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Sono quattro i laureati in Ingegneria nucleare dell’Università di Pisa che riceveranno nel 2018 la certificazione EMSE dell’European Nuclear Education Network (ENEN). Si tratta di Gerardo Chiavacci, Claudio Grima, Mohita Gupta e Lisa Lampunio che hanno svolto la loro tesi presso istituzioni europee che fanno parte dell’associazione ENEN in Belgio, Francia e Olanda.
I quattro nuovi “EMSNE Laureates” pisani riceveranno la certificazione insieme altri nove ingegneri nucleari italiani ed europei il prossimo autunno.
“La certificazione degli ingegneri nucleari pisani, che avviene ormai sistematicamente da molti anni, conferma il nostro contributo come ateneo al mantenimento degli studi e della ricerca nel settore nucleare insieme al saldo inserimento nelle reti europee”, sottolinea il professore Walter Ambrosini dell’Università di Pisa, nonché presidente del Teaching and Academic Affair Committee di ENEN.
“I nostri nuovi ‘EMSNE laureates’ - conclude Ambrosini - sono quindi pronti a partecipare allo sviluppo energetico sostenibile del pianeta, che dovrà essere caratterizzato da una produzione estesa ed un uso oculato di energia pulita, per soddisfare i bisogni di un’umanità in crescita. A loro vanno le nostre più fervide congratulazioni e i nostri più sentiti auguri per la loro carriera e la loro vita”.

Esiste una connessione stretta tra la parodontite e il diabete e a rivelarlo è uno studio internazionale a cui hanno partecipato anche i professori Filippo Graziani e Anna Solini del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica dell’Università di Pisa: curando l’una si migliora l'altra e, viceversa, se si trascura una delle due, l’altra si aggrava. Inoltre, chi si ammala di parodontite ha un rischio diabete di almeno il 20% più alto rispetto a chi ha le gengive sane, a parità di altri fattori di rischio per il diabete. Infine, un soggetto diabetico che ha anche la parodontite presenta delle complicazioni diabetologiche più gravi rispetto a chi ha solo il diabete.
Questo studio ha costituito la base per un documento congiunto pubblicato sia sul “Diabetes Research and Clinical Practice”, sia sul “Journal of Clinical Periodontology” promosso dai parodontologi della Federazione Europea di Parodontologia e i diabetologi della Federazione Internazionale Diabete.
«Parodontite e diabete hanno probabilmente un meccanismo comune alle spalle,– spiega Filippo Graziani – Il nostro studio rivela i possibili meccanismi comuni alle due problematiche: diverse evidenze scientifiche analizzate e raccolte in questo documento consentono di dimostrare che, curando la parodontite, si riesce anche a controllare meglio il diabete, a mostrare cioè un miglior controllo glicemico nel tempo (con migliori valori dell'esame dell’“emoglobina glicata”, usato proprio per valutare nel diabetico quanto la sua malattia è sotto controllo). Inoltre si è visto che il meccanismo biologico in gioco per entrambe le malattie è probabilmente un’infiammazione generale dell'organismo come suggerito dalla presenza sia nei pazienti diabetici sia in quelli con parodontite di eccesso di molecole pro-infiammatorie come le interleuchine, fattore di necrosi tumorale ed eccesso di radicali liberi».
Inoltre nel documento le due federazioni stilano delle linee guida congiunte rivolte a medici, dentisti e pazienti per migliorare la diagnosi precoce, la prevenzione e la cogestione di diabete e parodontite.

Esiste una connessione stretta tra la parodontite e il diabete e a rivelarlo è uno studio internazionale a cui hanno partecipato anche i professori Filippo Graziani e Anna Solini del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica dell’Università di Pisa: curando l’una si migliora l'altra e, viceversa, se si trascura una delle due, l’altra si aggrava. Inoltre, chi si ammala di parodontite ha un rischio diabete di almeno il 20% più alto rispetto a chi ha le gengive sane, a parità di altri fattori di rischio per il diabete. Infine, un soggetto diabetico che ha anche la parodontite presenta delle complicazioni diabetologiche più gravi rispetto a chi ha solo il diabete.
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Il prof. Filippo Graziani.

