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pilota F1Giulio Bernardi, giovane medico dottorando nell’Unità operativa di Biochimica clinica del Dipartimento di Medicina di laboratorio e diagnostica molecolare (entrambi diretti dal professor Pietro Pietrini), ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dalla Organization for Human Brain Mapping (OHBM), la principale organizzazione mondiale per lo studio della mappatura metabolico funzionale del cervello nell’uomo.

Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) Giulio Bernardi ha studiato i meccanismi cerebrali che sottendono l’elaborazione dell’informazione visuo-motoria nel cervello di piloti di Formula 1 e di soggetti naive (semplici, non esperti). I risultati dello studio mostrano che i piloti di Formula 1 hanno una diversa connettività funzionale tra distinte regioni cerebrali implicate nei processi visuo-motori rispetto ai soggetti naive. Questi dati suggeriscono una riorganizzazione funzionale dei network cerebrali visuomotori in individui con particolari abilità, quali appunto i piloti. “Questi risultati hanno importanti implicazioni anche per lo sviluppo di strategie riabilitative in pazienti con ictus o altri danni cerebrali”, ha commentato il Prof. Pietrini.

La ricerca di Bernardi, condotta in collaborazione con il Dipartimento di Medicina interna dell’Aoup e con Formula Medicine di Viareggio, è stata una delle poche selezionate tra le oltre tremila proposte ricevute da tutto il mondo per l’attribuzione dello Young Investigator Travel Award, per la partecipazione al Congresso internazionale della organizzazione che si svolgerà il prossimo giugno a Montreal. Meno del 5 per cento dei contributi viene scelto per presentazione orale e solo una piccola frazione di questi viene ulteriormente selezionata per il Travel Award.

Il riconoscimento al giovane studioso è l’ultimo attestato in ordine di tempo all’Unità operativa di Biochimica clinica che da anni è ai vertici della ricerca dei correlati molecolari delle funzioni mentali nell’uomo. Il professor Pietrini, infatti, ha ricoperto la carica di presidente del Comitato scientifico della OHBM nel triennio 2007-2009.

(Ufficio stampa Aoup)

Venerdì, 27 Maggio 2011 12:52

Insieme per la solidarietà

foto immobileAccogliere in una struttura adeguata i bambini affetti da patologie oncoematologiche, offrire un sostegno concreto e tangibile alle loro famiglie, garantire una gratuita assistenza per le loro peculiari necessità oltre l’ospedale: tutto ciò è finalmente possibile grazie all’Isola dei Girasoli, il Residence che la Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa ed AGBALT ONLUS - l'Associazione Genitori per la cura e l’assistenza ai Bambini Affetti da Leucemia o Tumore, sono riuscite a realizzare nella zona di San Cataldo, in un’area dedicata nella nuova via Moruzzi che collega il CNR con l’Ospedale di Cisanello.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, nell’ambito di un approfondito studio delle necessità del territorio circa interventi da compiere in favore di categorie sociali deboli o bisognose di assistenza, ha recepito la necessità di tale struttura ed ha varato un progetto per l’ospitalità di bambini che, accompagnati dalle proprie famiglie, devono soggiornare a lungo a Pisa per essere sottoposti a terapie oncologiche o a trapianto di midollo osseo.

Protagonista di questa iniziativa è stata appunto l’AGBALT che da molto tempo opera a Pisa con grande efficienza, collaborando e affiancando l’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa diretta dal dott. Claudio Favre.

Si è avviata perciò la progettazione di un immobile della superficie di circa 2.400 m2, composto da 13 appartamenti, uffici, magazzini, sala riunioni ed ampio spazio ludico, concepito sin dalla fase ideativa per le specifiche esigenze igieniche e sanitarie dei futuri ospiti. AGBALT ha acquistato il terreno per un valore di circa 400mila €, la Fondazione Cassa Risparmio ha destinato al progetto un’erogazione di € 2.250.000 €. Ha avuto inizio così la costruzione dell’edificio e alla fine dei lavori AGBALT, ha acquistato gli arredi e le attrezzature domestiche e ha provveduto alla sistemazione dell’area verde con un investimento di oltre 600mila €.

