Software Heritage. Un'infrastruttura interdisciplinare per la Scienza Aperta e la riproducibilità della ricerca
Incontro con Roberto Di Cosmo
Il 12 ottobre alle 11, nell'Aula Magna del Polo Le Benedettine, si tiene un incontro dedicato a Software Heritage, il progetto che ha l'obbiettivo di raccogliere e conservare il software disponiobile pubblicamente. Interviene Roberto Di Cosmo (INRIA/Université Paris Cité), fondatore e CEO di Software Heritage.
Programma
Saluti istituzionali:
Giuseppe Anastasi, Delegato per la Transizione Digitale
Benedetta Mennucci, Prorettrice per la Promozione della Ricerca
Introduce e coordina:
Chiara Bodei, Coordinatrice Progetto Software Heritage, Università di Pisa
Speaker
Roberto Di Cosmo, Fondatore e CEO di Software Heritage, INRIA/Université Paris Cité
Abstract
Nel panorama attuale della ricerca che fa seguito alla rivoluzione digitale, il software permea ogni disciplina, dalle scienze umane alle scienze esatte.
Per mantenere intatto il tessuto della conoscenza, rispondere all'imperativo della Scienza Aperta e promuovere la riproducibilità della ricerca, è fondamentale disporre di meccanismi affidabili di conservazione e identificazione di ogni artefatto software rilevante per la ricerca.
Questo seminario presenterà in dettaglio Software Heritage, un'iniziativa rivoluzionaria impegnata nella raccolta, conservazione e condivisione di tutto il software pubblicamente disponibile sotto forma di codice sorgente. Lanciato dall’INRIA nel 2016, con il supporto dell'UNESCO e di numerose prestigiose istituzioni, tra cui l'Università di Pisa, Software Heritage ha costruito un'archivio che ha già raccolto più di 16 miliardi di file provenienti da oltre 250 milioni di origini software.
Dimostrazioni pratiche metteranno in evidenza il ruolo chiave di Software Heritage nell'affrontare le esigenze fondamentali di conservazione e identificazione degli artefatti software in tutti gli ambiti della ricerca. I partecipanti scopriranno la facilità di archiviazione e riferimento con pochi semplici clic, grazie a specifiche API e strumenti disponibili liberamente, e vedranno in azione l'identificatore persistente SWHID (Software Hash Identifier) che Software Heritage fornisce oggi per più di 30 miliardi di artefatti.