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E’ un bene per la ricerca scientifica di frontiera che i risultati di studi e ricerche siano liberamente accessibili alla comunità scientifica e al pubblico? Questa domanda sarà al centro di un dibattito che si svolgerà martedì 19 marzo dalle 9 nel Palazzo della Sapienza dell’Università di Pisa. La giornata vede coinvolti i vertici degli enti di ricerca europei, del mondo accademico e dell’editoria scientifica internazionale. Saranno presenti fra gli altri insieme al rettore dell’Ateneo pisano Paolo Mancarella, il vice presidente dell’European Research Council, Fabio Zwirner, la vice-presidente della Regione Toscana Monica Barni e il presidente del CNR Massimo Inguscio. Per l’Università di Pisano parteciperanno i vincitori dei finanziamenti dell'European Research Council accanto al prorettore per la ricerca in ambito europeo e internazionale Lisandro Benedetti-Cecchi.
Dopo la conferenza internazionale di aprile dello scorso anno e l'incontro di giugno sulla proposta della Commissione Europea, quello del 19 marzo è il terzo appuntamento che l'Università di Pisa organizza in vista di "Horizon Europe", il Programma Quadro europeo per la ricerca e l’innovazione 2021-2007. La “Scienza aperta” o “Open Science” è infatti un tema di straordinario rilievo, oltre che di grande attualità, dato che la Commissione Europea chiede di rendere liberamente disponibili le pubblicazioni scientifiche e i dati della ricerca. L’incontro in Sapienza vuole quindi sviluppare una riflessione sul tema cercando di offrire un proprio contributo su come la ricerca di frontiera possa realmente beneficiare di un approccio aperto alla scienza, senza tuttavia rinunciare ai suoi tratti distintivi in termini di qualità e competitività.

CopVOLPIEUROPA.jpgAlessandro Volpi, docente di Storia contemporanea al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, è autore del libro Perché non possiamo fare a meno dell’Europa. Contro la retorica anti-euro di sovranisti e populisti (Altreconomia, 2019).

Presentiamo di seguito un estratto dal volume.

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Cos’è ora realmente l’Europa? Difficile dirlo in modo organico e chiaro. Per gli euroscettici l’Europa rappresenta il male assoluto, il bersaglio contro cui indirizzare tensioni altrimenti disomogenee, l’universo simbolico che permette la tenuta di piattaforme programmatiche capaci di legare formazioni politiche e sociali inconciliabili su un’infinita serie di altri piani. Soprattutto, in maniera assai semplicistica, la condanna dell’Europa e dell’euro consente di immaginare un futuro più roseo e più felice per il solo fatto di porre fine ad una condizione esistente senza dover concepire formule concretamente alternative. Attaccare l’Europa permette di raccogliere consensi e voti, a prescindere.

Per gran parte degli europeisti, invece, l’Europa rappresenta un’amplificazione delle singole realtà nazionali: esistono un’Europa francese, un’Europa tedesca, un’Europa nordica, un’Europa mediterranea e varie altre declinazioni dove l’elemento decisivo non è l’appartenenza europea ma la visione nazionale trasferita in una dimensione continentale. L’idea autosufficiente di Europa, dotata di un valore in se stessa, sembra del tutto assente, così come risultano molto deboli le prospettive culturali e i linguaggi politici condivisi persino negli ambienti che si dichiarano europeisti.

In termini di regole l’Europa di Maastricht è decisamente superata e per molti versi anche tradita da numerose violazioni dei suoi parametri; praticamente nessun Paese rispetta il rapporto del 60% tra debito e Pil e anche il vincolo del deficit inferiore al 3% del Pil appare in molti casi illusorio. Manca, poi, l’indispensabile Europa fiscale, che dovrebbe eliminare la concorrenza tra i vari Stati membri, combattuta a colpi di aliquote stracciate. Manca l’Europa bancaria, ad oggi limitata ad astruse e terroristiche misure destinate ad aggredire i conti dei correntisti. Manca, ancora, la possibilità per la Bce di intervenire direttamente alle aste dei titoli pubblici per acquistarli prima che finiscano, ormai bolliti, sul mercato secondario.

Ma allora perché così tanta attenzione all’Europa e ai suoi giudizi? Perché i sovranisti non riescono a convincere neppure i loro governi a praticare il più volte gridato “me ne frego”? Perché dopo aver urlato all’Europa matrigna, bisogna accettare, controvoglia, di farci i conti? Il perché sta, in estrema sintesi, nella sua indispensabilità, pur contestata e negata. Alla prova dei fatti, senza moneta comune e senza una per quanto flebile idea di Europa, i singoli Stati affonderebbero rapidamente come dimostra il fatto che ad ogni sussulto “troppo nazionalistico” il mondo, e non solo i mercati, si spaventa e reagisce per evitare il disastro di un pianeta retto solo da Trump, Putin e Xijimping; gli unici interessati non alla sparizione ma alla sudditanza dell’Europa. Per frenare la crisi finanziaria più grave di sempre è servito il “whatever it takes” di Draghi e per far tornare i debiti pubblici, e privati, collocabili a prezzi sostenibili è servito l’accordo con la Commissione europea sia in Grecia, dove è stato durissimo, sia in Irlanda sia in altre parti dell’Europa.

