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Taglio del nastro virtuale per Didatticamente, un nuovo progetto per raccontare la didattica all’Università di Pisa e non solo. La piattaforma on line, aperta alla a idee e contributi di tutta la comunità UNIPI, è disponibile al sito: https://didatticamente.unipi.it/.

La storia di copertina di questo debutto è affidata a Parostou, studentessa ambassador persiana di neuroscienze dell’Università di Pisa. C’è poi una intervista al “Mentore zero”, il professore Nuccio Scialdone che nel 2013 ha promosso all’Università degli Studi Palermo il primo progetto “Mentore per la didattica“. Quindi le esperienze dei progetti speciali, con studenti in viaggio studio in Islanda a Ultima Thule, la terra ai confini del mondo.

 



“La didattica è la prima funzione dell’università, Didatticamente vuole raccontarla in modo innovativo e interattivo, crediamo che sia un modo per valorizzare le attività che stiamo svolgendo e, in senso lato, fare orientamento, attrarre nuovi studenti e mostrare loro cosa ci proponiamo di fare per il futuro”, ha detto il rettore dell’Ateneo pisano Riccardo Zucchi nel presentare l’iniziativa.

Sono sei le sezioni di Didatticamente tutte da scoprire – news, effetti speciali, la didattica che vorrei, includiamoci, in comune e fuori dalle mura – che descrivono una realtà viva e quotidiana fatta di studenti, studentesse, docenti e personale tecnico amministrativo e bibliotecario. Al sito web è collegata una newsletter periodica per restare aggiornati sulle varie iniziative.

“Invitiamo tutta la comunità didattica a partecipare e a segnalare argomenti di rilievo e temi di discussione - ha detto il prorettore alla didattica Giovanni Paoletti che ha promosso l’iniziativa – non ultimo a iscriversi alla newsletter per restare aggiornati sulle varie iniziative”.

Didatticamente è coordinato da un Comitato editoriale composto da Giovanni Paoletti, Enza Pellecchia, Veronica Neri, Filippo Chiarello e da un comitato redazionale di cui fanno parte Ugo Borello, Paolo Tomei, Marina Caterina Magnani e Fabiano Catania. Il progetto si avvale del supporto del Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Ateneo pisano.

 

 

 

Sono stati oltre cento i partecipanti del corso di formazione che si è svolto lunedì 12 febbraio al Polo didattico Fibonacci dell'Università di Pisa con l’obiettivo di promuovere la diffusione della cultura della qualità nell’ambito del sistema Autovalutazione, Valutazione, Accreditamento iniziale e periodico delle Sedi e dei Corsi di Studio (AVA).

 

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Il dottore Michele Bertani (foto) dell’Università degli Studi di Parma e Componente del Nucleo di Valutazione dell'Università di Pisa ha parlato di fronte una platea composta da Presidenti di Corso di Studio, Responsabili delle Unità Didattiche e Referenti AQ, quali figure di supporto per la gestione del Sistema di AQ a livello dipartimentale. I temi centrali del suo intervento sono state le modalità e tempistiche di realizzazione del Rapporto di Riesame Ciclico, anche con suggerimenti pratici per una efficace autovalutazione dell'andamento complessivo del corso di studio.

Nell’ambito del sistema AVA, il Rapporto di Riesame Ciclico, rappresenta un documento in cui ciascun corso di studio analizza criticamente gli obiettivi prefissati, valuta i risultati raggiunti, identifica problemi e analizza le sfide più rilevanti, proponendo soluzioni da realizzare nel ciclo successivo.Trattandosi di uno dei “documenti chiave” presi in esame dalle Commissioni di Esperti della Valutazione (CEV) in sede di visita di accreditamento periodico, il Rapporto di Riesame Ciclico dovrà essere in grado di mettere in luce, unitamente alla qualità del servizio fornito agli studenti e alla sostenibilità del corso di studio, la permanenza della validità dei presupposti fondanti il Corso di Studio e del sistema di gestione utilizzato per conseguirli.

