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Foto G.CarusoGiovanni Caruso, ricercatore dell’Università di Pisa, ha vinto il prestigioso Premio Antico Fattore, istituito dall’Accademia dei Georgofili nel 1931, per la sezione “Moderne tecnologie di gestione e difesa dell’oliveto”. 

Caruso, già coordinatore nazionale del gruppo di lavoro “Olivo e Olio” della Società Italiana di Ortoflorifrutticoltura (SOI) e responsabile scientifico del Precision Fruit Growing Lab del dipartimento di Scienze agrarie alimentari e agro-ambientali dell’Ateneo pisano, è stato premiato per la pubblicazione scientifica “High resolution imagery acquired from an unmanned platform to estimate biophysical and geometrical parameters of olive trees under different irrigaton regimes”.

Nella motivazione si legge: “L’articolo, pubblicato su Plos One nel 2019, espone i risultati dell’uso di un drone equipaggiato con fotocamere RGB e multispettrali per la valutazione dei parametri biofisici e geometrici dell’olivo. Il metodo di stima per la misura della chioma dell’olivo, innovativo, messo a punto durante la ricerca, permette di monitorare vari parametri dell’olivo, dallo stato nutrizionale al vigore vegetativo e alla qualità dei frutti, permettendo così di introdurre nuove modalità di gestione degli oliveti. L’elevata qualità scientifica del lavoro trova adeguata conferma nell’elevato Impact Factor della rivista”.  La tematica della pubblicazione è oggetto delle recenti attività del gruppo di ricerca guidato da Giovanni Caruso in olivicoltura e viticoltura di precisione.

Il “Premio Antico Fattore”, nato a Firenze nel 1931, assunse il nome della trattoria (che è tutt’oggi all’angolo di via Lambertesca con via dei Georgofili), nella quale si riunivano, i mercoledì sera, alcuni tra i maggiori esponenti del mondo culturale, non solo cittadino, rappresentanti del mondo della letteratura, dell’arte, della scienza e in particolare della poesia, della pittura e della musica.

Il Premio ha vissuto diverse fasi. La prima edizione fu assegnata nel 1931. Ne seguirono annualmente altre, fino al 1934 (tra i vincitori, due futuri Premi Nobel: Eugenio Montale nel 1931 e Salvatore Quasimodo nel 1932). L’attività riprese dopo il secondo conflitto mondiale, con incontri culturali che però andarono esaurendosi, senza alcuna consegna di premi. Dal 1984, la storica azienda vinicola Ruffino si offrì di rivitalizzarlo, rendendolo anche internazionale e affiancandogli un analogo premio per la scienza vitivinicola (tra i vincitori, nel 1985 Indro Montanelli e nel 1989 Tony Morrison, alla quale fu poi conferito il Premio Nobel nel 1993). Anche questa fase si interruppe nel 1998.

L’Accademia dei Georgofili, nel 250° anniversario della sua fondazione, ha ridato vita al “Premio Antico Fattore”. In considerazione delle spiccate tradizioni viticole e olivicole, che rappresentano particolare espressione culturale ed elemento di identità della Toscana e dei paesi mediterranei, il premio è destinato a lavori letterari e a contributi scientifici di diversa natura, alternativamente nel settore viticolo e olivicolo.

A study carried out by endocrinologists from the University Hospital of Pisa have reported the first instance in the world of subacute thyroiditis caused by COVID-19.

The first author of the study, which has appeared in the Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, a journal published by the Endocrine Society, is Alessandro Brancatella, a physician specialized in endocrinology and a PhD student, together with the biologist Debora Ricci, post graduate students Nicola Viola and Daniele Sgrò,  Ferruccio Santini, an associate professor of Endocrinology and director of the Endocrinology 1 Unit and Francesco Latrofa, an associate professor of Endocrinology.

 

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From left to right: Francesco Latrofa, Ferruccio Santini and Alessandro Brancatella


The case is based on the observation of a young woman who suffered an attack of subacute thyroiditis, an inflammatory thyroid disease, immediately after recovering from COVID-19. The woman had been diagnosed with normal thyroid functioning just one month previously.

“There is much proof of the viral or postviral etiology of subacute thyroiditis,” explains Francesco Latrofa. “Over the years, different viruses have been associated with the disease although there has never been a case of the disease caused by coronavirus infection.”

