Medicina e salute di genere. Percorsi normativi, istituzionali e di ricerca
Convegno del progetto TRIGGER
Tra i nuovi ambiti di studio, indubbiamente, quello della medicina di genere, o meglio dell’approccio di genere per la salute, rappresenta un focus importante per un’ analisi che superi i limiti di una visione neutra del paziente e metta al centro dei percorsi sanitari il soggetto con le sue differenze.
Questo è il tema che sarà discusso nel seminario Medicina e salute di genere. Percorsi normativi, istituzionali e di ricerca, partendo dalla proposta di legge in discussione alla Camera: “Disposizioni per favorire l’applicazione e la diffusione della medicina di genere”. L’incontro è organizzato nell’ambito del progetto europeo TRIGGER (Transforming Institutions by Gendering contents and Gaining Equality in Reserach), coordinato dalla Prof.ssa Rita Biancheri, assieme all’Istituto Superiore di Sanità.
E’ ormai ampiamente condiviso che la malattia non è solo un evento clinio-biologico ma è anche un avvenimento biografico e sociale; di conseguenza è necessario attuare una prospettiva multidisciplinare che tenga conto dei molteplici fattori che intervengono nel processo di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie e favorire così una ricerca innovativa a favore del benessere delle persone.
Nel 2000 l’OMS aveva inserito la medicina di genere nell’Equity Act per migliorare sia l’accesso che l’appropriatezza delle cure. Da allora si sono moltiplicati gli studi, soprattutto a partire dalla ricerca statunitense, all’interno del settore medico, ma è mancato un ulteriore importante passo in avanti che può derivare soltanto da una osmosi funzionale alla necessaria interazione tra i diversi settori di studio e, di conseguenza, una incisiva apertura all’apporto della sociologia per l’analisi dei contesti di vita e delle biografie femminile; elementi indispensabili per una corretta e costruttiva prospettiva che adotti il genere in tutte le sue potenzialità euristiche.
Questo tema ha incontrato, nel nostro paese, numerosi ostacoli e, tuttora, tale approccio è poco conosciuto e quasi per nulla praticato anche nella formazione universitaria. Come spesso avviene ci sono forti resistenze all’innovazione e i cambiamenti penetrano lentamente anche nelle università, in particolare gli studi di genere hanno subito un consistente ostracismo culturale assieme ad una riluttanza a superare il riduzionismo scientista per una idea di scienza intesa come “fenomeno complesso, cognitivo, culturale e sociale”.
Ad oggi sono cresciuti, in maniera esponenziale, i convegni e i seminari che affrontano il tema delle differenze uomo-donna, ma nella prevenzione purtroppo si rimane legati a quello che potremmo definire invece lo stereotipo delle differenze esclusivamente sessuali e fisiche, con campagne rivolte ai tumori al seno o all’apparato riproduttivo. Una riduzione ancora una volta al sanitario senza una vera integrazione con i “determinanti” sociali, riguardanti certamente la complessa e polivalente definizione inerente alla categoria di genere, che coinvolge, come è noto, la costruzione culturale dei ruoli, delle funzioni, dei compiti e aspettative implicite nell’appartenenza ad un sesso o ad un altro.
Nonostante quindi il tentativo di superare la visione “neutra”, ancora presente in molte discipline, assistiamo tuttora ad uso non coretto del termine genere che, nel paradigma esclusivamente bio-medico, rimane sinonimo di sesso. L’analisi della letteratura evidenzia lacune e criticità che riguardano soprattutto una maggiore apertura, al di là degli steccati, verso una chiave di lettura non semplificata ma corrispondente alla definizione stessa di salute da intendersi come benessere bio-psico-sociale.
Programma
Ore 10.30
Apertura dei lavori
Un approccio multidisciplinare alla salute: percorsi normativi
Coordina
Rita Biancheri, Università di Pisa
On. Paola Boldrini,
Membro della XII Commissione Parlamentare Affari Sociali e Salute, Prima firmataria della proposta di Legge N.3603: "Disposizioni per favorire l'applicazione e la diffusione della medicina di genere"
Percorsi istituzionali
Eugenio Sorrentino, Anna Maria Giammarioli, Istituto Superiore di Sanità
Dalla norma allo sviluppo di un modello
Vittoria Doretti, Dirigente Medico ASL Toscana Sud Est, Referente scientifico Codice Rosa per la Regione Toscana
L’esperienza del Codice rosa della Regione Toscana
Anna Maria Celesti, Regione Toscana, Coordinatrice del Centro Regionale di coordinamento della Salute e Medicina di genere
La Salute e la Medicina di Genere: il modello toscano
Dibattito
Ore 13,30
Light Lunch
Ore 14.30
Ripresa dei lavori
Un approccio multidisciplinare alla salute: percorsi di ricerca
Coordina
Rita Biancheri, Università di Pisa
Lilliana Dell’Osso, Università di Pisa
Le patologie psichiatriche al femminile
Rosa Maria Bruno, Stefano Taddei, Università di Pisa
Differenze di genere e fattori psicosociali nelle malattie cardiovascolari
Silvia Cervia, Università di Pisa
Partecipazione e processi decisionali
Annalaura Carducci, Università di Pisa
Rischi lavorativi e ambientali in ottica di genere
Rudy Foddis, Università di Pisa
Lo strumento per la valutazione dei rischi in ottica di genere
Antonella Ninci, INAIL Toscana
Lavoro e sicurezza in ottica di genere
Claudia Martini, Eleonora Da Pozzo, Università di Pisa
Differenze di genere e clinical trials nel processo di approvazione del farmaco
Stefania Landi, Università di Pisa
Ospedali, salute e genere. Come l’architettura delle strutture sanitarie influisce sul ben-essere della persona
Fulvia Signani, Azienda USL di Ferrara
La valutazione del "gender burden" in salute e malattia: Aspetti metodologici
Dibattito
Ore 17.00
Chiusura dei lavori
La partecipazione al seminario è libera e gratuita. Non occorre provvedere ad alcuna iscrizione preventiva.