 

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 “Quando parliamo di riesame ciclico dei corsi di studio - ha detto Michele Bertani  - parliamo di autovalutazione che è, secondo il D.Lgs. 19/2012, un’attività istituzionale e, in quanto tale, deve seguire metodologie, criteri e indicatori elaborati dai singoli Atenei in armonia con quelli definiti dall’ANVUR. L’autovalutazione è quindi l’asse portante del sistema AVA, che si fonda sulla convinzione che, per essere efficace, la valutazione del grado di raggiungimento degli obiettivi è prima di tutto responsabilità di chi li ha programmati. Da questo punto di vista, bisogna cogliere l’occasione, come corsi di studio, di essere protagonisti dell’autonomia che ci viene concessa in sede di predisposizione del rapporto di riesame ciclico”.

Tre “pillole di formazione” sui concetti base dell’Assicurazione della Qualità (AQ) per favorire la diffusione della cultura della qualità in Ateneo. I contributi sono adesso on line a disposizione di tutta la comunità Unipi grazie a una playlist sul canale YouTube di Unipi.

“Pillole” non solo da leggere, ma anche da vedere, che raccontano “L’Assicurazione della Qualità”, “L’Assicurazione della Qualità in Unipi” e “Le fasi dell’Accreditamento Periodico”.

 

Le Pillole della Qualità si inseriscono tra gli interventi formativi e informativi del Piano della Formazione sull’Assicurazione della Qualità (AQ), predisposto già a partire dal 2023. L’obiettivo è di adattare la formazione alle esigenze e al ruolo specifico ricoperto da ciascuno all’interno dell’intera comunità universitaria. Seguendo tale logica i percorsi previsti dal Piano sono ideati garantendo il rispetto dei principi di uguaglianza, partecipazione, efficacia ed economicità.

“L’Ateneo di Pisa riconosce nella formazione un efficace strumento per diffondere la cultura della qualità - spiega la professoressa Roberta Moruzzo, Delegata per la Qualità – in questo contesto, si inseriscono le “pillole” con cui intendiamo accompagnare i partecipanti nell’apprendimento del funzionamento del sistema AQ a livello dell’Ateneo”.

Le Pillole della Qualità seguono gli interventi formativi e informativi realizzati nel 2023 e diretti a Consiglio degli Studenti, Direttori e Direttrici di Dipartimento, Coordinatori e Coordinatrici di dottorato di ricerca e Referenti della Qualità di Dipartimento e rappresentano un ulteriore passo all’interno di quel percorso di formazione strutturato, funzionale a giungere più consapevoli alla prossima visita ANVUR per l’Accreditamento Periodico, prevista nel primo semestre del 2026.

L’Università di Pisa ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere all’attore, autore e regista Marco Paolini con una cerimonia che si è svolta il 25 gennaio nell’aula magna nuova del Palazzo “La Sapienza”
Il pomeriggio è stato aperto dai saluti del Rettore Riccardo Zucchi, quindi il professore Pierluigi Barrotta del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha letto la Motivazione del conferimento, a seguire la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha fatto la Laudatio. A conclusione della cerimonia, Marco Paolini ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”.

La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa

“Una laurea honoris causa è anzitutto un modo per onorare chi la riceve, è questo è certamente il caso di Marco Paolini, figura di grande rilievo nel mondo dell’arte, del teatro, della cultura e dell’impegno civile” ha esordito così il Rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi nell’inaugurare la cerimonia.
“Marco Paolini ci apre nuove prospettive – ha aggiunto Zucchi - Nel suo caso, la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere enfatizza in particolare l’uso del metodo teatrale e dialogico per una rilettura critica di ciò che riteniamo noto, evoluzione moderna di un approccio che risale ai grandi dialoghi di Platone”.

Sull’impegno civile di Marco Paolini è tornata anche la Motivazione del conferimento della laurea honoris causa letta subito dopo dal professore Pierluigi Barrotta, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“Il teatro di Marco Paolini – ha detto Barrotta - è un teatro civile e di denuncia basato sul coraggio della presa di posizione e sull’importanza di tenere vivo il pensiero critico e dubitoso che rappresenta la linfa vitale della ricerca filosofica”.
In particolare nella motivazione il riferimento è a due lavori: il racconto del Vajont, considerato “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”, e ITIS Galileo che “rappresenta una pietra miliare per chi si occupa dei legami tra la Filosofia e la Scienza, ma anche per chi si batte per l’indipendenza e laicità della seconda”.