Questo studio ha costituito la base per un documento congiunto pubblicato sia sul “Diabetes Research and Clinical Practice”, sia sul “Journal of Clinical Periodontology” promosso dai parodontologi della Federazione Europea di Parodontologia e i diabetologi della Federazione Internazionale Diabete.

«Parodontite e diabete hanno probabilmente un meccanismo comune alle spalle – spiega Filippo Graziani – Il nostro studio rivela i possibili meccanismi comuni alle due problematiche: diverse evidenze scientifiche analizzate e raccolte in questo documento consentono di dimostrare che, curando la parodontite, si riesce anche a controllare meglio il diabete, a mostrare cioè un miglior controllo glicemico nel tempo (con migliori valori dell'esame dell’“emoglobina glicata”, usato proprio per valutare nel diabetico quanto la sua malattia è sotto controllo). Inoltre si è visto che il meccanismo biologico in gioco per entrambe le malattie è probabilmente un’infiammazione generale dell'organismo come suggerito dalla presenza sia nei pazienti diabetici sia in quelli con parodontite di eccesso di molecole pro-infiammatorie come le interleuchine, fattore di necrosi tumorale ed eccesso di radicali liberi».

Inoltre nel documento le due federazioni stilano delle linee guida congiunte rivolte a medici, dentisti e pazienti per migliorare la diagnosi precoce, la prevenzione e la cogestione di diabete e parodontite.


Ha preso ufficialmente il via CrossLab, un progetto di sviluppo integrato che punta a unire in 6 laboratori interdisciplinari ricerca e imprese e aprire la strada alle innovazioni necessarie a concretizzare in Italia il piano Industria 4.0. Gestito dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa, il progetto è stato finanziato dal MIUR con oltre nove milioni di euro tramite il bando “Dipartimento di Eccellenza”. Alla giornata inaugurale di Crosslab sono intervenuti, accolti dal direttore del DII Giuseppe Anastasi, il rettore Paolo Mancarella, l’assessore alle Attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo e l’assessore comunale alle Politiche integrate con le università e gli istituti di ricerca Giuseppe For
"L’idea chiave dei CrossLab – spiega il professor Anastasi – è quella di mettere in comune competenze e strumentazioni diverse per rendere davvero operative le tecnologie abilitanti individuate nel piano di Industria 4.0. Secondo il nuovo paradigma industriale, infatti, tutti gli “oggetti” della fabbrica sono dotati di capacità di elaborazione e di comunicazione, e la fabbrica diventa un sistema composto da oggetti fisici e da componenti virtuali e digitali. L'operatore umano è parte integrante di questa architettura e interagisce con essa attraverso azioni fisiche o tramite interfacce uomo-computer. I CrossLab saranno di conseguenza incentrati attorno ai pilastri fondamentali della architettura cyber-fisica, e le attività di ricerca saranno riorganizzate per stimolare l'interdisciplinarietà e la collaborazione tra laboratori”.
In particolare, quattro CrossLab sono concepiti focalizzandosi su altrettante aree applicative di Industria 4.0, e cioè realtà aumentata, studio di materiali "intelligenti", la nuova robotica per Industria 4.0 e l'Internet of Things. Il quinto riguarda tecnologie abilitanti per il Cloud Computing, gestione dei Big Data e Cybersecurity, sicurezza informatica. Fondamentale nella strutturazione di alcuni laboratori sarà il lavoro in sinergia con il Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa, eccellenza internazionale nei campi della robotica e della bioingegneria.
Un secondo punto chiave e altamente innovativo del progetto è il trasferimento tecnologico: i CrossLab saranno aperti alle industrie per fare ricerca congiunta con le università o condurre ricerche autonomamente utilizzando le tecnologie avanzate messe a disposizione dal progetto. Anche per questo motivo, un appoggio significativo al progetto è arrivato da diverse aziende chiave come Thales, ST Microelectronics, Magna Closures, HP, INTEL, ABB, Saint Gobain, Engineering, IDS, INTECS, Polo Tecnologico di Navacchio, R.i.CO., Calearo Antenne, oltre all'Istituto Italiano di Tecnologia e alla Regione Toscana.
Infine, un sesto CrossLab, che coinvolgerà studiosi di area umanistica, si occuperà di studiare l'impatto delle tecnologie dell'informazione sui vari aspetti di una moderna società: l'economia, i diritti, la cultura, la comunicazione, il lavoro, l’istruzione, in modo da fornire strumenti di lettura dei processi in corso e approfondimenti a organizzazioni e istituzioni non appartenenti al settore dell’Information Technology, o a istituzioni che vi appartengono e che sono interessate a valutare l'impatto sociale delle tecnologie e del loro uso.
"Attraverso questo progetto di sviluppo e la rete di realtà imprenditoriali e istituzionali che lo sostengono – conclude Anastasi – il DII si caratterizza come un centro di competenza nel settore delle applicazioni industriali dell'ICT e delle sue declinazioni interdisciplinari, in accordo al piano Industria 4.0, oltre che come un centro di ricerca avanzato nelle tecnologie abilitanti per l'innovazione industriale. L'impatto e le ricadute di queste attività nel contesto industriale nazionale saranno estremamente rilevanti”.

