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Comunicati stampa

Sono stati presentati questa mattina, lunedì 13 marzo, gli scavi archeologici che hanno interessato la chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano alla Spezia nell’ambito di un progetto di ricerca dell’Università di Pisa finanziato dalla Fondazione Carispezia, che già lo scorso anno aveva sostenuto il recupero dei dipinti murali del presbiterio dell’importante sito.

In occasione della recente rimozione dell’altare dall'abside ai fini di restauro è infatti emersa l’opportunità di avviare, prima del suo ricollocamento, un’indagine storica e archeologica sull’insediamento religioso. La chiesa di San Michele Arcangelo - recentemente classificatasi al 12esimo posto del censimento nazionale de “I luoghi del cuore” del Fai - è uno dei pochi residui monumenti del medioevo spezzino ancora visibile, che tuttavia non è stato oggetto, dal dopoguerra ad oggi, di alcuno studio scientifico sistematico.

chiesa_di_San_Michele_Arcangelo_di_Pegazzano.jpg

“Con questa iniziativa viene posto un ulteriore tassello nel percorso di salvaguardare dal degrado e di ripristino del valore culturale di questo importante sito – ha commentato Matteo Melley, presidente della Fondazione Carispezia - fortemente sostenuto da privati volontari e associazioni. Tale progetto rientra nelle linee programmatiche della Fondazione volte alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico locale, la cui rilevanza per la comunità e' stata confermata anche dal recente sondaggio 'Condivisioni' a cui hanno partecipato numerosi cittadini. In questa ottica nel corso del 2017 sarà promosso un nuovo bando di erogazione volto a finanziare progetti di restauro di beni storico-artistici rilevanti”.

Tra le attività principali dell’indagine condotta dai ricercatori del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti della Liguria: lo studio storico sulla chiesa con la raccolta di tutti i documenti disponibili dal medioevo a tutta l’età moderna, l’analisi archeologica di porzioni dell’area absidale e dell’adiacente sacrestia, la lettura stratigrafica delle murature, il rilievo 3D dell’epigrafe trecentesca esposta nella parete esterna del campanile e la divulgazione delle ricerche effettuate attraverso pannelli esplicativi e un sito web in corso di realizzazione.

La campagna di scavi, conclusa a fine febbraio, ha costituito un importante momento per ricostruire la storia dell’edificio consentendo di verificare – e in qualche caso – sfatare alcune delle ipotesi avanzate in passato. Le indagini hanno portato alla luce i resti delle strutture della chiesa di impianto medievale altrimenti non più visibili e le tracce delle complesse trasformazioni avvenute nell’età moderna e contemporanea. In particolare,nell’area absidale è stato ritrovato il piano di calpestio interno alla chiesa con una parte della base dell’altare di età moderna e traccedell’abside trecentesca. Ulteriori approfondimenti effettuati anche nello spazio occupato dalla sacrestia novecentesca hanno consentito di definire la fisionomia della fondazione bassomedievale e di respingere alcune precedenti ricostruzioni secondo cui la chiesa primitiva era orientata in un’altra direzione rispetto all’attuale, ossia con la facciata sul lato della strada carrabile odierna.

I nuovi dati raccolti e il primo studio analitico delle strutture murarie hanno inoltre fatto emergere un esito diverso anche rispetto ad altre precedenti ricostruzioni che avevano attribuito alcuni resti delle murature all’altomedioevo o all’epoca romanica, rilevando che l’evidenza più antica appartiene al periodo medioevale. Durante lo scavo sono stati infine rinvenuti diversi frammenti ceramici - tra cui ceramiche liguri (vasellame da mensa e da cucina) e vasellame da mensa di produzione pisana (medievale) e savonese (prima età moderna) - alcuni reperti metallici e una moneta di zecca ad ora mai ritrovata in Liguria, il cui studio analitico consentirà di conoscere maggiori informazioni sul tipo di frequentazione della strada medievale esterna alla chiesa.

