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Ritorna anche a Pisa l’UniStem Day, la giornata dedicata alla ricerca sulle cellule staminali. L’appuntamento è venerdì 11 marzo alle 9 nell'aula magna Fratelli Pontecorvo del Polo Fibonacci dell’Università di Pisa (Largo Bruno Pontecorvo). L’iniziativa, che quest’anno coinvolge 73 atenei e centri di ricerca in tutta Europa, è rivolta agli studenti delle scuole superiori con l’obiettivo di stimolare l’interesse e la curiosità verso la ricerca scientifica. A Pisa l’evento è organizzato da Mario Petrini e Alessandra Salvetti del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.

“Forti nel ponderare, fermi nel criticare, indisponibili a mentire, sempre” è il messaggio chiave del filmato che aprirà la giornata in tutte le sedi d’Italia e d’Europa per le migliaia di giovani studenti che affolleranno le aule universitarie. Il tema di quest’anno è infatti la libertà di studiare e di conoscere e così alcuni interventi riguarderanno proprio questo argomento, come quello di Carlo Alberto Beltrami, professore dell’Università degli Studi di Udine, dal titolo “La cultura ti apre la mente. Ovvero, studia o sarai schiavo”. Tra gli altri relatori che interverranno, si segnalano Umberto Di Porzio, neurobiologo dell’Istituto di Genetica e Biofisica del CNR di Napoli, Angela Santoni, immunologa della Sapienza di Roma, Massimo Cavino, costituzionalista dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, Giuseppe Remuzzi, nefrologo presso l’Istituto Mario Negri di Bergamo e Leonardo Rossi biologo cellulare dell’Università di Pisa e Federico Cremisi della Scuola Normale Superiore.

Proseguono anche a marzo le attività di "Un pomeriggio in Gipsoteca", il programma di attività ludico-educative presso il museo di Piazza San Paolo all’Orto riservate ai più piccoli (6-12 anni). Gli incontri, a eccezione di particolari esigenze, si terranno una volta a settimana, dalle 16.15 alle 17.45, e prevedono delle divertenti attività con le quali i bambini potranno iniziare a familiarizzare con il museo, il mondo classico e l’archeologia in generale. Il prossimo appuntamento è martedì 8 marzo con “Si va in scena! Il teatro nell’Antica Grecia”: i bambini, tramite l’ausilio di cartone, carta, tempere e pennarelli, creeranno e decoreranno delle maschere teatrali indossate dagli attori nell’antichità.
Il costo di partecipazione, che prevede anche una piccola merenda, è di 5 euro a incontro (4 euro dal secondo bambino iscritto), mentre gli accompagnatori, se lo desiderano, possono restare e partecipare alle attività gratuitamente. Se interessati, è necessario prenotare inviando una email all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. In caso di disdetta si prega cortesemente di comunicarlo alla Gipsoteca entro le ore 13.00 del giorno in cui si svolge l'attività. Il numero massimo di partecipanti a incontro è di 15 bambini; in caso di un numero maggiore di prenotazioni sarà aggiunta una nuova data nel calendario degli appuntamenti in cui sarà riproposta tale attività. Il calendario degli appuntamenti mensili sarà reso pubblico alla fine del mese precedente.
Gli incontri proseguiranno lunedì 14 marzo con “I giocattoli nell’Antica Roma”, con i bambini che si divertiranno a creare con l’argilla dei piccoli giocattoli su modello di quelli antichi; martedì 22 marzo, con “Il mosaico nell’Antica Roma”, i bambini decoreranno un motivo dell’Antica Roma con la tecnica del mosaico, tramite l’ausilio di carta colorata e colla; mercoledì 30 marzo, “Archeologo per un giorno”, i bambini, con pennelli e palette, eseguiranno una simulazione di scavo: porteranno alla luce i reperti e li “studieranno” come un vero archeologo.
L'iniziativa è organizzata dal Sistema Museale di Ateneo e dal dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Archeoclub d'Italia, sede di Pisa. Contatti e informazioni: Gipsoteca di Arte Antica, Piazza S. Paolo all’Orto 20, tel. 050 2211278 - 050 2211279, sito internet: www.gipsoteca.sma.unipi.it, pagina Facebook: www.facebook.com/gipsotecapisa.

