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È tornata in Rettorato, dopo un intervento di restauro rigorosamente conservativo, la bandiera tricolore che ricorda la partecipazione del battaglione universitario pisano al Risorgimento nazionale e più in particolare alla battaglia di Curtatone e Montanara del 29 maggio 1848. Dopo la visita in anteprima riservata alle autorità che sono intervenute alla presentazione del Bilancio di Mandato di lunedì 24 ottobre, tra le quali il presidente della Regione, Enrico Rossi, e il sindaco Marco Filippeschi, il vessillo si appresta a rientrare nella sua teca storica, una vetrina in legno con decorazioni a rilievo e iscrizioni commemorative posta al primo piano di Palazzo alla Giornata.
La bandiera si presenta come logora e molto fragile: di essa, infatti, rimane solo la banda verde lacerata e lacunosa e piccolissimi frammenti della banda bianca, mentre è completamente inesistente la banda rossa. Il vessillo è posto vicino alla sua asta, rivestita in velluto, con la "cravatta" e la lunga fascia in seta, ricamata con iscrizioni in oro e frange, anche queste oggetto del restauro.
L'intervento, affidato alla ditta “Restauro e Studio Tessili s.n.c.” di Digilio e Cambini, ha preservato l'integrità dell'insieme, consolidando quanto rimane del “tricolore” senza separarlo dal suo contesto nel quale conserva significato e valore storico. Il tessuto, composto da diversi frammenti di seta, è stato sottoposto a lenta immissione di vapore per restituire elasticità alle fibre e ridistendere le deformazioni. Successivamente è stato adagiato su un supporto in taffetà di seta, tinto in un verde simile all'originale e protetto da un sottilissimo velo, di seta anch'esso, adeguatamente tinto, fermato a cucito lungo i profili della bandiera e delle lacune.
Una volta consolidato, il frammento di bandiera è stato ancorato su un pannello, realizzato in policarbonato alveolare, leggero e inerte, rivestito con mollettone di puro cotone e tessuto di seta. Sul pannello, accanto alla bandiera, è stata appoggiata nella posizione originale anche l'asta con la “cravatta”, a sua volta restaurata con procedimento analogo alla bandiera, come anche la lunga fascia con iscrizioni. Il pannello è stato quindi inserito all'interno della vetrina storica.
La storia della bandiera tricolore si intreccia con quella dei 369 studenti universitari e giovani pisani che partirono il 22 marzo del 1848 per andare a combattere sui campi lombardi della prima guerra di indipendenza, ai quali poi si unirono studenti dell'Università di Siena e altri volontari toscani. Essi portavano con sé la bandiera biancorossa granducale toscana con lo stemma della dinastia lorenese, cui era stata aggiunta una sciarpa tricolore. A Reggio Emilia, il 23 aprile successivo, il battaglione universitario toscano, schierato in Piazza Grande davanti al municipio, ricevette solennemente in dono dalla guardia civica locale la bandiera tricolore di combattimento, cucita e ricamata nella notte da otto donne reggiane.
Nei giorni seguenti, dopo aver attraversato il Po, gli universitari toscani si attestarono in prima linea fra Curtatone e Montanara, nei pressi di Mantova, dove il 29 maggio 1848 resistettero valorosamente per cinque ore a migliaia di austriaci, consentendo a Carlo Alberto di non venire investito nel grosso del suo esercito e l'indomani di attaccare riportando la vittoria di Goito.
La stessa sorte gloriosa ebbe la bandiera, che fu impiegata in tutte le attività del battaglione universitario, ma che non fu presente nella fatidica battaglia di Curtatone e Montanara. Mentre infuriava lo scontro, infatti, era già stata trasportata al comando di Goito. Riportata a Pisa dai reduci, essa diventò una venerata icona, orgogliosamente esibita in ogni cerimonia patriottica: nel 1910 la bandiera ha ricevuto la medaglia d'argento e nel 1948, in occasione del centenario di Curtatone e Montanara, è stata insignita di medaglia d'oro al valor militare dalla Repubblica Italiana.