Sul cantiere di scavo, che verrà ricoperto nei prossimi giorni per consentire la ricollocazione dell’altare nell’abside, sono intervenuti alla presentazione del progetto il presidente della Fondazione Carispezia Matteo Melley, il funzionario della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti della Liguria Neva Chiarenza, le ricercatrici Monica Baldassari ed Enrica Salvatori del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, il parroco della chiesa Don Luca Salvatori. (Fonte Fondazione Carispezia)

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“La Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano: ricerca scientifica ad indirizzo storico archeologico su un insediamento spezzino da valorizzare”

Soggetti coinvolti:
Soprintendenza Archeologia e Belle Arti della Liguria per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona
Università di Pisa, Laboratorio di Cultura Digitale, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
Fondazione Carispezia
Diocesi La Spezia Sarzana Brugnato
Parrocchia di San Michele
Società Storica Spezzina

Staff:
Enrica Salvatori, Università di Pisa, Laboratorio di Cultura Digitale, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, responsabile scientifico del progetto
Neva Chiarenza, Soprintendenza Archeologia e Belle Arti della Liguria, direzione dell’intervento archeologico
Monica Baldassarri, Università di Pisa, Museo Civico di Montopoli V/Arno, coordinamento e realizzazione dell’intervento archeologico
Antonio Alberti, Fabio Stratta, Francesca Lemmi, scavo stratigrafico, rilievi grafici e fotografici 3D
Luca Parodi, lettura stratigrafica e studio delle murature
Augusto Marchioni, logistica e coordinamento del cantiere
Ditta Baldi, cantieristica e ausilio movimento terra

Un atlante delle manifestazioni storiche in Toscana, il primo in Italia nel suo genere. È questo l’obiettivo del progetto “Rievocare il passato: memoria culturale e identità territoriali” realizzato e finanziato dall’Università di Pisa.

“Il nostro è il primo tentativo di sistematizzare con un'analisi scientifica questo genere di eventi, non ci sono indagini analoghe in altre regioni – racconta il professore Fabio Dei, etnoantropologo dell’Ateneo pisano – per il momento abbiamo censito circa 140 rievocazioni in Toscana, si tratta di un work in progress e speriamo che l’indagine possa proseguire anche con il sostegno delle istituzioni magari con la creazione di un osservatorio permanente”.
danza storica

E infatti è questa l’intenzione emersa nel corso del recente convegno finale del progetto, al quale fra gli altri hanno partecipato il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, l’assessore alla manifestazioni storiche del Comune di Pisa Federico Eligi, e la presidente del Comitato storico Regionale della Toscana, Roberta Benini.

Ma veniamo ai dati sinora raccolti. Secondo la mappa tracciata dagli studiosi dell’Ateneo pisano la provincia di Firenze è quella con il maggior numero di manifestazioni storiche, 26, seguono quindi Siena e Arezzo con 20 l’una, poi Pisa con 17, Lucca con 11, Grosseto con 9, Livorno 8, Pistoia 7, Prato 5 e Massa 4. Il periodo maggiormente evocato è la storia medievale, poi quella moderna, quindi un periodo misto definito “multiepoca” nel quale confluiscono passati diversi (per lo più la storia antica, la storia medievale e la storia moderna), a chiudere la storia contemporanea, contraddistinta per riferimenti quasi esclusivamente puntuali e relativi alla seconda guerra mondiale (la Liberazione, alcune battaglie).

“In generale è emerso che è la società civile, più che lo Stato, a promuovere le rievocazioni storiche – spiega Fabio Dei – Sono infatti manifestazioni che si collocano all’intersezione fra diverse e forme di cultura popolare, eventi in grado di coinvolgere un volontariato civile molto ampio, rendendo labili i confini tra il ruolo degli attori e quello degli spettatori. Non da ultimo, rappresentano una forma di divulgazione conoscitiva: se da un lato la storia rappresentata è talvolta più mitica che reale, dall’altro vi sono eventi filologicamente assai curati che si accostano alla logica dei musei e dei parchi di living history”.

tiro alla fune

La ricerca ha inoltre approfondito alcuni specifici case-studies, indagando le rievocazioni in una prospettiva multidisciplinare – storica, geografica, antropologica. Fra questi, per restare in Toscana, i casi di Volterra, studiato dalla geografa Michela Lazzeroni e dalla storica Alma Poloni, San Gimignano e Lastra a Signa, analizzati studiati dagli antropologi Caterina Di Pasquale e Antonio Fanelli: tutte cittadine storiche ad alto impatto turistico che con modalità diverse rievocano un passato medioevale. Su tutt’altro versante, ci sono le rievocazioni della Liberazione sul fronte della Linea Gotica studiate dagli storici Luca Baldissara e Andrea Ventura. E ancora, gli eventi “multiepoca” indagati dall’antropologo Federico Scarpelli, dove gli antichi romani e gli etruschi si incontrano con i soldati napoleonici, i nobili vittoriani o gli ufficiali nazisti, in eventi postmoderni che finiscono per avvicinarsi al cosplay e ai giochi di ruolo, con un gusto particolare nel coltivare identità fittizie e parallele.