Lunedì, 07 Marzo 2016 10:50

Sale Studio

L'Università di Pisa mette a disposizione quattro aree studio all'aria aperta adiacenti a quelle "tradizionali", attualmente chiuse a causa dell'emergenza Covid-19. Complessivamente i posti a disposizione sono 240, accessibili (da mercoledì 15 luglio) dalle ore 9 alle ore 19.30 su prenotazione, in modo da garantire il rispetto delle norme di distanziamento sociale e la sicurezza dei frequentatori.

Le quattro aree studio sono:


Le aree dedicate allo studio sono attrezzate con tavoli, sedie, ombrelloni e servizi igienici, e sono dotate di distributori di bevande e generi alimentari vari. Gli ingressi saranno vigilati dal servizio di portierato dell'Ateneo, che controllerà l'effettiva prenotazione e segnalerà le eventuali situazioni di abuso o di mancato rispetto delle norme anti-contagio.

Venerdì, 04 Marzo 2016 09:18

Società Natura Storia

calabi3In occasione del settantesimo compleanno del professor Lorenzo Calabi, docente di Filosofia della Storia dell'Ateneo pisano e prorettore per i Rapporti Internazionali dal 1994 al 2002, gli allievi, gli amici e i colleghi gli hanno dedicato una serie di saggi filosofici raccolti nel volume Società Natura Storia. Studi in onore di Lorenzo Calabi, pubblicato da ETS.
Negli anni, l'attività scientifica del professor Calabi e il suo insegnamento hanno spaziato dalla storia del pensiero economico-politico alla filosofia della natura e alla filosofia morale, sempre comunque con un filo conduttore, un nucleo centrale del suo pensiero: la filosofia della storia, il "presente come storia". Di tale percorso culturale e intellettuale fa parte anche il suo forte impegno istituzionale al servizio dell’Ateneo. L’ampiezza degli interessi e delle relazioni filosofiche e in genere scientifiche e culturali, oltre che di amicizia, che Lorenzo Calabi ha stabilito nel corso del tempo è testimoniata anche dalla ricca varietà tematica dei saggi di questo volume a lui dedicato.
Il volume Società Natura Storia. Studi in onore di Lorenzo Calabi ospita contributi di: Elisabetta Addis, Antonella Alimento, Leonardo Amoroso, Massimo Barale, Simonetta Bassi, Pierfrancesco Biasetti, Franco Biasutti, Marcello Buiatti, Tomaso Cavallo, Mario Cingoli, Andrea Civello, Emanuela Conversano, Chiara Crisciani, Raimondo Cubeddu, Adriano Fabris, Gianfranco Fioravanti, Stefano Fiori, Vladimiro Giacché, Marco E.L. Guidi, Alfonso Maurizio Iacono, Mauro Mariani, Carlo Marletti, Valerio Martone, Carlo Montaleone, Enrico Moriconi, Stefano Perfetti, Claudio Pogliano, Tommaso Redolfi Riva, Maria Michela Sassi, Lorella Sini, Lorenzo Steardo, Silvano Tagliagambe, Maria Turchetto, Stefano Vannucci.

Pubblichiamo di seguito la Prefazione, scritta da Andrea Civello, che è il curatore del volume.

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Dopo gli studi superiori a Padova e a Venezia, Lorenzo Calabi si è formato all’Università Statale di Milano, in particolare sotto la guida di Mario Dal Pra, con il quale si è laureato. Nel seguito, ha avuto esperienze di ricerca presso il CNR di Milano e all’Università di Harvard. È stato professore incaricato nell’Università di Salerno e, dall’anno accademico 1975-1976, in quella di Pisa. Nel 1980 vi è diventato professore associato e nel 2005 professore ordinario di Filosofia Morale.
Il suo impegno istituzionale al servizio dell’ateneo pisano lo ha visto Prorettore per i rapporti internazionali dal 1994 al 2002 e delegato del Rettore per la Comunicazione Istituzionale dal 2003 al 2006. Egli ha presieduto la Commissione Scientifica d’area 11 («Scienze Storiche, Filosofiche, Pedagogiche e Psicologiche») nel biennio 2008-2010. È ora Coordinatore del Seminario di Filosofia dell’Università di Pisa, presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere.

