Conferenza e reading-concerto su Duilio del Prete
Mercoledì 13 novembre, al Circolo Agorà (via Bovio, 48 – Pisa), è in programma una serata dedicata alla figura di Duilio Del Prete, attore e cantautore, primo traduttore di Brel in Italia.
Alle 21:30 si tiene la conferenza "Quando tornano i ricordi", che illustra questa complessa figura del panorama artistico italiano attraverso il ricordo e il racconto di Patrizia Piccioli ed Enrico de Angelis, giornalista e critico musicale nonché storico direttore artistico del Premio Tenco.
Alle 22:00 reading-concerto con Pier Francesco Poggi, già amico e collaboratore di del Prete, accompagnato al piano da Stefano De Meo, che ripercorrerà le fasi creative e artistiche di Del Prete, reinterpretando quella galleria di personaggi e contesti che hanno disegnato il percorso di questo grande artista.
Su Del Prete De Angelis ha scritto:
"Come si sa, Duilio è stato un attore di cinema e di teatro, ha lavorato con Monicelli e Bogdanovich, Germi e Losey, Strehler e Ronconi. Curioso ed eclettico, troppo versatile per raggiungere la grande fama popolare, l'aveva sfiorata con “Amici miei”, ma non bissò quel successo perché fu l'unico a mantenere l'impegno preso con Germi di non girare un “Amici miei 2”. Noi sappiamo però che la sua passione prima era nella musica: la canzone teatrale, il cabaret, il musical. Non si conosce abbastanza, questo suo lato. Già alla fine degli anni '50 aveva aderito allo storico movimento torinese dei Cantacronache, portando il suo incisivo contributo, graffiante e insieme tenero, ad una nuova canzone di impegno civile, di satira e di critica sociale, che poi frequentò sempre. E' stato un cantautore di alta classe, sia come autore che come interprete. Intendo in scena, in teatro: perché il mondo discografico è stato troppo ottuso per dargli spazio, e lui del resto se n'è infischiato bellamente."
L’iniziativa, ad ingresso gratuito, è organizzata dall’associazione studentesca LiberLabor con i contributi alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa (rif. n.2071 e 2045) .
Info 3205785174 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Conferenza e reading-concerto su Duilio del Prete
Mercoledì 13 novembre, al Circolo Agorà (via Bovio, 48 – Pisa), è in programma una serata dedicata alla figura di Duilio Del Prete, attore e cantautore, primo traduttore di Brel in Italia.
Alle 21:30 si tiene la conferenza "Quando tornano i ricordi", che illustra questa complessa figura del panorama artistico italiano attraverso il ricordo e il racconto di Patrizia Piccioli ed Enrico de Angelis, giornalista e critico musicale nonché storico direttore artistico del Premio Tenco.
Alle 22:00 reading-concerto con Pier Francesco Poggi, già amico e collaboratore di del Prete, accompagnato al piano da Stefano De Meo, che ripercorrerà le fasi creative e artistiche di Del Prete, reinterpretando quella galleria di personaggi e contesti che hanno disegnato il percorso di questo grande artista.
Su Del Prete De Angelis ha scritto:
"Come si sa, Duilio è stato un attore di cinema e di teatro, ha lavorato con Monicelli e Bogdanovich, Germi e Losey, Strehler e Ronconi. Curioso ed eclettico, troppo versatile per raggiungere la grande fama popolare, l'aveva sfiorata con “Amici miei”, ma non bissò quel successo perché fu l'unico a mantenere l'impegno preso con Germi di non girare un “Amici miei 2”. Noi sappiamo però che la sua passione prima era nella musica: la canzone teatrale, il cabaret, il musical. Non si conosce abbastanza, questo suo lato. Già alla fine degli anni '50 aveva aderito allo storico movimento torinese dei Cantacronache, portando il suo incisivo contributo, graffiante e insieme tenero, ad una nuova canzone di impegno civile, di satira e di critica sociale, che poi frequentò sempre. E' stato un cantautore di alta classe, sia come autore che come interprete. Intendo in scena, in teatro: perché il mondo discografico è stato troppo ottuso per dargli spazio, e lui del resto se n'è infischiato bellamente."