Fondamentale il contributo del Comune di San Giuliano Terme (l’immobile si trova infatti nella sua area), che è stato molto vicino al progetto con grande spirito collaborativo, costruttivo e non privo di vero affetto.

Non si tratta soltanto di un efficace supporto logistico a famiglie così duramente provate, ma della reale concretizzazione di un progetto unico ed innovativo, che consentirà l’attivazione di un programma di dimissioni precoci dei pazienti degenti presso l’U.O. di Oncoematologia Pediatrica dell’AOUP. La continuità assistenziale sarà garantita presso il Residence “Isola dei Girasoli”, grazie alla presa in carico da parte del Servizio di Assistenza Domiciliare dell’ASL 5, che opererà in stretta collaborazione con il personale della U.O. di Oncoematologia Pediatrica, con l’A.O.U.P e con la Società della Salute, sulla base delle esigenze di volta in volta rilevate.

Questo sistema consentirà di contenere il numero e la durata dei ricoveri ospedalieri e di assicurare la migliore assistenza possibile, recando sia beneficio al singolo bambino (miglioramento della qualità di vita) sia alla collettività (indubbia riduzione della spesa sanitaria per la diminuzione dei periodi di ricovero). Si consideri che a Pisa vengono mediamente trattati ogni anno 40 – 45 nuovi casi di leucemia o di tumori solidi; l’attività di Day Hospital ed ambulatorio registra circa 7.500/8.000 accessi all’anno ed il numero dei ricoveri varia dai 500 ai 600. Al Centro afferiscono pazienti provenienti da Pisa, da altre province toscane e da altre regioni nonché da paesi stranieri, europei ed extraeuropei, in cui l’assistenza è estremamente carente e la possibilità di salvare questi bambini nettamente inferiore. Sono stati effettuati ad oggi 800 trapianti di cellule staminali emopoietiche autologhe, allogeniche da donatore familiare compatibile e non, da donatore non familiare (Banca) e da cordone ombelicale.

Sabato 7 maggio, alle 10.30, alla presenza di varie autorità e dell’Arcivescovo di Pisa, si procederà all’inaugurazione. La settimana successiva l’immobile accoglierà i primi ospiti. L’intera gestione dell’attività è affidata ad A.G.B.A.L.T che, da sempre, ha dato prova di essere in grado di gestire realtà importanti e di notevole complessità.

(Ufficio stampa Aoup)

baby coolingÈ di qualche giorno fa la notizia che a Londra una neonata è stata salvata dai medici dell’Ospedale di Cambridge, che l’hanno ‘congelata’ per 3 giorni a una temperatura di 33,5° scongiurando danni cerebrali permanenti dovuti alla mancanza di ossigeno alla nascita (ipossia), durata almeno 25 minuti. Si tratta del cosiddetto “baby cooling” ed è ormai considerata universalmente la terapia standard per i neonati che soffrono di encefalopatia ipossico-ischemica come esito di un parto difficile. Negli Usa e nel Nord Europa viene regolarmente praticata, in Italia solo in alcuni centri poiché è richiesta la massima integrazione fra punto nascita, trasporto neonatale e terapia intensiva neonatale, in quanto spesso si tratta di una vera e propria lotta contro il tempo (affinché sia efficace, infatti, il trattamento ipotermico deve cominciare entro le 6 ore dal parto).

L’ospedale Santa Chiara di Pisa è stato fra i primi in Italia a praticarla come servizio di Area vasta, avendo cominciato ormai nell’aprile del 2009. Ad oggi sono stati trattati 15 neonati, due nati presso la stessa struttura e 13 provenienti da punti nascita dell’area vasta.

L’utilizzo del protocollo è stato reso possibile dal fatto che a Pisa l’Unità operativa di Neonatologia diretta dal Prof. Antonio Boldrini rappresenta un centro di III livello e dispone del servizio di trasporto neonatale. La responsabile del trattamento neuroprotettivo con ipotermia è la Dr.ssa Laura Bartalena, che spiega quando e come praticare il trattamento.

In cosa consiste il baby cooling?

