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Quale campagna elettorale stanno conducendo i leader sui social network? Le piattaforme sociali svolgono la funzione fondamentale di autopromozione sia in chiave di rapporto diretto con la fanbase, sia di condizionamento dell’agenda mediatica e giornalistica i “Like” non sono voti.
Tuttavia i social network sono oggi un dispositivo cruciale della campagna elettorale. Sono i nodi nevralgici dell’autopromozione del leader e, di riflesso, del partito che rappresentano: con la strategia social i leader entrano in relazione diretta con la comunità di riferimento, la coinvolgono e la mobilitano, ma sempre di più li utilizzano per condizionare i processi di agendabuilding, al fine di influire sulle coperture mediatiche mainstream della campagna elettorale.
I social network, per certi versi, sono il timone della campagna elettorale digitale.

L'analisi è stata condotta da Cristopher Cepernich dell'Osservatorio sulla Comunicazione Politica e Pubblica – UniToRoberta Bracciale, docente e coordinatrice dell MediaLab del dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa, supportati da Antonio Martella e Cesar Crisosto (MediaLaB – UniPi), che hanno analizzato le attività dei principali leader politici italiani su FacebookTwitter e Instagram in un report per l’Istituto Cattaneo.

I risultati completi dell'indagine sono disponibili a questo link.

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La cerimonia si terrà venerdì 24 maggio, alle ore 11, nell’Aula Magna Nuova della Sapienza
Don Luigi Ciotti sarà a disposizione dei collegi giornalisti alle ore 10,20 nella Sala Galilei del Rettorato

L'Università di Pisa conferirà la laurea magistrale honoris causa in Sociologia e management dei servizi sociali a don Luigi Ciotti. La cerimonia si terrà nell'Aula Magna Nuova del Palazzo della Sapienza venerdì 24 maggio, alle ore 11, e sarà aperta dal Saluto del rettore Paolo Maria Mancarella, cui seguiranno la Lettura della Motivazione da parte del direttore del dipartimento di Scienze politiche, Alessandro Balestrino, e la Laudatio tenuta dalla professoressa Enza Pellecchia, direttrice del Centro interdisciplinare di Scienze per la pace. Dopo il conferimento della laurea magistrale, don Luigi Ciotti terrà la sua Lectio Magistralis.
Don Luigi Ciotti e il rettore Paolo Mancarella saranno a disposizione dei colleghi giornalisti per alcuni minuti prima dell’inizio della cerimonia, alle ore 10,20 nella Sala Galilei del Rettorato.

Biodegradabili, ma non innocue per l’ambiente, tanto da causare anomalie e ritardi nella crescita delle piante. E’ questo quanto emerge da uno studio sulle buste compostabili condotto da un team di biologi e chimici dell’Università di Pisa. La ricerca pubblicata su “Ecological Indicators”, rivista tra le più rilevanti nel settore delle scienze ambientali, ha esaminato l’impatto sulla germinazione delle piante delle più comuni buste di plastica per la spesa. In particolare l’analisi ha riguardato le tradizionali shopper non-biodegradabili realizzate con polietilene ad alta densità (HDPE) e quelle di nuova generazione, biodegradabili e compostabili, realizzate con una miscela di polimeri a base di amido.
I ricercatori hanno esaminato gli effetti fitotossici del lisciviato, ossia della soluzione acquosa che si forma in seguito all’esposizione delle buste agli agenti atmosferici e alle precipitazioni. Da quanto è emerso, entrambe le tipologie di shopper rilasciano in acqua sostanze chimiche fitotossiche che interferiscono nella germinazione dei semi, con la differenza che i lisciviati da buste non-biodegradabili agiscono prevalentemente sulla parte aerea delle piante mentre quelli delle buste compostabili sulla radice.
“Nella maggior parte degli studi condotti finora sull’impatto della plastica sull’ambiente, gli effetti delle macro-plastiche sulle piante superiori sono stati ignorati – spiega il professore Claudio Lardicci dell’Ateneo pisano – la nostra ricerca ha invece dimostrato che la dispersione delle buste, sia non-biodegradabili che compostabili, nell’ambiente può rappresentare una seria minaccia, dato che anche una semplice pioggia può causare la dispersione di sostanze fitotossiche nel terreno. Da qui l’importanza di informare adeguatamente sulla necessità di smaltire correttamente questi materiali, considerato anche che la produzione di buste compostabili è destinata a crescere in futuro e di conseguenza anche il rischio abbandonarle nell’ambiente”.
Il gruppo di lavoro che ha realizzato lo studio pubblicato su “Ecological Indicators” è composto da sei fra docenti, ricercatori e studenti dell’Università di Pisa. Il professore Claudio Lardicci e la dottoressa Elena Balestri del dipartimento di Biologia si occupano di conservazione, gestione e recupero degli ecosistemi costieri. Nel corso delle loro ricerche hanno rilevato la presenza di buste negli ambienti naturali, specialmente spiagge e fondali marini. Da qui lo spunto per approfondire la questione, vista la mancanza di studi scientifici sugli effetti delle macroplastiche sulle piante. Fanno inoltre parte del team anche la professoressa Anna Raspolli Galletti e la dottoressa Sara Fulignati del dipartimento di Chimica e Industriale, scienziate impegnate in progetti di ricerca sulla “green chemistry” e sui temi della ecosostenibilà. Lo studio è stato inoltre parte del progetto di ricerca di dottorato in Biologia della dottoressa Virginia Menicagli e della tesi di laurea in Biologia Marina della dottoressa Viviana Ligorini.