L’iniziativa, ad ingresso gratuito, è organizzata dall’associazione studentesca LiberLabor con i contributi alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa (rif. n.2071 e 2045) .
Info 3205785174 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Eventi dell'Associazione Dottorandi Italiani
Seminario e workshop dell'Associazione Dottorandi Italiani
Ifigenia, primo studio
Ifigenia, primo studio
Venerdì 22 novembre, alle ore 19,00, presso il teatro S. Andrea, i Nosòdi presentano "Ifigenia, primo studio", per la regia di Alice Bachi e Franco Farina. L'attività è finanziata con il contributo dell'Università di Pisa (rif. 001193).
L’Ateneo entra in EuroBioimaging, nuova ERIC per la ricerca biologica e biomedica
L’Università di Pisa, su proposta del Dipartimento di Fisica, entra a far parte del Nodo italiano della neonata ERIC una importante infrastruttura di ricerca che consente ai ricercatori l’accesso a risorse e servizi di avanguardia per la ricerca biologica e biomedica. La Commissione Europea ha infatti formalmente riconosciuto Euro-Bioimaging, il portale aperto verso l’eccellenza nel campo dell’imaging di cui fa parte anche l’Ateneo pisano e che ha come capofila l’Università di Torino, come European Research Infrastructure Consortium (ERIC).
Euro-BioImaging offre ai ricercatori delle scienze della vita l’accesso a una vasta gamma di strumenti di imaging e alle relative competenze, nonché l’opportunità di usufruire di corsi di training e di servizi di gestione dati non disponibili presso le loro istituzioni di appartenenza o tra i loro partners scientifici. Tutti gli scienziati, indipendentemente dalla loro affiliazione, dal loro settore disciplinare o dal loro campo di attività, possono trarre beneficio da questi servizi in open access su scala europea. Euro-BioImaging renderà possibile una ricerca di eccellenza e lo sviluppo dell’innovazione nelle scienze della vita a livello europeo. Tutti i servizi Euro-BioImaging sono accessibili attraverso il sito www.eurobioimaging.eu. L’istituzione di Euro-BioImaging come ERIC è il culmine di oltre 10 anni di lavoro preparatorio che ha visto la partecipazione attiva di 25 comunità nazionali di imaging, finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dallo European Molecular Biology Laboratory (EMBL).
La Finlandia ospiterà lo Statutory Seat dell’ERIC e gestirà il portale di accesso ai servizi e il coordinamento generale di Euro-BioImaging, EMBL coordinerà l’accesso all’imaging biologico mentre La sezione dell’Hub coordinante di Euro-BioImaging dedicata all’imaging biomedico sarà gestita dall’Italia attraverso l’Unità Operativa dell’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Cnr presso l’Università di Torino. EMBL coordinerà anche i servizi dati di Euro-BioImaging attraverso il BioImage Archive, piattaforma per l’archiviazione e la condivisione di dati di imagine.
Euro-BioImaging offre servizi di imaging all’avangardia attraverso le sue facilities riconosciute a livello internazionale, chiamate Nodi. Questi Nodi sono distribuiti sui 15 Paesi fondatori dell’ERIC: Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, EMBL, Finlandia, Francia, Ungheria, Israele, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Svezia e Regno Unito. Il Belgio parteciperà come osservatore.
“La nostra Università partecipa alle attività del nodo italiano per l’imaging biomedico in stretta collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e la Fondazione Toscana "G. Monasterio" – spiega il professor Nicola Belcari docente del Dipartimento di Fisica “E. Fermi” (a sinistra nella foto) – Il nostro dipartimento è attualmente quello maggiormente coinvolto poiché mette a disposizione del nodo le tecnologie di imaging nucleare sviluppate dal gruppo di Fisica medica. Il riconoscimento di Euro-Bioimaging come ERIC aprirà a nuove possibilità di finanziamento, ma soprattutto sarà l’occasione per il consolidamento, sia a livello europeo che locale, della comunità di bioimaging che ha una caratterizzazione fortemente multidisciplinare che vede il contributo di biologi, chimici, fisici, medici, farmacologi, ingegneri e informatici”.
