Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Emilio Cristiani
È scomparso alcuni giorni fa il professor Emilio Cristiani, a lungo docente di Storia medievale dell’Università di Pisa, nominato Emerito nell’anno accademico 2006/2007. Nato a Pisa nel 1926, si è laureato in Lettere nell’Ateneo pisano nel 1948. Dopo la laurea è stato assistente della cattedra di Storia medievale fino al 1964, anno in cui è stato nominato professore ordinario di Storia presso la facoltà di Magistero dell’Università di Messina. Nel 1966 è rientrato all’Università di Pisa, alla facoltà di Economia e commercio, per insegnare Storia. Nel 1968 è stato trasferito alla facoltà di Lettere e filosofia, dove ha insegnato Storia medievale fino al pensionamento, nel 1999. Dal 1987 al 1990 è stato direttore del dipartimento di Medievistica. Nel 1977 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.
È stato presidente della Deputazione di Storia Patria della Toscana e della Società storica pisana. Allievo di Ottorino Bertolini a Pisa e Federico Chabod a Roma, è stato un insigne studioso di storia comunale. Il suo volume su “Nobiltà a Popolo nel Comune di Pisa. Dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico”, uscito nel 1962 presso l’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, ha fatto epoca negli studi sul comune due e trecentesco, identificando una ad una le famiglie nobili e popolari coinvolte nel governo cittadino e studiando i meccanismi effettivi di gestione del Comune, fino a costruire un modello valido anche per altre città. Come docente ha diretto numerose tesi di laurea, dedicate soprattutto all’edizione e allo studio di fonti inedite. Il suo lungo rapporto di colleganza con Cinzio Violante ha fatto sì che l’Università di Pisa diventasse uno dei centri più qualificati per lo studio della Storia medievale.
(L'immagine del prof. Emilio Cristiani è tratta dal progetto fotografico del 2008 intitolato "Razza italiana", a cura di Oliviero Toscani).
È tutto toscano l’omogeneizzato bio a Km zero
Produrre omogeneizzati di carne, verdura e frutta biologici a Km zero e con materie prime tutte toscane. È questo l’obiettivo del progetto biennale “Peter Baby Bio” appena finanziato dalla Regione Toscana e coordinato scientificamente dall’Università di Pisa.
“Lo scopo è di mettere a punto alimenti per l’infanzia che siano innovativi per le metodologie di produzione, la tracciabilità delle materie prime, le caratteristiche nutrizionali e la sicurezza alimentare”, ha spiegato Marcello Mele, responsabile scientifico del progetto e professore del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa.
“Peter Baby Bio” si inserisce nell’ampia discussione attuale sull’origine delle materie prime e sulla possibile presenza di inquinanti degli omogenizzati in commercio. Il Podere Pereto a Rapolano Terme in provincia di Sien,a che ha una documentata esperienza nei sistemi di produzione da agricoltura biologica, è l’azienda che produrrà gli omogeneizzati e che svolge il ruolo di capofila. La consulenza dietistica per le ricette degli omogeneizzati sarà fornita dall’equipe del professore Giovanni Federico, pediatra del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa.
“Testeremo gli alimenti, anche per la palatabilità, cioè la gradevolezza al gusto, prima e dopo la trasformazione – aggiunge Marcello Mele - per valutare il mantenimento delle proprietà nutrizionali originali e l’assenza di sostanze inquinanti e o tossiche, anche generate durante il processo di trasformazione”.
Le analisi saranno condotte nei laboratori dell’Università di Pisa del professore Marcello Mele e della professoressa Annamaria Ranieri, e in quelli dell’Università di Siena del professore Claudio Rossi e dell’Università di Bologna della professoressa Maria Rodriguez Estrada. Il coordinamento delle attività tecniche sarà curato dalla dottoressa Alice Pollicardo, agronoma dello Studio di Agronomia BioProject, Monteroni D’Arbia di Siena.
L’avvio ufficiale del progetto sarà giovedì 26 gennaio con una giornata divulgativa che si svolgerà dalle 9.30 nell'azienda agricola Poggio Alloro a San Gimignano in provincia di Siena.
È toscano l’omogeneizzato bio a Km zero
Produrre omogeneizzati di carne, verdura e frutta biologici a Km zero e con materie prime tutte toscane. E’ questo l’obiettivo del progetto biennale “Peter Baby Bio” appena finanziato dalla Regione Toscana e coordinato scientificamente dall’Università di Pisa.