“Nel teatro di Marco Paolini la narrazione ha un ruolo centrale, che per semplicità vi proporrò di considerare socratica”, ha detto la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha tenuto la Laudatio.
“Come filosofe e filosofi emotivamente coinvolti nel suo teatro gli esprimiamo oggi la nostra gratitudine – ha quindi concluso - Perché non solo ci ha invitato a considerare questioni che riguardano noi e il nostro passato, ma, soprattutto nelle sue opere più recenti, ci ha proposto riflessioni appassionate sul rapporto fra le generazioni e sulla responsabilità che abbiamo tutti e tutte di immaginare assieme un futuro accettabile per l’ecosistema terra”.

Dopo il conferimento ufficiale della laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha infine preso la parola Marco Paolini che ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”. Nel suo appassionato e personale racconto del suo rapporto con il teatro, Paolini ha ricordato i suoi esordi, gli scrittori e autori che hanno influenzato il suo percorso come Luigi Meneghello e Peter Brook sino ai progetti futuri.
“Il mio è un mestiere di incontri – ha detto Paolini - Devi accorgerti quando succedono, per questo tengo un quaderno. L’unico criterio utile è il numero sulla copertina. Sarà un caso ma gli appunti per questa occasione son finiti sul quaderno n. 100. Son circa 8/9000 pagine di quaderni che non servono granché, ma ogni tanto vengono buone per non perdersi o per accorgersi che sto girando in tondo. È questa la natura del mio lavoro”.

 

L’Abiura – 26 gennaio incontro con studentesse e studenti UNIPI

Venerdì 26 gennaio alle 10.00, presso il Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri) Marco Paolini terrà una lezione aperta alla comunità studentesca dal titolo "L'abiura".

Il filo conduttore dell’incontro sarà il dialogo intergenerazionale, al centro dell’ultimo lavoro teatrale di Paolini (Boomers, in scena sabato 27 gennaio al Teatro Verdi): un dialogo necessario, ma reso difficile dall’apparente rottura del codice comunicativo e culturale fra le generazioni. L’accelerazione del tempo storico e i profondi cambiamenti in corso stanno rapidamente trasformando le parole e le cose. Boomers e millennials non parlano lo stesso linguaggio, forse non vivono nemmeno nello stesso mondo, o per lo stesso mondo. I loro punti di vista sono spesso lontani, antagonistici, su molti fronti: la società patriarcale; le relazioni, la sessualità, l’identità di genere; l’Occidente e il suo modello di sviluppo; l’ideologia e l’impegno politico; la tecnologia, l’ambiente, il futuro. Sono ancora in grado di capirsi? Ha senso per loro farlo? Possono costruire insieme dei ponti tra futuro e passato? O l’unica soluzione (per i boomers) è… l’abiura?

 

 

L’Università di Pisa ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere all’attore, autore e regista Marco Paolini con una cerimonia che si è svolta il 25 gennaio nell’aula magna nuova del Palazzo “La Sapienza”
Il pomeriggio è stato aperto dai saluti del Rettore Riccardo Zucchi, quindi il professore Pierluigi Barrotta del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha letto la Motivazione del conferimento, a seguire la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha fatto la Laudatio. A conclusione della cerimonia, Marco Paolini ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”.

La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa

“Una laurea honoris causa è anzitutto un modo per onorare chi la riceve, è questo è certamente il caso di Marco Paolini, figura di grande rilievo nel mondo dell’arte, del teatro, della cultura e dell’impegno civile” ha esordito così il Rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi nell’inaugurare la cerimonia.
“Marco Paolini ci apre nuove prospettive – ha aggiunto Zucchi - Nel suo caso, la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere enfatizza in particolare l’uso del metodo teatrale e dialogico per una rilettura critica di ciò che riteniamo noto, evoluzione moderna di un approccio che risale ai grandi dialoghi di Platone”. (leggi il testo completo del Saluto del Rettore)

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Il rettore Riccardo Zucchi conferisce la laurea al drammaturgo Marco Paolini

