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È stato inaugurato martedì 28 giugno, al Centro pisano per ricerche multidisciplinari sulla Flash Radiotherapy del Santa Chiara, il nuovo acceleratore lineare denominato Electron Flash che è destinato ad aprire grandi prospettive di cura contro i tumori. Lo strumento eroga fasci di elettroni ad altissimo rateo di dose in grado di innescare l’Effetto Flash, un effetto radiobiologico evidenziato sperimentalmente su modelli animali che permette, proprio erogando la dose di radioterapia a ratei di dose di gran lunga superiori a quelli attualmente utilizzati nei contesti clinici e in tempi di frazioni di secondo contro i minuti della radioterapia convenzionale, di risparmiare drasticamente i danni ai tessuti sani mantenendo inalterata l’efficacia terapeutica sul tumore. L’acceleratore è il primo in Italia e il terzo in Europa capace di erogare fasci con altissimi ratei di dose in maniera accurata, riproducibile e con un sistema di monitoraggio, ed è l’unico al mondo dotato di cannone a triodo, caratteristica che permette l’esecuzione di esperimenti mai realizzati prima necessari alla piena comprensione del fenomeno e alla sua ottimizzazione per l’implementazione clinica.

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L’acquisizione dell’acceleratore e il laboratorio dedicato di Radiobiologia sono frutto della stretta collaborazione tra l’Università di Pisa, coinvolta in particolare con il suo Centro per l’integrazione della strumentazione scientifica (CISUP), l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (CNR-IN). Fondamentale per lo sviluppo del progetto è stato il sostegno finanziario della Fondazione Pisa.

“Ulteriori studi in questo campo saranno necessari – ha dichiarato la professoressa Fabiola Paiar, direttrice scientifica del Centro pisano per ricerche multidisciplinari sulla Flash Radiotherapy, appositamente creato per questa sperimentazione - ma l'effetto apre grandi prospettive di cura. Infatti, se traslato nella pratica clinica, permetterebbe di aumentare le dosi terapeutiche, anche in presenza di volumi estesi, e quindi di trattare con efficacia tumori ad oggi con prognosi nefasta, come i tumori radioresistenti o molto diffusi”.

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“L’acceleratore, il laboratorio dedicato e le strumentazioni analitiche del CISUP - ha aggiunto il dottor Fabio Di Martino, direttore tecnico del nuovo Centro – permetteranno la realizzazione di fondamentali e innovativi studi multidisciplinari di base e preclinici condotti da fisici, oncologi radioterapisti e biologi afferenti all’Università di Pisa, all’AOUP, al CNR e all’INFN, unendo le eccellenze dell'ecosistema della ricerca pisana al servizio della società con il fine di affrontare una delle sfide mediche più difficili del nostro tempo”.

Prima degli interventi della professoressa Paiar e del dottor Di Martino, hanno portato il loro saluto il rettore Paolo Maria Mancarella, il direttore generale dell’AOUP, Silvia Briani, il presidente della Fondazione Pisa, Stefano Del Corso, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, e il presidente del Consiglio comunale di Pisa, Alessandro Gennai, con il coordinamento del professor Simone Capaccioli, direttore del CISUP.

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“Tengo a sottolineare – ha detto il Rettore Paolo Maria Mancarella - il valore che questo progetto ha, non solo per l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, ma per tutta la comunità scientifica della nostra città. Secondo la miglior tradizione pisana, infatti, quando le forze positive del territorio si mettono insieme, si realizzano cose grandiose, a dimostrazione di una propensione alla costruzione del futuro che non è mai venuta meno e che anima ogni campo del sapere e della ricerca”.

“Oggi con l’inaugurazione di questo potentissimo nuovo acceleratore - ha concluso il direttore generale AOUP, Silvia Briani – si porta a compimento il primo tassello del progetto di ricerca ‘Electron Flash Therapy’ per la cura dei tumori che può entrare nel vivo con la macchina a disposizione. Siamo molto orgogliosi che sia il nostro ospedale a dotarsi di questo strumento finora unico in Italia, segno che la sinergia fra tutti i partner di questo progetto funziona perfettamente ed è in grado di aprire nuove frontiere grazie alla ricerca avanzata, alla collaborazione multidisciplinare, allo sviluppo tecnologico: tutti elementi che generano a cascata benefici diretti sulla salute dei nostri pazienti. Con l’occasione voglio ricordare che nel progetto del nuovo ospedale sono previsti 4 bunker per ospitare strumentazione ad altissima tecnologia e quindi con oggi si segna un primo passo verso un futuro sempre più sfidante in termini di offerta terapeutica e di altissima qualità per tutti”.

