future e le nuove opportunità per l'implementazione delle comunità energetiche sostenibili; esaminare l'impatto e le sfide della diffusione su larga scala delle comunità energetiche nei siti patrimonio inalienabile dell’umanità; condividere le migliori pratiche e i successi nell'implementazione su larga scala attraverso la presentazione di casi di studio nazionale e internazionale; facilitare il confronto e la collaborazione tra esperti, in particolare tra Istituti UNESCO, Centri UNESCO di categoria 2 e Cattedre UNESCO, in questi ambiti.

Tutto pronto, a Pisa, per la prima Conferenza Internazionale della UNESCO Chair in Comunità energetiche Sostenibili. L’evento con cui, lunedì 22 aprile, l’Università di Pisa e la città di Galileo prenderanno parte alle iniziative per la 54° Giornata Mondiale della Terra, la manifestazione istituita nel 1970 per celebrare l'ambiente e la salvaguardia del nostro pianeta. La Conferenza, che si terrà nell’aula magna del polo congressuale “Le Benedettine” dell’Ateneo pisano a partire dalle 8:30, sarà il momento anche per fare il punto su due anni di lavoro della Cattedra UNESCO dell’Università di Pisa. Ma soprattutto, sarà l’occasione per inviare una dichiarazione congiunta all’indirizzo del G7 Clima, Energia e Ambiente, in programma alla Reggia di Venaria Reale, in Piemonte, dal 28 al 30 aprile.

“Le attività svolte dalla cattedra dell’Unesco in ‘Sustainable Energy Communities’ in questi due anni, hanno evidenziato come le comunità energetiche sostenibili siano un fondamentale strumento abilitante per un’integrazione sostenibile di spazi, comunità, persone – spiega il professor Marco Raugi, direttore della UNESCO Chair pisana - La conferenza del 22 aprile prossimo, intende proprio mettere in luce le ricerche e il rilievo nazionale e internazionale che queste comunità energetiche stanno assumendo attraverso interventi di studiosi di caratura internazionale e di professionisti, con l’ausilio di confronti e dibattiti”.

“Nel panorama delle energie rinnovabili - prosegue Raugi - le comunità energetiche possono contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi climatici, incrementando l’uso di energia accessibile e conveniente per tutti Investendo nelle comunità energetiche si possono, infatti, ottimizzare i consumi di energia, lottare contro la povertà energetica e favorire l’uso dell’energia rinnovabile per compiere progressi significativi verso lo sviluppo sostenibile”.

Rivolta ad esperti, scienziati, ricercatori, educatori, decisori politici e professionisti, la Conferenza Internazionale organizzata dalla UNESCO Chair in ‘Sustainable Energy Communities’ dell’Università di Pisa si propone, così, di esplorare il ruolo potenziale della diffusione delle comunità energetiche anche attraverso l’interazione con i siti patrimonio mondiale dell’Umanità per la mitigazione del cambiamento climatico.

Quattro gli obiettivi principali della Conferenza, che confluiranno in una Dichiarazione rivolta ai partecipanti del G7 Clima, Energia e Ambiente che si aprirà il 28 aprile alla Reggia di Venaria Reale: identificare le tendenze future e le nuove opportunità per l'implementazione delle comunità energetiche sostenibili; esaminare l'impatto e le sfide della diffusione su larga scala delle comunità energetiche nei siti patrimonio inalienabile dell’umanità; condividere le migliori pratiche e i successi nell'implementazione su larga scala attraverso la presentazione di casi di studio nazionale e internazionale; facilitare il confronto e la collaborazione tra esperti, in particolare tra Istituti UNESCO, Centri UNESCO di categoria 2 e Cattedre UNESCO, in questi ambiti.

È aperto il bando della IV edizione del Concorso di Poesia Niccolò Bizzarri (Firenze, 1998-2020), promosso dall’Associazione Amici di Nicco, che ha lo scopo di far conoscere a tutti l’esperienza di vita di Niccolò e di permettere ad alcuni giovani poeti di maturare nella propria passione artistica incontrando dei maestri.

Il concorso è a partecipazione gratuita e rivolto a giovani poetesse e poeti al di sotto dei 25 anni di età, dunque anche a molti degli studenti degli Atenei italiani. Si potrà partecipare fino alle 23:59 del 31 maggio 2024.

Il premio – unico nel panorama dei concorsi poetici nazionali – non consiste in una somma in denaro, ma soprattutto nella partecipazione a un seminario poetico tenuto dai giurati del concorso (Sauro Albisani, Rosalba De Filippis, Luca Larpi, Davide Rondoni e Gian Mario Villalta) a Firenze, presso Villa Bardini, nei giorni 14 e 15 settembre 2024.
L’iniziativa è patrocinata dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, oltre che dal Comune di Firenze e dall’Università degli Studi di Firenze.

Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Associazione alla e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Il bando di Concorso è disponibile sul sito: https://www.amicidinicco.it/concorso/ .

banti_vert.jpgThe Beatles: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Roma, Carocci) è l’ultimo volume scritto dal professore Alberto Mario Banti del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Di seguito la recensione di Sante Lesti, ricercatore di Storia contemporanea dello stesso dipartimento.