Sull’impegno civile di Marco Paolini è tornata anche la Motivazione del conferimento della laurea honoris causa letta subito dopo dal professore Pierluigi Barrotta, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“Il teatro di Marco Paolini – ha detto Barrotta - è un teatro civile e di denuncia basato sul coraggio della presa di posizione e sull’importanza di tenere vivo il pensiero critico e dubitoso che rappresenta la linfa vitale della ricerca filosofica”.
In particolare nella motivazione il riferimento è a due lavori: il racconto del Vajont, considerato “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”, e ITIS Galileo che “rappresenta una pietra miliare per chi si occupa dei legami tra la Filosofia e la Scienza, ma anche per chi si batte per l’indipendenza e laicità della seconda”. (leggi il testo completo della motivazione)

“Nel teatro di Marco Paolini la narrazione ha un ruolo centrale, che per semplicità vi proporrò di considerare socratica”, ha detto la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha tenuto la Laudatio.
“Come filosofe e filosofi emotivamente coinvolti nel suo teatro gli esprimiamo oggi la nostra gratitudine – ha quindi concluso - Perché non solo ci ha invitato a considerare questioni che riguardano noi e il nostro passato, ma, soprattutto nelle sue opere più recenti, ci ha proposto riflessioni appassionate sul rapporto fra le generazioni e sulla responsabilità che abbiamo tutti e tutte di immaginare assieme un futuro accettabile per l’ecosistema terra”. (leggi il testo completo della Laudatio)

Dopo il conferimento ufficiale della laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha infine preso la parola Marco Paolini che ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”. Nel suo appassionato e personale racconto del suo rapporto con il teatro, Paolini ha ricordato i suoi esordi, gli scrittori e autori che hanno influenzato il suo percorso come Luigi Meneghello e Peter Brook sino ai progetti futuri.
“Il mio è un mestiere di incontri – ha detto Paolini - Devi accorgerti quando succedono, per questo tengo un quaderno. L’unico criterio utile è il numero sulla copertina. Sarà un caso ma gli appunti per questa occasione son finiti sul quaderno n. 100. Son circa 8/9000 pagine di quaderni che non servono granché, ma ogni tanto vengono buone per non perdersi o per accorgersi che sto girando in tondo. È questa la natura del mio lavoro”. (leggi il testo completo della Lectio magistralis)

 

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Marco Paolini legge la sua lectio magistralis

 

L’Abiura – 26 gennaio incontro con studentesse e studenti UNIPI

Venerdì 26 gennaio alle 10.00, presso il Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri) Marco Paolini terrà una lezione aperta alla comunità studentesca dal titolo "L'abiura".

Il filo conduttore dell’incontro sarà il dialogo intergenerazionale, al centro dell’ultimo lavoro teatrale di Paolini (Boomers, in scena sabato 27 gennaio al Teatro Verdi): un dialogo necessario, ma reso difficile dall’apparente rottura del codice comunicativo e culturale fra le generazioni. L’accelerazione del tempo storico e i profondi cambiamenti in corso stanno rapidamente trasformando le parole e le cose. Boomers e millennials non parlano lo stesso linguaggio, forse non vivono nemmeno nello stesso mondo, o per lo stesso mondo. I loro punti di vista sono spesso lontani, antagonistici, su molti fronti: la società patriarcale; le relazioni, la sessualità, l’identità di genere; l’Occidente e il suo modello di sviluppo; l’ideologia e l’impegno politico; la tecnologia, l’ambiente, il futuro. Sono ancora in grado di capirsi? Ha senso per loro farlo? Possono costruire insieme dei ponti tra futuro e passato? O l’unica soluzione (per i boomers) è… l’abiura?

 

 

Lroberta_moruzzo.jpgavori in corso per il Presidio della Qualità e per la Delegata per la Qualità, professoressa Roberta Moruzzo (foto), per preparare l’Ateneo in vista del nuovo accreditamento periodico da parte dell’ANVUR che avverrà nel primo semestre del 2026. Dopo la riunione con i Coordinatori dei Corsi di Dottorato del maggio scorso continua l’impegno per far conoscere il Nuovo Modello di Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento (AVA 3) per le Università Italiane. Sono tre gli appuntamenti futuri in calendario, che vedranno coinvolte varie componenti della comunità UNIPI. Il 4 dicembre, alle 13,30 il Presidio della Qualità e la Delegata incontrano gli studenti del Consiglio degli Studenti. Il 5 dicembre alle ore 12,00 è la volta dei Direttori e delle Direttrici di Dipartimento. In questo caso partecipano come relatrici, oltre alla Delegata Moruzzo, le professoresse Simonetta Bassi, e Silvia Cervia, rispettivamente Presidente e componente del Presidio della Qualità. Il successivo incontro è il 20 dicembre alle ore 16,00 con i referenti della qualità dei Dipartimenti.