È un trattamento che noi applichiamo a neonati a termine o vicino al termine (età gestazionale superiore o pari a 36 settimane), con un peso corporeo pari o superiore a 1,8 chilogrammi, che presentano un quadro di encefalopatia ipossico ischemica di grado moderato o severo, secondaria ad una asfissia perinatale, definita da determinati criteri (sono esclusi i bambini con più di 6 ore di vita e anomalie congenite). In sostanza il neonato che nasce in asfissia e che presenta alcune particolari caratteristiche cliniche, viene al più presto sottoposto a elettroencefalogramma ad ampiezza integrata e, se anche questo esame è alterato, non solo non viene riscaldato, ma gli viene abbassata la temperatura corporea fino ai 33,5° e mantenuta tale per 72 ore. Il sistema di raffreddamento è costituito da un materassino ad acqua collegato a un apparecchio raffreddante. Durante l’ipotermia il neonato viene assistito in modo intensivo, con monitoraggio della pressione arteriosa, della glicemia, valutazione ecocardiografica, eventuale supporto farmacologico cardiovascolare, gestione degli elettroliti per possibile insorgenza di complicanze d’organo. Le lesioni cerebrali vengono monitorate mediante elettroencefalogramma continuo ed ecografia cerebrale. Al termine delle 72 ore la temperatura corporea viene riportata progressivamente a valori normali ma il riscaldamento deve essere molto lento, con incrementi di mezzo grado ogni ora, per evitare lo scatenarsi di crisi convulsive.

Quali sono i rischi dell’asfissia perinatale?

L’asfissia perinatale colpisce da 1 a 4 per mille nati a termine. Costituisce la principale causa di mortalità e nei sopravvissuti può determinare conseguenze neurologiche permanenti a cui si associano gradi di disabilità anche gravi. L’asfissia può coinvolgere numerosi organi e apparati del neonato, ma è soprattutto il coinvolgimento del sistema nervoso centrale con l’insorgenza di encefalopatia a condizionare la prognosi. Quando l’encefalopatia ipossico-ischemica è di grado moderato o severo il rischio di mortalità del piccolo è compreso tra il 10 e il 50%. Tra i sopravvissuti, fino al 25% sviluppa conseguenze neurologiche, soprattutto paralisi cerebrale, deficit sensoriali, ritardo mentale. Fino a pochi anni fa era possibile assistere il piccolo con questa patologia esclusivamente con una terapia di sostegno delle funzioni vitali e un trattamento sintomatico delle complicanze. Oggi il trattamento ipotermico consente di contenere efficacemente i danni neurologici.

Perché l’ipotermia protegge il cervello?

Perché raffreddando il capo o l’intero corpo del neonato si limita l’attività delle cellule cerebrali destinate alla morte per mancanza di ossigeno, permettendo così una sorta di “risparmio energetico”. Consumando meno, le cellule diventano più resistenti e non vanno in necrosi. È però bene precisare che il trattamento ipotermico rallenta la progressione del danno neurologico contenendolo, ma non lo annulla. Quando il danno alla nascita è stato molto grave purtroppo gli esiti sono inevitabili.

Quali controlli deve effettuare un neonato che ha subìto un trattamento in ipotermia?

Il piccolo viene sottoposto a numerose valutazioni cliniche e indagini neurologiche cadenzate fino ai 2 anni di vita per identificare e valutare gli eventuali danni neurologici insorti.

In Toscana, oltre Pisa, quali altri centri effettuano il ‘baby cooling’?

In Toscana è stato attivato nel 2009 il progetto NeoNATI (Neonatal neuroprotection of asphyxiated Tuscan Infant) grazie al quale tutti i punti nascita sono in rete con i tre Centri che effettuano il trattamento in ipotermia (oltre a Pisa, il Meyer a Firenze e l’AOU di Siena). Sono stati anche attivati corsi di formazione a livello della nostra area vasta, per personale medico e infermieristico, in modo da garantire il riconoscimento tempestivo dei bambini asfittici in qualunque punto nascita.

E se il trattamento inizia dopo 6 ore?

Ci sono evidenze scientifiche che ci portano a pensare che probabilmente si potrà ampliare la finestra terapeutica, non solo per quel che riguarda il tempo di inizio dell’ipotermia, ma anche per l’età gestazionale del neonato. Sono inoltre in corso di sperimentazione farmaci che, associati all’ipotermia, appaiono potenziarne gli effetti positivi.

Quali sono i rischi e gli effetti collaterali del trattamento ipotermico?