Negli anni, i dominî dei suoi insegnamenti hanno riguardato la storia del pensiero economico-politico, una certa filosofia della natura, la filosofia morale e soprattutto la filosofia della storia.
All’approssimarsi del suo settantesimo compleanno, alcuni allievi hanno pensato di rendergli omaggio promuovendo l’iniziativa di questo volume di saggi filosofici, a lui dedicati da altri allievi, da amici e colleghi, e da loro stessi; saggi la cui diversità tematica testimonia l’ampiezza delle relazioni filosofiche, e in genere scientifiche e culturali, oltre che di amicizia, che Lorenzo Calabi ha stabilito nel corso del tempo.

calabi1Il filo conduttore degli studi di Lorenzo Calabi è sempre stato, al fondo, l’idea hegeliana della filosofia come «il proprio tempo appreso nel pensiero». Una idea di Filosofia della Storia, dunque, che lo ha spinto a indagare ambiti teorici di momento in momento preminenti nell’epoca, ambiti di confronto anche ideologico, che «il presente come storia», come egli ama dire, ha imposto al pensiero. All’inizio, si è trattato di Adam Smith. Uno Smith concepito quale punto di svolta e di ingresso nella modernità, per la sua analisi della società civile e i suoi principî di una nuova scienza; analisi che, insieme al contributo di altri illuministi scozzesi, è confluita nel pensiero di Hegel sulla Statualità, punto di riferimento essenziale per Calabi, che ha curato l’edizione italiana della rivisitazione anglosassone di Hegel compiuta da J.N. Findlay (Hegel oggi, 1972). Ma uno Smith, nello stesso tempo, come autore che ha costituito l’economia politica in quanto sapere scientifico secondo i principia di Newton, la cui approfondita conoscenza è un presupposto ineludibile per la comprensione della Critica di Marx: a Marx Calabi ha dedicato molti studi, curando, tra l’altro, l’edizione dei Manoscritti del 1861-63 (1980).

L’idea del presente come storia, della sua apprensione nel pensiero, del confronto teorico e ideologico che si è stabilito, ha in seguito portato Calabi alla considerazione filosofica della scienza della natura vivente originata dalla rivoluzione darwiniana. Gli studi dedicati al naturalista inglese (ricordiamo qui I quaderni metafisici di Darwin, 2001; Darwinismo morale, 2002; Il caso che disturba, 2006), hanno aperto in Italia delle nuove linee di pensiero: quella dell’esame criticistico del costituirsi del sapere della natura vivente come scienza e quella dell’impossibilità, nel pensare la natura, di pensare al di fuori della temporalità, ulteriore sostegno dell’idea dell’onnicomprensività della temporalità nella quale si trova anche l’uomo. Ci piace ricordare qui la promozione e l’organizzazione delle Baxter Lectures, giornate di incontro su Charles Darwin di alto livello scientifico e di respiro internazionale, che tra 2006 e 2009 hanno riunito a Pisa studiosi di diverse discipline. Gli atti di queste giornate sono stati pubblicati nei quattro volumi curati da Calabi Il futuro di Darwin (2008-2010).

Il filo conduttore della sua riflessione ha in seguito indotto Calabi a un nuovo studio di Karl Löwith (La filosofia della storia come problema. Karl Löwith tra Heidegger e Rosenzweig, 2008), di Moses Mendelssohn (Il «Conflitto delle Facoltà», il progresso, la libertà di coscienza. Ancora sulla ‘inattuale’ attualità di Moses Mendelssohn, 2011) e delle radici stesse della Filosofia della Storia: quest’ultimo documentato dall’edizione delle Lezioni di filosofia della storia di Friedrich Schiller (2012). Nel dialogo con Löwith, sulla base di una riappropriazione di Hegel, di Marx, di Schiller, appare del tutto esplicito il compito della filosofia secondo Calabi: concepire il proprio tempo, concepirlo non solo come esito, ma pure come passaggio, concepirlo nei suoi mutamenti tendenziali, individuando le forze propulsive e quelle antagonistiche, e i fenomeni che ne derivano, fenomeni di civilizzazione e di raffinamento ma, insieme, di scissione, di impoverimento e di uniformazione.