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“Siamo molto contenti, come Fondazione Pisa, di avere l’opportunità di partecipare e sostenere il progetto di ricerca sulla Flash Radiotherapy, per la cura dei tumori – ha affermato il presidente Stefano Del Corso - Si tratta a nostro giudizio di un progetto particolarmente all’avanguardia per due aspetti. L’utilizzo di un acceleratore specifico per la radioterapia-flash, che viene presentato oggi, e che si configura come il primo esemplare messo in campo in Italia. Inoltre è di grande importanza il fatto che il progetto di ricerca venga portato avanti unendo in un unico centro competenze multidisciplinari, presenti sul territorio, per progettare ed eseguire esperimenti che valutino in modo accurato gli effetti della Flash Radiotherapy. L’auspicio è di arrivare in futuro a portare l’effetto FLASH nella routine clinica”.

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“Oggi a Pisa – ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo - si cambia la storia. Abbiamo finalmente una speranza di curare tumori che finora sembrano incurabili e di migliorare la qualità della vita dei pazienti grazie alla Flash Radiotherapy e l'acceleratore lineare che inauguriamo oggi. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza arriveranno molte risorse che dovremo usare per migliorare le tecnologie mediche per far diventare Pisa sempre più luogo di attrazione per professionisti e imprese che vogliono investire sul territorio. Il centro CPFR si candida a diventare centro di riferimento internazionale su un argomento di assoluto rilievo, sia dal punto di vista scientifico, sia da quello delle prospettive cliniche. Sono orgoglioso che la Toscana e Pisa, grazie ai suoi professionisti della sanità, agli specializzandi, ai dottorandi, ai tesisti, sia in prima linea nella ricerca per la cura al cancro, che è una delle sfide dell’umanità in questo secolo. La Toscana e Pisa hanno tutte le potenzialità per diventare un hub internazionale nella ricerca avanzata nel settore biomedicale, una Silicon Valley della vita e della qualità della vita”.

È stato inaugurato martedì 28 giugno, al Centro pisano per ricerche multidisciplinari sulla Flash Radiotherapy del Santa Chiara, il nuovo acceleratore lineare denominato Electron Flash che è destinato ad aprire grandi prospettive di cura contro i tumori. Lo strumento eroga fasci di elettroni ad altissimo rateo di dose in grado di innescare l’Effetto Flash, un effetto radiobiologico evidenziato sperimentalmente su modelli animali che permette, proprio erogando la dose di radioterapia a ratei di dose di gran lunga superiori a quelli attualmente utilizzati nei contesti clinici e in tempi di frazioni di secondo contro i minuti della radioterapia convenzionale, di risparmiare drasticamente i danni ai tessuti sani mantenendo inalterata l’efficacia terapeutica sul tumore. L’acceleratore è il primo in Italia e il terzo in Europa capace di erogare fasci con altissimi ratei di dose in maniera accurata, riproducibile e con un sistema di monitoraggio, ed è l’unico al mondo dotato di cannone a triodo, caratteristica che permette l’esecuzione di esperimenti mai realizzati prima necessari alla piena comprensione del fenomeno e alla sua ottimizzazione per l’implementazione clinica.

L’acquisizione dell’acceleratore e il laboratorio dedicato di Radiobiologia sono frutto della stretta collaborazione tra l’Università di Pisa, coinvolta in particolare con il suo Centro per l’integrazione della strumentazione scientifica (CISUP), l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (CNR-IN). Fondamentale per lo sviluppo del progetto è stato il sostegno finanziario della Fondazione Pisa.

“Ulteriori studi in questo campo saranno necessari – ha dichiarato la professoressa Fabiola Paiar, direttrice scientifica del Centro pisano per ricerche multidisciplinari sulla Flash Radiotherapy, appositamente creato per questa sperimentazione - ma l'effetto apre grandi prospettive di cura. Infatti, se traslato nella pratica clinica, permetterebbe di aumentare le dosi terapeutiche, anche in presenza di volumi estesi, e quindi di trattare con efficacia tumori ad oggi con prognosi nefasta, come i tumori radioresistenti o molto diffusi”.

“L’acceleratore, il laboratorio dedicato e le strumentazioni analitiche del CISUP - ha aggiunto il dottor Fabio Di Martino, direttore tecnico del nuovo Centro – permetteranno la realizzazione di fondamentali e innovativi studi multidisciplinari di base e preclinici condotti da fisici, oncologi radioterapisti e biologi afferenti all’Università di Pisa, all’AOUP, al CNR e all’INFN, unendo le eccellenze dell'ecosistema della ricerca pisana al servizio della società con il fine di affrontare una delle sfide mediche più difficili del nostro tempo”.

Prima degli interventi della professoressa Paiar e del dottor Di Martino, hanno portato il loro saluto il rettore Paolo Maria Mancarella, il direttore generale dell’AOUP, Silvia Briani, il presidente della Fondazione Pisa, Stefano Del Corso, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, e il presidente del Consiglio comunale di Pisa, Alessandro Gennai, con il coordinamento del professor Simone Capaccioli, direttore del CISUP.