Si può dire che l’ipotermia sia un trattamento sicuro, a bassa incidenza di eventi avversi, comunque non gravi. Sicuramente gli eventi più frequenti sono carenza di piastrine e bradicardia, entrambi risolvibili. Quanto invece ai possibili danni cutanei da freddo sulla pelle molto delicata del neonato è opportuno variare i punti di contatto della cute sul materassino refrigerato, muovendo il piccolo frequentemente.

(Ufficio stampa Aoup)

Venerdì, 27 Maggio 2011 11:09

Premiata ricercatrice di Endocas

logo endocasUn sistema di navigazione elettromagnetico per la chirurgia endovascolare, per fornire assistenza al chirurgo proprio come i navigatori satellitari GPS delle automobili consentono al guidatore di visualizzare la propria posizione su una carta stradale virtuale. È il risultato della ricerca svolta da Sara Condino, ingegnere biomedico con dottorato al Centro EndoCAS dell’Università di Pisa, diretto dal professor Franco Mosca e coordinato dal professor Mauro Ferrari, che ha ricevuto il Premio Barlettani promosso da Rotary club Cecina-Rosignano e Lions club Cecina.

Il riconoscimento ha premiato una ricerca nel campo della chirurgia assistita dal calcolatore, che consente che le immagini cliniche acquisite in fase pre-operatoria con sistemi di imaging CT o in fase intra-operatoria, con scanner radiologici rotazionali, siano utilizzate per creare "mappe" anatomiche tridimensionali. Così, mentre il chirurgo esegue la procedura, il sistema di navigazione monitora lo spostamento degli strumenti endovascolari e mostra su un monitor la loro esatta posizione all’interno del modello tridimensionale dell’albero vascolare del paziente.

Le procedure chirurgiche endovascolari sono tradizionalmente eseguite sotto guida fluoroscopica, modalità di imaging bidimensionale basata su raggi X; il sistema progettato da Sara Condino permetterà di ridurre al minimo il numero di immagini fluoroscopiche necessarie per l’esecuzione delle procedure nonché l’esposizione del personale medico e del paziente ai raggi X. Inoltre ridurrà le difficoltà tecniche per il chirurgo, dovute alla mancanza di percezione spaziale tridimensionale.

(Ufficio stampa Aoup)

Martedì 24 maggio, alle ore 15.30, presso il Multisala Isolaverde in via Frascani, Vittorio Volterra, già direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Bologna, terrà un seminario dal titolo “La pedofilia: un delitto, una perversione, una malattia”.

L’incontro è promosso dalla scuola di specializzazione in Psichiatria e affronterà una serie di problemi riguardanti la pedofilia, quali le caratteristiche dei perpetratori, le conseguenze per le vittime e la drammatica conflittualità in cui il pedofilo si trova.

Saranno commentati brevi spezzoni di film che illustrano le modalità di violenza e di seduzione messe in atto e le conseguenze del trauma per i minori e i loro familiari.

Esaminando gli aspetti psichiatrico-forensi e medico-legali riguardanti la pedofilia e le situazioni d’incesto, il seminario si chiuderà con l’analisi delle difficoltà nel trattamento e nella riabilitazione di coloro che hanno scontato pene anche severe per la propria condotta.

In occasione della seconda edizione di “Green City Energy”, il Forum internazionale sulle nuove energie per lo sviluppo della Smart City, che si terrà a Pisa il 26 e 27 maggio presso il Centro Espositivo San Michele degli Scalzi, la facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa curerà uno stand dedicato al “Progetto Filiera Idrogeno”, in cui saranno illustrati i risultati delle ricerche per lo sviluppo e la sperimentazione di sistemi di mobilità basati sull’uso dell’idrogeno come vettore di energia.

Lo spazio espositivo SMS ospiterà 4 poster, 
il primo dal titolo “Linea idrogeno per motori a combustione interna” relativo alla ricerca condotta dal gruppo del professor Roberto Gentili del dipartimento di Ingegneria dell’energia e dei sistemi, che ha portato alla realizzazione di un prototipo di motore monocilindrico derivato da un motore motociclistico Aprilia di serie da 650 cm3.