Negli studi di Calabi è sempre presente una insistita attenzione alla restituzione filologica e alla semantica storica. L’insofferenza per la ripetizione del già detto e del già scritto, la ricerca della sintesi nella propria scrittura, l’analisi approfondita dei testi di riferimento, la volontà di rispetto, nelle traduzioni come negli apparati di note, per il pensiero degli autori, così come l’amore per la musica, che gli ha sempre fatto pensare alla scrittura come alla stesura di una partitura, rendono la lettura degli scritti di Calabi tanto complessa quanto illuminante.

calabi2Quella attenzione è uno degli insegnamenti che sono giunti a quanti, come noi, hanno avuto il privilegio di averlo avuto come docente. Ma altri aspetti ancora possono illustrare quello che Lorenzo Calabi ha trasmesso e trasmette agli allievi (e non solo a loro): a partire dalla severità filosofica che in ogni momento ha caratterizzato e caratterizza il suo insegnamento, certo disciplinare, ma anche di formazione dello spirito. Vogliamo ricordare qui come spesso, riflettendo su episodi ed eventi della vita del nostro tempo, egli ci abbia stupito e costretto ad aprire la mente, come tramite il singolo episodio, tramite la sua rilettura, tramite lucidi e per noi impensati collegamenti, ci abbia insegnato a guardare, o, meglio, a capire il nostro mondo e la storia della nostra cultura. Egli ci ha insegnato a pensare un fatto, un episodio, un evento. Quante volte, studenti ed allievi, siamo stati invitati, forse per la prima volta in modo così radicale, a pensare l’accadimento nella forma del concetto!

Nella sua più che quarantennale attività didattica a Pisa, Lorenzo Calabi ha coltivato in generazioni di studenti l’amore per la filosofia, lasciando poi all’autonomia di ciascuno di determinare, di volta in volta, in cosa consistesse il ‘proprio’, il ‘tempo’, il ‘pensiero’, sempre distinguendo tra l’analisi e la considerazione morale.
Quando abbiamo ideato questo volume, abbiamo subito avuto l’adesione di compagni di studi, di colleghi di varie università in Italia, di allievi, tutti interlocutori particolari, nel corso degli anni, di Lorenzo Calabi. Desideriamo ringraziarli per averci dato il modo, con i loro saggi, di esprimere in questa occasione la nostra gratitudine per i doni ricevuti dal maestro.

Andrea Civello

foto EORTC premiazioneAggredire il tumore del pancreas attraverso la caratterizzazione farmacologica e molecolare di nuovi modelli preclinici, integrati con la casistica chirurgica, per ottimizzare la scelta terapeutica e migliorare quindi la gestione clinica e la prognosi dei pazienti affetti da tumori pancreatici. 

Questo il nocciolo del programma di ricerca ‘made in Pisa’ presentato al recente congresso Eortc-Pamm di Anversa dalla dottoressa Leticia Leon (quarta da destra nella foto qui accanto) e premiato, dal comitato scientifico, come miglior presentazione orale fra le oltre cento ricerche innovative di farmacologia antitumorale presentate dagli studiosi all’appuntamento belga con il congresso del gruppo dei farmacologi dell’organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro.

Un riconoscimento al lavoro di squadra che si aggiunge a quello già ottenuto nel 2015 dalla dottoressa Leon, vincitrice del bando Marie Curie iCARE (nell’ambito dell’European Union’s Seventh Framework Program for research, technological development and demonstration) per lavorare al Cancer Pharmacology Lab dell’Ateneo situato all’Ospedale di Cisanello, la cui forza è l’integrazione fra ricerca e assistenza.

La ricercatrice è a Pisa grazie alla Fellowship iCARE, che è un grant competitivo a cui partecipano i migliori ricercatori di tutte le Università europee, nell’ambito delle iniziative Marie Curie per contribuire, per due anni, ai progetti di ricerca di laboratori di eccellenza di altri atenei europei.

foto CancerPharmacologyLabIn particolare, l’Università di Pisa riceverà 106.600 euro, che permetteranno di finanziare le ricerche della dottoressa Leon nel Cancer Pharmacology Lab, creato da un’altra ricercatrice, la dottoressa Elisa Giovannetti, a sua volta vincitrice del grant Start-Up dell’Airc (da 750.000 euro), in collaborazione con il professor Ugo Boggi, ordinario di Chirurgia al dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina dell’Università di Pisa, nonché direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti dell’Aoup.