“Tengo a sottolineare – ha detto il Rettore Paolo Maria Mancarella - il valore che questo progetto ha, non solo per l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, ma per tutta la comunità scientifica della nostra città. Secondo la miglior tradizione pisana, infatti, quando le forze positive del territorio si mettono insieme, si realizzano cose grandiose, a dimostrazione di una propensione alla costruzione del futuro che non è mai venuta meno e che anima ogni campo del sapere e della ricerca”.

“Oggi con l’inaugurazione di questo potentissimo nuovo acceleratore - ha concluso il direttore generale AOUP, Silvia Briani – si porta a compimento il primo tassello del progetto di ricerca ‘Electron Flash Therapy’ per la cura dei tumori che può entrare nel vivo con la macchina a disposizione. Siamo molto orgogliosi che sia il nostro ospedale a dotarsi di questo strumento finora unico in Italia, segno che la sinergia fra tutti i partner di questo progetto funziona perfettamente ed è in grado di aprire nuove frontiere grazie alla ricerca avanzata, alla collaborazione multidisciplinare, allo sviluppo tecnologico: tutti elementi che generano a cascata benefici diretti sulla salute dei nostri pazienti. Con l’occasione voglio ricordare che nel progetto del nuovo ospedale sono previsti 4 bunker per ospitare strumentazione ad altissima tecnologia e quindi con oggi si segna un primo passo verso un futuro sempre più sfidante in termini di offerta terapeutica e di altissima qualità per tutti”.

“Siamo molto contenti, come Fondazione Pisa, di avere l’opportunità di partecipare e sostenere il progetto di ricerca sulla Flash Radiotherapy, per la cura dei tumori – ha affermato il presidente Stefano Del Corso - Si tratta a nostro giudizio di un progetto particolarmente all’avanguardia per due aspetti. L’utilizzo di un acceleratore specifico per la radioterapia-flash, che viene presentato oggi, e che si configura come il primo esemplare messo in campo in Italia. Inoltre è di grande importanza il fatto che il progetto di ricerca venga portato avanti unendo in un unico centro competenze multidisciplinari, presenti sul territorio, per progettare ed eseguire esperimenti che valutino in modo accurato gli effetti della Flash Radiotherapy. L’auspicio è di arrivare in futuro a portare l’effetto FLASH nella routine clinica”.

“Oggi a Pisa – ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo - si cambia la storia. Abbiamo finalmente una speranza di curare tumori che finora sembrano incurabili e di migliorare la qualità della vita dei pazienti grazie alla Flash Radiotherapy e l'acceleratore lineare che inauguriamo oggi. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza arriveranno molte risorse che dovremo usare per migliorare le tecnologie mediche per far diventare Pisa sempre più luogo di attrazione per professionisti e imprese che vogliono investire sul territorio. Il centro CPFR si candida a diventare centro di riferimento internazionale su un argomento di assoluto rilievo, sia dal punto di vista scientifico, sia da quello delle prospettive cliniche. Sono orgoglioso che la Toscana e Pisa, grazie ai suoi professionisti della sanità, agli specializzandi, ai dottorandi, ai tesisti, sia in prima linea nella ricerca per la cura al cancro, che è una delle sfide dell’umanità in questo secolo. La Toscana e Pisa hanno tutte le potenzialità per diventare un hub internazionale nella ricerca avanzata nel settore biomedicale, una Silicon Valley della vita e della qualità della vita”.

Doppio appuntamento il 29 giugno al Palazzo della Sapienza (via Curtatone e Montanara, 15), per un pomeriggio ricco di eventi che chiude i Career Days dell’Università di Pisa.

Alle 16.30 nell’Aula Magna Nuova si tiene la presentazione del secondo numero della rivista “Progetti di Vita. Storie di studenti con disabilità”. Il tema del numero è “L’ingresso nel mondo del lavoro”. All'incontro intervengono il rettore Paolo Maria Mancarella, il prorettore per gli studenti e DSU e delegato per l’orientamento e job placement, professor Rossano Massai, e i direttori della collana, professori Luca Fanucci e Sandra Lischi.

Alle 18 nel cortile si tiene il consueto appuntamento con gli “Aperitivi con gli Alumni”, incontri con laureati dell’Ateneo che raccontano il loro originale percorso di carriera.

Protagonista dell’evento è Emanuela Ligarò, in arte Gold Mass, laureata in fisica all’Università di Pisa e brillante musicista di livello internazionale. Una performance musicale dell’artista chiude il pomeriggio di eventi.

Le iniziative sono organizzate nell’ambito dei Career Days, giornate di incontri, presentazioni e colloqui con aziende per favorire l'orientamento e l'inserimento professionale degli studenti e laureati, organizzate dal Career Service dell’Università di Pisa.

Mercoledì 29 giugno, alle ore 10, al Polo Piagge (in via Matteotti 11), sarà ufficialmente inaugurato uno degli 86 bagni genderless – bagni senza distinzione di genere – distribuiti tra i vari edifici dell’Università di Pisa.