Professoressa Moruzzo, cosa significa introdurre la cultura della qualità in un Ateneo come il nostro?
Lavorare in Qualità - definendo in maniera condivisa i propri obiettivi, le azioni per realizzarli e le modalità con cui monitorare e valutare i risultati raggiunti – consentirà al nostro Ateneo di crescere in un’ottica di miglioramento continuo. Tale crescita, verso la Qualità, potrà però avvenire soltanto nel quadro di un Piano Strategico chiaro, che sia in grado di indicare dove investire e con quali prospettive. La diffusione della cultura della qualità si realizza nella misura in cui questo schema operativo viene attuato a ogni livello di responsabilità (Governance, Dipartimenti, Corsi di studio e Corsi di dottorato).

Quali sono le tappe principali in vista del nuovo accreditamento nel 2026?
Il nostro Ateneo sarà sottoposto a una nuova visita di accreditamento da parte dell’ANVUR nel primo semestre del 2026. Già in questo primo anno di insediamento della nuova squadra di governo, in accordo con il Presidio della Qualità e il Nucleo di Valutazione del nostro Ateneo, ho cercato di lavorare per favorire la formazione, la partecipazione, gli scambi reciproci, la condivisione, puntando su quei fattori che possono contribuire al formarsi di una vera cultura della qualità.
Posso affermare che nei prossimi anni dovremmo lavorare su cinque direttive: garantire un’approfondita conoscenza del sistema AVA 3 da parte di tutta la nostra Comunità universitaria; utilizzare l’attività di «autovalutazione» come processo di consapevolezza interna; Mettere a sistema processi di pianificazione e programmazione coerenti e integrati anche se riferiti a contesti differenti, oltre a monitorare e valutare la loro reale attuazione; fornire supporto metodologico per lo studio dei problemi e la conseguente definizione dei processi, cercando di semplificare e razionalizzare i documenti che sarà necessario predisporre a supporto del Sistema di Assicurazione Qualità; Garantire massima trasparenza e confronto in una logica di benchmarking.

Considerata la performance dell’Ateneo nell’ultimo accreditamento quali obiettivi per quello nuovo?
Sono fiduciosa che il nostro Ateneo possa arrivare, attraverso l’implementazione di un efficace sistema di Assicurazione Qualità, a lavorare in una ottica di trasparenza, responsabilità e consapevolezza, puntando alla soddisfazione di tutti i suoi stakeholders sia interni che esterni. L’accreditamento non deve essere considerato traguardo ma stimolo per accompagnare gli Atenei verso un processo di miglioramento continuo.

L’Università di Pisa rileva con stupore le accuse di “silente complicità” con la tragedia in corso a Gaza e in particolare l’accusa di non essersi pronunciata per il cessate il fuoco.

All’indomani dell’inizio del conflitto, l’Università di Pisa ha espresso “il proprio sgomento di fronte alla drammatica situazione creatasi in Israele e nella striscia di Gaza, determinata dagli attacchi terroristici operati da Hamas contro Israele, con migliaia di morti, inclusi civili e bambini, e dalla successiva risposta israeliana”, auspicando “una rapida de-escalation, l’interruzione dei bombardamenti, la messa in sicurezza dei civili israeliani e palestinesi, la liberazione degli ostaggi, il rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario”.