Altri due poster saranno dedicati alla ricerca condotta dal gruppo del professor Massimo Ceraolo, sempre del dipartimento di Ingegneria dell’energia e dei sistemi, sulla “Realizzazione di un veicolo a idrogeno a celle a combustibile”. Il quarto poster sarà curato dal gruppo del professor Pierangelo Terreni, del dipartimento dell’Informazione, elettronica, informatica, telecomunicazioni, dal titolo “Batterie intelligenti per la mobilità sostenibile”. Infine sarà presentato un filmato dal titolo “Io vado a Idrogeno”.

Sarà Francesca Larosa, studentessa del secondo anno di Economia e commercio all’Università di Pisa, a rappresentare l’Italia come ministro dello sviluppo ai prossimi G8/G20 Youth Summits, che si terranno a Parigi dal 29 maggio al 3 giugno 2011. Il preside di Economia, Dianora Poletti, e il prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti, hanno voluto incontrare la ragazza, lunedì 23 maggio, per esprimerle il pieno supporto da parte della facoltà e dell’Ateneo pisano. All’incontro sono intervenuti anche il professor Riccardo Cambini, presidente del corso di laurea in Economia e commercio, e il professor Davide Fiaschi, che sta collaborando con la studentessa alla stesura di un paper da portare in Francia.

Francesca Larosa, che ha venti anni ed è originaria di La Spezia, è stata selezionata tra diverse centinaia di candidati e farà parte della delegazione italiana con altri sette giovani ministri, tutti provenienti dalle università romane. Nelle scorse settimane ha già iniziato a lavorare insieme ai colleghi stranieri per decidere l’agenda delle riunioni, delineare le posizioni di partenza dei diversi Paesi partecipanti e scrivere un documento che descrivesse il punto di vista nazionale sulle questioni in discussione. Una volta a Parigi, avrà il compito di sviluppare la collaborazione internazionale, cercando di raggiungere un approccio condiviso su tre tematiche fondamentali: la food security, con particolare riferimento ai prezzi del cibo e alla volatilità che li caratterizza, costringendo molti popoli a soffrire la fame; la creazione di nuove forme di sviluppo che possano inserirsi con successo nel contesto internazionale e che si configurino come più remunerative; la questione delle emergenze, soprattutto in relazione agli aspetti di prevenzione.

I G8/G20 Youth Summits, che si svolgeranno nell’Università ESCP Europe, hanno ottenuto il supporto ufficiale della presidenza francese e sono stati riconosciuti come unici eventi ufficiali paralleli ai vertici del G8 e del G20. Quest’anno saranno dedicati al tema della “Transizione globale verso un mondo multilaterale e sostenibile”. I delegati avranno il compito di stendere un testo finale, che sarà consegnato alla presidenza del G8 e G20 e ai governi nazionali e che rispecchierà la posizione dei giovani nel mondo.

museo di storia naturaleSerata eccezionale dal risultato senza precedenti quella di sabato 14 maggio al Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa. Oltre 1100 persone fra adulti e bambini si sono date appuntamento alla Certosa di Calci, partecipando alle molte attività in programma. Protagonisti della serata sono stati i dinosauri, i cui segreti e curiosità sono stati oggetto di esperienze pratiche, giochi per i più piccoli e visite guidate con particolare attenzione all’esposizione sugli scavi che il Museo sta realizzando in Patagonia e a quella sui dinosauri dei Monti Pisani. Qui è stata sperimentata anche la nuova tecnologia dei codici “data-matrix” che permette l’accesso personalizzato alle informazioni sui reperti esposti tramite cellulari e smartphone.

Oltre ai dinosauri, i visitatori hanno potuto ammirare anche tutte le altre sale, dove esperti dei vari settori erano a loro disposizione per spiegazioni e approfondimenti. Negli acquari, parte “viva” del Museo, sono stati presentati spettacolari pesci d’acqua dolce di tutto il mondo. Nel settore di Vulcanologia si è parlato dei vulcani attivi in Italia, mostrando i diversi tipi di rocce e simulando “vere” eruzioni con un vulcano in miniatura. Nell’aula di Protistologia, i protisti - particolari microrganismi unicellulari -sono stati spiegati con proiezioni, modelli tridimensionali e attraverso la loro osservazione diretta al microscopio.