Nell’occasione saranno presenti il rettore Paolo Mancarella, Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana all’istruzione, ricerca e pari opportunità, Arturo Marzano, delegato del rettore alle pari opportunità e alle questioni di genere, Arianna Enrichens, consigliera di fiducia dell’Università di Pisa, Francesco Giorgelli, vicepresidente del CUG, e alcuni rappresentanti della comunità studentesca.

Martedì 28 giugno alle 15 all’Orto Botanico dell’Università di Pisa (Via Porta Buozzi, 3) saranno premiati con 500 euro ciascuno i due studenti dell’Università di Pisa vincitori del concorso fotografico “Bioversity 2022".

A tutti gli oltre 160 partecipanti va invece in regalo un gadget dell’Ateneo da ritirare allo store dell’Orto botanico. Nell’occasione sarà inoltre inaugurata una mostra con alcune delle migliori foto in gara.

Venerdì 24 giugno, nella Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, il Coro dell'Università di Pisa ha eseguito il Requiem in re minore K626 di W. A. Mozart, a un anno dalla scomparsa di Maria Antonella Galanti, già responsabile del Polo Musicale di Ateneo.

Insieme al Coro si sono esibiti il soprano Jennifer Schittino, il contralto Fulvia Bertoli, il tenore Mentore Siesto e il basso Giorgio Marcello, insieme alla Tuscan Chamber Orchestra, sotto la direzione di Stefano Barandoni. È stato un concerto partecipato e apprezzatissimo dal pubblico, che ha assistito all’esibizione preceduta da un toccante intervento di Maria Letizia Gualandi, responsabile del Polo Musicale ‘Maria Antonella Galanti’, che ha ricordato la figura della professoressa scomparsa lo scorso anno come vera “anima del Coro e dell’Orchestra”.

Pubblichiamo qui di seguito l’intervento della professoressa Maria Letizia Gualandi.

*******

A nome del Polo Musicale dell’Università di Pisa vi do il benvenuto al concerto che ogni anno il Coro offre alla cittadinanza in occasione delle manifestazioni del Giugno Pisano, comunicandovi che, rispetto al programma iniziale, il soprano Federica Nardi è stata sostituita per motivi di salute dal soprano Jennifer Schittino.

Quest’anno il concerto del coro non è però come tutti gli altri. La scelta della data del 24 giugno, infatti, non è casuale. Esattamente un anno fa, in questo stesso giorno ci lasciava in seguito a una malattia rapidissima quanto devastante, Maria Antonella Galanti, responsabile fin dal 2013 del Polo Musicale.

Antonella era una donna con un carattere fortissimo, estremamente sensibile e allo stesso tempo coraggiosa e combattiva, raffinata pedagoga e studiosa della psiche umana e docente di grande capacità. Fra i suoi molti impegni nelle istituzioni dell’Università di Pisa, un posto speciale l’aveva la guida del Polo Musicale, in cui Antonella ha profuso – senza mai risparmiarsi – la sua profonda competenza musicale, il suo entusiasmo contagioso, la sua ferrea determinazione. Per lei, dotata di una bella voce di soprano, il Coro e l’Orchestra rappresentavano la realizzazione concreta di quella comunità ideale, costituita dall’intreccio di sapere, cultura e umanità, in cui credeva fermamente: «la musica – diceva citando il maestro Uto Ughi – è un linguaggio di fratellanza e l’orchestra e il coro sono l’embrione della società, perché tutti devono ascoltare anche le voci degli altri».

In realtà Antonella non è stata solo la responsabile, è stata l’anima del Coro e dell’Orchestra, che sotto la sua guida sono cresciuti, non solo nel numero dei componenti, grazie a una martellante campagna di reclutamento (io stessa sono entrata nel coro a seguito della sua insistenza e di questo non smetterò mai di esserle grata), ma sono cresciuti anche nell’impegno delle esibizioni, che sono diventate sempre più numerose, andando ben oltre la partecipazione alle manifestazioni universitarie per diventare veri e propri concerti, in teatri e chiese, a Pisa e fuori Pisa; e il coro della nostra Università è diventato anche un punto di riferimento nell’ambito di UnInCanto, la Rassegna Nazionale dei Cori universitari.

Solo la malattia è riuscita a fermare Antonella. Ma fino all’ultimo la musica è stata in cima ai suoi pensieri. Quando, nella primavera dello scorso anno, Saulle Panizza, direttore del Centro di Ateneo per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura, chiese al coro di partecipare il 10 luglio alle celebrazioni in Sapienza per i 75 anni dalla prima riunione dell’Assemblea Costituente, Antonella il 26 aprile chiedeva dall’ospedale al maestro Stefano Barandoni, direttore del coro: “Il 10 luglio, secondo te, ce la faccio a cantare?”. E invece non ce l’ha fatta e ben prima – il 25 giugno – nel cortile della Sapienza c’era il suo feretro, circondato di fiori e dai coristi, che con un nodo alla gola hanno cantato per darle l’estremo saluto.

