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Secondo posto al Premio Innovazione Toscana 2018 per IngeniArs, spin off dell'Università di Pisa, che si è classificata nella sezione Start Up Innovative con il progetto H2020 "SIMPLE-SpaceFibre IMPLementation design and test Equipment". La competizione ha visto coinvolte ben 58 realtà tra micro, piccole, medie e grandi imprese, che hanno partecipato al premio che sostiene e valorizza la ricerca, l’innovazione tecnologica e digitale delle imprese, promuove l’iniziativa giovanile e il potenziale innovativo del territorio. L'iniziativa è promossa da Consiglio Regionale della Toscana, Anci Toscana, Confindustria Toscana, Rete Imprese Italia Toscana, Unioncamere Toscana.

Il progetto di IngeniArs premiato consiste nello sviluppo di sistemi elettronici altamente innovativi per testare a terra e implementare a bordo di satelliti il protocollo di comunicazione di ultima generazione SpaceFibre dell'Agenzia Spaziale Europea. Con questo progetto sono state anche vinte la fase 1 e la fase 2 del programma H2020 SME Instrument promosso dalla Comunità Europea.

 

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Sarà ancora la Banca di Pisa e Fornacette l'ente cassiere dell'Università di Pisa per il quinquennio 2019-2023. Dopo il completamento delle procedure amministrative per la selezione della ditta affidataria, il contratto di concessione di servizi è stato firmato martedì 18 dicembre dal direttore generale dell'Ateneo, Riccardo Grasso, e dal presidente dell'istituto bancario, Mauro Benigni, alla presenza della dirigente della Direzione Finanza e Fiscale, Aurelia De Simone, e di altri funzionari dell'Università.

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La convenzione, che coinvolgerà tutti i dipartimenti, i centri e i sistemi universitari, riguarda un ampio pacchetto di servizi, anche di tipo innovativo. Rispetto al passato è stata posta particolare attenzione a migliorare i servizi agli studenti, innanzitutto per quanto riguarda la riscossione delle tasse, ed è stato previsto l’avvio del nuovo sistema di pagamento PAGOPA. Inoltre, dal 1 gennaio 2019 i due enti saranno chiamati ad affrontare una nuova sfida: entrerà in vigore il sistema "SIOPE+", un nuovo modo di dialogare e trasmettere i dati dei pagamenti e incassi sia al Cassiere, sia soprattutto alla Banca d’Italia che, per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, monitorerà l’andamento dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Attraverso l’integrazione con la piattaforma dei crediti, la Banca d'Italia potrà anche rilevare direttamente i tempi di pagamento dei debiti commerciali, eliminando le attuali trasmissioni manuali.

"Desidero ringraziare il dottor Benigni e la Banca di Pisa e Fornacette per la grande disponibilità dimostrata - ha detto il direttore generale dell'Ateneo, Riccardo Grasso - che ci ha permesso di firmare un accordo che consente all'Ateneo di acquisire significativi servizi ad alto contenuto, anche tecnologico; inoltre è previsto che la Banca versi all'Università un contributo per fini istituzionali".

"Come Banca di riferimento del territorio pisano – ha commentato Mauro Benigni, presidente di Banca di Pisa e Fornacette - per noi è un onore poter continuare la collaborazione con l'Università di Pisa, eccellenza nella ricerca e nella sperimentazione: il valore aggiunto di questa sinergia sarà proprio l’innovazione, metteremo a disposizione dell’Ateneo servizi bancari sempre più tecnologici e all'avanguardia”.

È scomparso nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 dicembre il professor Raffaele Teti, ordinario di Diritto commerciale all'Università di Pisa, da poco in pensione. La cerimonia di commemorazione del professor Teti si svolgerà venerdì 21, alle ore 12, nel Palazzo della Sapienza di Pisa, mentre i funerali si terranno nei giorni successivi a Catanzaro, città di origine del docente.