Martedì, 27 Marzo 2018 11:54

Certificazione unica 2021 (redditi 2020)

Tutti gli studenti o laureati che nell’anno 2020 hanno percepito dall’Università di Pisa premi o borse a vario titolo, sia assoggettate a IRPEF che esenti, hanno la possibilità di scaricare la Certificazione unica - CU 2021 – Redditi 2020 accedendo al portale di ateneo https://cedolino.unipi.it, autenticandosi con le credenziali in loro possesso. Alternativamente possono ottenere il documento inviando una email di richiesta all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Tutti gli studenti o laureati percettori di borse di studio DSU, per ottenere la Certificazione unica 2021 – Redditi 2020, devono invece rivolgersi all’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario.

 

Martedì, 27 Marzo 2018 11:53

Certificazione unica 2018 – redditi 2017

Tutti coloro che nell’anno 2017 hanno percepito redditi di lavoro dipendente o assimilato, redditi di lavoro autonomo, borse assoggettate e esenti, possono scaricare la CU accedendo al portale di ateneo https://cedolino.unipi.it, autenticandosi con le credenziali di ateneo o (per gli studenti) con le credenziali di alice.
Nel caso di impossibilità all’autenticazione, vi invitiamo a scrivere all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Ha preso ufficialmente il via CrossLab, un progetto di sviluppo integrato che punta a unire in 6 laboratori interdisciplinari ricerca e imprese e aprire la strada alle innovazioni necessarie a concretizzare in Italia il piano Industria 4.0. Gestito dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa, il progetto è stato finanziato dal MIUR con oltre nove milioni di euro tramite il bando “Dipartimento di Eccellenza”. Alla giornata inaugurale di Crosslab sono intervenuti, accolti dal direttore del DII Giuseppe Anastasi, il rettore Paolo Mancarella, l’assessore alle Attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo e l’assessore comunale alle Politiche integrate con le università e gli istituti di ricerca Giuseppe Forte.

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Un momento dell'inaugurazione.

"L’idea chiave dei CrossLab – spiega il professor Anastasi – è quella di mettere in comune competenze e strumentazioni diverse per rendere davvero operative le tecnologie abilitanti individuate nel piano di Industria 4.0. Secondo il nuovo paradigma industriale, infatti, tutti gli “oggetti” della fabbrica sono dotati di capacità di elaborazione e di comunicazione, e la fabbrica diventa un sistema composto da oggetti fisici e da componenti virtuali e digitali. L'operatore umano è parte integrante di questa architettura e interagisce con essa attraverso azioni fisiche o tramite interfacce uomo-computer. I CrossLab saranno di conseguenza incentrati attorno ai pilastri fondamentali della architettura cyber-fisica, e le attività di ricerca saranno riorganizzate per stimolare l'interdisciplinarietà e la collaborazione tra laboratori”.

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Il direttore del DII, Giuseppe Ansatasi.