“Lo scopo è di mettere a punto alimenti per l’infanzia che siano innovativi per le metodologie di produzione, la tracciabilità delle materie prime, le caratteristiche nutrizionali e la sicurezza alimentare”, ha spiegato Marcello Mele, responsabile scientifico del progetto e professore del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa.
“Peter Baby Bio” si inserisce nell’ampia discussione attuale sull’origine delle materie prime e sulla possibile presenza di inquinanti degli omogenizzati in commercio. Il Podere Pereto a Rapolano Terme in provincia di Sien,a che ha una documentata esperienza nei sistemi di produzione da agricoltura biologica, è l’azienda che produrrà gli omogeneizzati e che svolge il ruolo di capofila. La consulenza dietistica per le ricette degli omogeneizzati sarà fornita dall’equipe del prof Giovanni Federico, pediatra del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa.
“Testeremo gli alimenti, anche per la palatabilità, cioè la gradevolezza al gusto, prima e dopo la trasformazione – aggiunge Marcello Mele - per valutare il mantenimento delle proprietà nutrizionali originali e l’assenza di sostanze inquinanti e o tossiche, anche generate durante il processo di trasformazione”.
Le analisi saranno condotte nei laboratori dell’Università di Pisa del prof. Marcello Mele e della professoressa Annamaria Ranieri, e in quelli dell’Università di Siena del professore Claudio Rossi e dell’Università di Bologna della professoressa Maria Rodriguez Estrada. Il coordinamento delle attività tecniche sarà curato dalla dottoressa Alice Pollicardo, agronoma dello Studio di Agronomia BioProject, Monteroni D’Arbia di Siena.
L’avvio ufficiale del progetto sarà giovedì 26 gennaio con una giornata divulgativa che si svolgerà dalle 9.30 nell'azienda agricola Poggio Alloro a San Gimignano in provincia di Siena.
Consegnati i diplomi di laurea a 171 neoingegneri
Sono 171 i ragazzi che sabato 21 gennaio, con una cerimonia istituzionale che si è tenuta a Palazzo dei Congressi, hanno ritirato il diploma di laurea di primo livello in Ingegneria conseguita nel secondo semestre del 2016 all'Università di Pisa. I neolaureati hanno presentato una breve sintesi dell’attività svolta come prova finale, ricevendo poi il loro diploma di laurea o, se laureati con lode, una medaglia della Scuola interdipartimentale di Ingegneria, appositamente realizzata. Alla cerimonia, ha portato i suoi saluti anche il rettore Paolo Mancarella.
La commissione, abbigliata nella tradizionale divisa comprendente toga, tocco e pettorina, era formata dal neo-presidente della Scuola interdipartimentale di Ingegneria, Alberto Landi, dal professor Massimo Ceraolo, presidente di cerimonia, e dai vari presidenti dei corsi di laurea che si sono alternati nelle varie sessioni della giornata: Buno Neri (Ingegneria elettronica); Marco Avvenuti, in sostituzione di Gigliola Vaglini (Ingegneria informatica); Giuliano Manara (Ingegneria delle Telecomunicazioni); Luigi Landini (Ingegneria biomedica); Massimo Losa (Ingegneria civile ambientale e edile, Ingegneria civile e ambientale; Ingegneria civile dell’ambiente e del territorio, Ingegneria edile); Alessandro Franco (Ingegneria elettrica/energetica/dell’energia); Walter Ambrosini (Ingegneria della sicurezza industriale e nucleare, Ingegneria nucleare e della sicurezza e protezione e Ingegneria meccanica, quest'ultima in sostituzione di Sandro Barone); Maria Vittoria Salvetti (Ingegneria Aerospaziale); Sandra Vitolo (Ingegneria chimica); Andrea Bonaccorsi (Ingegneria gestionale).
«Questa è stata la seconda cerimonia di consegna dei diplomi e, come e più della precedente (svoltasi lo scorso 2 luglio) è stata coronata da buon successo - commenta il professor Massimo Ceraolo - I laureati, alcuni emozionati altri più spigliati, hanno avuto l’opportunità di esporre ad un’ampia platea il lavoro che hanno svolto come prova finale. La commissione ha ascoltato con interesse le relazioni, ricavandone anche un quadro ricco e completo delle varie attività che vengono svolte a coronamento del corso di laurea. La stessa commissione, alla fine di ogni turno, ha applaudito coralmente tutti i neo-laureati, incoraggiandoli a farsi strada nelle loro future carriere lavorative o di studio, portando alto il nome dell’Università di Pisa e della Scuola di Ingegneria».