Pochi giorni fa in un’intervista alla stampa nazionale (Il Foglio) il rettore dell’Università di Pisa si è espresso in questi termini: “L’università è una comunità fondata sulla fiducia nella ragione e nel valore della persona umana, che è il luogo dove la ragione si incarna e manifesta. La guerra è la negazione di questi valori, tanto più se comporta, come nel caso attuale, la soppressione di persone umane innocenti, come i civili e addirittura i bambini, rapiti e sgozzati da Hamas, o uccisi sotto le bombe israeliane a Gaza. Niente può giustificare tutto questo. E allora la prima cosa che deve fare l’università non è schierarsi da una parte o dall’altra, ma chiedere di risparmiare altre vite, di cessare il fuoco e liberare gli ostaggi. Il resto, l’analisi delle cause e delle responsabilità, viene dopo. Non è una questione di equidistanza fra le parti, ma di priorità di valori.”

A queste prese di posizione si sono associate iniziative concrete, quali l’organizzazione, di un incontro al quale hanno partecipato l’imam di Firenze e il rabbino di Firenze. L’incontro è stato proposto da un collettivo studentesco, autorizzato dall’Università e moderato da un nostro docente. Un altro incontro, nella forma di una veglia per la pace, è in fase di organizzazione da parte del CISP (Centro Interdipartimentale Scienze per la Pace), che ha una esperienza ormai più che ventennale nell'ambito degli studi per la pace. In generale, le iniziative che sono state organizzate in queste difficili settimane si sono caratterizzate per rigore scientifico, pacatezza dei toni, linguaggio nonviolento, allo scopo di fornire occasioni di approfondimento in un contesto non fazioso.

Riguardo ai rapporti con istituzioni militari, l’Università di Pisa è uno dei pochi atenei italiani (o forse addirittura l’unico) ad aver reso disponibile l’elenco dei contratti e delle forme di collaborazione in atto con le Forze Armate della Repubblica Italiana e con aziende private che operano anche nel settore della difesa. L’importo totale dei contratti è molto limitato (dell’ordine dell’uno per mille del nostro bilancio) e non include nessuna attività volta alla produzione o al perfezionamento di armi. Non esiste peraltro alcun rapporto di questo tipo con istituzioni israeliane.

L’Università ha inoltre manifestato, e conferma, la massima apertura a interloquire in modo costruttivo con le associazioni e i movimenti studenteschi, anche quelli non formalizzati e non rappresentati negli organi accademici. Come unica condizione è stata posta il rispetto del principio di non-violenza. Constatiamo con preoccupazione che l’occupazione della Sapienza costituisce un atto di oggettiva violenza, in quanto ha impedito l’ingresso di lavoratori universitari e sta comportando forti disagi per la didattica e le altre attività istituzionali. Auspichiamo quindi che il pubblico servizio svolto dall’Università possa essere ripristinato nella sua integrità al più presto, nell’interesse della comunità studentesca e della città tutta.

In occasione del Fibonacci Day, la giornata internazionale dedicata al matematico pisano che per primo introdusse in Occidente i numeri arabi e lo zero, il 23 novembre alle 20 all’Archivio di Stato a Palazzo Toscanelli (Lungarno Mediceo, 17) apre al pubblico la mostra a ingresso gratuito “Pisa e il mondo Arabo” che sarà visitabile sino al 23 gennaio 2024. Il programma della sera prevede un annullo filatelico speciale dalle 20 alle 21 e quindi alle 21 il concerto a ingresso gratuito sino a esaurimento posti “La musica del mondo arabo”, a cura di Toscana Produzione Musica, con Francesco Martinelli, Ziad Trabelsi (oud) e Simone Pulvano (percussioni).

L’esposizione, che coinvolge anche al Museo Nazionale di San Matteo (Piazza San Matteo In Soarta, 1), è incentrata sugli intensi rapporti tra Pisa e il Nord-Africa dal XII a tutto il XIV secolo e presenta gli originali dei più significativi trattati di pace e commercio stipulati tra le autorità pisane e le autorità di città come Tunisi, Bona e Bugia, Fez. Questi documenti sono densi di informazioni ma anche eccezionali per le dimensioni e per la qualità: gli originali arabi mostrano capolavori di calligrafia, capaci di stupire e affascinare, e la lunghezza dei supporti di carta o pergamena può arrivare ai 10 metri.

