Elenco scorciatoie

I dominatori del cibo

I dominatori del cibo non sono certo i contadini che lo coltivano, ma le multinazionali che controllano la catena alimentare. Per capire chi si arricchisce in agricoltura è necessario studiare le filiere. Seguendo il “percorso tipo” del cibo, dalla chimica al piatto, vedremo che difficilmente agricoltori e consumatori hanno rapporti diretti. Oggi gran parte degli agricoltori anziché preservare e rinnovare di anno in anno le sementi, le acquistano perché “più produttive” ma, in realtà, hanno bisogno di maggiori quantità di acqua e fertilizzanti. Il giro di affari mondiale delle sementi è passato da 12 miliardi di dollari nel 1975 a 34 miliardi di dollari nel 2007, e si è internazionalizzato sempre di più.

L’import–export da 800 milioni nel 1970 è arrivato a 5 miliardi nel 2005 (15% del fatturato mondiale). Dal 1996 al 2007, il giro di affari mondiale delle sementi ogm è aumentato di 60 volte, da 115 milioni di dollari a 6,9 miliardi (20% del commercio totale di sementi). Le terre coltivate a ogm sono passate da zero ettari nel 1996 a 114 milioni di ettari nel 2007.

Nel 2006 Monsanto (USA), DuPont–Pioneer (USA), Syngenta (Svizzera), Limagrain (Francia) e Land o’Lakes (USA) controllano il 31% del fatturato mondiale di sementi.Monsanto (USA), Syngenta (Svizzera), DuPont (USA), Bayer (Germania), Dow (USA) sono invece le 5 multinazionali che controllano gli ogm.

Il fatturato mondiale dei pesticidi nel 2007 ammonta a 25 miliardi di dollari e il 74% della quota di mercato è ancora una volta in mano a poche grandi imprese, in ordine decrescente Syngenta (Svizzera), Bayer (Germania), Basf (Svizzera), Dow (USA), Monsanto (USA). Quattro multinazionali (fra cui il colosso Cargill, non quotata in borsa) controllano il 73% del mercato mondiale dei cereali.

Sul cibo si specula e si scommette sull’andamento dei prezzi futuri. Nel 2003 gli investimenti speculativi sulle materie prime (sia agricole che minerarie) ammontavano a 13 miliardi di dollari. A marzo 2008 erano pari a 260 miliardi, 20 volte di più. (g.b.)