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Al via il master in “Industry 4.0” per formare esperti nella digitalizzazione delle imprese
Un esperto in grado di guidare i processi di digitalizzazione delle imprese per favorire percorsi di innovazione orientati all’Industria 4.0. È la figura professionale del Digitalization Manager quella che mira a formare il nuovo master di I livello in “Industry 4.0 Design – Enterprise Digitalization and 4.0 Technologies”, un percorso di alta formazione, di durata annuale, nato dalla collaborazione tra l’Università di Pisa, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università di Siena e la Scuola Superiore Sant’Anna che partirà il prossimo 19 novembre. Il corso è promosso inoltre da una serie di aziende che saranno direttamente coinvolte nelle attività formative e nei tirocini: ErreQuadro s.r.l., Fondazione Giacomo Brodolini e Things On Internet s.r.l.
«In un mondo produttivo sempre più orientato all’Industra 4.0, il Digitalization Manager ha il compito di individuare e selezionare le tecnologie più idonee per apportare un reale beneficio all’interno di un’azienda, consentendo a manager e operatori di focalizzarsi sulle attività a maggior valore aggiunto - spiega il professor Gualtiero Fantoni (nella foto in basso a destra), coordinatore scientifico e organizzativo del master - Tale figura è in grado di analizzare le funzioni aziendali e di coniugare l’attenzione per gli aspetti di processo con le tematiche di management con lo scopo di progettare piani di sviluppo e crescita dell’impresa, ovvero integrare correttamente le tecnologie digitali all’interno dei processi aziendali. Infatti, la trasformazione digitale parte dall’analisi dei processi esistenti per riprogettarli in chiave ottimale sfruttando il potenziale delle risorse umane e delle tecnologie disponibili».
Integrando in un unico percorso le migliori competenze messe in campo dagli Atenei coinvolti, il master si rivolge ai laureati in discipline economiche, ingegneristiche e scientifiche. I candidati ideali sono neolaureati e professionisti che intendono acquisire competenze specifiche sulla digitalizzazione delle imprese. Il master è riservato a un massimo di 35 partecipanti e le iscrizioni sono aperte fino al 31 ottobre. Le lezioni si svolgeranno per tre giorni a settimana (dal lunedì al mercoledì) presso il GATE Centre di Pisa al fine di favorire un contatto diretto tra i partecipanti e imprese del territorio che operano nell’ambito della digitalizzazione dei processi aziendali. La partecipazione è aperta anche a laureati in discipline diverse da quelle indicate nel bando: possono partecipare infatti anche professionisti, manager e imprenditori che potranno essere presenti con la qualifica di studente uditore acquisendo, al termine del percorso, l'attestato di frequenza al master.
Il master coniuga lezioni frontali con attività pratiche come esercitazioni in aula, lavori di gruppo e analisi di casi studio. L’attività didattica prevede l’intervento di una serie di imprese e professionisti i quali andranno a rappresentare la loro esperienza nell’ambito dell’Industria 4.0. Al termine delle attività in aula, è previsto un tirocinio in azienda di almeno 160 ore durante il quale i partecipanti dovranno analizzare il livello di maturità digitale dell’impresa ospitante al fine di identificare le azioni correttive da attuare per aumentare tale livello in conformità con gli obiettivi che l’azienda vuole perseguire. I tirocini saranno svolti nelle aziende del territorio e saranno promossi attraverso il network del master, nonché grazie alla collaborazione con associazioni di categoria come Confartigianato Imprese Toscana. Tra le aziende interessate a ospitare i tirocinanti ci sono grandi e medie imprese locali di vari settori economici tra cui Fabio Perini S.p.A. e IGLOM Italia S.p.A.
Tutti i dettagli su lezioni, modalità e quote di iscrizione sono disponibili sul sito www.masterindustry40.it. Per maggiori informazioni rivolgersi alla segreteria del master: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Come sarà il clima del Mediterraneo nei prossimi 100 anni
Più arido e con minori precipitazioni, potrà essere così il clima del Mediterraneo nei prossimi cento anni secondo quanto emerge da uno studio internazionale pubblicato su Nature Communications e al quale hanno partecipato come unici italiani Eleonora Regattieri e Giovanni Zanchetta del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. La ricerca, che complessivamente ha coinvolto 12 istituzioni fra cui l’University College di Londra come capofila, si basa sull’idea che l’analisi del clima passato, in questo caso l’ultimo periodo interglaciale (129-116 mila anni fa), possa fornire fondamentali indicazioni per capire le tendenze attuali e future.
“Lo studio dell'ultimo periodo interglaciale è particolarmente rilevante perché è stato caratterizzato da un intenso riscaldamento artico, con temperature più alte di alcuni gradi rispetto a quelle attuali e quindi paragonabili agli scenari di riscaldamento previsti per la fine di questo secolo”, spiega Giovanni Zanchetta.
Come conseguenza del riscaldamento, la ricerca ha stimato che il livello globale del mare nell’ultima epoca interglaciale sia stato di circa 6-9 metri superiore al livello attuale, un innalzamento in buona parte dovuto alla fusione della calotta glaciale della Groenlandia.
“Un tale scioglimento dei ghiacci potrebbe quindi aver contribuito ad un’instabilità, della circolazione oceanica del Nord Atlantico, con momenti di indebolimento corrispondenti a periodi di scarsità di precipitazioni in Europa”, aggiunge Zanchetta.
Stalagmiti dall'Antro del Corchia (Lucca) (Foto I. Isola).
Per definire in dettaglio i cambiamenti oceanici e atmosferici dell'Atlantico settentrionale e dell'Europa meridionale, i ricercatori hanno prodotto una sorta di "stele di rosetta stratigrafica" analizzando una carota di sedimento marino proveniente dal margine atlantico della penisola iberica. I dati emersi, relativi ad esempio ai pollini e ai cambiamenti della vegetazione, sono stati quindi confrontati con l’andamento delle precipitazioni, registrato nelle stalagmiti della grotta “Antro del Corchia”, nel nord Italia, già studiate dai geologi dell’Università di Pisa. Il collegamento tra Corchia e il margine atlantico della penisola iberica ha così permesso ai ricercatori di datare per la prima volta in modo dettagliato e preciso i cambiamenti climatici nel Nord Atlantico. L'Antro del Corchia possiede infatti un vero e proprio archivio del clima passato, conservato nella stratigrafia e nelle proprietà chimiche delle sue concrezioni, che copre più di un milione di anni.
“Sebbene l’ultimo periodo interglaciale non sia un del tutto sovrapponibile a quanto accade oggi come conseguenza dell’attività umana – conclude Zanchetta - il profilo climatico che emerge, su scala secolare, indica che il progressivo riscaldamento che stiamo osservando possa generare in futuro un’instabilità del clima associata a fenomeni significativi di siccità”.
Giovanni Zanchetta ed Eleonora Zanchetta sono ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, dipartimento da anni leader nelle ricerche paleoclimatiche che a livello didattico offre, fra i primi in Italia, un nuovo curriculum di Climatologia nell’ambito un corso di laurea magistrale di Scienze ambientali.