Quel giorno, il Magnifico Rettore Paolo Mancarella ha deciso di intitolare a lei il Polo Musicale e ha chiesto a me di assumerne la responsabilità, con l’obiettivo di continuare nella linea di indirizzo portata avanti da Antonella: fare cioè del Coro e dell’Orchestra non solo due strumenti per diffondere la cultura musicale, ma soprattutto due strumenti per «contribuire – sono parole di Antonella – a tenere alta la voce della speranza nel futuro, attraverso la solidarietà e la socialità, in uno spazio condiviso, grande e accogliente, pieno di tanta musica».

Ed è nello spazio condiviso e accogliente di questa bella chiesa di Santa Caterina, dove Antonella ha cantato più volte con il Coro, che abbiamo deciso di ricordarla con il maestoso Requiem di Mozart, opera solenne come poche e dall’intenso contenuto affettivo/emozionale.

Ma l’esecuzione del Requiem è l’occasione per ricordare anche altre figure importanti per il coro, che in questi ultimi due anni ci hanno lasciato: innanzitutto il Magnifico Rettore Luciano Modica, che nel 1999 accolse con entusiasmo il progetto – avanzato da Carolyn Gianturco – di costituire un Coro universitario, intuendone con grande lungimiranza la forza come polo di aggregazione identitaria per studenti, docenti e personale tutto, e anche l’importanza per l’immagine esterna dell’Ateneo e per quella che negli anni successivi il Ministero dell’Università avrebbe chiamato la “terza missione” delle Università, accanto alla ricerca e alla didattica: vale a dire la diffusione nella società di competenze e saperi frutto delle attività di studio. E poi la stessa Carolyn Gianturco, docente di Storia della musica, che volle la nascita del Coro e poi dell’Orchestra per diffondere la cultura musicale fra i giovani e che è stata responsabile del Polo Musicale fino al 2013; e ancora Giancarlo Dell’Amico, basso e responsabile dell’organizzazione dei concerti del Coro, Gianluigi Barbaglio e Giancarlo Scalabrelli, tenori, Laura Pasqualetti, pianista.

Ma in questa serata così particolare vogliamo ricordare anche tutte le persone care – genitori, compagni di vita e di lavoro, amici – che in questi ultimi tempi ci hanno lasciato: per il Covid, per qualche altra malattia o semplicemente perché erano anziani. La solenne invocazione al riposo eterno dell’Intròitus, l’implorazione a Cristo della fuga del Kyrie, l'intensa riflessione sul perdono divino del Lacrimosa saranno l’occasione per ognuno di noi per rivolgere un silenzioso pensiero a chi ha amato e non c’è più. Buon ascolto dal Coro dell’Università di Pisa.

Maria Letizia Gualandi
Responsabile del Polo Musicale 'Maria Antonella Galanti'

 

Quattro itinerari che raccolgono un totale di 50 contributi audio (podcast), relativi ad altrettanti punti di interesse cittadini. E’ il progetto di “Travel-podcasting”, nato dalla collaborazione tra l’assessorato al turismo del Comune di Pisa e il CAFRE (Centro Interdipartimentale per l'Aggiornamento, la Formazione e la Ricerca Educativa) dell’Università di Pisa e presentato a Palazzo Gambacorti, alla presenza dell’assessore al turismo, Paolo Pesciatini, dello sviluppatore del progetto, Pietro Balestri, studente del corso di laurea in Ingegneria gestionale, e della docente di Gestione delle risorse umane, Serena Gianfaldoni, che ha seguito il progetto come tutor.

Il progetto mira a costruire dei percorsi di travel podcasting all’interno degli spazi del centro città del Comune di Pisa. Infatti, con il supporto di contenuti audio, i podcast, l’utente sarà guidato digitalmente lungo un itinerario dato. Questi i nomi dei 4 itinerari elaborati fino ad adesso: Pisa is Galileo Galilei, Pisa is Storie d’amore, Pisa is Musei, Pisa is Tuttomondo Il tutto avverrà con il supporto di Loquis: la prima piattaforma per ascoltare e raccontare il mondo tramite podcast geolocalizzati, nata da un progetto di start up italiano e disponibile in app e sul web. Il visitatore potrà quindi aprire Loquis, che gli mostrerà la mappa della città e il luogo in cui si trova. Sulla mappa, Loquis, proporrà all’utente anche i contenuti audio sviluppati che, una volta “cliccati” potranno essere fruiti tramite l’ascolto o accedere agli itinerari elaborati per intero. Dunque l’utente è libero di fruire dei contenuti che preferisce o di seguire per intero un itinerario creato.