Anche il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno espresso la loro soddisfazione per il raggiungimento di questo importante traguardo.
Università di Pisa in lutto per la scomparsa del professor Remo Bodei
È venuto a mancare all’età di 81 anni Remo Bodei, professore emerito dell’Università di Pisa, a lungo docente di Storia della Filosofia nell’ateneo pisano e alla Scuola Normale Superiore.
Studioso di fama internazionale, è stato allievo di Ernst Bloch e Karl Loewith. Si è occupato di teoria delle passioni, di modelli della coscienza e di problemi legati alla memoria, all’identità individuale e collettiva.
Nato a Cagliari nel 1938, il professor Bodei ha iniziato la sua carriera di docente alla Scuola Normale nel 1969 e dal 1971 ha insegnato Storia della filosofia all'Università di Pisa fino al 2011. Dal 2006 è stato professore all'Università della California a Los Angeles. Dal 1984 al 1987 ha ricoperto la carica di direttore del dipartimento di Filosofia, dove è stato anche coordinatore del dottorato in Discipline filosofiche.
Nell’anno accademico 2011/2012 è stato nominato professore emerito.
Tra le opere più recenti, tradotte in quindici paesi ricordiamo: "Le logiche del delirio. Ragione, affetti, follia" (Laterza, 2000); "Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze" (Feltrinelli, 2002); "Piramidi di tempo. Storie e teoria del déjà vu" (Il Mulino, 2006); "Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia" (Bompiani, 2008); "La vita delle cose" (Laterza, 2009); "Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri" (Feltrinelli, 2013); "Generazioni. Età della vita, età delle cose" (Laterza, 2014); "La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel" (Il Mulino, 2014); "Ordo amoris. Conflitti terreni e felicità celeste" (Il Mulino, 2015); "La filosofia nel Novecento" (e oltre) (Feltrinelli, 2015); "Limite" (Il Mulino, 2016) e" Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno" (Il Mulino, 2016), "Geometria delle passioni" (Feltrinelli, 2017, ultima edizione).
I funerali del professor Remo Bodei si svolgeranno sabato 9 novembre alle ore 11.30 nel cortile del Palazzo della Sapienza oppure, in caso di pioggia, nell’Aula Magna storica.
Sul sito dell’Università di Pisa è disponibile l’articolo "Remo Bodei nel ricordo del professor Alfonso Maurizio Iacono”.
Incarico presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere per la realizzazione di 8 video di documentazione della ricerca di Ateneo
Remo Bodei nel ricordo del professor Alfredo Ferrarin
Nella mia formazione riconosco la grande fortuna di avere avuto dei maestri eccezionali.
Mi iscrissi all’università di Bologna, venendo da quella che vivevo come la desolante provincia veneta. Mi accorsi ben presto però che a Filosofia a Bologna mi mancava quello che cercavo. Vidi una conferenza di Bodei all’Istituto Gramsci di San Vitale nel 1980, che discuteva della "Crisi della ragione" curato da Gargani; poi lessi "Sistema ed epoca", e decisi di trasferirmi a Pisa. Fin dai primi corsi di Bodei che frequentai, su Spinoza, la filosofia della storia di Hegel, il seminario sul tempo in Benjamin, capii di aver fatto la scelta giusta. Andavo alle lezioni di Bodei come si va a una festa. L’approfondimento teorico era sempre accompagnato dalla contestualizzazione storica; si respirava cultura e io come i miei compagni ne avevamo un bisogno quasi fisico; i riferimenti erano ricchissimi e spaziavano dalle cose apparentemente più trascurabili, umili e quotidiane a quelle più elevate.