In particolare, quattro CrossLab sono concepiti focalizzandosi su altrettante aree applicative di Industria 4.0, e cioè realtà aumentata, studio di materiali "intelligenti", la nuova robotica per Industria 4.0 e l'Internet of Things. Il quinto riguarda tecnologie abilitanti per il Cloud Computing, gestione dei Big Data e Cybersecurity, sicurezza informatica. Fondamentale nella strutturazione di alcuni laboratori sarà il lavoro in sinergia con il Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa, eccellenza internazionale nei campi della robotica e della bioingegneria.

Un secondo punto chiave e altamente innovativo del progetto è il trasferimento tecnologico: i CrossLab saranno aperti alle industrie per fare ricerca congiunta con le università o condurre ricerche autonomamente utilizzando le tecnologie avanzate messe a disposizione dal progetto. Anche per questo motivo, un appoggio significativo al progetto è arrivato da diverse aziende chiave come Thales, ST Microelectronics, Magna Closures, HP, INTEL, ABB, Saint Gobain, Engineering, IDS, INTECS, Polo Tecnologico di Navacchio, R.i.CO., Calearo Antenne, oltre all'Istituto Italiano di Tecnologia e alla Regione Toscana.

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Jobot, il robot per la logistica 4.0, è un veicolo a guida autonoma (AGV) sviluppato dall'azienda Eutronica in collaborazione con il Centro di Ricerca dell'Università di Pisa "E.Piaggio". Il robot pensato e progettato per trasportare autonomamente oggetti in diversi punti di ambienti, come gli uffici, o le fabbriche, che sono complessi per la presenza in uno spazio relativamente ristretto, di tante cose e persone.

Infine, un sesto CrossLab, che coinvolgerà studiosi di area umanistica, si occuperà di studiare l'impatto delle tecnologie dell'informazione sui vari aspetti di una moderna società: l'economia, i diritti, la cultura, la comunicazione, il lavoro, l’istruzione, in modo da fornire strumenti di lettura dei processi in corso e approfondimenti a organizzazioni e istituzioni non appartenenti al settore dell’Information Technology, o a istituzioni che vi appartengono e che sono interessate a valutare l'impatto sociale delle tecnologie e del loro uso.

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AlterEgo, il Robot-Avatar per lavorare in ambienti pericolosi e ostili. Si tratta di un robot semi-antropomorfo progettato nel Centro di Ricerca dell’Università di Pisa “E. Piaggio”. Il robot è in grado d’intervenire e ispezionare aree danneggiate da disastri naturali o provocati dall'uomo, o in ambienti pericolosi per la salute.

"Attraverso questo progetto di sviluppo e la rete di realtà imprenditoriali e istituzionali che lo sostengono – conclude Anastasi – il DII si caratterizza come un centro di competenza nel settore delle applicazioni industriali dell'ICT e delle sue declinazioni interdisciplinari, in accordo al piano Industria 4.0, oltre che come un centro di ricerca avanzato nelle tecnologie abilitanti per l'innovazione industriale. L'impatto e le ricadute di queste attività nel contesto industriale nazionale saranno estremamente rilevanti”.

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La stampante 3D Form2.

Sono 60 e vengono da tutta l’Italia i primi “Bim manager” che si sono appena diplomati all’Università di Pisa dopo aver frequentato il master di secondo livello in “Building Information Modeling e BIM Manager”. La chiusura del corso con la presentazione degli elaborati finali si è svolta venerdì 23 marzo al Polo Fibonacci.
Il BIM è uno standard di progettazione e di modellazione per qualsiasi tipologia di costruzione sia edilizia che meccanica. L’Università di Pisa è stata la prima in Italia a sviluppare una ricerca specifica in questo settore ed oggi è uno dei pochi atenei in grado di proporre un master su questa tematica divenuta così attuale e qualificante per tutti i professionisti della filiera del mondo delle costruzioni.
“Il Building Information Modeling – spiega il professore Paolo Fiamma, direttore del master - è una metodologia innovativa divenuta da pochi anni una priorità strategica per il nostro Paese in conseguenza alle direttive emanate nel 2014 dal Parlamento Europeo. In particolare, il BIM è considerato il metodo trainante per la digitalizzazione dei lavori pubblici ed è considerato decisivo per il controllo della spesa pubblica e alla lotta contro la corruzione”.

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