borsa di ricerca dal titolo: “Studio delle caratteristiche nutraceutiche di antiche varietà di ortaggi toscani”
Incarico presso il Dip. di Scienze Veterinarie per il ruolo di tutor specializzato per progettazione e-learning e coordinamento degli studenti tutor nell’ambito del progetto speciale di didattica
Borsa di Ricerca sul tema: "Operations Industriali e Digitalizzazione dei Processi".
Social Science and Humanities
Publisher aiming at enhancement of the tangible and intangible heritage of the Mediterranean, offering a catalog of titles that highlights the importance of contact and cultural exchange.
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Agrifood
Transfer of basic and applied research results to product and process innovation and technology transfer in the food sector.
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Creation of computerized systems with high added value for the management of food safety in the agrifood sector.
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Advanced Instruments
Laser systems, extended cavity laser diodes, and related sensors, meters, and controllers. Low noise accelerometers, seismic isolation systems, electrochemical micromachining, and laser optical pumping systems.
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Algorithms for studying the dynamics of the Solar System. Asteroid orbit determination (MBA and NEO); data management, orbit determination, space missions, personnel training.
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Process Engineering, consulting services, innovative equipment, and software tools for the oil industry. Supply of research contracts and specialized services in the energy sector.
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Progetto d’impresa di tre studenti Unipi si classifica al secondo posto in una startup competition internazionale
Con un progetto d’impresa a supporto della micro-mobilità, tre studenti dell’Università di Pisa si sono classificati al secondo posto della Start Cup Competition 2020/2021 “Entrepreneurship in the Mediterranean” organizzata dalla rete UNIMED, network di Università situate nel bacino del Mediterraneo e di cui l’Ateneo Pisano è membro. Il progetto Hexago, creato da Davide Barasti, Giovanni Sorice e Gianmarco Santi, propone lo sviluppo di infrastrutture speciali per tenere al sicuro i monopattini elettrici sparsi per la città, con locker posizionati in aree specifiche dove poterli “parcheggiare” in sicurezza.
Il team pisano, che annovera tra i suoi membri anche studenti provenienti da altri Atenei, è riuscito ad approdare alla finale insieme ad altri cinque progetti dopo una selezione sui Business Plan presentati da ogni team e svolta dalla giuria composta da UNIMED, European Training Foundation (ETF) e Agence Universitaire de la francophonie (AUF) che ha sponsorizzato il primo premio di mille euro.
I tre studenti dell'Università di Pisa sono stati aiutati nello sviluppo del loro business plan dallo staff del Contamination Lab e dell'Ufficio TTO dell'Ateneo che, con il loro supporto, hanno dato un contributo significativo al raggiungimento di questo risultato nella competizione internazionale.
Al primo posto si è classificato MEDASINS, progetto dell’Università Palestinese Al Quds University, che mira a sviluppare un database alimentare condiviso tra Palestina, Giordania e Libano per migliorare e monitorare la salute e la dieta degli adolescenti.
Il terzo posto è stato raggiunto dal progetto libanese TAKEAWAY GARDEN, un giardino “takeway” che può essere collocato ovunque e che offre cibo con basso consumo di acqua.
Fiori selvatici a rischio: la carenza di impollinatori fa diminuire la produzione di semi del 20-50%
I fiori selvatici e la biodiversità dei nostri panorami sono a rischio perché la diminuzione degli insetti impollinatori provoca un calo dal 20 al 50 per cento dei semi prodotti. E’ questo quanto emerge da uno studio condotto all’Università di Pisa e appena pubblicato sulla rivista Acta Oecologica. I ricercatori definiscono questo fenomeno come “depressione da consanguineità”. In altre parole le piante e i fiori selvatici “malsopportano” il proprio polline e per produrre semi prediligono invece quello proveniente da altri fiori della spessa specie portato appunto dagli insetti impollinatori come api, bombi o farfalle.
“I risultati hanno evidenziato che alcune specie soffrono marcatamente già dopo una prima generazione della mancata impollinazione da parte degli insetti pronubi – spiega Stefano Benvenuti docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali - Questo vale in particolare per quei fiori che nell’evoluzione hanno consolidato stretti rapporti mutualisti “specializzati” e di reciproca dipendenza con determinati impollinatori, conformando la propria corolla alla forma ed alle dimensioni di certi impollinatori”.