Il direttore del Museo, Walter Landini, desidera ringraziare la delegata del direttore amministrativo per il Museo, Sabrina Balestri, e il personale delle sezioni di Paleontologia e dei servizi educativi che hanno contribuito al successo della serata: Chiara Sorbini, Angela Dini, Livia Chiappini, Silvia Sorbi, Patrizia Scaglia, Ivan Norscia, Simone Farina, Alessandra Bardi, Morgana Vighi, Martina Calamusa. Ringrazia inoltre Patrizia Landi, Ilaria Isola, Paola Dal Carlo, Marina Bisson dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sezione di Pisa; il professor Graziano di Giuseppe della Società italiana di Protistologia Onlus con il dottor Franco Cantarano e il Museo Civico di Rovereto. Un particolare ringraziamento va a Inna Razumova della Cooperativa Colser.

anfibioIl Museo di Storia naturale e del territorio dell’Università di Pisa si arricchisce di una nuova sala - dedicata agli anfibi e ai rettili – inaugurata ieri in occasione di un convegno dedicato alla “Ricerca scientifica in museo. Una giornata per discutere, capire, comunicare”, ospitato alla Certosa di Calci.

La giornata di studi, aperta dai saluti del sindaco di Calci, Bruno Possenti, e da un’introduzione del direttore del museo, Walter Landini, ha visto il susseguirsi degli interventi da parte dei ricercatori delle varie discipline che afferiscono al museo che hanno illustrato lo stato attuale delle ricerche in corso.

Nella mattinata Massimo D’Orazio ha parlato del “Cratere da impatto meteoritico Kamil: tracce di una piccola catastrofe nel Sahara egiziano”. Ha poi preso la parola Simone Farina affrontando il tema “Marmotte, iene, orsi, rinoceronti ed elefanti: gli antichi abitanti dei monti pisani”.

Tra gli altri argomenti affrontati “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, introdotto da Marco Dellacasa; “Tartarughe marine e correnti oceaniche”, presentato da Paolo Luschi; “Gioco da primati: aspetti comunicativi, sociali e cognitivi di uno dei comportamenti più enigmatici in campo biologico” illustrato da Elisabetta Palagi; “Tra paleontologia e storia: nuovi risultati dello studio delle deposizioni funebri dei medici” di Gino Fornaciari.

Nel pomeriggio è stato presentato “Madagascar, missione berently. Qualche ingrediente per far ricerca”, video curato da Daniela Antonacci. Sempre nella sessione pomeridiana si sono tenuti gli interventi di Walter Landini e Chiara Sorbini, “I tirannosauri della valle di El Cuy”, Roberto Barbuti, “Modelli matematici e computazionali per spiegare aspetti dell’evoluzione biologica”, Marco A. L. Zuffi, “Come bilanciare una dieta: il caso dei serpenti”, e Ivan Norscia “Tolleranti o despotici? Gerarchie e rapporti di dominanza nei lemuri del Madagascar”.

Il Rettore con il presidente della Mitsubishi ElectricÈ stato inaugurato giovedì 19 maggio 2011 il nuovo impianto fotovoltaico situato nell’area del CUS Pisa di via Federico Chiarugi, che la Mitsubishi Electric ha donato all’Università di Pisa e che è stato realizzato con la collaborazione della ditta Flyby e della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. Al taglio del nastro sono intervenuti il rettore Massimo Augello, il vice sindaco Paolo Ghezzi, il presidente della Provincia, Andrea Pieroni, il presidente del CUS Pisa, Denny Innamorati, il division manager Mitsubishi Electric Fotovoltaico-Filiale italiana, Gualtiero Seva, il general manager della Flyby srl, Emilio Simeone. Erano inoltre presenti l’assessore comunale alle Politiche socio-educative e scolastiche, Marilù Chiofalo, il prorettore per l’Edilizia, Sandro Paci, il direttore amministrativo dell’Ateneo, Riccardo Grasso, e l’energy manager dell’Ateneo, Antonio Viti.

