Tracce di vita nel bacino del fiume Serchio: dal DNA ambientale alla divulgazione
Conferenza di Gabriele Cananzi e Giulio Petroni
Martedì 24 settembre, alle ore 16.30, presso il Museo di Storia Naturale, avrà luogo la conferenza di Gabriele Cananzi e Giulio Petroni, in occasione della mostra temporanea MICROmacro, dal titolo "Tracce di vita nel bacino del fiume Serchio: dal DNA ambientale alla divulgazione"
I fiumi, ed in generale le acque interne, sono ad oggi tra gli ecosistemi più minacciati dalla crisi climatica. Questi ambienti, nonostante ricoprano una piccola porzione della superficie terrestre, ospitano altissimi livelli di biodiversità. Il legame tra fiumi e umani è storico e indissolubile: le prime civiltà si sono organizzate intorno a corpi d’acqua, e, nei millenni, questo rapporto si è intensificato, fino ad oggi, dove la maggioranza dei fiumi non segue più il suo corso originario, a volte fino a non raggiungere più il mare, la portata è ridotta da captazioni e barriere e le loro acque ed i loro sedimenti sono inquinati da sversamenti di vario genere. Un nuovo metodo di monitoraggio della biodiversità, proposto perché potente e non letale si chiama DNA ambientale. Utilizzando questa metodologia è possibile ricostruire la composizione di interi ecosistemi attraverso le tracce che ciascun essere vivente, passivamente, lascia nel suo ambiente.
Grazie al progetto “Quello che l’occhio non vede ma il DNA ambientale sì”, finanziato dalla Cassa di Risparmio di Lucca, il gruppo di ricerca di Giulio Petroni, professore ordinario del Dipartimento di Biologia dell’Università, negli ultimi quattro anni ha integrato queste nuove metodologie nello studio e nel monitoraggio del bacino del fiume Serchio.
Da questo progetto nasce anche la mostra fotografica MICROmacro, in esposizione fino al 13 ottobre.
La conferenza è a ingresso libero.