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Serena Gianfaldoni Paolo Pesciatini e Pietro Balestri durante la presentazione

«In riferimento alle politiche turistiche – dichiara l’assessore al turismo, Paolo Pesciatini – nonostante i due anni di pandemia, come amministrazione comunale abbiamo rilanciato su tutti i fronti, dalle campagne di comunicazione, al nuovo sito internet e gestione dei social, passando per l’organizzazione di eventi, l’apertura di un nuovo info-point e, in particolare, la realizzazione del nuovo piano di sviluppo turistico che ha visto il confronto con tutti gli attori del territorio e che darà vita alla futura DMO. E poiché il turismo è anche ricerca e innovazione insieme al giovane studente del corso di laurea in Ingegneria gestionale, Pietro Balestri, e alla professoressa Serena Gianfaldoni, docente di Gestione delle risorse umane, abbiamo dato vita ad progetto innovativo. Un chiaro esempio di quanto sia importante implementare l’innovazione tecnologica in ambito turistico, al fine di promuovere la totalità della nostra offerta anche attraverso un’esperienza di travel podcasting che consentirà di godere a testa alta delle bellezze della nostra città, per poi magari approfondire ulteriormente la conoscenza di Pisa avvalendosi anche dell’esperienza di una guida turistica locale».

«Al momento sono stati prodotti 4 itinerari – dichiara Pietro Balestri - che raccolgono un totale di 50 contributi audio (podcast). Gli itinerari sono frutto di una rielaborazione in digitale di quelli già proposti dall'ufficio turismo del Comune di Pisa: una grande opportunità che si rivolge sia ai turisti che ai pisani che vogliono approfondire le proprie conoscenze sulla città».

«Un bel progetto che in futuro potrà essere ulteriormente implementato – dichiara la professoressa Serena Gianfaldoni – e che dimostra quanto sia importante per le istituzioni cittadine e non solo valorizzare i giovani talenti della città e dell’Università di Pisa, come ha fatto in questo caso Paolo Pesciatini con il suo assessorato al turismo».

 

Venerdì 24 giugno, nella Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, il Coro dell'Università di Pisa ha eseguito il Requiem in re minore K626 di W. A. Mozart, a un anno dalla scomparsa di Maria Antonella Galanti, già responsabile del Polo Musicale di Ateneo.

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Insieme al Coro si sono esibiti il soprano Jennifer Schittino, il contralto Fulvia Bertoli, il tenore Mentore Siesto e il basso Giorgio Marcello, insieme alla Tuscan Chamber Orchestra, sotto la direzione di Stefano Barandoni. È stato un concerto partecipato e apprezzatissimo dal pubblico, che ha assistito all’esibizione preceduta da un toccante intervento di Maria Letizia Gualandi, responsabile del Polo Musicale ‘Maria Antonella Galanti’, che ha ricordato la figura della professoressa scomparsa lo scorso anno come vera “anima del Coro e dell’Orchestra”.

Pubblichiamo qui di seguito l’intervento della professoressa Maria Letizia Gualandi.

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A nome del Polo Musicale dell’Università di Pisa vi do il benvenuto al concerto che ogni anno il Coro offre alla cittadinanza in occasione delle manifestazioni del Giugno Pisano, comunicandovi che, rispetto al programma iniziale, il soprano Federica Nardi è stata sostituita per motivi di salute dal soprano Jennifer Schittino.

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Quest’anno il concerto del coro non è però come tutti gli altri. La scelta della data del 24 giugno, infatti, non è casuale. Esattamente un anno fa, in questo stesso giorno ci lasciava in seguito a una malattia rapidissima quanto devastante, Maria Antonella Galanti, responsabile fin dal 2013 del Polo Musicale.

Antonella era una donna con un carattere fortissimo, estremamente sensibile e allo stesso tempo coraggiosa e combattiva, raffinata pedagoga e studiosa della psiche umana e docente di grande capacità. Fra i suoi molti impegni nelle istituzioni dell’Università di Pisa, un posto speciale l’aveva la guida del Polo Musicale, in cui Antonella ha profuso – senza mai risparmiarsi – la sua profonda competenza musicale, il suo entusiasmo contagioso, la sua ferrea determinazione. Per lei, dotata di una bella voce di soprano, il Coro e l’Orchestra rappresentavano la realizzazione concreta di quella comunità ideale, costituita dall’intreccio di sapere, cultura e umanità, in cui credeva fermamente: «la musica – diceva citando il maestro Uto Ughi – è un linguaggio di fratellanza e l’orchestra e il coro sono l’embrione della società, perché tutti devono ascoltare anche le voci degli altri».

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In realtà Antonella non è stata solo la responsabile, è stata l’anima del Coro e dell’Orchestra, che sotto la sua guida sono cresciuti, non solo nel numero dei componenti, grazie a una martellante campagna di reclutamento (io stessa sono entrata nel coro a seguito della sua insistenza e di questo non smetterò mai di esserle grata), ma sono cresciuti anche nell’impegno delle esibizioni, che sono diventate sempre più numerose, andando ben oltre la partecipazione alle manifestazioni universitarie per diventare veri e propri concerti, in teatri e chiese, a Pisa e fuori Pisa; e il coro della nostra Università è diventato anche un punto di riferimento nell’ambito di UnInCanto, la Rassegna Nazionale dei Cori universitari.