Nato in Calabria nel 1947, il professor Raffaele Teti si è laureato in Giurisprudenza nell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 1970 e negli anni 1971-72 ha usufruito di una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1974 ha vinto un concorso per assistente di ruolo di Diritto industriale bandito dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa e successivamente è stato professore incaricato di Diritto commerciale alla facoltà di Scienze economiche e sociali dell’Università della Calabria. Di seguito è stato chiamato in qualità di professore associato e poi ordinario alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa.

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Il professor Teti si distingue nella comunità dei giuristi per le ricerche svolte in campo societario, cui ha dedicato – sempre nel segno del massimo rigore metodologico – due monografie, molteplici articoli e parti di trattato, pervenendo a risultati originali e di notevole rilievo scientifico riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Parimenti pregevoli sono state le ricerche dedicate ai contratti bancari, sviluppate in un lavoro monografico e in molteplici saggi relativi a tematiche di scottante attualità, la cui analisi ha rappresentato un imprescindibile punto di riferimento per le successive indagini dottrinali e una fonte di ispirazione per gli sviluppi della giurisprudenza. Soprattutto il professor Teti è apprezzato come il principale cultore della Storia del Diritto commerciale.
Il suo volume del 1990 dedicato al tema del “Codice civile e regime fascista. Sull’unificazione del diritto privato”, coniuga sensibilità giuridica e raffinata competenza storica, configurando uno studio pioneristico su un argomento trascurato dalla riflessione giuridica. Il volume è stato accolto con giudizi eccellenti dalla comunità scientifica nazionale e internazionale, tant’è che nel 1991, nell’annuale manifestazione dell’istituto Luigi Sturzo di Roma, è stato segnalato come uno dei cinque migliori libri che ogni giurista dovrebbe conoscere. Sempre sui temi della Storia del Diritto commerciale, il professor Teti ha pubblicato numerosi articoli destinati non solo a riviste giuridiche, ma anche a prestigiose pubblicazioni di Storia contemporanea.

Grazie alla sua notorietà soprattutto come studioso della Storia del Diritto commerciale, ha partecipato a innumerevoli conferenze presso università e istituti di cultura e, su designazione del Consiglio superiore della Magistratura, ha contribuito alla formazione e all’aggiornamento dei magistrati. Diversi sono stati gli incarichi istituzionali svolti nel corso degli anni dal professor Teti, che da ultimo è stato presidente del Consiglio di disciplina dell’Ateneo pisano.

Nel 2017 il Senato Accademico dell'Università di Pisa ha insignito il professor Raffaele Teti con l’Ordine del Cherubino.

Nella foto: il professor Teti riceve l’Ordine del Cherubino dal rettore Paolo Mancarella.

Si è conclusa in questi giorni la missione in India del professor Bruno Neri, docente del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, presso l’insediamento Tibetano di Bylakuppe. Il professor Neri è stato ospite dell’Università monastica di Sera Jey, nell’ambito di una convenzione di studio e ricerca con l’Ateneo pisano. L’attività, che ha come oggetto l’analisi degli effetti degli stati non ordinari di coscienza indotti mediante pratiche meditative sull’attività cerebrale, è coordinata dal professor Angelo Gemignani del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica. Essa si inquadra in un più ampio progetto multiculturale e multidisciplinare che coinvolge ricercatori dell’Ateneo pisano e studiosi delle più antiche e prestigiose università monastiche tibetane e ha avuto il suo lancio ufficiale con il Simposio “The Mindscience of Reality”, svoltosi a Pisa nel settembre 2017 con il Dalai Lama come ospite d’onore.

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La missione scientifica a Sera Jey aveva come obiettivo la raccolta di dati biomedici (elettroencefalogramma ad alta densità, attività cardiaca e respiratoria) in soggetti con diversi livelli di esperienza impegnati nella pratica meditativa. I volontari erano tutti monaci della Scuola Ghelup (la stessa cui appartiene il Dalai Lama), alcuni ancora impegnati nel percorso di studi, altri, quelli con maggiore esperienza, in ritiro da diversi anni all’interno di un’apposita area riservata del Monastero di Sera Jey. Questi ultimi praticano la meditazione per 8 ore al giorno per tutta la durata del ritiro che può essere anche superiore ai 10 anni. Si è trattato dunque di un’opportunità non facilmente ripetibile al di fuori di un contesto come quello di Sera Jey, che consentirà di incrociare i dati provenienti dall’esperienza in prima persona dei meditatori con quelli oggettivi rilevati strumentalmente e di confrontare l’analisi dei ricercatori dell’Università di Pisa con la visione degli studiosi dell’Università di Sera Jey (approccio neuro-fenomenologico).