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Dopo Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd (Laterza, 2017), Banti continua la sua esplorazione della cultura pop contemporanea, con un piccolo – ma ricchissimo – libro consacrato interamente a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, uno degli album più innovativi dei Beatles. Sviluppando un’intuizione di George Martin, lo storico produttore del gruppo, Banti descrive Sgt. Pepper come uno dei prodotti più rappresentativi delle «idee musicali, estetiche ed etiche» della Summer of Love, la «rivoluzione sociale» segnata dalla psichedelia, le nuove mode, «la passione per le filosofie orientali» e, soprattutto, la pace e l’amore che attraversa la California nella primavera-estate del 1967, coronando una fase di intensa sperimentazione socio-culturale. In questo senso, scrive Banti, «Sgt. Pepper è un ponte tra due mondi: l’elaborazione culturale e musicale britannica, da un lato; e la fioritura della controcultura giovanile negli States, e in particolare in California, dall’altro» (p. 11).

Per mostrare perché Sgt. Pepper possa essere considerato uno dei prodotti più rappresentativi di un’intera epoca, nei primi due capitoli Banti ricostruisce il contesto storico in cui si situano la concezione, l’incisione e l’uscita dell’album, soffermandosi in particolare su due processi: la «nascita dei giovani come categoria sociogenerazionale autonoma» (cap. 1) e la genesi della musica rock (cap. 2). Il cap. 3, invece, conduce il lettore all’interno dei «temi culturali, poetici e musicali che attraversano l’album»: il sentimento comunitario che lega le rock band al loro pubblico; il «gap generazionale» tra genitori e figli/figlie; le esperienze psichedeliche con l’LSD; e molti altri.

Completano il libro, infine, due Approfondimenti (il primo sulla Beatlemania; il secondo sulla copertina di Sgt. Pepper), alcune Conclusioni sull’eredità dell’album, e un capitolo di analisi musicologica scritto da Pasquale Laino, oltre a una serie di apparati finali (Cronologia della vita e delle opere; Glossario; Bibliografia e discografia).

Sante Lesti

Una dieta scarsamente diversificata e fortemente dipendente dal consumo di cereali, carenti di vitamina C, ha favorito l’insorgenza dello scorbuto nell’Italia preromana. Sono questi i risultati emersi da uno studio paleopatologico su resti infantili dal sito preromano di Pontecagnano (Salerno) e risalente al periodo etrusco Orientalizzante (730-580 a.C.) coordinato da Giulia Riccomi, ricercatrice presso il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature. “Il I millennio a.C. in Italia è stato un periodo di notevole importanza e trasformazione, caratterizzato da un’intensificazione delle pratiche agricole e della produzione cerealicola, che ha avuto un impatto significativo su diversi aspetti della vita sociale, culturale, politica ed economica dei gruppi preromani presenti nel territorio – spiega la ricercatrice – Questo processo ha favorito l’insorgenza dello scorbuto, malattia causata da una deficienza di vitamina C”.

Analisi macroscopiche e radiologiche su un campione scheletrico archeologico di individui non-adulti hanno permesso di identificare cinque casi di scorbuto infantile in bambini con età alla morte tra 2 e 6 anni: “La mancanza di acido ascorbico nella dieta provoca un difetto nella sintesi del collagene, proteina fondamentale per mantenere l’integrità dei tessuti connettivi – continua Giulia Riccomi – La sua compromissione può colpire i piccoli vasi sanguigni causando fragilità capillare e sanguinamento cronico. Il risultato di questo processo è una risposta infiammatoria con aumento della formazione capillare e una reazione periostale accompagnata da piccole porosità penetranti (minori di 1 mm) ben visibili sulla superficie ossea. Nelle aree in cui i vasi sanguigni sono superficiali o in aree in cui le contrazioni muscolari possono danneggiare le pareti di vasi sanguigni già indeboliti, la risposta del tessuto osseo al sanguinamento fornisce il mezzo più importante per identificare lo scorbuto in paleopatologia. Le lesioni scheletriche tipiche dello scorbuto infantile si localizzano soprattutto sul cranio, sul cinto scapolare, bacino e ossa lunghe”.

Molte informazioni sulle condizioni di vita e di alimentazione degli Etruschi, la più grande civiltà dell'Europa occidentale prima dell'egemonia romana, sono tradizionalmente dedotte da fonti scritte secondarie, archeologia funeraria, archeobotanica e archeozoologia. Tuttavia, le conoscenze su questi aspetti della vita degli Etruschi sono lacunose, ma grazie allo studio dei resti osteoarcheologici si è potuto valutare fino a che punto le dinamiche economiche e sociali del I millennio a.C. abbiano influenzato la salute e l'espressione degli indicatori scheletrici di malattie metaboliche nei soggetti più vulnerabili. Come già riscontrato in altri contesti e periodi storici, l’introduzione dell’agricoltura e, soprattutto, la transizione ad economie di sussistenza basate su monocolture, come quella cerealicola, hanno garantito da un lato un apporto nutrizionale più costante e regolare dal punto di vista calorico, ma hanno esposto ad un maggiore rischio di carenze nutrizionali. La ricerca ha permesso ha anche consentito di conferire un valore diagnostico a lesioni scheletriche di scorbuto infantile precedentemente non descritte nella letteratura paleopatologica.

Hanno partecipato allo studio Valentina Giuffra, professoressa del Dipartimento Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, Ségolène Maudet, docente di storia e archeologia greca presso Le Mans Université (Francia) e Rachele Simonit, laureata in Archeologia presso l’Università di Pisa.

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