Il nuovo impianto fa parte di una collaborazione più ampia tra Università di Pisa e Mitsubishi Electric e segue la realizzazione dell’impianto fotovoltaico da 5 kWp, con struttura fissa, installato nel 2008 sul tetto del dipartimento di Ingegneria Aerospaziale. Complessivamente, il progetto prevede la realizzazione di altri impianti fotovoltaici di diversa tipologia – pannelli monocristallini, policristallini, amorfi, fissi o a inseguimento – per poter monitorare e analizzare i dati di produzione di energia elettrica nel corso di alcuni anni, ricavando preziose informazioni sulla produttività delle diverse tipologie di pannelli nella nostra area geografica. Gli obiettivi sono quelli di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente grazie all’impiego di energia solare, di diffondere la cultura delle fonti rinnovabili e di contribuire quindi allo sviluppo di una società più sostenibile.

Mitsubishi Electric è da sempre attenta a promuovere azioni e progetti a sostegno dell’ambiente, primo fra tutti il programma di gestione ambientale a lungo termine Environmental Vision 2021, che mira a raggiungere entro il 2021, data in cui cade il centenario della fondazione dell’azienda, risultati significativi e specifici in questo ambito.

L’impianto inaugurato nella sede del CUS è costituito da due inseguitori biassiali, che garantiscono l’ottimizzazione dell’orientamento della superficie dei pannelli rispetto alla direzione solare. Questa tipologia di impianto ha una produzione elettrica superiore di circa il 30% rispetto a una tipologia ad angoli fissi. Sui due inseguitori sono stati installati 16 moduli fotovoltaici in silicio policristallino da 185 Wp, con una potenza nominale complessiva di 2,96 kWp. La superficie occupata è di 7x20 metri, compresa la distanza di circa 12 metri tra gli inseguitori prevista per evitare che si abbiano ombre tra le due installazioni nell’arco della giornata.

La struttura di via Chiarugi ha già permesso di evitare l’immissione di circa 3400 kg di CO2 nell’atmosfera: risparmiare una così grande quantità di anidride carbonica equivale all’aver piantato un bosco di oltre 5.000 mq. L’impianto fotovoltaico usufruisce dello scambio sul posto con la rete elettrica ENEL e, poiché si tratta di un sistema non integrato applicato su struttura pubblica, ha un contributo in conto energia di 0.41 euro/kWh prodotto. La producibilità annua è di circa 4600 kWh, che vengono tutti assorbiti dal CUS, con un risparmio annuo di circa 2.000 euro.

“Questo impianto – ha detto il rettore Massimo Augello – copre una piccola parte delle esigenze energetiche del CUS, ma la sua realizzazione in una struttura sportiva vuole essere un esempio dell’attenzione che l’Università di Pisa sta dedicando alle tematiche ambientali, per di più all’interno di un luogo frequentato ogni giorno dalle centinaia di studenti che al CUS svolgono la loro pratica sportiva. Per questo, voglio ringraziare la Mitsubishi Electric e gli altri partner che ne hanno permesso la realizzazione”.

alunni delle scuole“Siamo molto felici di essere di nuovo a Pisa a inaugurare un impianto che produce energia pulita - ha dichiarato Gualtiero Seva, division manager Mitsubishi Electric Fotovoltaico-Filiale italiana - La collaborazione tra noi e l’Università di Pisa, iniziata qualche anno fa con la donazione dell’impianto del dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, continua con questa nuova realizzazione ed è destinata a sviluppare nuovi importanti progetti anche in futuro. Il nostro obiettivo, insieme all’Università, è quello di aiutare studenti e futuri energy manager a familiarizzare con le tecnologie fotovoltaiche”.

“Siamo onorati che l’Università abbia scelto il nostro centro per testare questa nuova tecnologia – ha concluso il presidente del CUS Pisa, Denny Innamorati - essa rispecchia lo spirito giovane, la mentalità innovativa, la voglia di sperimentazione, che vogliamo portare nel CUS in misura sempre maggiore; non a caso una delle mission del nuovo Consiglio, appena insediato, sarà proprio una nuova politica energetica che contribuisca all’abbattimento dei costi e delle emissioni nocive. Gli impianti sono frequentati non solo dall’enorme mole dei giovani universitari, ma anche dalle migliaia di bambini/e impegnati nei nostri progetti scolastici di avviamento allo sport: un perfetto connubio, dunque, tra sport, energia pulita, e giovani generazioni”.

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