“Sarà esposto un unicum assoluto – racconta il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa nel comitato scientifico delle iniziative - la traduzione in pisano, ma scritta in caratteri arabi, della lettera-trattato inviata il 10 giugno 1366 dal signore di Bona e Bugia al doge di Pisa Giovanni de’ Conti Dell’Agnello, traduzione che serviva forse da lasciapassare per i mercanti arabi i quali potevano così godere, nei domini pisani, delle stesse garanzie offerte ai mercanti pisani in Africa settentrionale”.

“L’Archivio di Stato per l’occasione espone un patrimonio unico per la storia dei rapporti commerciali nel Mediterraneo nel periodo medievale che vede Pisa protagonista delle politiche di scambio – spiega Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa – si tratta di un genere di documenti che con la Spagna siamo gli unici a possederli in tutto il Mediterraneo, una testimonianza storica da questo punto di vista straordinaria”.

"In occasione della mostra, al Museo nazionale di San Matteo, sarà esposto un bacino islamico di manifattura spagnola decorato a lustro metallico color rame su smalto bianco, secondo quarto XIII secolo, conservato nei depositi del museo. La preziosa scodella, sul fondo della quale si staglia il vocabolo as-salama, la sicurezza, la serenità, in un elegante thuluth, andrà ad arricchire l'esposizione permanente delle ceramiche arabe invetriate che nel Medioevo decoravano i prospetti esterni delle chiese romaniche di Pisa", dice Pierluigi Nieri, direttore del Museo Nazionale di San Matteo.

"La musica araba – racconta Francesco Martinelli professore e critico musicale a proposito del concerto inaugurale - ha esercitato un'influenza fondativa sulla musica europea rinascimentale e barocca a partire dall'introduzione del liuto, e viene oggi riscoperta dagli esecutori di musica antica per ricreare strumenti e prassi originali. Le sue fondamenta teoriche, a sua pratica e le sue varie tradizioni saranno sinteticamente illustrate grazie alla partecipazione di Ziad Trabelsi, musicista tunisino residente in Italia e specialista dell'oud, da cui il liuto deriva."

All’esposizione è collegato un ciclo di iniziative che coinvolgono Museo Nazionale di San Matteo, l’Università di Pisa e Palazzo Blu. Gli altri appuntamenti sono la presentazione del volume “Italia e islam. Culture, persone e merci dal Medioevo all'età contemporanea” il 30 novembre a Palazzo Blu, il 7 dicembre un seminario all’Archivio di Stato di Pisa sui documenti medievali arabo pisani che vi sono conservati e infine il 7 gennaio una conferenza al Museo Nazionale di S. Matteo sulle iscrizioni arabe nelle opere esposte.

Tutte le iniziative sono realizzate nell’ambito della rassegna Pisa is Fibonacci 2023 del Comune di Pisa. Il comitato scientifico è composto da Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa, Pierluigi Nieri, direttore Museo Nazionale di S. Matteo, Valentina Pannini, Università La Sapienza di Roma, e per l’Università di Pisa Renata Pepicelli, Issam Marjani e Fabrizio Franceschini.



In occasione del Fibonacci Day, la giornata internazionale dedicata al matematico pisano che per primo introdusse in Occidente i numeri arabi e lo zero, il 23 novembre alle 20 all’Archivio di Stato a Palazzo Toscanelli (Lungarno Mediceo, 17) apre al pubblico la mostra a ingresso gratuito “Pisa e il mondo Arabo” che sarà visitabile sino al 23 gennaio 2024. Il programma della sera prevede un annullo filatelico speciale dalle 20 alle 21 e quindi alle 21 il concerto a ingresso gratuito sino a esaurimento posti “La musica del mondo arabo”, a cura di Toscana Produzione Musica, con Francesco Martinelli, Ziad Trabelsi (oud) e Simone Pulvano (percussioni).

L’esposizione, che coinvolge anche al Museo Nazionale di San Matteo (Piazza San Matteo In Soarta, 1), è incentrata sugli intensi rapporti tra Pisa e il Nord-Africa dal XII a tutto il XIV secolo e presenta gli originali dei più significativi trattati di pace e commercio stipulati tra le autorità pisane e le autorità di città come Tunisi, Bona e Bugia, Fez. Questi documenti sono densi di informazioni ma anche eccezionali per le dimensioni e per la qualità: gli originali arabi mostrano capolavori di calligrafia, capaci di stupire e affascinare, e la lunghezza dei supporti di carta o pergamena può arrivare ai 10 metri.