Sempre nel Cancer Pharmacology Lab (nella foto di gruppo tutto lo staff del laboratorio) e a stretto contatto con l’èquipe di Boggi lavora anche il dottor Niccola Funel: “La dottoressa Leon – dichiarano Funel e Giovannetti - ha un’approfondita conoscenza di software e metodologie per l’interpretazione di complesse analisi genetiche ottenuta a seguito del Master in Bioinformatica alla VU University di Amsterdam. Il suo lavoro fornirà pertanto un contributo molto importante alla caratterizzazione farmacologica e molecolare di nuovi modelli preclinici ottenuti tramite la collaborazione con il team chirurgico pisano, che ha un’esperienza di rilievo internazionale nel trattamento dei tumori del pancreas”.

toscolata vassoioLa sorpresa della Pasqua 2016 è la cioccolata con la Toscana nel cuore e, unendo le due parole, il nome non poteva che essere Toscolata, risultato (goloso) di un progetto di ricerca per unire la valorizzazione di prodotti toscani con l’esaltazione delle loro proprietà nutraceutiche, quindi con possibili effetti positivi sulla nostra salute. Vestri, l’azienda partner del progetto, ha ospitato oggi nel suo negozio di Borgo degli Albizi a Firenze la presentazione e, soprattutto, l’assaggio in anteprima dei nuovi prodotti della linea Toscolata.
La ricetta di questa cioccolata “made in Tuscany” è stata messa a punto durante il progetto omonimo, coordinato dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (IVALSA) del CNR, con la partecipazione dell'Università di Pisa, dell'Università di Siena, dell’Istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, grazie al finanziamento ottenuto tramite un bando della Regione Toscana e con il patrocinio dei Comuni Montani del Casentino (Arezzo), della Società di Ortoflorofrutticultura Italiana (SOI), della Provincia di Siena, del Vivaio forestale “Il Campino”.

La Toscolata non è soltanto gustosa ma potrebbe avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare. Infatti, in maniera parallela all’arrivo sul mercato, prosegue la fase di sperimentazione clinica condotta dai medici dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, con il coinvolgimento di 30 volontari portatori di almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come possono essere il fumo, il colesterolo alto, la familiarità per malattie cardiovascolari, il sovrappeso, l’ipertensione. Chi partecipa alla sperimentazione assume 40 grammi di Toscolata al giorno, seguendo il protocollo sperimentale che alterna la Toscolata con olio extravergine di oliva con quella a base di mela "Panaia" rossa, tipica del Casentino. I medici che seguono i volontari stanno valutando se l’ assunzione di Toscolata, possa aumentare il numero di cellule ematiche circolanti specializzate, note per essere diminuite nei pazienti che presentano fattori di rischio cardiovascolare ma importanti per evitare la progressione del danno che porta alla formazione della placca aterosclerotica, responsabile di infarto, ictus, ischemie periferiche.

toscolata gruppoIl progetto Toscolata è stato promosso per valorizzare in chiave nutraceutica prodotti tipici toscani, trasformandoli in alimenti innovativi a base di cacao. Frutti essiccati di varietà toscane, olio di oliva e farina di castagne sono stati uniti con il cacao per realizzare la Toscolata, prodotta da Vestri nel proprio stabilimento di Arezzo. Dal punto di vista salutistico, gli ingredienti della Toscolata sono tracciabili in ogni passaggio e derivano tutti da agricoltura biologica. Con questo progetto si sono quindi consolidate le basi per contribuire allo sviluppo e alla valorizzazione di un sistema agroalimentare già sostenibile e innovativo come quello toscano.

“La Toscolata – afferma Claudio Cantini, coordinatore del progetto – è una intera nuova linea di prodotti dalle pregevoli qualità organolettiche e alimentari e infatti sono sicuro che tutti i consumatori ne apprezzaranno la bontà. Mangiando la Toscolata si soddisfa il palato, si assumono sostanze che contribuiscono al benessere psicofisico e si contribuisce al sostegno del comparto agroalimentare Toscano, aiutando le aziende che hanno fatto della qualità il proprio obiettivo principale.