sviluppo_piante.jpgBiodegradabili, ma non innocue per l’ambiente, tanto da causare anomalie e ritardi nella crescita delle piante. E’ questo quanto emerge da uno studio sulle buste compostabili condotto da un team di biologi e chimici dell’Università di Pisa. La ricerca pubblicata su “Ecological Indicators”, rivista tra le più rilevanti nel settore delle scienze ambientali, ha esaminato l’impatto sulla germinazione delle piante delle più comuni buste di plastica per la spesa. In particolare l’analisi ha riguardato le tradizionali shopper non-biodegradabili realizzate con polietilene ad alta densità (HDPE) e quelle di nuova generazione, biodegradabili e compostabili, realizzate con una miscela di polimeri a base di amido.

I ricercatori hanno esaminato gli effetti fitotossici del lisciviato, ossia della soluzione acquosa che si forma in seguito all’esposizione delle buste agli agenti atmosferici e alle precipitazioni. Da quanto è emerso, entrambe le tipologie di shopper rilasciano in acqua sostanze chimiche fitotossiche che interferiscono nella germinazione dei semi, con la differenza che i lisciviati da buste non-biodegradabili agiscono prevalentemente sulla parte aerea delle piante mentre quelli delle buste compostabili sulla radice.

“Nella maggior parte degli studi condotti finora sull’impatto della plastica sull’ambiente, gli effetti delle macro-plastiche sulle piante superiori sono stati ignorati – spiega il professore Claudio Lardicci dell’Ateneo pisano – la nostra ricerca ha invece dimostrato che la dispersione delle buste, sia non-biodegradabili che compostabili, nell’ambiente può rappresentare una seria minaccia, dato che anche una semplice pioggia può causare la dispersione di sostanze fitotossiche nel terreno. Da qui l’importanza di informare adeguatamente sulla necessità di smaltire correttamente questi materiali, considerato anche che la produzione di buste compostabili è destinata a crescere in futuro e di conseguenza anche il rischio abbandonarle nell’ambiente”.

Il gruppo di lavoro che ha realizzato lo studio pubblicato su “Ecological Indicators” è composto da sei fra docenti, ricercatori e studenti dell’Università di Pisa. Il professore Claudio Lardicci e la dottoressa Elena Balestri del dipartimento di Biologia si occupano di conservazione, gestione e recupero degli ecosistemi costieri. Nel corso delle loro ricerche hanno rilevato la presenza di buste negli ambienti naturali, specialmente spiagge e fondali marini. Da qui lo spunto per approfondire la questione, vista la mancanza di studi scientifici sugli effetti delle macroplastiche sulle piante. Fanno parte del team anche la professoressa Anna Raspolli Galletti e la dottoressa Sara Fulignati del dipartimento di Chimica e Industriale, scienziate impegnate in progetti di ricerca sulla “green chemistry” e sui temi della ecosostenibilà. Lo studio è stato inoltre parte del progetto di ricerca di dottorato in Biologia della dottoressa Virginia Menicagli e della tesi di laurea in Biologia Marina della dottoressa Viviana Ligorini.