Subacute thyroiditis is characterized by intense neck pain, fever and malaise and symptoms linked to the excess of circulating thyroid hormones such as sweating, rapid heartbeat  and insomnia. The patient in question was treated successfully with glucocorticoids.

“We felt it was important to share this case with the scientific community,” concludes Francesco Latrofa. “Considering there are more than 5 million infected patients throughout the world, it is highly probable that other cases of subacute thyroiditis from coronavirus will come to light.”

 

Venerdì, 05 Giugno 2020 07:54

Ecografia muscoloscheletrica

Sede
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Obbiettivi
La finalità del corso è di far acquisire al medico l’abilità ad effettuare esami specialistici avanzati con dimestichezza e accuratezza, riconoscere e differenziare le normali strutture anatomiche e, da questa fondamentale base di partenza, riconoscere la patologia delle strutture muscolari e osteoarticolari. Riconoscere le anomalie del sistema muscoloscheletrico, approfondire i concetti di biomeccanica alla base delle alterazioni patologiche che coinvolgono il sistema muscoloscheletrico, individuare e gestire correttamente infine le patologie in ‘second opinion’ e sapere effettuare anche procedure di tipo interventistico (infiltrazioni, procedure di litoclasia, etc.). Il corso è suddiviso in una Sezione Teorica della durata di una settimana e di una Sezione Pratica di 70 ore complessive: le lezioni pratiche sono concordate tra i discenti e il Coordinatore che li farà ruotare nei vari moduli specialistici, con conclusione del primo corso il 30 novembre dell’anno in corso e del secondo corso 28 Febbraio dell’anno successivo. La Sezione Pratica prevede la frequenza di quattro giorni per ogni ambulatorio di Branca o Modulo, per un totale di 70 ore di parte pratica e 70 ore di parte teorica. Le Branche o Moduli sono così suddivise: Modulo di Morfologia Umana e Distretti Complessi, Modulo di Sport & Trauma, Modulo di Radiologia Interventistica, Modulo di Reumatologia

Requisiti di ammissione

Sono ammessi a partecipare alla selezione i candidati, anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del Bando, di uno tra i seguenti Diplomi di Laurea o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero.
- Laurea magistrale: Medicina e Chirurgia (LM-41)
- Laurea vecchio ordinamento: Medicina e Chirurgia

Durata
La prima edizione del corso inizierà il 25/05/2025 e terminerà il 30/11/2025.
La seconda edizione del corso inizierà il 26/10/2025 e terminerà il 28/02/2026.

Scadenza:

Lunedì 5 maggio 2025 per la prima edizione del Corso
Lunedì 1° settembre per la seconda edizione del Corso

Costo
2.400 euro

Bando e moduli

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Elenco ammessi

Roberto PedrinelliItaly registered a 48.4% reduction in admissions for acute myocardial infraction during the Covid-19 pandemic. The data comes from a study recently published in the European Heart Journal which analyzed the number of admissions to intensive cardiac care units of 54 associated  Italian university cardiology facilities in the ‘CCU (Coronary Care Unit) Academy Investigator Group’ from 12th to 19th March 2020 compared with the equivalent week of the previous year.

Professor Roberto Pedrinelli (on the right), Director of the ‘Scuola di Specializzazione in Malattie dell'Apparato Cardiovascolare’ and a member of the Department of Surgical, Medical and Molecular Pathology and Critical Care Medicine at the University of Pisa, is one of the authors of the study coordinated by the Italian Society of Cardiology (SIC) where Professor Perdinelli is also a member of the governing board.

According to the study, the reduction in admissions was largely similar geographically in the north (-52.1%), centre (-59.3%) and south (-52.1%). The absolute number of admissions went from 618 (176 women and 442 men) to 319 (76 women and 243 men) and case fatalities almost doubled, going from 17 to 31.

“There was a significant reduction in the number of patient admissions for acute myocardial infarction in Italy during the COVID-19 pandemic, with a significant increase in case fatality and complication rates,” commented Roberto Pedrinelli.  ”This represents a serious social issue which must be addressed by scientific and healthcare communities and public regulatory agencies.”