È tornata in Rettorato, dopo un intervento di restauro rigorosamente conservativo, la bandiera tricolore che ricorda la partecipazione del battaglione universitario pisano al Risorgimento nazionale e più in particolare alla battaglia di Curtatone e Montanara del 29 maggio 1848. Dopo la visita in anteprima riservata alle autorità che sono intervenute alla presentazione del Bilancio di Mandato di lunedì 24 ottobre, tra le quali il presidente della Regione, Enrico Rossi, e il sindaco Marco Filippeschi, il vessillo si appresta a rientrare nella sua teca storica, una vetrina in legno con decorazioni a rilievo e iscrizioni commemorative posta al primo piano di Palazzo alla Giornata.

bandiera curtatone


La bandiera si presenta come logora e molto fragile: di essa, infatti, rimane solo la banda verde lacerata e lacunosa e piccolissimi frammenti della banda bianca, mentre è completamente inesistente la banda rossa. Il vessillo è posto vicino alla sua asta, rivestita in velluto, con la "cravatta" e la lunga fascia in seta, ricamata con iscrizioni in oro e frange, anche queste oggetto del restauro.

L'intervento, affidato alla ditta “Restauro e Studio Tessili s.n.c.” di Digilio e Cambini, ha preservato l'integrità dell'insieme, consolidando quanto rimane del “tricolore” senza separarlo dal suo contesto nel quale conserva significato e valore storico. Il tessuto, composto da diversi frammenti di seta, è stato sottoposto a lenta immissione di vapore per restituire elasticità alle fibre e ridistendere le deformazioni. Successivamente è stato adagiato su un supporto in taffetà di seta, tinto in un verde simile all'originale e protetto da un sottilissimo velo, di seta anch'esso, adeguatamente tinto, fermato a cucito lungo i profili della bandiera e delle lacune.

Una volta consolidato, il frammento di bandiera è stato ancorato su un pannello, realizzato in policarbonato alveolare, leggero e inerte, rivestito con mollettone di puro cotone e tessuto di seta. Sul pannello, accanto alla bandiera, è stata appoggiata nella posizione originale anche l'asta con la “cravatta”, a sua volta restaurata con procedimento analogo alla bandiera, come anche la lunga fascia con iscrizioni. Il pannello è stato quindi inserito all'interno della vetrina storica.

La storia della bandiera tricolore si intreccia con quella dei 369 studenti universitari e giovani pisani che partirono il 22 marzo del 1848 per andare a combattere sui campi lombardi della prima guerra di indipendenza, ai quali poi si unirono studenti dell'Università di Siena e altri volontari toscani. Essi portavano con sé la bandiera biancorossa granducale toscana con lo stemma della dinastia lorenese, cui era stata aggiunta una sciarpa tricolore. A Reggio Emilia, il 23 aprile successivo, il battaglione universitario toscano, schierato in Piazza Grande davanti al municipio, ricevette solennemente in dono dalla guardia civica locale la bandiera tricolore di combattimento, cucita e ricamata nella notte da otto donne reggiane.

Nei giorni seguenti, dopo aver attraversato il Po, gli universitari toscani si attestarono in prima linea fra Curtatone e Montanara, nei pressi di Mantova, dove il 29 maggio 1848 resistettero valorosamente per cinque ore a migliaia di austriaci, consentendo a Carlo Alberto di non venire investito nel grosso del suo esercito e l'indomani di attaccare riportando la vittoria di Goito.

La stessa sorte gloriosa ebbe la bandiera, che fu impiegata in tutte le attività del battaglione universitario, ma che non fu presente nella fatidica battaglia di Curtatone e Montanara. Mentre infuriava lo scontro, infatti, era già stata trasportata al comando di Goito. Riportata a Pisa dai reduci, essa diventò una venerata icona, orgogliosamente esibita in ogni cerimonia patriottica: nel 1910 la bandiera ha ricevuto la medaglia d'argento e nel 1948, in occasione del centenario di Curtatone e Montanara, è stata insignita di medaglia d'oro al valor militare dalla Repubblica Italiana.

bandiera curtatone oriz

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Claudio Migliorini e Cristiano Alocci, neolaureati in ingegneria all’Università di Pisa, hanno vinto ad ottobre un premio per la loro tesi magistrale messo in palio dal Centro Internazionale di Aggiornamento Sperimentale-Scientifico (CIAS), un ente senza fini di lucro che opera nel campo dell’ingegneria civile.