In alto, 8 ottobre 2016. Meersburg. I Cavalieri di Santa Fina: sfilata storica, spettacoli di danza (foto di C. Di Pasquale), in basso 18 giugno 2016, San Gimignano (SI) Piazza del Duomo. Tiro alla fune. (foto di C. Di Pasquale)

 

IngeniArs, azienda spin-off dell’Università di Pisa, è stata ammessa ai finanziamenti della fase due del programma UE Horizon 2020 per i bandi “SME Instrument”, dopo il successo già conseguito nella fase uno. Il risultato di prestigio dimostra l’elevata capacità di trasferimento tecnologico dell’Ateneo pisano, visto che per questo tipo di bandi la media di successo è inferiore al 4%.
IngeniArs ha vinto con il progetto SIMPLE (Spacefibre IMPLementation design test Equipment) il cui scopo è sviluppare e validare, tramite misure sperimentali, sistemi elettronici per comunicazioni a bordo di satelliti. Oltre che per lo spazio, le tecnologie studiate potranno avere ricadute anche nel settore delle comunicazioni a bordo di veicoli e in ambito industriale (industria 4.0).
IngeniArs nasce nel 2014 dalla pluriennale esperienza di ricerca avanzata nei settori dell’Ingegneria Elettronica, con l’obiettivo di trasferire sul mercato gli importanti risultati conseguiti dal gruppo di ingegneri cofondatori in ambito spazio, telemedicina e automotive. L’Azienda vede tra i soci fondatori i professori Luca Fanucci e Sergio Saponara del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, i dottori di ricerca Massimiliano Donati e Giuseppe Gentile e l’ing. Francesco Falaschi. Per il successo di questa proposta hanno giocato un ruolo fondamentale i consigli della professoressa Giovanna Mariani, docente di Finanza Aziendale e membro del comitato spin-off dell’Ateneo di Pisa.

Un atlante delle manifestazioni storiche in Toscana, il primo in Italia nel suo genere. E’ questo l’obiettivo del progetto “Rievocare il passato: memoria culturale e identità territoriali” realizzato e finanziato dall’Università di Pisa.
“Il nostro è il primo tentativo di sistematizzare con un'analisi scientifica questo genere di eventi, non ci sono indagini analoghe in altre regioni – racconta il professore Fabio Dei, etnoantropologo dell’Ateneo pisano – per il momento abbiamo censito circa 140 rievocazioni in Toscana, si tratta di un work in progress e speriamo che l’indagine possa proseguire anche con il sostegno delle istituzioni magari con la creazione di un osservatorio permanente”.
E infatti è questa l’intenzione emersa nel corso del recente convegno finale del progetto, al quale fra gli altri hanno partecipato il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, l’assessore alla manifestazioni storiche del Comune di Pisa Federico Eligi, e la presidente del Comitato storico Regionale della Toscana, Roberta Benini.
Ma veniamo ai dati sinora raccolti. Secondo la mappa tracciata dagli studiosi dell’Ateneo pisano la provincia di Firenze è quella con il maggior numero di manifestazioni storiche, 26, seguono quindi Siena e Arezzo con 20 l’una, poi Pisa con 17, Lucca con 11, Grosseto con 9, Livorno 8, Pistoia 7, Prato 5 e Massa 4. Il periodo maggiormente evocato è la storia medievale, poi quella moderna, quindi un periodo misto definito “multiepoca” nel quale confluiscono passati diversi (per lo più la storia antica, la storia medievale e la storia moderna), a chiudere la storia contemporanea, contraddistinta per riferimenti quasi esclusivamente puntuali e relativi alla seconda guerra mondiale (la Liberazione, alcune battaglie).
“In generale è emerso che è la società civile, più che lo Stato, a promuovere le rievocazioni storiche. – spiega Fabio Dei - Sono infatti manifestazioni che si collocano all’intersezione fra diverse e forme di cultura popolare, eventi in grado di coinvolgere un volontariato civile molto ampio, rendendo labili i confini tra il ruolo degli attori e quello degli spettatori. Non da ultimo, rappresentano una forma di divulgazione conoscitiva: se da un lato la storia rappresentata è talvolta più mitica che reale, dall’altro vi sono eventi filologicamente assai curati che si accostano alla logica dei musei e dei parchi di living history”.
La ricerca ha inoltre approfondito alcuni specifici case-studies, indagando le rievocazioni in una prospettiva multidisciplinare – storica, geografica, antropologica. Fra questi, per restare in Toscana, i casi di Volterra, studiato dalla geografa Michela Lazzeroni e dalla storica Alma Poloni, San Gimignano e Lastra a Signa, analizzati studiati dagli antropologi Caterina Di Pasquale e Antonio Fanelli: tutte cittadine storiche ad alto impatto turistico che con modalità diverse rievocano un passato medioevale. Su tutt’altro versante, ci sono le rievocazioni della Liberazione sul fronte della Linea Gotica studiate dagli storici Luca Baldissara e Andrea Ventura. E ancora, gli eventi “multiepoca” indagati dall’antropologo Federico Scarpelli, dove gli antichi romani e gli etruschi si incontrano con i soldati napoleonici, i nobili vittoriani o gli ufficiali nazisti, in eventi postmoderni che finiscono per avvicinarsi al cosplay e ai giochi di ruolo, con un gusto particolare nel coltivare identità fittizie e parallele.