References:

Reduction of hospitalizations for myocardial infarction in Italy in the COVID-19 era. De Rosa S, Spaccarotella C, Basso C, Calabrò MP, Curcio A, Filardi PP, Mancone M, Mercuro G, Muscoli S, Nodari S, Pedrinelli R, Sinagra G, Indolfi C; Società Italiana di Cardiologia and the CCU Academy investigator group. Eur Heart J. 2020 May 15:ehaa409. doi: 10.1093/eurheartj/ehaa409.

È Lorenzo Peruzzi, docente di Botanica sistematica al dipartimento di Biologia e direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa, il protagonista della quarta puntata di “L’UniPi racconta”, la nuova trasmissione realizzata da 50Canale con la collaborazione dell’Ateneo. In onda venerdì 5 giugno alle ore 17 e in replica sabato 6 alle ore 10, con una durata di circa mezz’ora, il professore illustra la storia, le caratteristiche e le curiosità dell’Orto e Museo Botanico, situato nel centro della città a poca distanza dalla Torre, che è tra le sedi di maggior tradizione e prestigio scientifico dell’Ateneo.

La trasmissione proseguirà poi a cadenza settimanale e affronterà in questo primo ciclo le ultime due puntate, approfondendo la situazione dei musei nella fase di emergenza (Antonella Gioli, 12 e 13 giugno) e le tecnologie quantistiche, tempo e spazio (Marilù Chiofalo, 19 e 20 giugno).

È Lorenzo Peruzzi, docente di Botanica sistematica al dipartimento di Biologia e direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa, il protagonista della quarta puntata di “L’UniPi racconta”, la nuova trasmissione realizzata da 50Canale con la collaborazione dell’Ateneo. In onda venerdì 5 giugno alle ore 17 e in replica sabato 6 alle ore 10, con una durata di circa mezz’ora, il professore illustra la storia, le caratteristiche e le curiosità dell’Orto e Museo Botanico, situato nel centro della città a poca distanza dalla Torre, che è tra le sedi di maggior tradizione e prestigio scientifico dell’Ateneo.
La trasmissione proseguirà poi a cadenza settimanale e affronterà in questo primo ciclo le ultime due puntate, approfondendo la situazione dei musei nela fase di emergenza (Antonella Gioli, 12 e 13 giugno) e le tecnologie quantistiche, tempo e spazio (Marilù Chiofalo, 19 e 20 giugno).

An ocean of plastic: currently, 5-13 millions of tons of plastic debris are believed to enter the oceans every year. However, very little is known about their destiny, because less than approximately 10% of the plastic entering the ocean can currently be accounted for, and this is likely due to their fragmentation into small particles addressed to as “microplastics” (MPs). MPs are particularly difficult to locate and to quantify, and undergo specific migration and transport mechanisms. It is not known how much plastic debris actually floats at the ocean surface, what mechanisms control plastic transport and fate from land to the deep sea, and what ecological impact these may have. The HOTMIC project “Horizontal and vertical oceanic distribution, transport, and impact of microplastics”, officially starting on June 5th, addresses these knowledge gaps, focusing on the trasport and fate of microplastics between western Europe and the North Atlantic ocean gyre. HOTMIC is a three-year project funded with 2.3 million euros under the European Program "JPI Oceans-Healthy and Productive Seas and Oceans".

Six European countries are involved in the project, and the Department of Cheemistry and Industrial Chemistry of University of Pisa acts as Italian partner. The partners will develop and apply analytical procedures to investigate microplastics in environmental samples collected during scientific cruises aimed to evaluate the extent, type, and distribution of microplastics, even below 10 microns, their transport routes and fate from the estuaries to the open sea and from the surface to the seabed, the degradation mechanisms, and the interaction with biological organisms. The research will build a reliable basis for a more accurate assessment of the risks brought by these contaminants for marine environments and organisms.

 

 

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Hotmic Italian team of the Department of Cheemistry and Industrial Chemistry of University of Pisa

 

In particulars, the UniPi chemistry researchers will put in place innovative analytical methods to identify and quantify different microplastic types. Prof. Valter Castelvetro explains us: “We have developed a completely original method that allows us to identify the specific polymers that make up the different types of microplastic. Until today, the most commonly applied techniques suffered limitations due to the challenging separation of microplastics from sediments, that often required laborious and poorly accurate count through microscopy and micro-spectroscopy techniques.”

Optimised separation techniques will be adopted, based on extraction, depolymerisation, and thermal analysis, associated with characterisation by mean of non destructive spectroscopies (Raman and FTIR microscopy), chromatographic separation (HPLC), and mass spectrometric characterisation (multi-shot Py-GC-MS, EGA-MS).