alocci migliorini inside

I due neolaureati sono arrivato ex aequo nella sezione "Ponti e viadotti” dividendosi una borsa da 1.000 euro. Claudio Migliorini, 28 anni di Grosseto, ha vinto con una tesi su "Progettazione di un ponte strallato ciclopedonale sul fiume Ombrone" di cui era relatore il professore Pietro Croce; Cristiano Alocci, 26 anni di Monte Argentario (GR), è stato premiato per la sua tesi “Progetto di una passerella ciclo-pedonale mobile in materiale composito sul canale dei Navicelli a Pisa" di cui è stato relatore il professore Paolo S. Valvo.

Nella foto a sinistra Claudio Migliorini, a destra Cristiano Alocci

Giovedì 27 ottobre alle 16 a San Pietro a Grado (PI) in Via Livornese 1291 si inaugura il Green Data Center dell’Università di Pisa. Alla cerimonia intervengono il rettore Massimo Augello, il professore Giuseppe Attardi del dipartimento di Informatica e il dottore Paolo Caturegli. Il Green data Center sorge in un’area di proprietà dell’Ateneo che si trova all’interno del Parco di Migliarino, San Rossore Massaciuccoli, l’edificio che lo ospita è stato adeguato alla nuova funzione, creando uno spazio unico per la sala macchine principale di circa 250 mq.

Claudio Migliorini e Cristiano Alocci, neolaureati in ingegneria all’Università di Pisa, hanno vinto ad ottobre un premio per la loro tesi magistrale messo in palio dal Centro Internazionale di Aggiornamento Sperimentale-Scientifico (CIAS), un ente senza fini di lucro che opera nel campo dell’ingegneria civile. I due neolaureati sono arrivato ex aequo nella sezione "Ponti e viadotti” dividendosi una borsa da 1.000 euro. Claudio Migliorini, 28 anni di Grosseto, ha vinto con una tesi su "Progettazione di un ponte strallato ciclopedonale sul fiume Ombrone" di cui era relatore il professore Pietro Croce; Cristiano Alocci, 26 anni di Monte Argentario (GR), è stato premiato per la sua tesi “Progetto di una passerella ciclo-pedonale mobile in materiale composito sul canale dei Navicelli a Pisa" di cui è stato relatore il professore Paolo S. Valvo.

Dida foto: a sinistra Claudio Migliorini, a destra Cristiano Alocci

SisifoDalle ore 16,00 sino alle 18,30 di giovedì 27 ottobre avrà luogo presso Aula 3, al III piano di Palazzo Ricci (via Collegio Ricci, 10) la seconda giornata del Laboratorio sul fenomeno tragico, coordinato da Marta Vero.

Intervengono:
Danilo Manca, Il silenzio, il lamento e il riso. Benjamin e Szondi su tragico e linguaggio. Con un’interpretazione de La torre di von Hofmannstahl e Finale di partita di Beckett

Davide Coppedè, Al meriggio del pensiero. Su Il mito di Sisifo e L’uomo in rivolta di Albert Camus

Info e contatti
https://zetesisproject.com/

 

Mercoledì, 26 Ottobre 2016 07:48

Il cervello che impara di nuovo a vedere

Dopo una prolungata cecità, può il cervello essere di nuovo in grado di elaborare i segnali visivi? Un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Plos Biology e condotto in collaborazione tra il team di Università di Pisa, Fondazione Stella Maris e Istituto di Neuroscienze del CNR, coordinato dalla professoressa Maria Concetta Morrone, e il team di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Careggi e dell’Università di Firenze, guidato dal professor Stanislao Rizzo, ha indagato quest’aspetto studiando un gruppo di pazienti ciechi affetti da retinite pigmentosa che sono stati sottoposti all’impianto di una protesi retinica.

plosBiology Morrone

«La letteratura scientifica ha ormai dimostrato che dopo anni di cecità il cervello umano si “riorganizza” e le aree corticali un tempo dedicate a elaborare segnali visivi, essendo ormai inattivate, assolvono nuove funzioni come ad esempio l’elaborazione di informazioni tattili o uditive – spiega Elisa Castaldi, primo autore dello studio – I dati ottenuti da questo gruppo di pazienti dimostrano che questo processo è in parte reversibile e che si può fare in modo che le aree che una volta erano visive tornino a svolgere la loro funzione originaria, sebbene il nuovo segnale visivo sia molto diverso e molto distorto rispetto a quello originale».

