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Lunatica: parole e musiche intorno alle donne e la luna

Conferenza, concerto e voce recitante nell'ambito di Luna50

data 11 Luglio 2019 21:15  |  luogo Officine Garibaldi via Gioberti 39, Pisa
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locandina largo

Giovedì 11 luglio, alle 21.15, presso le Officine Garibaldi, Via Gioberti 39, Pisa, nell'ambito di Luna50, con la collaborazione del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Università, avrà luogo "Lunatica: parole e musiche intorno alle donne e la luna" -conferenza, concerto, voce recitante.

Conferenza di Maria Antonella Galanti – Università di Pisa
Voce recitante: Dario Focardi -. Teatri della Resistenza
Musiche di: Lili Boulanger, Anne Marie Turcotte
Al pianoforte: Carlo Pernigotti
Al violino: Lorenzo Petrizzo
Al clarinetto: Claudio Rosatelli

Turandot, la favola messa in musica tutta declinata in atmosfera lunare si snoda nell’arco di una notte, tra l’attesa della luna che non è ancora sorta (“Perché tarda la luna?”) e l’alba e con l’alba il sole e con il sole la resa di Turandot all’amore, il suo farsi calda di desiderio, il suo venire alla luce nell’abbraccio ricambiato. Il sole può nascondersi tra nuvole e riapparire ma la sua forma è immutabile e rassicurante; la luna cambia continuamente volto, appare e dispare in punti differenti dell’arco celeste, ora è un piccolo spicchio sottile, ora cresce, cambia di forma, assume la stessa rotonda pienezza del sole, e poi ancora decresce, si fa evanescente e infine scompare e poi di nuovo risorge e ogni sera ci appare diversa, inafferrabile come il mistero del paradosso biopsichico di un corpo che racchiude un altro corpo. Il suo ritmo è legato, forse per scienza, forse per magia e secondo superstizione, a quelli biologici del corpo femminile e suggella un patto speciale, un ancoraggio della donna alla natura che la rende prigioniera e libera, fragile e potente allo stesso tempo. La luna è assimilata alla bellezza algida e lontana, alla distruzione e alla morte (luna nera) e non a caso la sentenza di morte di Turandot deve esser e eseguita proprio al suo sorgere. La luna è anche, all’opposto, simbolicamente legata alla fertilità materna, alla rotondità di un abbraccio che accoglie, alla dimensione di fusionalità resa attuale dalla notte, che col suo largo mantello scuro tutto avvolge dolcemente e dissolve i confini tra i corpi e tra i viventi e le cose. Infine: la luna è declinata al femminile, ma ‘femminile’ non significa necessariamente qualcosa che è appannaggio solo della donna. Di tutto questo e forse anche di altro, parleremo intrecciando parole e suoni.

 

Info e Contatti:
Maria Antonella Galanti galanti@unipi.it

Allegati:

2019-07-11 21:15:00
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