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L’Università Monastica di Sera Jey, fondata nel 1419 è sempre stato uno dei principali centri di studio e ricerca della tradizione mahaiana, una delle grandi scuole della filosofia buddista, che affonda le sue radici nell’insegnamento di uno dei maggiori maestri ed eruditi del pensiero Indiano, Nagarjuna, il quale ha insegnato nel secondo secolo d.C. presso l’Università di Nalanda. Quando nel 1235, dopo oltre mille anni di storia, l’Università di Nalanda fu distrutta a seguito dell’invasione mussulmana araba dell’India, la maggior parte dei testi erano stati, nel frattempo, tradotti e portati in Tibet dove, protetta dalle formidabili barriere naturali, la già millenaria tradizione dei maestri indiani ha potuto sopravvivere e arricchirsi fino ai nostri giorni. L’Università Monastica di Sera Jey rilascia il titolo di Geshe equivalente a quello di dottore magistrale in Filosofia buddista. Il percorso base di studi dura 21 anni. I Geshe più dotati possono poi accedere a un ulteriore percorso della durata di 6 anni e conseguire il titolo di Geshe Larampa equivalente a un dottorato di ricerca. Nell’annesso monastero vivono 5000 monaci, 1500 dei quali impegnati negli studi per diventare Geshe.

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La prossima tappa sarà il Collegio Tantrico di Gyumed, a poche decine di chilometri da Sera Jey, con il quale il professor Neri ha già preso contatti nel corso della missione appena conclusasi. Lì studiano e, in alcuni casi trascorrono lunghi periodi di ritiro, gli Dzogrinpa, monaci Tibetani che praticano i diversi livelli del Tantra. Essi si tramandano da millenni, da maestro a discepolo, le tecniche segrete di meditazione che consentono loro, tra l’altro, di esercitare il controllo su alcuni parametri fisiologici come la temperatura corporea e la frequenza cardiaca. L’obiettivo centrale della loro pratica è quello di simulare, per imparare a controllarlo, il processo di “riassorbimento” della coscienza che si verifica al momento della morte quando questa si “ritira” dal corpo.

Giovedì 20 dicembre alle ore 14.30, in concomitanza con i funerali, l'Ateneo osserverà un minuto di silenzio in memoria di Antonio Megalizzi, studente dell'Università di Trento, vittima dell'attentato di Strasburgo dello scorso 11 dicembre. 

RadioEco, la radio degli studenti dell'Università di Pisa, aderisce all'iniziativa promossa da RadUni, associazione degli operatori radiofonici universitari, che prevede una mararatona di 48 ore da mezzanotte del 20 dicembre, dedicata ad Antonio con la trasmissione delle sue interviste e lavori migliori.

Pubblichiamo di seguito il ricordo di Fabiano Catania, laureato del nostro Ateneo, membro di RadioEco e collega di Megalizzi nel progetto Europhonica.

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megalizzi 2Quattro anni fa avevamo un’idea molto chiara in testa: raccontare l’Europa ai nostri coetanei. L’Europa dagli studenti per gli studenti. Era molto meno chiaro come realizzarla. Per quattro anni Europhonica è diventata una incredibile quotidianità fatta di chat whatsapp quotidiane, scambi di opinione, discussioni accese sulla politica.

È in Europhonica che ho conosciuto Antonio ed è a Strasburgo che ho imparato a stimare il suo lavoro, il suo modo di gestire la pressione, la sua “spregiudicatezza” nel catturare un’intervista a qualche europarlamentare, la sua indescrivibile passione per l’Europa.