Nello studio sono state misurate le risposte comportamentali e le attivazioni cerebrali con metodi di risonanza magnetica funzionale prima e dopo l’impianto della protesi. Il sistema di neuro-stimolazione cattura tramite una telecamera montata sugli occhiali del paziente immagini del mondo esterno, che poi elaborate e compresse vengono convertite in segnali elettrici e trasmesse, tramite un sistema di bobine a comunicazione wireless, a degli elettrodi impiantati che stimolano gli assoni delle cellule gangliari della retina. I pazienti imparano a utilizzare la protesi e riescono nuovamente a riconoscere stimoli visivi e durante questa lunga fase di apprendimento il cervello cambia e lentamente torna a essere attivato da stimoli visivi. I risultati dello studio dimostrano che, dopo la protesizzazione, c’è un aumento di attività cerebrale misurata con la risonanza magnetica e che tale aumento è più forte nei pazienti che si sottopongono a un training più intenso.

«È importante tenere presente – continua Elisa Castaldi – che questi cambiamenti avvengono nell’arco di svariati mesi e che c’è una correlazione tra la quantità di esercizi riabilitativi effettuati dal paziente, il cambiamento cerebrale e la capacità di utilizzare il nuovo strumento. È come se il cervello dovesse imparare a vedere di nuovo». «Questi dati dimostrano che c’è una grande plasticità nel cervello non solo durante l’infanzia, ma anche in età adulta – aggiungono Maria Concetta Morrone dell’Università di Pisa e Guido Cicchini dell’Istituto di Neuroscienze del CNR – Inoltre è molto importante aver osservato che essa non sia limitata alla corteccia, ma anche a strutture sottocorticali».

«Oltre 40 milioni di persone al mondo soffrono di cecità e in molti casi la causa è una lenta e progressiva degenerazione retinica, come nella retinite pigmentosa, una malattia retinica ereditaria che porta gradualmente alla cecità – specifica il professor Stanislao Rizzo - Recentemente, si sono aperte nuove speranze per queste gravi malattie degenerative grazie alla realizzazione di nuove sofisticate protesi retiniche e di elementi fotosensibili che mirano a sostituire la funzionalità della retina e a stimolare di nuovo il cervello con segnali visivi. Comprendere il potenziale plastico del cervello adulto è fondamentale per migliorare e ottimizzare le future protesi retiniche”.

 

Elisa Castaldi

castaldi elisa

 

Guido Cicchini e Maria Concetta Morrone

morrone cicchini

 

Stanislao Rizzo

rizzo careggi

 

Ne hanno parlato: 
Ansa.it
Repubblica.it
Tirreno.it
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
InToscana.it
LeScienze.it 
FattoQuotidiano.it 
gonews.it 
LaStampa.it 
AskaNews

«Due personalità molto diverse tra loro, ma che hanno raggiunto l’eccellenza nei loro settori e che sono ben rappresentative dello spirito della nostra Università, in cui il sapere affonda le sue radici nel passato, ma allo stesso tempo è proiettato verso il futuro e l’innovazione». È così che il rettore Massimo Augello ha presentato Alfred Cuschieri e Valentino Mercati, i due protagonisti della cerimonia di conferimento delle due lauree magistrali honoris causa che si è tenuta martedì 25 ottobre, nell’Aula Magna Fratelli Pontecorvo del Polo Fibonacci. Alfred Cuschieri, chirurgo e scienziato di fama internazionale, è stato insignito della laurea magistrale in “Bionics Engineering”, Valentino Mercati, imprenditore italiano, fondatore e presidente del Gruppo Aboca, quella in “Biotecnologie vegetali e microbiche”.