Consegnati i diplomi di laurea a 171 neoingegneri
Sono 171 i ragazzi che sabato 21 gennaio, con una cerimonia istituzionale che si è tenuta a Palazzo dei Congressi, hanno ritirato il diploma di laurea di primo livello in Ingegneria conseguita nel secondo semestre del 2016 all'Università di Pisa. I neolaureati hanno presentato una breve sintesi dell’attività svolta come prova finale, ricevendo poi il loro diploma di laurea o, se laureati con lode, una medaglia della Scuola interdipartimentale di Ingegneria, appositamente realizzata. Alla cerimonia, ha portato i suoi saluti anche il rettore Paolo Mancarella.
La commissione, abbigliata nella tradizionale divisa comprendente toga, tocco e pettorina, era formata dal neo-presidente della Scuola interdipartimentale di Ingegneria, Alberto Landi, dal professor Massimo Ceraolo, presidente di cerimonia, e dai vari presidenti dei corsi di laurea che si sono alternati nelle varie sessioni della giornata: Buno Neri (Ingegneria elettronica); Marco Avvenuti, in sostituzione di Gigliola Vaglini (Ingegneria informatica); Giuliano Manara (Ingegneria delle Telecomunicazioni); Luigi Landini (Ingegneria biomedica); Massimo Losa (Ingegneria civile ambientale e edile, Ingegneria civile e ambientale; Ingegneria civile dell’ambiente e del territorio, Ingegneria edile); Alessandro Franco (Ingegneria elettrica/energetica/dell’energia); Walter Ambrosini (Ingegneria della sicurezza industriale e nucleare, Ingegneria nucleare e della sicurezza e protezione e Ingegneria meccanica, quest'ultima in sostituzione di Sandro Barone); Maria Vittoria Salvetti (Ingegneria Aerospaziale); Sandra Vitolo (Ingegneria chimica); Andrea Bonaccorsi (Ingegneria gestionale).
«Questa è stata la seconda cerimonia di consegna dei diplomi e, come e più della precedente (svoltasi lo scorso 2 luglio) è stata coronata da buon successo - commenta il professor Massimo Ceraolo - I laureati, alcuni emozionati altri più spigliati, hanno avuto l’opportunità di esporre ad un’ampia platea il lavoro che hanno svolto come prova finale. La commissione ha ascoltato con interesse le relazioni, ricavandone anche un quadro ricco e completo delle varie attività che vengono svolte a coronamento del corso di laurea. La stessa commissione, alla fine di ogni turno, ha applaudito coralmente tutti i neo-laureati, incoraggiandoli a farsi strada nelle loro future carriere lavorative o di studio, portando alto il nome dell’Università di Pisa e della Scuola di Ingegneria».
Qui di seguito, pubblichiamo alcune foto della cerimonia che la Scuola interdipartimentale di Ingegneria metterà a disposizione dei laureati nei prossimi giorni.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
PisaInformaFlash.it
gonews.it
quinewspisa.it
pisa24.info
L'innamoramento modifica la biologia del cervello
L'innamoramento modifica la biologia del cervello. Tante persone l'hanno sperimentato e anche la scienza, da decenni, ha ampiamente suffragato quella che è un’esperienza universale. L’ultimo lavoro sul tema è uscito sulla rivista americana "CNS spectrums", intitolato "Decreased lymphocyte dopamine transporter in romantic lovers", realizzato dal gruppo guidato dalla dottoressa Donatella Marazziti – dell'unità operativa Pschiatria 1 universitaria, diretta dalla professoressa Liliana Dell'Osso – (in collaborazione con i colleghi Stefano Baroni, Gino Giannaccini, Armando Piccinni, Federico Mucci, Mario Catena-Dell’Osso, Grazia Rutigliano, Gabriele Massimetti e Liliana Dell’Osso), aggiunge un ulteriore tassello al complesso mosaico della modulazione biologica dell’innamoramento.