“The target is to identify the main plastic pollutants. The major risks”- concludes Castelvetro – “come from the smallest plastic fragments, such as the degradation products of plastic packaging, the polystyrene microspheres that derive from some cosmetic products, or the microfibres from synthetic fabrics, because these more easily enter the food chain of aquatic organisms".

The research group at the Department of Chemistry and Industrial Chemistry of University of Pisa, coordinated by Valter Castelvetro, is composed by Francesca Modugno, Alessio Ceccarini, Andrea Corti, Mario Cifelli and Antonella Manariti. In addition to the University of Pisa, the partnership includes GEOMAR (Kiel, Germany) as leader of the consortium, the Technical University of Munich, the University of Southern Denmark, the Instituto Português do Mar e da Atmosfera, the MARE center of the Universidade Nova de Lisboa for Portugal, the University of Ghent in Belgium, and the University of Tartu in Estonia.

Un oceano di plastica: si stima che nell’Atlantico ne arrivino ogni anno dai cinque ai tredici milioni di tonnellate, una presenza di cui però si conosce molto poco, appena il 10%, soprattutto a causa delle microplastiche. E proprio per colmare questa lacuna è partito HOTMIC- Horizontal and vertical oceanic distribution, transport, and impact of microplastics, un progetto triennale finanziato con 2,3 milioni di euro nell’ambito del programma europeo “JPI Oceans” a sostegno dei mari denominato “Healthy and Productive Seas and Oceans”.

I paesi europei impegnati nel progetto HOTMIC sono sei e per l'Italia l'unico partner è il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa. HOTMIC, che prenderà il via ufficialmente il 5 giugno, ha l’obiettivo di mappare la presenza delle microplastiche dalla costa Atlantica europea sino al vortice nord atlantico. Con questo progetto si metteranno a punto metodologie analitiche e si faranno campagne di campionamento delle microplastiche, anche sotto i 10 micron, per valutarne entità, tipologia, distribuzione, rotte dagli estuari fino al mare aperto e dalla superficie sino ai fondali, modalità di degradazione e di interazione con organismi biologici. L’intento è di porre le basi per una più accurata valutazione dei potenziali rischi per l’ambiente e per gli organismi marini. In particolare, i chimici e ricercatori dell’Ateneo pisano metteranno in campo le tecniche uniche che hanno ideato per identificare e quantificare le diverse varietà di microplastiche.

 

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Gruppo di ricerca Hotmic dell'Università di Pisa

 

“Abbiamo sviluppato una metodologia del tutto originale che ci consente di identificare i diversi tipi di microplastica, polimero per polimero - spiega Valter Castelvetro dell’Ateneo pisano – sino ad oggi la tecnica più comune e utilizzata si limitava infatti a fare una separazione grossolana delle microplastiche dai sedimenti, seguita da una laboriosa e inaccurata conta tramite tecniche di microscopia e spettroscopia microscopica”.

Per caratterizzare le microplastiche, saranno quindi utilizzate diverse tecniche di separazione tramite estrazione o depolimerizzazione delle microplastiche, associate a tecniche analitiche di spettroscopia non distruttiva (Raman, FT-IR, microscopia) e distruttiva (HPLC, Py-GC/MS, EGA/MS).

“La sfida è identificare i principali inquinanti plastici, le insidie maggiori – conclude Castelvetro - arrivano dai frammenti di plastica più fini, come ad esempio i prodotti di degradazione di imballaggi plastici, le microsfere di polistirene che derivano da alcuni prodotti cosmetici o le microfibre dei tessuti sintetici, che più facilmente entrano nella catena alimentare degli organismi acquatici”.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Pisa coordinato da Valter Castelvetro è composto da Francesca Modugno, Alessio Ceccarini, Andrea Corti, Mario Cifelli e Antonella Manariti. Oltre all’Ateneo pisano fanno parte del consorzio di Hotmic GEOMAR come capofila insieme all’Università Tecnica di Monaco per la Germania, l’Università della Danimarca meridionale, l’Instituto Português do Mar e da Atmosfera e il centro MARE della Universidade Nova de Lisboa per il Portogallo, l’Università di Ghent in Belgio e l’Università di Tartu in Estonia.

 

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