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Solo la malattia è riuscita a fermare Antonella. Ma fino all’ultimo la musica è stata in cima ai suoi pensieri. Quando, nella primavera dello scorso anno, Saulle Panizza, direttore del Centro di Ateneo per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura, chiese al coro di partecipare il 10 luglio alle celebrazioni in Sapienza per i 75 anni dalla prima riunione dell’Assemblea Costituente, Antonella il 26 aprile chiedeva dall’ospedale al maestro Stefano Barandoni, direttore del coro: “Il 10 luglio, secondo te, ce la faccio a cantare?”. E invece non ce l’ha fatta e ben prima – il 25 giugno – nel cortile della Sapienza c’era il suo feretro, circondato di fiori e dai coristi, che con un nodo alla gola hanno cantato per darle l’estremo saluto.

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Quel giorno, il Magnifico Rettore Paolo Mancarella ha deciso di intitolare a lei il Polo Musicale e ha chiesto a me di assumerne la responsabilità, con l’obiettivo di continuare nella linea di indirizzo portata avanti da Antonella: fare cioè del Coro e dell’Orchestra non solo due strumenti per diffondere la cultura musicale, ma soprattutto due strumenti per «contribuire – sono parole di Antonella – a tenere alta la voce della speranza nel futuro, attraverso la solidarietà e la socialità, in uno spazio condiviso, grande e accogliente, pieno di tanta musica».

Ed è nello spazio condiviso e accogliente di questa bella chiesa di Santa Caterina, dove Antonella ha cantato più volte con il Coro, che abbiamo deciso di ricordarla con il maestoso Requiem di Mozart, opera solenne come poche e dall’intenso contenuto affettivo/emozionale.

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Ma l’esecuzione del Requiem è l’occasione per ricordare anche altre figure importanti per il coro, che in questi ultimi due anni ci hanno lasciato: innanzitutto il Magnifico Rettore Luciano Modica, che nel 1999 accolse con entusiasmo il progetto – avanzato da Carolyn Gianturco – di costituire un Coro universitario, intuendone con grande lungimiranza la forza come polo di aggregazione identitaria per studenti, docenti e personale tutto, e anche l’importanza per l’immagine esterna dell’Ateneo e per quella che negli anni successivi il Ministero dell’Università avrebbe chiamato la “terza missione” delle Università, accanto alla ricerca e alla didattica: vale a dire la diffusione nella società di competenze e saperi frutto delle attività di studio. E poi la stessa Carolyn Gianturco, docente di Storia della musica, che volle la nascita del Coro e poi dell’Orchestra per diffondere la cultura musicale fra i giovani e che è stata responsabile del Polo Musicale fino al 2013; e ancora Giancarlo Dell’Amico, basso e responsabile dell’organizzazione dei concerti del Coro, Gianluigi Barbaglio e Giancarlo Scalabrelli, tenori, Laura Pasqualetti, pianista.

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Ma in questa serata così particolare vogliamo ricordare anche tutte le persone care – genitori, compagni di vita e di lavoro, amici – che in questi ultimi tempi ci hanno lasciato: per il Covid, per qualche altra malattia o semplicemente perché erano anziani. La solenne invocazione al riposo eterno dell’Intròitus, l’implorazione a Cristo della fuga del Kyrie, l'intensa riflessione sul perdono divino del Lacrimosa saranno l’occasione per ognuno di noi per rivolgere un silenzioso pensiero a chi ha amato e non c’è più. Buon ascolto dal Coro dell’Università di Pisa.

Maria Letizia Gualandi
Responsabile del Polo Musicale 'Maria Antonella Galanti'

 

Dal 28 al 30 giugno è in programma a Pisa il convegno conclusivo del Progetto di Ricerca di Ateneo "L’Ebreo errante. Temi, idee e persone in movimento nello spazio e nel tempo, dal Medioevo all’Età contemporanea", organizzato dal Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell'Università di Pisa, dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica. Il convegno, trasmesso anche in streaming, è in presenza e aperto a tutti gli interessati.

Le sessioni del convegno sono ospitate nella giornata di martedì 28 al Polo della Memoria San Rossore 1938 in via Risorgimento 19, con l’apertura dei lavori prevista alle 14.45 e i saluti istituzionali del rettore Paolo Mancarella, di Simone M. Collavini, direttore del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, di Roberta Ferrari, direttrice del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, e di Serena Grazzini, coordinatrice del progetto di ricerca. A seguire ci sarà la lectio magistralis di Marcello Massenzio, presidente dell’Associazione internazionale Ernesto de Martino, dal titolo “Essere altrove” (L’Ebreo errante nostro contemporaneo) introdotta da Fabrizio Franceschini. Dalle 16.45 alle 18 è poi prevista una sessione di interventi sui “Testi fondativi” moderata dal professor Mauro Tulli.