È stata completata da qualche giorno, presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, la prima installazione in una sede universitaria di una stazione satellitare dotata di un sistema innovativo di ricezione e trasmissione. La stazione verrà utilizzata per fornire misure sperimentali nell’ambito del progetto NEFOCAST, coordinato dall’azienda pisana MBI, finanziato dalla Regione Toscana e cofinanziato dal FSC e dal MIUR, che ha l’obiettivo di progettare e implementare un prototipo di piattaforma tecnologica integrata in grado di fare previsioni meteo sfruttando le informazioni fornite da ricevitori satellitari domestici di nuova generazione, detti Smart LNB, realizzati dall'operatore satellitare Eutelsat, che sono a loro volta in grado di “dialogare” con il satellite trasmettendo segnali ad alta frequenza.
“Ciascun terminale Smart LNB – spiega il professor Filippo Giannetti, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano - è in grado di misurare in tempo reale il livello di potenza di segnale ricevuto dal satellite e di trasmettere tale informazione, attraverso lo stesso satellite, al teleporto di Eutelsat, situato a Rambouillet, presso Parigi, che provvede a raccogliere i dati misurati da tutti gli Smart LNB attivi entro l’area coperta dal segnale del satellite. Un apposito centro di elaborazione dati sviluppato da MBI in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, provvederà infine ad elaborare tutte le misure e a trasformarle in preziose ed attendibili previsioni meteo che saranno rese disponibili sui nostri smartphone tramite un’apposita applicazione sviluppata da Pro.Ge.Com S.r.l. Infatti, rilevando i dati del satellite disponiamo di due informazioni essenziali: il livello di potenza in condizioni di assenza di pioggia e la potenza del segnale effettivamente ricevuta, potendo così determinare se c’è stata un’attenuazione di segnale, che alle frequenze usate dai terminali Smart LNB è dovuta prevalentemente alle precipitazioni meteorologiche. Questi dati saranno poi integrati a cura del CNR e del consorzio CNIT con quelli derivanti da altri sistemi di misura, ad esempio pluviometri e radar meteorologici, per migliorare ulteriormente l’accuratezza delle misure”.
Il sistema di rilevazione meteo installato sul tetto del dipartimento di Ingegneria dell’informazione permetterà quindi, tramite un innovativo algoritmo di calcolo messo a punto dal gruppo di ricerca del professor Giannetti, di stimare l'intensità della pioggia a partire da una misura del livello del segnale ricevuto dal satellite. “È quindi possibile avere una mappa in tempo reale dei campi di precipitazione – conclude Giannetti - che sarà tanto più accurata quanto più alto sarà il numero di terminali Smart LNB installati. Nei prossimi anni si prevede che il numero di terminali Smart LNB crescerà, rimpiazzando progressivamente gli impianti di ricezione satellitare ora in uso nella maggior parte delle abitazioni. Pertanto, sarà possibile in breve tempo avere una mappa dettagliatissima dello stato delle precipitazioni a livello globale”.
Oltre a MBI S.r.l. e al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, il progetto vede coinvolti il CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), l’Istituto di Biometeorologia del CNR (Firenze), e l’azienda Pro.Ge.Com S.r.l. (Carrara). NEFOCAST ha inoltre ricevuto il sostegno di EUTELSAT (uno dei tre maggiori operatori satellitari al mondo) e di METEO FRANCE (il servizio nazionale meteorologico francese, tra i più importanti a livello internazionale).