Gli Stati possono proclamarsi forti e sovrani ma la loro debolezza nel mondo globale dei colossi e della rinata geopolitica impone l’adesione, se non l’appartenenza, europea, anche soltanto ipocritamente formale.

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A seguito delle polemiche suscitate dal finanziamento delle attività studentesche autogestite riportate in calce, ritengo necessarie alcune precisazioni.

Il finanziamento di tutte le attività suddette è stato vagliato e approvato, in data 6 marzo 2019, dal Consiglio degli Studenti, unico organo di Ateneo dotato di competenza in merito.

Gli uffici amministrativi dell’università, contrariamente a quanto affermato in talune comunicazioni diramate anche via mail da rappresentanti degli studenti, hanno esclusivamente il compito di verificare la regolarità formale delle richieste di contributo presentate dalle associazioni studentesche.

Le iniziative sotto elencate coinvolgono anche relatori che rivestono cariche istituzionali in diversi livelli di governo e, dai relativi titoli, non vi è evidenza di una valenza propagandistica a fini elettorali. Inoltre, ad oggi non sono note a questa amministrazione le date in cui esse si svolgeranno.

Del resto, qualora dall’istruttoria svoltasi in seno al Consiglio degli Studenti, quest’ultimo avesse evidenziato nelle iniziative suddette una violazione del principio di neutralità dell’Università perché eventi di propaganda partitica, ben avrebbe dovuto non assegnare il contributo. Infatti, in base al vigente Regolamento d’Ateneo per l'assegnazione di contributi per le attività e i viaggi studenteschi, e contrariamente a quanto diffuso nelle mail sopracitate, la non assegnazione del contributo ad una singola iniziativa, se in contrasto con i principi generali dell’ordinamento, non impedisce il finanziamento delle altre iniziative.

Esorto comunque il Consiglio degli Studenti ad esercitare il proprio dovere di controllo sul legittimo utilizzo di tutti i finanziamenti concessi, come disposto dall’art. 16, comma 2, lett. e) del sopra citato regolamento di Ateneo.

Il Rettore
Paolo M. Mancarella

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- Susanna Ceccardi, “La sicurezza in Italia - Traguardi e obiettivi”
- Senatore Armando Siri, “Flat Tax – La rivoluzione fiscale in Italia è possibile?”
- Emanuele Filiberto di Savoia e Pietro Orso Baiardo Virgadamo, “Monarchia e futuro – Contrapposizioni o analogie?”
- Ministro degli Interni Matteo Salvini, “Il ruolo dell’Italia in Europa”
- “I veterinari Italiani di oggi vs le nuove normative europee” - Workshop con la Senatrice Rosellina Sbrana
- Ipotesi Agricole, Alimentari e Veterinarie - Workshop con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio

Mercoledì 20 marzo, al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, si terrà "Segni tra le mani" un'iniziativa dedicata a persone affette da Alzheimer e a coloro che se ne prendono cura. A partire dalle ore 16, davanti a una delle bellissime opere del museo, verrà proposta un’esperienza multisensoriale, sotto la guida esperta delle operatrici museali, per stimolare i presenti a raccontare liberamente qualcosa del proprio vissuto oppure una storia di loro invenzione, creando così momenti di comunicazione e relazione con chi è loro accanto.
La partecipazione è gratuita. Per partecipare è necessario prenotarsi inviando una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o contattando il numero 050 2213629.
Profumi, aromi e odori ci parlano, rievocando atmosfere e risvegliando la memoria. L’olfatto, del resto, è un senso collegato direttamente con la parte più arcaica del nostro cervello, quella degli stati d’animo e delle emozioni. Sollecitarlo è importante per tutti ma lo è ancor più per persone affette da Alzheimer o altre demenze.
Da tempo sono poi riconosciuti dalla comunità scientifica i positivi effetti terapeutici dell’arte sull’umore e sulla salute complessiva, così come pure la sua capacità di attenuare stati di stress e ansia, tanto da consentire di diminuire le terapie farmacologiche. Da qui il valore terapeutico della pratica museale e dei “luoghi della cultura” nella cura di patologie come la demenza, fronte su cui il Museo della Grafica è attivo da anni con iniziative dedicate in particolare alle persone affette da Alzheimer e ai loro caregivers.

 

Il 15 marzo l’Università di Pisa apre le porte agli studenti delle scuole superiori per una giornata dedicata alla ricerca sulle cellule staminali. L’occasione è l’UniStem Day, una iniziativa di divulgazione scientifica che coinvolge atenei ed istituti di ricerca in tutto il mondo. La giornata pisana si snoda in due momenti: la mattina dalle 9 nell’Aula Magna Fratelli Pontecorvo del Polo Fibonacci (Largo Bruno Pontecorvo, 3) e il pomeriggio dalle 14,30 al Dipartimento di Biologia (Via Abetone e Brennero, 4). Qui gli studenti osserveranno da vicino i fenomeni di rigenerazione nella planaria, un organismo modello per lo studio delle cellule staminali in vivo, e le cellule staminali umane in coltura, provando, per un giorno, a mettersi nei panni di un ricercatore. L’UniStem Day è realizzato grazie alla collaborazione di Alessandra Salvetti e Mario Petrini del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e Marco Onorati del dipartimento di Biologia.

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