Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale: Attività di ricerca ed integrazione di fonti dati alternative (open e close)
Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale: “Attività di progettazione e controllo dei processi di analisi dati”
Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale: “Supporto al progetto Integrazione continua di sorgenti eterogenee per massimizzare il valore e l’impiego di Toscana Open Research
Selezionata la squadra pisana che andrà alla finale nazionale di Cybersecurity
Sono sei i migliori “hackers” selezionati nella tappa pisana della CyberChallenge, il campionato italiano di sicurezza informatica rivolto agli studenti universitari e delle scuole superiori che si è svolto in questi giorni anche in altre 27 città italiana. La squadra che si disputerà la finale nazionale in remoto il 1 ottobre è quindi composta da quattro universitari e due ragazzi delle scuole superiori: Riccardo Zanotto studente di matematica, Fabio Zoratti di fisica, Antonello Dettori e Mattia Furlani di informatica, Samuel Elia Albani dell’Istituto tecnico commerciale e tecnologico Fossati Da Passano di La Spezia e Luca Palumbo del liceo Carlo Lorenzini di Pescia. Riccardo Zanotto, vincitore della tappa pisana, ha poi ottenuto ben 4850 punti, il punteggio assoluto più alto tra tutti i partecipanti alle selezioni anche nelle altre città.
Dopo circa tre mesi di corsi di preparazione su come gestire gli attacchi informatici su software, hardware e reti, la selezione prevedeva di simulare un attacco a un sistema e “catturare” una simbolica bandiera. Dopo le selezioni locali, la sfida di ottobre servirà quindi per formare il “TeamItaly”, la squadra nazionale di Cyberdefender, che partecipa annualmente alla European Cybersecurity Challenge (Ecsc) e che nell’ultima edizione, a Bucarest, ha conquistato il podio meritando il secondo posto.
Un momento della premiazione on line della tappa pisana
“CyberChallenge.IT è un programma educativo per giovani studenti di età compresa tra 16 e 23 anni – commenta Giuseppe Lettieri, docente di ingegneria informatica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e coordinatore del gruppo pisano - È la principale iniziativa italiana per identificare e reclutare la prossima generazione di professionisti della sicurezza informatica".
“Il programma - continua Lettieri - è stato studiato e pensato non per identificare persone già esperte di programmazione informatica, ma studenti con passione, impegno e curiosità nelle discipline scientifico-tecnologiche, dotati di competenze trasversali come ragionamento logico, problem solving e comunicazione, unite a un forte desiderio di apprendere. Tra i ragazzi selezionati a Pisa ci sono infatti anche due studenti delle scuole superiori. L'obiettivo dell'edizione 2020 è coinvolgere almeno 4.000 tra i giovani talenti più brillanti in Italia e incoraggiarli a mettere le loro capacità a disposizione del sistema nazionale.”
La selezione pisana è stata organizzata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e dal Dipartimento di Informatica dell’Ateneo, due poli di ricerca e formazione d’eccellenza sul tema della sicurezza informatica. I due dipartimenti gestiscono in modo congiunto anche il corso di laurea magistrale in Cybersecurity, in partenza nell’Ateneo Pisano il prossimo settembre.
I campionati italiani di cyberchallenge sono organizzati dal CINI, il consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica in collaborazione con il comitato nazionale per la ricerca in cybersecurity, e con il supporto del Ministero della Difesa e del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica.
Selezionata la squadra pisana che andrà alla finale nazionale di Cybersecurity
Sono sei i migliori “hackers” selezionati nella tappa pisana della CyberChallenge (https://cyberchallenge.it/), il campionato italiano di sicurezza informatica rivolto agli studenti universitari e delle scuole superiori che si è svolto in questi giorni anche in altre 27 città italiana. La squadra che si disputerà la finale nazionale in remoto il 1 ottobre è quindi composta da quattro universitari e due ragazzi delle scuole superiori: Riccardo Zanotto studente di matematica, Fabio Zoratti di fisica, Antonello Dettori e Mattia Furlani di informatica, Samuel Elia Albani dell’Istituto tecnico commerciale e tecnologico Fossati Da Passano di La Spezia e Luca Palumbo del liceo Carlo Lorenzini di Pescia. Riccardo Zanotto, vincitore della tappa pisana, ha poi ottenuto ben 4850 punti, il punteggio assoluto più alto tra tutti i partecipanti alle selezioni anche nelle altre città.
Dopo circa tre mesi di corsi di preparazione su come gestire gli attacchi informatici su software, hardware e reti, la selezione prevedeva di simulare un attacco a un sistema e “catturare” una simbolica bandiera. Dopo le selezioni locali, la sfida di ottobre servirà quindi per formare il “TeamItaly”, la squadra nazionale di Cyberdefender, che partecipa annualmente alla European Cybersecurity Challenge (Ecsc) e che nell’ultima edizione, a Bucarest, ha conquistato il podio meritando il secondo posto.