È stata completata da qualche giorno, presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, la prima installazione in una sede universitaria di una stazione satellitare dotata di un sistema innovativo di ricezione e trasmissione. La stazione verrà utilizzata per fornire misure sperimentali nell’ambito del progetto NEFOCAST, coordinato dall’azienda pisana MBI, finanziato dalla Regione Toscana e cofinanziato dal FSC e dal MIUR, che ha l’obiettivo di progettare e implementare un prototipo di piattaforma tecnologica integrata in grado di fare previsioni meteo sfruttando le informazioni fornite da ricevitori satellitari domestici di nuova generazione, detti Smart LNB, realizzati dall'operatore satellitare Eutelsat, che sono a loro volta in grado di “dialogare” con il satellite trasmettendo segnali ad alta frequenza.

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“Ciascun terminale Smart LNB – spiega il professor Filippo Giannetti, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano - è in grado di misurare in tempo reale il livello di potenza di segnale ricevuto dal satellite e di trasmettere tale informazione, attraverso lo stesso satellite, al teleporto di Eutelsat, situato a Rambouillet, presso Parigi, che provvede a raccogliere i dati misurati da tutti gli Smart LNB attivi entro l’area coperta dal segnale del satellite. Un apposito centro di elaborazione dati sviluppato da MBI in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, provvederà infine ad elaborare tutte le misure e a trasformarle in preziose ed attendibili previsioni meteo che saranno rese disponibili sui nostri smartphone tramite un’apposita applicazione sviluppata da Pro.Ge.Com S.r.l. Infatti, rilevando i dati del satellite disponiamo di due informazioni essenziali: il livello di potenza in condizioni di assenza di pioggia e la potenza del segnale effettivamente ricevuta, potendo così determinare se c’è stata un’attenuazione di segnale, che alle frequenze usate dai terminali Smart LNB è dovuta prevalentemente alle precipitazioni meteorologiche. Questi dati saranno poi integrati a cura del CNR e del consorzio CNIT con quelli derivanti da altri sistemi di misura, ad esempio pluviometri e radar meteorologici, per migliorare ulteriormente l’accuratezza delle misure”.

Il sistema di rilevazione meteo installato sul tetto del dipartimento di Ingegneria dell’informazione permetterà quindi, tramite un innovativo algoritmo di calcolo messo a punto dal gruppo di ricerca del professor Giannetti, di stimare l'intensità della pioggia a partire da una misura del livello del segnale ricevuto dal satellite. “È quindi possibile avere una mappa in tempo reale dei campi di precipitazione – conclude Giannetti - che sarà tanto più accurata quanto più alto sarà il numero di terminali Smart LNB installati. Nei prossimi anni si prevede che il numero di terminali Smart LNB crescerà, rimpiazzando progressivamente gli impianti di ricezione satellitare ora in uso nella maggior parte delle abitazioni. Pertanto, sarà possibile in breve tempo avere una mappa dettagliatissima dello stato delle precipitazioni a livello globale”.

Oltre a MBI S.r.l. e al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, il progetto vede coinvolti il CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), l’Istituto di Biometeorologia del CNR (Firenze), e l’azienda Pro.Ge.Com S.r.l. (Carrara). NEFOCAST ha inoltre ricevuto il sostegno di EUTELSAT (uno dei tre maggiori operatori satellitari al mondo) e di METEO FRANCE (il servizio nazionale meteorologico francese, tra i più importanti a livello internazionale).

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Per maggiori informazioni
Progetto “NEFOCAST”: SVI.I.C.T.PRECIP. (Sviluppo di piattaforma tecnologica integrata per il controllo e la trasmissione informatica di dati sui campi precipitativi in tempo reale): www.nefocast.it.

Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Università di Pisa
Il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa è un centro di eccellenza internazionale nel settore ICT (Information & Communication Technology). Attualmente, il DII è coinvolto in 16 progetti europei (di cui 2 coordinati da ricercatori del Dipartimento) e 6 progetti regionali nei vari ambiti dell’ICT. Può vantare solide collaborazioni con le principali aziende del settore, a livello locale, nazionale e internazionale. Le attività di ricerca del Dipartimento hanno generato 6 aziende spin-off. Il dipartimento svolge una intensa attività didattica, rivolta a circa 4000 studenti e un centinaio di dottorandi, e organizza due master, rispettivamente in “Cyber-security” e “Under-water Acoustics & Sonar Applications”, e una Summer School su “Enabling Technologies for the Internet of Things”.

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Nelle immagini:
1. Antenna a riflettore parabolico con relativo convertitore SmartLNB, due dei componenti della stazione VSAT (very small aperture terminal) per collegamenti INTERATTIVI con satelliti geostazionari.
2. Il team di ricerca di NEFOCAST che ha lavorato al montaggio dell’antenna: da sinistra Simone Scarfone, ricercatore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII), Giacomo Bacci MBI srl, Attilio Vaccaro, MBI srl, coordinatore del progetto, Michele Gammone, MBI srl, Filippo Giannetti, docente del DII.

Ne hanno parlato:
RepubblicaFirenze.it
CorriereFiorentino.it 
InToscana.it
Agenzia Impress
Tirreno Pisa
Controradio
PisaInformaFlash.it 
PisaToday.it 
gonews.it
Greenreport.it

I ricercatori si raccontano alla città: l’appuntamento è mercoledì 15 marzo alle 10 alla Gipsoteca di Arte Antica con "Oltre le frontiere. I pionieri della ricerca in Europa", un incontro organizzato in occasione del 10° anniversario dell'European Research Council, (ERC). Cinque studiosi dell’Ateneo presenteranno i loro progetti realizzati grazie ai fondi ERC. A parlare saranno Alessandra Avanzini, esperta di filologia semitica e della penisola arabica, Cristina D’Ancona studiosa di filosofia araba medievale, Benedetta Mennucci del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale impegnata sul fronte delle energie rinnovabili, la neuroscienziata Maria Concetta Morrone che si occupa di plasticità del cervello degli adulti e infine il fisico Alessandro Tredicucci impegnato nel campo dei “dispositivi fotonici”.
Insieme a loro, e moderati da Maurizio Menicucci giornalista RAI del TGR Leonardo, discuteranno di ricerca di frontiera il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, Marco Mancini, capo dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del MIUR, Paola Bovolenta del Consiglio Scientifico ERC e Nicoletta Amodio, dirigente area politiche industriali di Confindustria.
“Sono dieci che anni l’European Research Council finanzia i ricercatori di eccellenza di qualsiasi età e nazionalità – spiega Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore per la Ricerca Europea ed Internazionale dell’Ateneo – con questa iniziativa anche Pisa partecipa ai festeggiamenti della ERC Week organizzati in tutta Europa offrendo un momento di riflessione pubblico sulla ricerca di frontiera e sul ruolo che essa riveste come motore dell’innovazione e dello sviluppo".

immagine erc I ricercatori si raccontano alla città: l’appuntamento è mercoledì 15 marzo alle 10 alla Gipsoteca di Arte Antica con "Oltre le frontiere. I pionieri della ricerca in Europa", un incontro organizzato in occasione del 10° anniversario dell'European Research Council, (ERC).

Cinque studiosi dell’Ateneo presenteranno i loro progetti realizzati grazie ai fondi ERC. A parlare saranno Alessandra Avanzini, esperta di filologia semitica e della penisola arabica, Cristina D’Ancona studiosa di filosofia araba medievale, Benedetta Mennucci del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale impegnata sul fronte delle energie rinnovabili, la neuroscienziata Maria Concetta Morrone che si occupa di plasticità del cervello degli adulti e infine il fisico Alessandro Tredicucci impegnato nel campo dei “dispositivi fotonici”.