Con questo lavoro i ricercatori hanno infatti dimostrato l'aumento di un neurotrasmettitore, la dopamina, nel cervello degli innamorati. Il coinvolgimento di tale sostanza era già stato indirettamente dimostrato da studi di risonanza nucleare magnetica funzionale che avevano evidenziato come, negli innamorati, funzionino maggiormente le aree cerebrali che usano la dopamina. Il gruppo della dottoressa Marazziti ha invece dimostrato direttamente che la dopamina è a concentrazioni più alte negli innamorati. Questa modificazione della dopamina sarebbe alla base della gioia, dell’aumento di energia, del desiderio di unione psichica e sessuale con l’altro e, in generale, del piacere legato alla relazione. Queste alterazioni di neurotrasmettitori importanti quali la serotonina e la dopamina potrebbero però anche spiegare come talvolta la relazione affettiva possa trasformarsi in una fase di vita rischiosa per alcuni individui più fragili, al punto da scatenare vere e proprie patologie psichiatriche o disturbi comportamentali quali lo stalking e l'aggressività auto e eterodiretta.
“Non ci sono dubbi – spiega la dottoressa Marazziti (nella foto a destra) - che l’innamoramento sia un forma transitoria di follia. Analizziamo bene cosa ci succede quando siamo innamorati. Siamo costantemente su di giri, spesso euforici, o alterniamo momenti di gioia ad altri di sconforto estremo se il partner ci tiene sulla corda, il pensiero è costantemente rivolto all’altro che trasfiguriamo come l’essere più straordinario che esista sulla faccia della terra. Perdiamo interesse nelle attività quotidiane che ci sembrano tutte inutili e banali, dato che il nostro unico interesse è stare con l’altro, e come e dove rivederlo”.
Già vent’anni fa la dottoressa Marazziti aveva dimostrato che esiste una modificazione biologica negli innamorati, vale a dire una riduzione della serotonina, uno dei principali messaggeri chimici del cervello, che funziona un po’ come un freno inibitore nel cervello. La riduzione della serotonina negli innamorati è simile a quella rilevata in tanti pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo, ed è stata infatti collegata dalla psichiatra a quella particolare modalità di pensiero “ossessivo” focalizzato sul partner che, secondo gli psicologi, sembra la caratteristica più specifica dell’innamoramento. Dopo questo studio, ne sono seguiti molti altri fatti da gruppi di ricerca diversi che hanno confermato modificazioni neurobiologiche nei soggetti innamorati, come un aumento delle neurotrofine, o attivazione di specifiche aree cerebrali. Il gruppo di Pisa ha continuato a lavorare su questi percorsi di ricerca e successivamente ha riscontrato alterazioni di vari ormoni negli innamorati, e correlazioni tra ossitocina, gelosia e stili di attaccamento romantico. (Fonte Ufficio Stampa AOUP).
«Riviste predatorie, un pericolo per la scienza»
Anche in Italia un numero significativo di ricercatori sceglie di pubblicare le proprie ricerche su riviste che millantano standard accademici, ma che invece pubblicano qualsiasi cosa. Sprecando così risorse economiche e intellettuali. I suggerimenti per risolvere il problema, in un articolo scritto da Mauro Sylos Labini, docente di Politica economica al dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa, Manuel Bagues, professore associato all'Università Aalto di Helsinki, e Natalia Zinovyeva, ricercatrice alla Università Aalto di Helsinki. L'articolo originale è stato pubblicato su www.lavoce.info.
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La scienza non è immune alla corruzione. Da qualche anno, accanto alle frodi classiche (fabbricazione, falsificazione e plagio), la credibilità della comunicazione scientifica deve affrontare una nuova minaccia: le riviste che millantano standard accademici, ma che, invece, pubblicano qualsiasi articolo a pagamento. Jeffrey Beall, bibliotecario dell’università del Colorado, le ha battezzate riviste “predatorie” e dal 2010 redige una lista che, non senza problemi e controversie, prova a catalogarle. John Bohannon ne ha testato l’affidabilità in un esperimento i cui risultati sono stati pubblicati su Science: ha inviato un articolo chiaramente artefatto a un centinaio di riviste della lista. Solo il 16 per cento l’ha rifiutato, mentre l’84 per cento l’ha accettato senza alcuna revisione.