toscolata copy

“Il nostro contributo – commenta Luca Sebastiani, all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – è stato quello di selezionare nell’ampio germoplasma della Toscana le varietà di melo più ricche di molecole nutraceutiche. Tra le decine di mele oggetto dei nostri studi la mela Panaia è risultata al momento quella più interessante. Inoltre, abbiamo anche lavorato sull’ottimizzazione dei processi di essicazione della frutta da aggiungere al cacao riducendo così al minimo le perdite delle molecole della mela note per le loro proprietà nutraceutiche”

“Con questo progetto – spiega Marco Romi del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Siena - realizziamo un cacao di alta qualità utilizzando in maniera esclusiva varietà pregiate provenienti dalle piantagioni che Vestri possiede in Repubblica Dominicana. La Toscolata nasce dalla sua fusione con prodotti tipici dell’agroalimentare toscano, dagli elevati contenuti di molecole bioattive, benefiche per l’organismo. Per la presenza di alimenti di eccellenza, la tracciabilità del prodotto finito risulta fondamentale per assicurare sicurezza, autenticità e qualità. Sono state utilizzate alcune tra le più avanzate tecniche di ‘fingerprinting’ (impronta) genetico, con un sistema di analisi utilizzabile per una certificazione volontaria del prodotto, a vantaggio e garanzia del produttore e del consumatore”.

“Gli effetti benefici del cioccolato sono legati principalmente alla buona attività antinfiammatoria, ma il cioccolato deve essere fondente e di elevata qualità come quello di Toscolata – precisa Rossella Di Stefano dell’ Università di Pisa che coordina la sperimentazione clinica - affinchè ne siano preservate le proprietà nutraceutiche. Se la Toscolata, per la sua integrazione di cioccolato fondente e altri alimenti noti per le loro proprietà antiossidanti, sia anche in grado di agire su cellule altamente specializzate per riparare i danni provocati dai più importanti fattori di rischio cardiovascolare e sull’assetto metabolico dei volontari arruolati, lo potremo dire alla fine della sperimentazione, in ottobre”.

Si conclude in questi giorni l’anno di Servizio civile regionale svolto dai primi 29 giovani accolti dall’Università di Pisa, che hanno prestato servizio in cinque diversi progetti, presso il Sistema bibliotecario d’ateneo (SBA), il Sistema museale di ateneo (SMA), il Centro linguistico d’ateneo (CLI), il Centro di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" e l’Unità di servizi per l’integrazione degli studenti con disabilità (USID).
I volontari hanno vissuto un’intensa esperienza formativa e di impegno civile fianco a fianco col personale e con gli operatori di progetto. Le strutture hanno beneficiato di un supporto eccellente grazie al lavoro di giovani motivati, che hanno potuto maturare nuove competenze professionali.
Il Centro interdisciplinare di Ateneo "Scienze per la pace" (Cisp), che ha coordinato la gestione dei progetti e la formazione dei volontari e del personale coinvolto, ha appena concluso le attività per la presentazione alla Regione Toscana di 12 nuovi progetti, che potranno accogliere 72 volontari in 36 sedi sulle oltre 50 accreditate dell’Università di Pisa.
L'esperienza del Servizio civile regionale si consolida così come un importante punto di riferimento per la promozione di valori di impegno civile, solidarietà, partecipazione, inclusione e utilità sociale dei servizi resi dall'Ateneo. Inoltre rafforza l'impegno formativo delle giovani generazioni, potenziandone le capacità professionali e di inserimento lavorativo, con importanti ricadute sul territorio.