Insieme a loro, e moderati da Maurizio Menicucci giornalista RAI del TGR Leonardo, discuteranno di ricerca di frontiera il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, Marco Mancini, capo dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del MIUR, Paola Bovolenta del Consiglio Scientifico ERC e Nicoletta Amodio, dirigente area politiche industriali di Confindustria.

“Sono dieci che anni l’European Research Council finanzia i ricercatori di eccellenza di qualsiasi età e nazionalità – spiega Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore per la Ricerca Europea ed Internazionale dell’Ateneo – con questa iniziativa anche Pisa partecipa ai festeggiamenti della ERC Week organizzati in tutta Europa offrendo un momento di riflessione pubblico sulla ricerca di frontiera e sul ruolo che essa riveste come motore dell’innovazione e dello sviluppo ".

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, è stata rinnovata la collaborazione tra l’Università di Pisa e il Centro Giovani Calciatori, la società che organizza la 69a edizione del torneo di calcio giovanile della Viareggio Cup, in programma dal 13 al 29 marzo su diversi campi della Toscana e de La Spezia.
Grazie a quest'accordo, un gruppo di circa venti studenti dei corsi di laurea di Scienze motorie e Fisioterapia avranno la possibilità di svolgere tirocini formativi durante il torneo, che rappresenta uno dei principali appuntamenti di calcio giovanile a livello mondiale. Gli studenti potranno così approfondire l'analisi degli aspetti legati alle competenze manageriali dello sport ed entrare in contatto con le squadre che prendono parte alla manifestazione, per studiarne sia i metodi di allenamento che le tecniche di gestione pre e post gara.
In tutte le iniziative legate alla Viareggio Cup, inoltre, sarà presente il logo "Sport and Anatomy", che caratterizza i master in Teorie e tecniche della preparazione atletica nel calcio, in Fisioterapia sportiva e in Idrokinesiterapia dell'Università di Pisa, diretti dal professor Marco Gesi, prorettore dell’Ateneo per i rapporti con gli enti del territorio, con delega alle attività sportive.
Infine, giovedì 23 marzo, in uno dei giorni di riposo del torneo, al liceo sportivo "Carlo Piaggia" di Viareggio si terrà il convegno dal titolo "I mestieri dello sport", che vedrà la partecipazione di docenti ed esperti dell'Università di Pisa e di altri atenei italiani, oltre a quella di importanti rappresentanti del mondo sportivo. Le conclusioni saranno affidate ad Andrea Abodi, dirigente sportivo e recente candidato alla presidenza della FIGC.
"Il tirocinio nell'ambito della Viareggio Cup - ha commentato il professor Fabio Galetta, presidente dei corsi di laurea in Scienze motorie - costituisce indubbiamente una grande esperienza formativa, che vedrà coinvolti giovani rappresentanti del nostro Ateneo nell'organizzazione sportiva del torneo giovanile di calcio più importante al mondo. Un banco di prova importante, che vedrà i nostri studenti confrontarsi da vicino con società sportive professionistiche e giovani promesse, sviluppando ulteriormente conoscenze e professionalità."

Una discussione sulla presunta superiorità della pittura rispetto alla fotografia. E’ da questo spunto che nasce la mostra “Nature parallele. Astrazioni a confronto” che si inaugura mercoledì 15 marzo alle 17 a Palazzo Vitelli in lungarno Pacinotti 44 a Pisa. Sino al 13 aprile saranno esposte al pubblico le opere della fotografa pisana Marta Nelli insieme ai dipinti del berlinese Harald Gnade, due artisti che hanno in comune l'interesse per l'astrazione e per la natura.
La mostra, a ingresso gratuito e aperta da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19, è patrocinata dal Comune di Pisa, dal Consiglio Cittadino delle Pari Opportunità e dal Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere dell’Ateneo.
Collegato all’esposizione, venerdì 17 marzo alle 17 sempre a Palazzo Vitelli, si terrà l'incontro "Saper vedere: i linguaggi dell'astrazione". Intervengono il curatore della mostra Ilario Luperini, storico dell'arte, l'organizzatrice Manuela Paschi, docente di storia dell'estetica, il filosofo Maurizio Iacono, lo storico dell'arte Sergio Cortesini, il fotografo Carlo Delli, l'architetta Monica Deri e Virginia del Re, del Consiglio cittadino di Pari Opportunità. Saranno presenti il pittore Harald Gnade e la fotografa Marta Nelli.

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