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I principi della Commissione internazionale per il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura

La Commissione internazionale per il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura nasce nel 2003 per iniziativa di Claudio Martini (presidente della Regione Toscana) e Vandana Shiva (direttore esecutivo del Research Foundation for Technology, Science and Ecology – Navdanya). I membri della Commissione sono accademici, scienziati, politici e agricoltori del Nord e del Sud del mondo che lavorano insieme al fine di costruire sistemi alimentari e agricoli più sostenibili sia da un punto di vista ecologico che sociale: sistemi alternativi all’agricoltura industrializzata e controllata dalle grandi imprese, orientati alla protezione della biodiversità, alla produzione e al consumo locale di cibo, alla sicurezza alimentare e ai diritti dei piccoli agricoltori.

I principi guida della commissione sono enunciati nei suoi tre manifesti:

Il Manifesto sul futuro del cibo afferma che “gli organismi e le comunità locali, nazionali e regionali a ogni livello hanno il fondamentale diritto e il dovere di proteggere, sostenere e supportare tutte le condizioni necessarie per incoraggiare una produzione alimentare abbondante, salubre, accessibile a tutti e tale da conservare la terra, l’acqua e l’integritā ecologica dei luoghi in cui viene prodotta, rispettando e sostenendo i mezzi di sussistenza dei produttori.”

Il Manifesto sul futuro dei semi si fonda sul principio che “i semi sono una risorsa di proprietà comune, da condividere per il benessere di tutti e da conservare per il benessere delle generazioni che verranno, dunque non possono essere proprietà di qualcuno e protetti da brevetto. La salvaguardia e la condivisione dei semi sono un dovere etico con il quale non possono interferire leggi nazionali o internazionali che stabiliscono che la loro salvaguardia e condivisione è un reato.” (La Regione Toscana ha approvato una legge sui semi che promuove l’accesso degli agricoltori ai semi locali.) “Qualsiasi concetto futuro di produzione agricola deve prevedere e tenere conto del cambiamento climatico e introdurre con urgenza rigorose misure per ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 e di gas serra.”

Il Manifesto sul cambiamento climatico e il futuro della sicurezza alimentare “costituisce una risposta agro–ecologica alle sfide lanciate dal cambiamento climatico per assicurare il futuro della sicurezza alimentare attraverso la mitigazione, l’adattamento e l’equità, basandosi sui seguenti principi: l’agricoltura globalizzata e industrializzata contribuisce al cambiamento climatico divenendo anche vulnerabile ad esso (...); l’agricoltura ecologica e biologica contribuisce all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico (...); la transizione verso sistemi alimentari locali e sostenibili va a vantaggio dell’ambiente e della salute pubblica (...); la biodiversità riduce la vulnerabilità e aumenta la resilienza (...); l’ingegneria genetica applicata a semi e varietà vegetali costituisce una falsa soluzione pericolosamente fuorviante (...); i biocarburanti industriali sono una falsa soluzione e una nuova minaccia alla sicurezza alimentare (...); la conservazione dell’acqua è fondamentale per l’agricoltura sostenibile (...); la transizione delle conoscenze ai fini dell’adattamento al clima (...); la transizione economica verso un futuro alimentare equo e sostenibile (...).”

Nel maggio del 2007 la Commissione ha siglato una Dichiarazione congiunta di intenti con la Rete delle Regioni e delle Autorità Locali d’Europa ogm Free, che ha come obiettivi la proibizione della coltivazione di ogm e la protezione della biodiversità. (g.b.)