Un nostro lavoro mostra che l’Italia non è immune al problema. Incrociando i curricula di 46mila ricercatori che hanno partecipato all’abilitazione scientifica nazionale con le riviste della lista di Beall, abbiamo identificato circa 6mila articoli ivi pubblicati nel periodo 2002-2012, lo 0,3 per cento del totale. L’economia e il management sembrano essere i settori dove il problema è più grave: nel 2012, più del 5 per cento degli articoli è stato pubblicato su una rivista della lista (figura 1). Complessivamente, circa il 5 per cento dei ricercatori del campione ha almeno una pubblicazione predatoria e, a parità di altre condizioni, la percentuale è più alta fra i più giovani e fra chi lavora nelle università meridionali.
Perché si pubblica su una rivista predatoria
Per comprendere meglio le motivazioni dei ricercatori e misurare la qualità delle riviste identificate, abbiamo somministrato un questionario via email a un campione di circa mille ricercatori e professori che vi hanno pubblicato. Il tasso di risposta è stato inaspettatamente alto (54 per cento). I risultati indicano che almeno il 36 per cento delle riviste identificate non svolge peer review e altre hanno falsificato il loro impact factor, contrattato aggressivamente sul prezzo, pubblicato articoli senza il consenso degli autori. Per alcune riviste, invece, abbiamo ottenuto commenti coerenti con una buona attività editoriale. In molti casi, si trattava di numeri speciali curati da editor esterni alla rivista.
La bassa qualità media delle riviste esaminate è confermata da dati bibliometrici: solo il 38 per cento ha pubblicato negli ultimi cinque anni almeno cinque articoli con cinque citazioni e più di un terzo degli articoli del campione non ha alcuna citazione su Google Scholar. A conferma dell’eterogeneità dei commenti ricevuti, qualche articolo ha invece avuto un buon impatto ed è citato su riviste come Science e The Lancet.
Ci siamo anche chiesti cosa spinga i colleghi a pubblicare, spesso a pagamento, su riviste dal dubbio valore scientifico.
Una prima spiegazione, come suggerisce uno dei commenti ricevuti, è l’inesperienza: “Avevo poca esperienza con riviste straniere. Successivamente sono stato criticato da un collega per quella pubblicazione, oggi non lo rifarei anche perché l’articolo in questione ha avuto poca visibilità ma a me è costato fatica”.
Ma anche valutazioni che enfatizzano la quantità e non la qualità delle pubblicazioni rischiano di spingere le prede fra le braccia dei predatori: “Partecipai a una conferenza di quell’organizzazione e mi fu offerto di pubblicare velocemente il paper in una rivista (...). Avevo bisogno della pubblicazione per l’abilitazione e accettai di pubblicare nella rivista che mi proponevano. Mi sono pentita di quella scelta”.
Un altro autore si chiede come sia possibile che le pubblicazioni su queste riviste vengano considerate nella valutazione: “Tutte le riviste della casa editrice sono solo spazzatura e non capisco come possano essere considerate ai fini Vqr (valutazione qualità della ricerca)”.
Il motivo principale è che quasi un quarto delle riviste identificate è indicizzato in Scopus, una delle principali banche dati di settore, spesso utilizzata come segno di qualità. Mentre secondo i nostri risultati in almeno un terzo dei casi anche le riviste che compaiono nella lista e sono indicizzate hanno comportamenti predatori.
Il nostro studio mostra che anche in Italia un numero significativo di ricercatori pubblica articoli su riviste con nessun valore accademico sprecando risorse economiche e intellettuali. È arrivato il momento di affrontare il problema. Un primo passo è quello di sensibilizzare i giovani ricercatori a scegliere con maggiore attenzione le riviste sulle quali pubblicare. Un secondo potrebbe essere quello di migliorare ancora la qualità della valutazione. Il nostro lavoro mostra che liste come Scopus o la stessa lista di Beall sono informative, ma imperfette. Più in generale, l’uso di liste predeterminate dovrebbe essere accompagnato dalla peer review. Forse il lato selvaggio della scienza può ancora essere sconfitto.
Manuel F. Bagues, Mauro Sylos Labini e Natalia Zinovyeva
Selezione per il servizio civile regionale: calendario delle convocazioni
Centro Avanzi - Dipartimento di Veterinaria
Progetto "Un persorso di valore tra agricoltura, allevamento e innovazione sostenibile"
Sede: Centro Avanzi, via Vecchia di Marina, 6 - S. Piero a Grado
Date: lunedì 30 e martedì 31 gennnaio ore 9.