Ma l’erudizione impressionante non era mai sfoggiata per intimidirci, anzi, la sua inesauribile curiosità andava di pari passo con una apertura verso gli studenti che si percepiva nell’aria; c’erano una passione e una libertà che mettevano in questione sia lo stile accademico che altri prediligevano e a cui volevano ci adeguassimo, sia, e soprattutto, la divisione del sapere in comparti separati. E poi era la prima volta che vedevo che si poteva scegliere se portare all’esame Minima moralia o Montesquieu. La lettura della sua bellissima prosa filosofica, poi, era sempre un piacere grande.
Lavorai tantissimo, per l’esame e poi per la tesi, che scrissi con Bodei. Volevo profondere un impegno fuori del comune per emularne la capacità di lavoro e provare a ringraziarlo degli stimoli che mi aveva regalato.
Domani devo andare a Napoli a un convegno su Hegel e i greci a cui doveva partecipare anche Remo, all’Istituto italiano di studi filosofici. Un altro lato di Remo, segno della sua grande generosità, era l’aiuto con cui si prodigò sempre per promuovere le iniziative di Marotta, cui era molto legato: promuovere cultura, anche al di fuori dell’ambito accademico –– nei festival come a livello editoriale –– senza compromettere il rigore scientifico era uno dei suoi aspetti migliori per cui ho sempre avuto profonda ammirazione.
Era amico di Gargani Bodei, e per ricordare Gargani nel decennale della scomparsa lo invitai a parlare al nostro seminario. Fu allora che mi disse che, per quanto avrebbe desiderato esserci, era costretto a declinare l’invito, per quello che chiamò ‘uno di quegli scherzi che ci riserva la vita’, la malattia che poi lo ha portato via. Fui, oltre che molto colpito e addolorato, anche sorpreso. L’avevo appena visto, nel dicembre del 2018, a Torino. Gli amici torinesi Vercellone e Corriero avevano organizzato una bella festa per celebrare i suoi 80 anni. Il convegno fu molto riuscito soprattutto perché a concluderlo fu Remo, che parlò a braccio per quasi un’ora sul suo ultimo progetto, il libro sulle macchine che è nel frattempo da poco uscito. Aveva la consueta vivacità; nella sua cultura sconfinata riusciva a mettere in relazione significativa e imprevedibile le cose più diverse e lontane in un’argomentazione che si manteneva compatta dall’inizio alla fine; soprattutto, era instancabile, avrebbe potuto parlare ancora per ore, e se qualcuno avesse pensato che magari a 80 anni si potesse notare un inevitabile appannamento della lucidità sarebbe rimasto a bocca aperta.
Alla fine l’applauso fu interminabile. Laddove altri si sarebbero schermiti abbassando lo sguardo, oppure spavaldamente inorgogliti, Bodei alzò la mano per fermarlo e disse, in torinese, ‘esageruma nen’. In quei giorni Remo mi disse che stava lavorando a un’edizione commentata delle lettere a Lucilio, e ricordo che pensai che avevo sempre visto in lui un coté, se non stoico, certo neostoico e spinoziano.
Il libro che raccoglie quegli interventi è uscito da pochi giorni. Fu Remo a suggerirne il titolo, che a me pare stendhaliano nella sua eleganza, "Cristalli di storicità". Il volume comprende, tra l’altro, un saggio di Bodei in inglese che vale come un’ultima, ahimé, autopresentazione, intitolato ‘Understanding myself’ –– come se il socratico conoscere se stessi fosse meno interessante che cercare di venire a capo del groviglio e del multiversum dell’io che voleva mettere a fuoco.
Volevo sentirlo per sapere se gli era piaciuto, ma nell’ultimo email che mi mandò si diceva affaticato, e per quel ritegno che paralizza in quanto rende impossibile decidere se un malato terminale potrebbe preferire essere lasciato in pace o scambiare un ultimo dialogo non lo feci, e mi dispiace.
Grazie, Remo, per tutto quello che ci hai dato. I tuoi libri e il tuo insegnamento hanno reso più interessante e più penetrabile questo nostro piccolo mondo, che sarà ora più povero senza di te. Ci mancherai.
Alfredo Ferrarin