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Genesi dell'oratoria scritta

Lectio Magistralis di Luciano Canfora per l'inaugurazione del Dottorato in storia

data 25 Gennaio 2016 15:00  |  luogo Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere (via Paoli) Via Pasquale Paoli, 15, 56126 Pisa PI, Italia
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"Bust Demosthenes BM 1840" Copy of Polyeuktos - Marie-Lan Nguyen (2011). Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia CommonsIl 25 gennaio la Lectio Magistralis di Luciano Canfora, dal titolo "Genesi dell'oratoria scritta", inaugura l'anno 2015/2016  del Corso di Dottorato in Storia.
I lavori dell'inaugurazione proseguono il 26 con l'introduzione alle attività del Dottorato e la presentazione dei nuovi dottorandi e dei loro progetti di ricerca.

Nel 1964, in una conferenza che sarebbe divenuta famosa, Pier Paolo Pasolini s’impegnò a spiegare come cambiava la lingua italiana e come le nuove influenze non arrivassero tanto dal mondo della cultura quanto piuttosto da quello degli affari e della tecnologia. Al fine di sostenere le sue argomentazioni si servì tra l’altro dell’analisi di un brano del discorso – scritto – che Aldo Moro aveva da poco tenuto per l’inaugurazione dell’Autostrada del Sole. Le critiche piovvero numerose addosso a Pasolini da parte di letterati e intellettuali. Oltre naturalmente all’opposizione nei confronti dell’allora presidente del Consiglio che non era ritenuto in grado di rappresentare con le sue parole le tendenze linguistiche del paese, a dettare le critiche fu soprattutto la convinzione diffusa, di origine crociana, che l’oratoria, o mutatis mutandis le notizie lette al telegiornale, fossero di gran lunga meno importanti di un romanzo di Gadda per seguire gli sviluppi della lingua italiana. Pasolini, invece, per la sua visione letteraria non conformista, e anche per lo studio attento che aveva fatto negli anni universitari della Storia della Letteratura Latina di Concetto Marchesi, che all’oratoria politica assegna un ruolo di primo piano, libero da preconcetti, seppe intravedere nel discorso di un politico e nel suo linguaggio i segni del cambiamento della lingua nazionale.

Sulla scia dell’intervento pasoliniano, e anche del recente volume di Gabriele Pedullà, Parole al potere. Discorsi di politici italiani, nell’ambito delle attività del Dottorato di Storia dell’Università di Pisa si è pensato di avviare un seminario sulla “Oratoria degli antichi e dei moderni” coordinato da Giovanni Salmeri.
Vi saranno affrontate varie tematiche, e si comincerà con l’indagare le ragioni per cui a due grandi oratori greci di epoca postclassica – il pagano Dione e il cristiano Giovanni – venne attribuito l’appellativo di Crisostomo (bocca d’oro). Saranno anche analizzati i discorsi in parlamento di due classicisti novecenteschi, un latinista e un grecista, rispettivamente l’italiano Concetto Marchesi e l’inglese Enoch Powell: in loro riecheggiano parole e movenze di Sallustio, Tacito e Tucidide. Da ultimo saranno gli interventi di due politici come Palmiro Togliatti e Aldo Moro a essere presi in considerazione, cercando di individuare i modelli linguistici diversi e le tradizioni oratorie diverse (dai quaresimali alle arringhe di tribunale) a cui sembrano rifarsi.

Nessuno allora appare più adatto di Luciano Canfora per aprire la serie di questi seminari. Canfora è non solo lo studioso del mondo antico oggi più noto al pubblico italiano, ma anche quello più in grado di coniugare nei suoi studi antico e moderno e di cogliere i nessi politici, e non, che collegano le due culture. È professore emerito dell’Università di Bari. Dirige la rivista “Quaderni di Storia” e varie collane specialistiche per editori differenti. Collabora al “Corriere della Sera”. È autore di numerosi volumi, spesso tradotti nelle principali lingue, che hanno il pregio di avvincere il lettore. Tra di essi si ricordano: Il comunista senza partito, La sentenza. Concetto Marchesi e Giovanni Gentile, La biblioteca scomparsa, La biblioteca del patriarca. Fozio censurato nella Francia di Mazzarino, Caio Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Convertire Casaubon, Noi e gli antichi. Perché lo studio dei greci e dei romani giova all’intelligenza dei moderni, La democrazia. Storia di un’ideologia, Il papiro di Dongo, Il papiro di Artemidoro, La guerra civile ateniese, La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone, Augusto figlio di dio, e da ultimo il prezioso Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante. Canfora è un grande conoscitore dell’opera dell’oratore ateniese Demostene, e nel suo intervento pisano affronterà il tema della “Genesi dell’oratoria scritta”.

Immagine: "Bust Demosthenes BM 1840" Copy of Polyeuktos - Marie-Lan Nguyen (2011). Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons

 

Info e Contatti:
Cristiana Torti torti@stm.unipi.it

2016-01-25 15:00:00
2016-01-25 23:40:23

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