Esattamente un anno dopo il lancio Kickstarter della suite per lo sviluppo di soluzioni interconnesse tipiche dell’internet delle cose, la start up dell’Università di Pisa Viper diventa Zerynth. I quattro ricercatori - Gualtiero Fantoni, Daniele Mazzei, Giacomo Baldi e Gabriele Montelisciani - hanno concluso il percorso che li ha portati alla versione commerciale del software, iniziando di fatto una nuova avventura con un prodotto rinnovato e perfezionato nei suoi elementi. Il 1° marzo è infatti avvenuto il rilascio ufficiale della versione commerciale della suite che ha creato un nuovo modo di avvicinarsi al mondo dei microcontrollori e che consente ai professionisti e agli appassionati di elettronica di progettare e programmare oggetti interattivi con sforzi ridotti, in un linguaggio di alto livello (il Python) e in poco tempo.
“Crediamo molto nella unicità dei nostri strumenti, ed è per questo che meritano la giusta visibilità – commenta Gabriele Montelisciani, amministratore di Zerynth e post-doc dell’università di Pisa – Viper è stato un grande nome per la nostra suite, ma purtroppo altre aziende di rilievo hanno avuto la stessa idea alcuni decenni fa, con il risultato che Viper è un nome troppo comune e può creare delle ambiguità con altri prodotti e altri marchi. Visto che sia il prodotto che la startup sono cresciuti, ci è sembrato il momento più opportuno per cambiare nome contestualmente al rilascio della versione commerciale del software”.
Al momento la start up conta migliaia di utenti collegati che hanno sviluppato decine di soluzioni funzionante in diversi settori: dalla vetrinistica, al retail, dalla produzione alla logistica e questo in soli 9 mesi di vita di Viper nella sua versione Beta. Costruiti per essere cross-platform, gli strumenti di Zerynth sono pensati per la progettazione e la programmazione di alto livello di dispositiviinterattivi e nativamente connessi a Internet e ai nostri cellulari, ai tablet e così via.
Ma in cosa differisce la nuova release rispetto alla alfa dei mesi passati? “La nuova versione è stabile e molto più completa, abbiamo risolto tutti i bugs scoperti da noi e dagli utenti, abbiamo creato delle nuove librerie e supportato nuovi sensori, attuatori; ci sono inoltre nuove funzioni matematiche spesso utili – aggiunge Giacomo Baldi –Abbiamo anche sviluppato drivers per supportare protocolli di comunicazione diversi quali l’MQTT, il nuovo standard ISO per l’internet of things, lo smart bluethooth, e altre tecnicalità che interessano molto agli sviluppatori. Siamo inoltre compatibili con le schede Flip&Click prodotte da Mikroelektronika”.
La suite di Zerynth è composta da Zerynth Studio, un IDE basato su browser per embedded programmazione in Python dispositivi con caratteristiche di sincronizzazione cloud e di gestione di bordo; Zerynth Virtual Machine, un sistema operativo real-time multithreaded che fornisce una reale indipendenza dall’hardware e che permette il riutilizzo del codice su qualisiasi architettura ARM; Zerynth App, una App generica grazie alla quale un qualsiasi cellulare si trasforma nel telecomando e nel display degli oggetti intelligenti programmati con Zerynth. Questa suite è un insieme di strumenti compatibili con le diverse infrastrutture cloud hardware e, in grado di ridurre drasticamente il time to market e i costi di sviluppo di oggetti o infrastrutture.
Ora Zerynth celebra il nuovo nome contestualmente al lancio della prima uscita ufficiale della suite che può essere scaricata dal sito dell’azienda www.zerynth.com

 DSC2124Si conclude in questi giorni l’anno di Servizio civile regionale svolto dai primi 29 giovani accolti dall’Università di Pisa, che hanno prestato servizio in cinque diversi progetti, presso il Sistema bibliotecario d’ateneo (SBA), il Sistema museale di ateneo (SMA), il Centro linguistico d’ateneo (CLI), il Centro di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" e l’Unità di servizi per l’integrazione degli studenti con disabilità (USID).

I volontari hanno vissuto un’intensa esperienza formativa e di impegno civile fianco a fianco col personale e con gli operatori di progetto. Le strutture hanno beneficiato di un supporto eccellente grazie al lavoro di giovani motivati, che hanno potuto maturare nuove competenze professionali.

Il Centro interdisciplinare di Ateneo "Scienze per la pace" (Cisp), che ha coordinato la gestione dei progetti e la formazione dei volontari e del personale coinvolto, ha appena concluso le attività per la presentazione alla Regione Toscana di 12 nuovi progetti, che potranno accogliere 72 volontari in 36 sedi sulle oltre 50 accreditate dell’Università di Pisa.

L'esperienza del Servizio civile regionale si consolida così come un importante punto di riferimento per la promozione di valori di impegno civile, solidarietà, partecipazione, inclusione e utilità sociale dei servizi resi dall'Ateneo. Inoltre rafforza l'impegno formativo delle giovani generazioni, potenziandone le capacità professionali e di inserimento lavorativo, con importanti ricadute sul territorio.

Guarda il video con le interviste ai ragazzi. 

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