Mercoledì 29 giugno i lavori si spostano alla Gipsoteca di Arte Antica in Piazza San Paolo all’Orto: la sessione mattutina, moderata da professor Fabio Dei, inizia alle ore 9 e prevede interventi sul tema “Erranza come paradigma e categoria filosofica”. Nel pomeriggio, dalle ore 15, si parla della figura dell’Ebreo errante “Dal Medioevo all’Ottocento”, moderano il professor Michele Battini e la professoressa Antonietta Sanna.

Giovedì 30 giugno, le sessioni della mattina e del pomeriggio approfondiscono il tema “Dal primo Novecento a oggi” e sono moderate dai professori Enrico Giaccherini, Carlotta Ferrara Degli Uberti e Pier Giorgio Borbone.

Nel corso dei secoli, il mito dell’Ebreo condannato dal Cristo a vivere e a errare fino alla fine dei tempi ha investito di sé la cultura, la poesia, le arti, i diversi campi del sapere e del pensiero. Il personaggio si è impresso nella memoria culturale e la sua iconografia ha plasmato l’immaginario collettivo, non solo quello cristiano, bensì anche quello ebraico diasporico. Assurto già nel Seicento a emblema stesso del popolo ebraico e della sua extra-territorialità, il personaggio enigmatico dell’Ebreo errante ha stimolato la fantasia mitopoietica che lo ha via via ripensato oppure se ne è servita per leggere e plasmare la storia. Il convegno internazionale conclusivo del Progetto di Ricerca di Ateneo dedicato all’Ebreo errante è dedicato alle molteplici ripercussioni letterarie, filosofiche, storiche e culturali del mito e, più in generale, dell’erranza ebraica intesa nelle sue diverse declinazioni. Storici, filosofi, letterati, linguisti, ebraisti, studiosi di teatro, delle religioni e della musica indagano, da prospettive diverse e in dialogo tra loro, sugli orizzonti di significato reali e simbolici che l’elaborazione del mito ha dischiuso in aree geografiche differenti dal Medioevo fino a oggi.

Il programma completo del convegno è disponibile a questo link.

Luca Morelli (foto), professore associato di Chirurgia generale all'Università di Pisa e in forza nella Sezione dipartimentale di Chirurgia generale dell'Aoup, è stato nominato dal Consiglio superiore di sanità del Ministero della salute coordinatore dell'area addomino-pelvica di gruppo di lavoro su chirurgia robotica e intelligenza artificiale. 

luca morelli 4 copyAlla chirurgia robotica, sempre più mini-invasiva e multidisciplinare, è affidato infatti un ruolo centrale per i prossimi anni in Medicina e il fatto che sia stato individuato come referente italiano un chirurgo che ha all’attivo quasi mille interventi eseguiti negli ultimi 14 anni a Pisa con il sistema robotico da Vinci, è segno anche del riconoscimento del ruolo di primo piano in Italia ha ormai acquisito il Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica dell'Aoup. Un centro dotato di 4 sistemi robotici il primo dei quali è stato acquisito nel 2001, con una casistica elevata e un'offerta multidisciplinare pressoché completa, con una quarantina di chirurghi che vi operano provenienti da tutta l'area vasta nord-ovest, che è di riferimento europeo per l'addestramento e la didattica degli operatori e che si caratterizza per un modello organizzativo consolidato nel tempo che permette integrazione di risorse umane e tecnologiche in ottica di area vasta con il ricorso a procedure standardizzate su alti volumi di attività, che assicurano anche sostenibilità dei costi.

L’incarico centrato sulle applicazioni in chirurgia addomino-pelvica è un riconoscimento anche alla vasta esperienza personale in chirurgia oncologica addominale, concretizzatasi poi nell’ampia casistica robotica che comprende tumori del colon retto, del pancreas, del fegato e delle alte vie digestive. E’ inoltre un riconoscimento alla ricca produzione scientifica correlata, consistente in numerose pubblicazioni innovative negli ultimi anni sulla robotica in Chirurgia generale. In particolare, quelle inerenti le prime applicazioni in letteratura del robot da Vinci Xi in chirurgia del retto, il primo studio clinico al mondo riguardante l’applicazione del tavolo operatorio integrato in grado di muoversi in coordinazione con il robot, la descrizione di nuove varianti tecniche per asportazione completa robot-assistita del colon-retto e di ricostruzione dopo chirurgia demolitiva del pancreas, la resezione colica robotica con singolo accesso (prima al mondo) e vari studi sull’ottimizzazione dei costi per il servizio sanitario nazionale in chirurgia robotica del retto e del pancreas.

Il ruolo affidato con questa nomina al professor Morelli rientra in una più ampia pianificazione di sistema ed economica del Ministero, che prevede anche la chirurgia robotica fra i modelli innovativi per ricerca e sviluppo tecnologico da perseguire per il servizio sanitario nazionale dei prossimi anni.

(Fonte: Ufficio Stampa AOUP)

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