“CyberChallenge.IT è un programma educativo per giovani studenti di età compresa tra 16 e 23 anni – commenta Giuseppe Lettieri, docente di ingegneria informatica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e coordinatore del gruppo pisano - È la principale iniziativa italiana per identificare e reclutare la prossima generazione di professionisti della sicurezza informatica".
“Il programma - continua Lettieri - è stato studiato e pensato non per identificare persone già esperte di programmazione informatica, ma studenti con passione, impegno e curiosità nelle discipline scientifico-tecnologiche, dotati di competenze trasversali come ragionamento logico, problem solving e comunicazione, unite a un forte desiderio di apprendere. Tra i ragazzi selezionati a Pisa ci sono infatti anche due studenti delle scuole superiori. L'obiettivo dell'edizione 2020 è coinvolgere almeno 4.000 tra i giovani talenti più brillanti in Italia e incoraggiarli a mettere le loro capacità a disposizione del sistema nazionale.”
La selezione pisana è stata organizzata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e dal Dipartimento di Informatica dell’Ateneo, due poli di ricerca e formazione d’eccellenza sul tema della sicurezza informatica. I due dipartimenti gestiscono in modo congiunto anche il corso di laurea magistrale in Cybersecurity, in partenza nell’Ateneo Pisano il prossimo settembre.
I campionati italiani di cyberchallenge sono organizzati dal CINI, il consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica in collaborazione con il comitato nazionale per la ricerca in cybersecurity, e con il supporto del Ministero della Difesa e del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica.
Didascalia foto:
Un momento della premiazione on line della tappa pisana
E-state con noi Gioca con il Museo della Grafica da casa
Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa), afferente al Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa, da anni impegnato nell’organizzazione e realizzazione dei campi solari durante le vacanze scolastiche estive, propone E-state con noi! Gioca con il Museo della Grafica da casa, attività creative online per l’estate.
Le direttive legate alla ripresa delle attività ludico-creative non consentono al Museo l’organizzazione dei tradizionali campi solari in presenza. Tuttavia per mantenere vivo il rapporto con i bambini e le loro famiglie, il Museo propone, ogni settimana a partire da venerdì 26 giugno, un’attività artistica ispirata alla sua collezione per i bambini dai 6 agli 11 anni.
Le attività in programma verranno pubblicate ogni venerdì sul sito, la pagina Facebook e il profilo Instagram del Museo della Grafica e sul canale Youtube Video Sma Unipi del Sistema Museale di Ateneo.
L’ideazione e la realizzazione delle attività estive da casa è a cura delle Attività Educative e dello staff del Museo, con il supporto delle volontarie del Servizio Civile Regionale 2020.
Sito: www.museodellagrafica.sma.unipi.it
Facebook: Facebook/Museodellagrafica
Instagram: Instagram/Museodellagrafica
Youtube: Video Sma Unipi
Borsa di studio "Individuazione di percorsi tematici e creazione di un archivio digitale per l’Archivio Comunale di Vicopisano al fine di valorizzare il materiale selezionato e consentirne la consultazione"
“La cultura ed il sapere: l’attualità del pensiero e del lavoro di Giovanni Falcone”
Il Ministero dell’Università e della Ricerca, d’intesa con la Fondazione Falcone, con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ed il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), in occasione del XXVIII anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, nell’ambito del progetto le “Università per la legalità” bandiscono il concorso “La cultura ed il sapere: l’attualità del pensiero e del lavoro di Giovanni Falcone”.
Didattica a distanza: pur promossi è un anno perso?
Più che didattica on line quasi una corsa ad ostacoli fra digital divide, aumento della dispersione scolastica e differenze socio-economiche e delle famiglie. Il nuovo numero della rivista “Italiano a scuola” (dell’Associazione per la Storia della lingua italiana ‒ ASLI insieme al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna) con un editoriale a firma dei due direttori, Roberta Cella (foto a destra) e Matteo Viale, docenti rispettivamente all’Università di Pisa e di Bologna, traccia un primo quadro delle pesanti ricadute dell’emergenza Covid-19 sul sistema educativo italiano.
“Dopo il decreto #IoRestoaCasa del 9 marzo scorso – spiega Roberta Cella - nel giro di pochissimi giorni l’intero sistema formativo italiano si è trovato, in assenza di alcuna direttiva ministeriale e in allegro ordine sparso, nella necessità di surrogare la didattica in presenza con qualsiasi mezzo”.
Se gli Atenei hanno sostanzialmente retto alla prova, la situazione è stata più critica nelle scuole secondarie e primarie e a macchia di leopardo in alcune zone del Paese più che in altre.
