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mummie precolombianeI segreti delle mummie precolombiane conservate nel Museo di Anatomia umana "Filippo Civinini" dell'Università di Pisa (Dipartimento di Ricerca Traslazionale e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia) saranno presto svelati da un team internazionale di ricerca. Grazie a un accordo con la University of Huddersfield (Regno Unito) firmato lo scorso febbraio, i resti precolombiani risalenti a circa 700 anni fa e riconducibili alle culture Chimù e Chancay saranno analizzati con moderne tecniche d'indagine in grado di stabilire le cause della morte e rivelare dettagli sulle loro tradizioni e abitudini di vita.

Lo studio sarà condotto dal professor Stefano Vanin della University of Huddersfield insieme a due sue collaboratrici, che effettueranno sui resti analisi di carattere entomologico: Vanin ha infatti raccolto parassiti e altri insetti presenti sui corpi prima e dopo la morte che saranno analizzati e classificati. In questo modo sarà possibile dare informazioni anche sulle caratteristiche sociali e sullo stato di salute dell'antica popolazione peruviana. E già arrivano i primi risultati: "Le prime osservazioni hanno permesso d'individuare una pulce e alcuni pidocchi – annuncia il professor Gianfranco Natale, docente di Anatomia umana dell'Ateneo e direttore del museo – Grazie a questo studio, si potrà stabilire se il bacillo della peste era presente nel continente americano anche in epoca precolombiana".

mummie precolombianeLe mummie precolombiane del Museo di Anatomia umana sono tre (un bambino e due maschi adulti) e sono arrivate a Pisa nella seconda metà dell'Ottocento all'interno dei caratteristici fardos, contenitori di stoffa a vari strati in cui venivano riposti i corpi in posizione fetale. I defunti venivano fasciati in strati di tessuto che contenevano oggetti della vita quotidiana, come scarpe o oggetti di metallo, e anche frammenti di cibo.

Molto affascinante è la storia del loro arrivo a Pisa: le mummie e le casse contenenti i corredi funerari oggi conservati nel museo fanno parte dei reperti raccolti in Sudamerica da Carlo Regnoli (1838-1873), medico pisano e docente di Oftalmoiatria che si distinse su vari fronti: come medico partecipò alla Terza Guerra d'Indipendenza curando i militari feriti e, appassionato di archeologia, compì ricerche sia in Egitto che in Sudamerica. Nel 1869 effettuò un'importante spedizione in Perù da dove riportò i vasi precolombiani, resti botanici, gli esemplari di mummie e i corredi funerari, poi donati al Museo di Anatomia Umana.

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Istituito da Filippo Civinini intorno agli anni '30 dell'Ottocento, il museo raccoglie circa 3400 preparati suddivisi in collezioni di carattere medico, a cui si aggiungono le collezioni archeologiche egizie e precolombiane. Oltre alle mummie, tra i reperti precolombiani più interessanti sono conservati a Pisa 121 vasi appartenenti alle culture preincaiche, un cestino di fibra vegetale, oggetti votivi e un'antara, uno strumento musicale di terracotta. Altro materiale precolombiano è conservato in trentasei eleganti ampolle di vetro che contengono frammenti di vasi, conchiglie, ma soprattutto resti vegetali.

sala museo anatomiaIn cinque casse di legno sono conservati altri reperti tra cui crani, corredi funerari (utensili, ciotole, stoffe, altri resti vegetali), nonché diversi fardos che rivestono sicuramente un interesse medico-scientifico. Più impressionante, invece, è una collezione di teste provenienti da una famiglia i cui membri furono decapitati. Si conservano, infine, alcuni scalpi. All'interno di uno dei numerosi crani precolombiani è stato ritrovato un foglietto con un'intestazione di una Botica y Drogueria del Ynca, da Abbondio Roncoroni, Córdoba.

Il breve testo racconta la drammatica storia della persona a cui apparteneva il cranio: "Questo Craneo è del Cacicco Cañepan morto nel «Paso de los Poleos» dep.to Rio 4°, Provincia di Córdoba nella Repubblica Argentina. Lo uccise il Reg.to di Cav.ria N. 9 comandato dal Com.te Don Isidro Sora nel mese di marzo dell'anno 1869. Appartiene alla tribù degli Indii Rauqueles". Probabilmente Regnoli acquistò questo cranio in un mercato archeologico di Cordoba.


Ne hanno parlato:
ADNkronos 
inToscana.it 
ilReporter.it 
 

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