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Centro Linguistico – Università di Pisa
Progetto: “ Accoglienza e integrazione culturale in contesto universitario”
Sede del colloquio: Università di Pisa – Centro Linguistico – Via Santa Maria 36 – Pisa – stanza del Direttore
Date:
Lunedì 6 febbraio 2017– ore 9,00 – sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere da “a” fino a “g”
Martedì 7 febbraio 2017 – ore 9,00 - – sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere da “h” fino a “z”
Dipartimento di Farmacia
Progetto: "Al servizio della Scienza: alla scoperta di composti chimici e strumentazioni antiche"
Sede del colloquio: presso il Dipartimento di Farmacia, Via Bonanno 6, Pisa (aula da definire).
Data e orario: lunedì 13 febbraio 2017, ore 9:00
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale; Direzione Edilizia e Telecomunicazione; Ufficio Stampa e Comunicazione
Progetto: "Nuovi modelli e strumenti organizzativi e di comunicazione al servizio del mondo Universitario"
Sede del colloquio: presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale (DICI) di Pisa: Largo Lucio Lazzarino, Edificio B45 sede amministrativa DICI, sala riunioni terzo piano.
Data e orario: mercoledì 8 febbraio 2017, dalle ore 9:30
Suddivisione colloqui:
9,30: Balloni, Catania, Defina, Sammartano, Pizzato
11,30: Abbondandolo, Mazzone, Amore, Scaletti, Perano
14,30: Cheli, Bellaveglia, Tortorelli, Crupi, Busoni
16,30: Matteucci, Montemurro, Argento, Zaccara, Riscossa
Direzione didattica; Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Dipartimento di Scienze della terra
Progetto: "La scelta di un impegno attento ai nuovi bisogni dell’utenza Universitaria"
Sede del colloquio: presso Edificio E, Largo Pontecorvo 3, Pisa (aula PS4)
Data e orario: lunedì 6 febbraio 2017, ore 8:30
Fondazione Arpa
Sede del colloquio: Ospedale di Cisanello, via Paradisa, 2 - Edificio 6 aula Segreteria Progetto Gulliver
data: mercoledì 25 gennaio con il seguente orario:
ore 10.15 Casigliani - Costa
ore 10.45 Fiaschi - Mattei
ore 11.15 Pilati - Stanisci
Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa
Progetto: “Il servizio civile tra storia e innovazione al Museo di Storia Naturale”
Sede del colloquio: Università di Pisa– Museo di Storia Naturale – via Roma n. 79 – Calci (PI) – sala protisti
Data: martedi’ 31 gennaio 2017
ore 9.00: sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere a, b, c, d, e, f.
ore 13.30: sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere g, h, i k, l, m, n, o, p, q, r, s, t, u, v, z.
Orto Botanico dell’Università di Pisa
Progetto: “Un patrimonio botanico da scoprire, promuovere e valorizzare”
Sede del colloquio: Università di Pisa– Orto Botanico – via Luca Ghini n. 13 - Pisa– edificio principale
I data: mercoledi’ 1 febbraio 2017 – ore 9: sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere a, b, c, d, e, f, g, h, i, l.
II data: venerdi’ 3 febbraio 2017 - ore 9: sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere m, n, o, p, q, r, s, t, u, v, z.
Sistema Informatico Dipartimentale
Progetto: "ServizioCivile@Sid"
Sede del colloquio: Palazzo Vitelli, Lungarno Pacinotti 44, Pisa (sala San Ranieri, secondo piano)
Data e orario: la prima sessione si è tenuta il 25 gennaio u.s. La seconda sessione, aperta a tutti i candidati che non si sono già presentati alla prima sessione, si terrà lunedi' 13 febbraio 2017 ore 9:00
Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa
Progetto: “Un servizio che vale e dà valore a collezioni e musei”
Sede del colloquio: Università di Pisa– sede amministrativa del Sistema Museale di Ateneo – via bonanno pisano n. 2/b - pisa
I data: mercoledi’ 25 gennaio 2017 – ore 9: sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere a, b, c, d, e, f, g, h, i, l,m,n.
II data: giovedi’ 26 gennaio 2017 - ore 9: sono convocati i candidati il cui cognome inizia con le lettere p, q, r, s, t, u, v, z.