La ricerca condotta ha richiesto dieci anni di studi preliminari (osservazioni su flora ed impollinatori, raccolta semi, ecologia di germinazione delle specie raccolte) e due anni di sperimentazione effettiva.
“L’eccesso di antropizzazione, unitamente ai cambiamenti climatici in corso - conclude Stefano Benvenuti - penalizzano proprio quei fiori selvatici che sono i principali attori nel determinare l’impatto estetico-paesaggistico degli ambienti rurali. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una “silenziosa terapia del benessere” mediante i proprio sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agronomica estremamente “semplificata”, rischiano di determinare una sorta di progressivo “abbruttimento” dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come ‘bellezza’”.
Fiori selvatici a rischio: la carenza di impollinatori fa diminuire la produzione di semi del 20-50%
I fiori selvatici e la biodiversità dei nostri panorami sono a rischio perché la diminuzione degli insetti impollinatori provoca un calo dal 20 al 50 per cento dei semi prodotti. E’ questo quanto emerge da uno studio condotto all’Università di Pisa e appena pubblicato sulla rivista Acta Oecologica. I ricercatori definiscono questo fenomeno come “depressione da consanguineità”. In altre parole le piante e i fiori selvatici “malsopportano” il proprio polline e per produrre semi prediligono invece quello proveniente da altri fiori della spessa specie portato appunto dagli insetti impollinatori come api, bombi o farfalle.
“I risultati hanno evidenziato che alcune specie soffrono marcatamente già dopo una prima generazione della mancata impollinazione da parte degli insetti pronubi – spiega Stefano Benvenuti docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali - Questo vale in particolare per quei fiori che nell’evoluzione hanno consolidato stretti rapporti mutualisti “specializzati” e di reciproca dipendenza con determinati impollinatori, conformando la propria corolla alla forma ed alle dimensioni di certi impollinatori”.
La ricerca condotta ha richiesto dieci anni di studi preliminari (osservazioni su flora ed impollinatori, raccolta semi, ecologia di germinazione delle specie raccolte) e due anni di sperimentazione effettiva.
“L’eccesso di antropizzazione, unitamente ai cambiamenti climatici in corso - conclude Stefano Benvenuti - penalizzano proprio quei fiori selvatici che sono i principali attori nel determinare l’impatto estetico-paesaggistico degli ambienti rurali. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una “silenziosa terapia del benessere” mediante i proprio sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agronomica estremamente “semplificata”, rischiano di determinare una sorta di progressivo “abbruttimento” dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come ‘bellezza’”.
Progetto d’impresa di tre studenti Unipi si classifica al secondo posto in una startup Competition internazionale
Con un progetto d’impresa a supporto della micro-mobilità, tre studenti dell’Università di Pisa si sono classificati al secondo posto della Start Cup Competition 2020/2021 “Entrepreneurship in the Mediterranean” organizzata dalla rete UNIMED, network di Università situate nel bacino del Mediterraneo e di cui l’Ateneo Pisano è membro. Il progetto Hexago, creato da Davide Barasti, Giovanni Sorice e Gianmarco Santi, propone lo sviluppo di infrastrutture speciali per tenere al sicuro i monopattini elettrici sparsi per la città, con locker posizionati in aree specifiche dove poterli “parcheggiare” in sicurezza.
Il team pisano, che annovera tra i suoi membri anche studenti provenienti da altri Atenei, è riuscito ad approdare alla finale insieme ad altri cinque progetti dopo una selezione sui Business Plan presentati da ogni team e svolta dalla giuria composta da UNIMED, European Training Foundation (ETF) e Agence Universitaire de la francophonie (AUF) che ha sponsorizzato il primo premio di mille euro.
I tre studenti dell'Università di Pisa sono stati aiutati nello sviluppo del loro business plan dallo staff del Contamination Lab e dell'Ufficio TTO dell'Ateneo che, con il loro supporto, hanno dato un contributo significativo al raggiungimento di questo risultato nella competizione internazionale.
Al primo posto si è classificato MEDASINS, progetto dell’Università Palestinese Al Quds University, che mira a sviluppare un database alimentare condiviso tra Palestina, Giordania e Libano per migliorare e monitorare la salute e la dieta degli adolescenti.
Il terzo posto è stato raggiunto dal progetto libanese TAKEAWAY GARDEN, un giardino “takeway” che può essere collocato ovunque e che offre cibo con basso consumo di acqua.