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Il progetto Rosellini

Il Fondo Rosellini della Biblioteca Universitaria di Pisa conserva un vero tesoro: note, appunti e disegni prodotti dalla parte toscana della Spedizione in Egitto del 1828-29 e solo in parte pubblicati. Sono circa millequattrocento disegni, quattordici volumi manoscritti e numerose carte. Un progetto di ricerca in corso, ideato e coordinato da Marilina Betrò, che vede coinvolte diverse istituzioni (dall’Ateneo alla Biblioteca Universitaria, dall’Opera del Duomo di Pisa al Museo Egizio di Firenze) e vari giovani studiosi pisani (Paolo Del Vesco, Federica Facchetti, Angiolo Menchetti, Gianluca Miniaci, Daniele Salvoldi) prevede la digitalizzazione, lo studio, la pubblicazione e l’immissione sul web di questo materiale dal valore inestimabile. Il progetto si prefigge di rendere fruibile online il patrimonio di manoscritti, lettere, taccuini, disegni e oggetti relativi alla Spedizione. Le ricerche finora condotte hanno già portato a interessanti scoperte, come un ricco dossier di piante architettoniche e disegni, non solo inediti ma finora rimasti ignoti agli studiosi, eseguiti da Gaetano Rosellini, tra i quali la pianta e la sezione della tomba di Seti I, con il misterioso tunnel oggi oggetto delle indagini archeologiche di Zahi Hawass, già in buona parte visto e rilevato dalla Spedizione.

immagine della mostra

In un altro archivio estero è stato invece identificato il testo, creduto ormai perso, del Giornale di Viaggi di Alessandro Ricci, ora in corso di studio. Sarà così infine realizzato l’auspicio già più volte espresso da coloro che tanto hanno fatto in precedenza per rivalutare la memoria di Ippolito Rosellini: Giuseppe Gabrieli, che per primo pubblicò nel 1925 il Giornale della Spedizione Letteraria Toscana in Egitto negli anni 1828-1829 e con le sue ricerche gettò le basi per ogni futura indagine sul Fondo Rosellini e la Spedizione Toscana; Evaristo Breccia, che ne curò le celebrazioni in occasione del centenario della morte, e, soprattutto, Edda Bresciani, che con tanti scritti e iniziative ha contribuito a diffonderne e perpetuarne il nome e l’opera in ambito internazionale.