La prima parte della cerimonia è stata dedicata ad Alfred Cuschieri, con la lettura della motivazione da parte del professor Luigi Landini, presidente del Consiglio aggregato del corso di laurea magistrale in “Bionics Engineering”, e della laudatio pronunciata da Franco Mosca, professore emerito di Chirurgia generale dell’Ateneo pisano. Dopo il conferimento della laurea da parte del rettore Augello, è seguita la lectio magistralis di Alfred Cuschieri dal titolo “Nanotechnology for Health care”.

La cerimonia è proseguita poi con la laurea honoris causa a Valentino Mercati: le motivazioni sono state lette dal professor Rossano Massai, direttore del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, mentre la laudatio è stata affidata alla professoressa Annamaria Ranieri, presidente del corso di laurea magistrale in “Biotecnologie vegetali e microbiche”. Dopo la proclamazione da parte del rettore, Valentino Mercati ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Biotecnologie per la salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Il professor Alfred Cuschieri, nato a Malta da padre fiorentino e madre maltese, laureato a Malta, ha sviluppato la sua prestigiosa carriera nelle università del Regno Unito. Sir Alfred, baronetto di Sua Maestà la Regina Elisabetta II di Inghilterra, oltre a essere stato un eminente chirurgo generale e inventore di nuove procedure tecnologiche in chirurgia, nel corso della sua carriera ha ricoperto numerose cariche importanti e attualmente è direttore scientifico dell’IMSaT (Institute for Medical Science and Technology) in Scozia, da lui fondato, dove lavorano circa 50 ricercatori, in gran parte ingegneri. È inventore di un numero rilevante di dispositivi chirurgici e medicali in generale, alcuni dei quali sono stati chiamati col suo nome, “Cuschieri”, come ad esempio gli strumenti per chirurgia laparoscopica a singolo accesso. Il professor Alfred Cuschieri ha collaborato con la Scuola pisana di Chirurgia generale continuativamente dal 1987 ad oggi, aggiornando gli allievi con lezioni e dimostrazioni in sala operatoria sui progressi e sulle acquisizioni della chirurgia mini-invasiva, di cui è padre fondatore riconosciuto in tutto il mondo. Dal 2003 è anche professore di Chirurgia presso la Scuola Sant’Anna, trasferito dall’università britannica con chiamata per “chiara fama”. Cuschieri è diventato ormai un punto di riferimento anche per il Centro di Eccellenza del MIUR per la Chirurgia Assistita dal Computer, “EndoCAS”, dell’Università di Pisa.

Valentino Mercati è nato a Sansepolcro nel 1939 in una famiglia di artigiani, dai quali ha tratto un’educazione basata sulla sensibilità e il rispetto per la natura. Nel 1975 ha acquistato una fattoria in località Aboca, a pochi chilometri da Sansepolcro, dove alla fine del 1977 ha iniziato il progetto di coltivazione e trasformazione di piante utili al benessere dell’uomo. È nata così l’azienda Aboca, una realtà che nel tempo ha incluso nella sua missione anche la ricerca e l’innovazione, con l’obiettivo di sviluppare prodotti volti a risolvere le esigenze di salute nel rispetto della persona e dell’ambiente. Nel 1984 Aboca ha ottenuto il primo riconoscimento ufficiale come operatore sanitario attraverso l’autorizzazione a produrre estratti di erbe per uso farmaceutico. Nel 1992 ha ottenuto anche l’autorizzazione a produrre prodotti dietetici. Il primo significativo progetto di ricerca ideato da Aboca e riconosciuto dal MIUR risale agli inizi del 1990, quando fu avviato uno studio sul contenuto quanti-qualitativo dei flavonoidi contenuti in diverse varietà di passiflora, specie di cruciale importanza medicinale per la sua attività farmacologica sul sistema nervoso. Altra importante ricerca risale agli inizi del 2000, periodo in cui vennero studiate nuove sostanze ad attività antinfiammatoria. Tale ricerca ha consentito di collocare l’Azienda come esempio di innovazione sulla cura, mediante fitocomplessi naturali, di malattie cronico degenerative e oncologiche. Valentino Mercati è stato presidente di Assoerbe dal 2010 al 2013. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Cavaliere dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro. Nel 2014 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Cavaliere del Lavoro.

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