Doppio appuntamento al Teatro Verdi per la ventesima edizione del concerto nel Giugno Pisano del Coro dell’Università di Pisa. Venerdì 31 maggio e sabato 1° giugno, sempre alle ore 21, appuntamento con la grande “Messa da Requiem” in memoria di Alessandro Manzoni composta da Giuseppe Verdi nel 1874, con i solisti Maria Billeri (soprano), Laura Brioli (mezzosoprano), Samuele Simoncini (tenore) e Paolo Pecchioli (basso) e l'Orchestra Sinfonica Città di Grosseto. Sul podio il maestro Stefano Barandoni. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento dei posti. Gli inviti (max due per una recita) potranno essere prenotati on line sul sito booking.unipi.it dalle ore 14.00 del 27 maggio alle ore 14.00 del 28 maggio e i biglietti potranno essere ritirati alla portineria del rettorato (Palazzo alla Giornata) il 29 e 30 maggio dalle 9.00 alle 19.30 presentando un documento di identità.
Il concerto sarà poi replicato a Lucca, chiesa dei Servi, sabato 8 giugno alle ore 21.00 per il Festival Sagra Musicale Lucchese.
Il Coro, insieme all’orchestra universitaria, istituita nel 2010, fa parte del “Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale” dell’Università di Pisa, che rappresenta un punto di riferimento culturale per tutta la comunità accademica e per la città, offrendo numerosi eventi a ingresso libero (concerti, ma anche seminari e incontri di formazione e divulgazione) e collaborando con associazioni onlus vive nel territorio. Maria Antonella Galanti, responsabile del Centro, così spiega la scelta della composizione: “Abbiamo voluto celebrare il ventennale con un’esecuzione importante, come il “Requiem” di Giuseppe Verdi, che richiede l'impegno eccezionale di tutti i soggetti coinvolti, ma in modo particolare del coro, la cui parte comporta le difficoltà caratteristiche delle sezioni contrappuntistiche ma anche di quelle più liriche e intimistiche, solitamente affidate all’interpretazione solistica”. Il maestro Stefano Barandoni, direttore del Coro, ha recentemente presentato il Requiem in un incontro organizzato dal Centro musicale e rivolto alla cittadinanza soffermandosi, in particolare, anche sul tormentato percorso umano e artistico di Verdi che ha reso possibile la composizione e sul contesto storico-politico e culturale.
Il Primo Concerto Annuale nel Giugno Pisano si è tenuto il 21 giugno del 2000 in Sapienza, con un giovanissimo Coro dell’Università di Pisa, costituitosi a ottobre 1999 per iniziativa di Carolyn Gianturco, che si esibiva coi primi sessanta coristi; da allora il Coro è progressivamente cresciuto nell’organico fino ad accogliere oltre centocinquanta coristi, e ha presentato le opere più importanti della letteratura musicale corale, da Mozart a Orff e Bernstein, da Bach e Haendel a Mendelssohn e Schubert, da Haydn a Puccini. In quasi vent’anni di attività il Coro, di cui fanno parte anche docenti e personale tecnico e amministrativo, ha accolto centinaia e centinaia di studenti che hanno arricchito il loro percorso universitario grazie alla musica.

L’Università di Pisa aderisce all’appello dei giovani di "Fridays for Future" della Toscana e sostiene la seconda giornata di mobilitazione globale per il clima e per la crisi ambientale, indetta per venerdì 24 maggio a Pisa con partenza alle 9 da Piazza Vittorio Emanuele.

 

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La manifestazione a Pisa dello scorso 15 marzo


A darne l’annuncio nei gironi scorsi è stata una comunicazione del rettore Paolo Mancarella all’intera comunità universitaria, studenti docenti e personale tecnico amministrativo.

“Il nostro Ateneo – scrive il Rettore - vuole essere soggetto attivo e responsabile nelle complesse dinamiche di sviluppo della società, assumendo un ruolo sempre più centrale e propositivo nell’ambito dello sviluppo sostenibile”.

“Con questa logica - aggiunge Mancarella - l’Università di Pisa sta anche partecipando in maniera attiva al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2019, in atto in questi giorni, attraverso l’organizzazione di vari eventi, alcuni dei quali in collaborazione coi giovani studenti della nostra città che si riconoscono nello slogan “Fridays For Future”.

La mobilitazione di venerdì 24 maggio segue la quella del 15 marzo che ha visto scendere in piazza 350.000 persone in tutta Italia, di cui 50.000 solo in Toscana per chiedere azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico. Una partecipazione estremamente ampia di tutta la società civile, dagli studenti fino a insegnanti, lavoratori, pensionati e bambini.

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