Sistema Bibliotecario di Ateneo
Progetto: Tra i libri e i documenti, per un impegno che dà valore
Sede del colloquio: Centro Documentazione, via Buonarroti, 1/C
Date: 23, 24, 25, 26, 30, 31 gennaio; 2, 3 febbraio; ore 9.30
USID - Unità di Servizi per l'Integrazione degli studenti con Disabilità
Progetto: Servizio civile e disabilità: oltre i limiti tante opportunità
Sede: USID - Largo Bruno Pontecorvo 3 - Complesso ex Marzotto Edificio G
Data: lunedì 30 gennaio 2017 ore 9
INVITO STAMPA: Al Palazzo dei Congressi la cerimonia di consegna dei diplomi ai laureati di ingegneria
Sabato 21 gennaio, presso il Palazzo dei Congressi di Pisa, si terrà la seconda cerimonia di consegna dei diplomi di laurea per i laureati di 1° livello della Scuola interdipartimentale di Ingegneria di Pisa. Nell’occasione è prevista la partecipazione di 171 laureati dei vari corsi di laurea di Ingegneria.
Durante la cerimonia un’apposita commissione, abbigliata nella tradizionale divisa comprendente toga, tocco e pettorina, ascolterà i neolaureati che presenteranno una breve sintesi dell’attività svolta come prova finale e consegnerà poi loro il diploma di laurea o, se laureati con lode, la medaglia della Scuola di Ingegneria, appositamente realizzata.
Orario: La cerimonia si svolgerà in due sessioni, una antimeridiana e una pomeridiana. La prima sessione prevede due turni, il primo alle ore 10, l’altro alle 11. Nel pomeriggio ci saranno tre turni: il primo alle ore 15, il secondo alle 16, l’ultimo alle 17.
Sviluppata una nuova generazione di biosensori per lo screening a basso costo di marker diagnostici
Sono il futuro della diagnostica clinica: parliamo di una nuova generazione di biosensori in silicio poroso nanostrutturato ultrasensibili e potenzialmente validi per lo screening “point-of-care” e a basso costo di marker tumorali o cardiaci. L’innovativa tecnologia è stata sviluppata dal gruppo di ricerca del professore Giuseppe Barillaro del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa nell’ambito del progetto Sens4Bio (Ultra-Sensitive Flow-Through Optofluidic MicroResonators for Biosensing Applications) finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su due riviste internazionali dell’American Chemical Society: ACS AnalyticalChemistry e ACS Sensors.
“Lo scenario entro cui si collocano queste ricerche – spiega Giuseppe Barillaro - è quello dei “Lab-on-Chip” cioè dei laboratori di analisi miniaturizzati realizzati su un chip delle dimensioni di pochi cm quadrati che, entro la prima metà del XXI secolo, permetteranno di effettuare la maggior parte delle analisi chimiche e biologiche, attualmente svolte in laboratori specializzati con costi elevati, con sistemi portatili ed a basso costo”.
Il cuore dei Lab-on-Chip sono proprio i biosensori, dispositivi miniaturizzati capaci di riconoscere, per esempio, una specifica molecola di interesse clinico e diagnostico correlata a un stato patologico o ad una alterazione funzionale dell’organismo. In particolare, i biosensori ottici in silicio poroso nanostrutturato hanno potenzialmente un bassissimo costo se prodotti su larga scala, meno di un centesimo di euro per pezzo, ma di contro sono poco sensibili se adoperati in modalità label-free, cioè senza l’uso di molecole fluorescenti. Ovviare a questo inconveniente era uno degli obiettivi del progetto e per questo i ricercatori, fra cui Stefano Mariani che si è occupato della preparazione e caratterizzazione dei biosensori e Lucanos Marsilio Strambini che si è occupato dell’elaborazione dei segnali, hanno sviluppato una nuova tecnica di lettura (IAW, Interferogram Average over Wavelength Reflectance Spectroscopy) che permette di migliorare di 10mila volte le prestazioni dei biosensori.
“Non è difficile intravedere in un prossimo futuro l’utilizzo di questi biosensori in Lab-on-Chip per fare analisi sul campo mediante utilizzo di uno smartphone – concludono Stefano Mariani e Lucanos Strambini - visto che la tecnica di lettura ottica sviluppata coniuga un aumento della sensibilità con riduzione della potenza di calcolo richiesta”.
Foto, da sinistra Giuseppe Barillaro, Stefano Mariani e Lucanos Marsilio Strambini