1917: guerra, rivoluzione, sogni di pace
Incontro con Ettore Cinnella
Il 26 ottobre alle 17, nell'Auditorium di Palazzo Blu, si tiene l'incontro con Ettore Cinnella "1917: guerra, rivoluzione, sogni di pace".
Le radici della rivoluzione russa del 1917 affondano senza dubbio nella situazione interna e negli antefatti del 1905. Sarebbe però un errore limitarsi a vedere nel 1917 la riproposizione, in un diverso contesto e con maggiori dimensioni, di quanto accaduto un decennio prima.
Fu la grande guerra a condizionare le vicende interne russe. I protagonisti politici e sociali della rivoluzione del 1917 erano gli stessi del 1905 ma, per molti versi, agirono e pensarono in modo diverso rispetto al 1905. Sulla questione della pace e della guerra le divisioni nel paese erano profonde. Se i liberali chiedevano in modo compatto la prosecuzione del conflitto a fianco degli alleati, il movimento socialista era paralizzato da profonde lacerazioni interne. I bolscevichi trionfarono perché, oltre a lanciare parole d’ordine semplici e incendiarie sui temi sociali, promisero l’immediata cessazione delle ostilità a masse estenuate ed esasperate dal lungo e sanguinoso conflitto. Il sogno d’una pace immediata sembrò realizzarsi, in autunno, con i proclami del nuovo governo sovietico.
Ma la realtà si rivelò refrattaria all’utopia pacifistica. La politica estera dei bolscevichi, mossa all’inizio dalla volontà di semplicità e trasparenza, si fece presto contorta e ambigua. L’esercito, prima abolito, rinacque con la creazione dell’armata rossa. La guerra mutò carattere, divenendo intestina, ma rimase feroce e sanguinaria come prima. Lo Stato sovietico, nato dal sogno di palingenesi sociale e di pace del 1917, avrebbe conservato una fondamentale ambiguità nei decenni successivi: da un lato, il ricorso alla diplomazia segreta, la costruzione d’una poderosa macchina bellica e l’allacciamento di rapporti con i paesi capitalistici; dall’altro, il sostegno a partiti comunisti nemici del sistema politico-sociale dell’Occidente.