“La didattica on line sincrona o asincrona – spiega la professoressa Cella, che da anni si occupa della didattica dell’Italiano ad ogni livello d’istruzione – può andare bene per gli adulti, mentre i bambini delle elementari ma anche delle medie sono invece troppo piccoli per essere autonomi e quindi hanno comunque bisogno di un adulto da casa che li aiuti: il rischio in questi casi è un approfondirsi delle differenze che già esistono (e che la scuola ha il compito di rimuovere) e un aumento della dispersione scolastica, con il paradosso che sebbene tutti alla fine siano promossi poi è come se avessero comunque perso un anno di scuola”.
Secondo i due autori, la quasi totale mancanza di dati, sia a livello del MIUR che di uffici scolastici, rende al momento difficile una valutazione globale della situazione: per un quadro più completo l’appuntamento è quindi con il prossimo numero della rivista in uscita nel marzo 2021 che sarà interamente dedicato al tema. Intanto, tra i pochi dati disponibili, come sottolineano Cella e Viale, ci sono quelli forniti dall’ISTAT sugli spazi in casa e la disponibilità di computer per bambini e ragazzi rilevati nel 2018-2019. Ne risulta che il 12,3% dei ragazzi tra i sei e i diciassette anni (percentuale che sfiora il 20% nel Mezzogiorno) non dispone in casa di un computer o di un tablet. A questo va aggiunto che il 41,9% dei minori vive in condizioni di sovraffollamento abitativo, e dunque ha difficoltà a ricavarsi gli spazi adatti allo studio.
“Una buona percentuale di ragazzi e adolescenti – conclude Roberta Cella - è quindi tagliata fuori a priori dalla didattica a distanza, né la mancanza di strumentazione può, a tale scopo, essere colmata dalla diffusione capillare dei telefoni cellulari con funzioni smart”.
Didattica a distanza: pur promossi è un anno perso?
Più che didattica on line quasi una corsa ad ostacoli fra digital divide, aumento della dispersione scolastica e differenze socio-economiche e delle famiglie. Il nuovo numero della rivista “Italiano a scuola” (dell’Associazione per la Storia della lingua italiana ‒ ASLI insieme al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, https://italianoascuola.unibo.it/) con un editoriale a firma dei due direttori, Roberta Cella e Matteo Viale, docenti rispettivamente all’Università di Pisa e di Bologna, traccia un primo quadro delle pesanti ricadute dell’emergenza Covid-19 sul sistema educativo italiano.
“Dopo il decreto #IoRestoaCasa del 9 marzo scorso – spiega Roberta Cella - nel giro di pochissimi giorni l’intero sistema formativo italiano si è trovato, in assenza di alcuna direttiva ministeriale e in allegro ordine sparso, nella necessità di surrogare la didattica in presenza con qualsiasi mezzo”.
Se gli Atenei hanno sostanzialmente retto alla prova, la situazione è stata più critica nelle scuole secondarie e primarie e a macchia di leopardo in alcune zone del Paese più che in altre.
“La didattica on line sincrona o asincrona – spiega la professoressa Cella, che da anni si occupa della didattica dell’Italiano ad ogni livello d’istruzione – può andare bene per gli adulti, mentre i bambini delle elementari ma anche delle medie sono invece troppo piccoli per essere autonomi e quindi hanno comunque bisogno di un adulto da casa che li aiuti: il rischio in questi casi è un approfondirsi delle differenze che già esistono (e che la scuola ha il compito di rimuovere) e un aumento della dispersione scolastica, con il paradosso che sebbene tutti alla fine siano promossi poi è come se avessero comunque perso un anno di scuola”.
Secondo i due autori, la quasi totale mancanza di dati, sia a livello del MIUR che di uffici scolastici, rende al momento difficile una valutazione globale della situazione: per un quadro più completo l’appuntamento è quindi con il prossimo numero della rivista in uscita nel marzo 2021 che sarà interamente dedicato al tema. Intanto, tra i pochi dati disponibili, come sottolineano Cella e Viale, ci sono quelli forniti dall’ISTAT sugli spazi in casa e la disponibilità di computer per bambini e ragazzi rilevati nel 2018-2019. Ne risulta che il 12,3% dei ragazzi tra i sei e i diciassette anni (percentuale che sfiora il 20% nel Mezzogiorno) non dispone in casa di un computer o di un tablet. A questo va aggiunto che il 41,9% dei minori vive in condizioni di sovraffollamento abitativo, e dunque ha difficoltà a ricavarsi gli spazi adatti allo studio.
“Una buona percentuale di ragazzi e adolescenti – conclude Roberta Cella - è quindi tagliata fuori a priori dalla didattica a distanza, né la mancanza di strumentazione può, a tale scopo, essere colmata dalla diffusione capillare dei telefoni cellulari con funzioni smart”.