Amava l’Europa unita davvero, non come slogan. Nei nostri interminabili messaggi audio su whatsapp dibattevamo per ore sull’austerity, sulla Brexit, su ogni dato dopo un’elezione nazionale o internazionale. Era convinto che non si potesse prescindere dall’Unione Europea, era sempre pronto a spiegarti, con pazienza e lucidità, tutti i vantaggi di quel progetto politico.

Da Strasburgo abbiamo condotto diverse puntate di Europhonica e quei giorni in trasferta erano sempre una garanzia di professionalità. Mi manifestava spesso la sua stima, me lo ricordo. Io l’ho sempre ricambiata e ho sempre cercato di dimostrargliela nel nostro lavoro insieme o semplicemente quando andavamo a bere una birra in qualche pub francese. E poi ridevo di gusto alle sue battute, di un’ironia tagliente. A volte per capire certe battute dovevi proprio essere un malato di politica come noi.

Come si può ridere sul Quantitave Easing? Non lo so ma noi ci riuscivamo e lo facevamo di gusto.

Oggi mi continua a tornare in mente un pezzo che scrivemmo a due voci per una diretta dal Parlamento Europeo. Era un pezzo che io gli proposi e che parlava della Grecia e della Troika. Lui lo lesse e poi mi suggerì di riadattarlo in dialogo tra me e lui dove uno di noi interpretava l’ “avvocato” della Grecia e l’altro l’ “avvocato” della Troika. Era geniale Antonio, con queste idee che permettevano davvero di far arrivare la politica europea ai giovani e con l’ironia e il sarcasmo che ti facevano riflettere.

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Sapeva un sacco di cose, era sempre informato sugli ultimi fatti. Un po’ per il suo lavoro, un po’ per la sua enorme curiosità. Proprio per questo mi trovavo sempre a mio agio con lui perché sapevo che potevo contare su un perfetto interlocutore per scambi di vedute differenti sui grandi temi dell’attualità.

Quattro anni fa volevamo cambiare l’Europa attraverso ciò che ci appassionava di più: raccontare storie e fatti. Forse lui ci ha sempre creduto più di tutti in questa cosa.

Se è vero che ogni generazione ha i suoi simboli, Antonio è certamente uno di quei simboli della generazione Erasmus in cui credeva così tanto. Ne era l’esempio in ogni azione della sua vita. È scomparso nella città che negli ultimi quattro anni era diventata per noi una seconda casa, quella in cui Bartek ci ospitava con la sua gentilezza e la sua immensa voglia di accoglienza.

Abbiamo perso uno di quelli di cui questa Europa in questo momento aveva più bisogno perché Antonio non era europeista per interessi ma per vocazione. Era più forte di lui, non poteva immaginare un’ Europa divisa.

Questa sua vocazione non si spegnerà oggi e nemmeno nei prossimi mesi. Portare avanti il suo sogno e il suo modo pulito di fare informazione è un dovere nostro e di tutta l’Europa colpita da questa ennesima tragedia.

Io nel mio piccolo proverò a raccontare di lui perché tutti devono sapere che persona abbiamo perso. Scriverò altri pezzi sull’Europa e da oggi saranno come quel pezzo sulla Grecia che scrivemmo insieme.

Voi sentirete solo la mia voce ma in realtà saranno sempre due.

Addio amico mio, è stato bellissimo conoscerti. Grazie di tutto.

Fabiano Catania

 

 

Il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa offre l’accesso gratuito ai suoi musei a tutti gli studenti delle Università toscane: Università degli Studi di Firenze, dall’Università di Pisa, dall’Università degli Studi di Siena, dall’Università per Stranieri di Siena e dall’Azienda regionale per il diritto allo studio.

Tutto questo grazie all’adesione alla nuova carta unica dello studente universitario Studente della Toscana, pensata e progettata per consentire agli studenti l’accesso ai servizi offerti sul territorio regionale.

In particolare, la gratuità nei musei rientra tra le possibili agevolazioni sulle attività culturali, attivate con il supporto della Regione Toscana.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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