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L’Università di Pisa a Didacta, la fiera italiana sull’innovazione della scuola
L’Università di Pisa partecipa a Didacta Italia, la più importante fiera sull’innovazione della scuola che per la prima volta quest’anno ha aperto le porte anche al mondo universitario. L’evento, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 20 al 22 marzo, si rivolge a tutti coloro che operano ad ogni livello nel campo dell'istruzione e della formazione: docenti, dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, educatori, formatori, ricercatori, assegnisti, professionisti e imprenditori. Una kermesse di tre giorni per un totale di 1.780 eventi e 400 espositori. L’Ateneo pisano ha uno stand insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna e alla Scuola Normale Superiore nello spazio degli Arsenali dove si trovano anche le altre università, il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI).
Per quanto riguarda le attività in programma, i docenti Unipi Filippo Chiarello ed Elettra Stradella sono stati protagonisti di un evento dedicato alle opportunità e sfide dell’intelligenza artificiale applicata alla didattica. Fra le altre iniziative e partecipazioni, il professore Claudio Spinelli ha preso parte ad un workshop di approfondimento dal titolo: “ Influenza della tecnologia digitale sul sistema psicofisico nella popolazione giovanile". Era inoltre presente anche il Cidic dell'Ateneo con il suo direttore professore Saulle Panizza protagonista di un evento dedicato al progetto regionale di cui è stato capofila lo scorso anno: "La Costituzione si impara a scuola. Percorsi di formazione per lo sviluppo di strumenti per l’insegnamento trasversale dell’educazione civica".
“La nostra presenza a Didacta, accanto a una ventina di altri Atenei, è un altro segnale importante dell’impegno di Unipi sul tema, anche in termini di riflessione e innovazione, a livello nazionale. All’indomani dell’istituzione del Teaching Learning Center (TLC) siamo stati contattati direttamente dalla “madrina” di Didacta, Paola Concia, che ha tenuto a coinvolgerci fin dall’inizio nel progetto di apertura della fiera al mondo universitario - ha detto il prorettore alla didattica dell'Università di Pisa Giovanni Paoletti - Oggi tengo a ringraziare i colleghi del TLC, il Cidic e il personale della Direzione didattica che hanno reso possibile questa nostra partecipazione. Invito tutti i colleghi interessati a visitare la fiera e ad assistere al ricco programma di iniziative.”
Accumulare energia in pochi nanometri. Una tecnologia innovativa dai laboratori Unipi
Una tecnologia innovativa per produrre condensatori robusti, flessibili e a basso costo, capaci di accumulare energia in pochi nanometri e posizionabili su ogni tipo di substrato, anche flessibile. Lo studio del team del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa coordinato da Giuseppe Barillaro (foto) è stato condotto in collaborazione con il Surflay Nanitec GmbH di Berlino e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, ed è stato pubblicato su Advanced Materials, la rivista più prestigiosa nel settore della scienza dei materiali.
“Un condensatore - spiega Giuseppe Barillaro - è in grado di immagazzinare energia in un materiale isolante posto tra due conduttori metallici. La sua capacità aumenta al diminuire dello spessore del materiale isolante.
Il metodo che abbiamo sviluppato ci consente di controllare l’assemblaggio dei condensatori chiamati elettrolitici, cioè quelli che tipicamente usano come materiale isolante un liquido o un gel con un'elevata concentrazione di ioni (detto elettrolita). I condensatori elettrolitici prodotti con il nostro metodo hanno spessore ridotto di almeno cinquanta volte rispetto ai condensatori attuali, mentre una frequenza di funzionamento di almeno cinquanta volte superiore. A differenza degli attuali condensatori elettrolitici, che funzionano per applicazioni a bassa frequenza, come le reti elettriche, i nano-condensatori dell’Università di Pisa possono essere usati per applicazioni a media ed alta frequenza, come per esempio le comunicazioni wireless".
Il processo di produzione individuato dai ricercatori è molto semplice: un substrato metallico sul quale è stata indotta una carica superficiale viene immerso in un liquido contenente un polielettrolita di spessore nanometrico con carica opposta, che quindi si deposita sul metallo. Il substrato può essere poi immerso di nuovo in un altro liquido contenente un polielettrolita con carica opposta alla prima, per formare un altro strato. Il processo è semplicissimo e può essere automatizzato con una macchina che immerge alternativamente il metallo nei due liquidi, il che lo rende anche estremamente economico.
“Il condensatore - conclude Barillaro - è realizzabile su qualunque tipo di substrato, anche su materiali curvi e flessibili, e su aree molto vaste, aprendo la strada a diverse possibili applicazioni in campo di sistemi wearable, automotive, e energy storage. Per esempio, la flessibilità intrinseca dei polielettroliti permetterebbe di usarli all’interno di una pelle elettronica – electronic skin -, come sensori di pressione e/o per immagazzinare energia, ma le potenzialità sono infinite, e in settori che nella nuova rivoluzione industriale del 5.0 assumeranno una rilevanza sempre più marcata.
Il lavoro su materiali innovativi per immagazzinare energia infatti è una delle ricerche condotte nel laboratorio FoReLab del Dipartimento, dedicato allo sviluppo delle tecnologie per industria e società 5.0.