 

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“Sarà esposto un unicum assoluto – racconta il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa nel comitato scientifico delle iniziative - la traduzione in pisano, ma scritta in caratteri arabi, della lettera-trattato inviata il 10 giugno 1366 dal signore di Bona e Bugia al doge di Pisa Giovanni de’ Conti Dell’Agnello, traduzione che serviva forse da lasciapassare per i mercanti arabi i quali potevano così godere, nei domini pisani, delle stesse garanzie offerte ai mercanti pisani in Africa settentrionale”.

“L’Archivio di Stato per l’occasione espone un patrimonio unico per la storia dei rapporti commerciali nel Mediterraneo nel periodo medievale che vede Pisa protagonista delle politiche di scambio – spiega Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa – si tratta di un genere di documenti che con la Spagna siamo gli unici a possederli in tutto il Mediterraneo, una testimonianza storica da questo punto di vista straordinaria”.

"In occasione della mostra, al Museo nazionale di San Matteo, sarà esposto un bacino islamico di manifattura spagnola decorato a lustro metallico color rame su smalto bianco, secondo quarto XIII secolo, conservato nei depositi del museo. La preziosa scodella, sul fondo della quale si staglia il vocabolo as-salama, la sicurezza, la serenità, in un elegante thuluth, andrà ad arricchire l'esposizione permanente delle ceramiche arabe invetriate che nel Medioevo decoravano i prospetti esterni delle chiese romaniche di Pisa", dice Pierluigi Nieri, direttore del Museo Nazionale di San Matteo.

"La musica araba – racconta Francesco Martinelli professore e critico musicale a proposito del concerto inaugurale - ha esercitato un'influenza fondativa sulla musica europea rinascimentale e barocca a partire dall'introduzione del liuto, e viene oggi riscoperta dagli esecutori di musica antica per ricreare strumenti e prassi originali. Le sue fondamenta teoriche, a sua pratica e le sue varie tradizioni saranno sinteticamente illustrate grazie alla partecipazione di Ziad Trabelsi, musicista tunisino residente in Italia e specialista dell'oud, da cui il liuto deriva."

All’esposizione è collegato un ciclo di iniziative che coinvolgono Museo Nazionale di San Matteo, l’Università di Pisa e Palazzo Blu. Gli altri appuntamenti sono la presentazione del volume “Italia e islam. Culture, persone e merci dal Medioevo all'età contemporanea” il 30 novembre a Palazzo Blu, il 7 dicembre un seminario all’Archivio di Stato di Pisa sui documenti medievali arabo pisani che vi sono conservati e infine il 7 gennaio una conferenza al Museo Nazionale di S. Matteo sulle iscrizioni arabe nelle opere esposte.

Tutte le iniziative sono realizzate nell’ambito della rassegna Pisa is Fibonacci 2023 del Comune di Pisa. Il comitato scientifico è composto da Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa, Pierluigi Nieri, direttore Museo Nazionale di S. Matteo, Valentina Pannini, Università La Sapienza di Roma, e per l’Università di Pisa Renata Pepicelli, Issam Marjani e Fabrizio Franceschini.



L’Università di Pisa esprime sgomento per la morte di Giulia Cecchettin, sequestrata e uccisa con efferatezza pochi giorni prima della discussione della tesi di laurea a completamento del suo percorso di studi in Ingegneria biomedica presso l’Università di Padova.

Giulia non era una studentessa del nostro ateneo, eppure sentiamo che la sua morte riguarda anche noi, come ci riguardano la vita e la sicurezza di tutte le giovani donne che nelle università intraprendono e coltivano un loro progetto di vita, di libertà, di realizzazione di sogni e desideri.

In segno di cordoglio, e per ribadire la condanna di ogni forma di violenza sulle donne, ho disposto che nella giornata di martedì 21 novembre sia osservato un minuto di silenzio all’inizio di tutte le riunioni di commissioni, organi, sedute di laurea, consigli di dipartimento e di corsi di studio e delle lezioni delle ore 8.45 e 14.00

Il Rettore
Riccardo Zucchi

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