La Dermatologia pisana premiata per ricerca su patologia rara
Al XII congresso annuale della European Hidradenitis Suppurativa Foundation EHSF (www.ehsf.eu) svoltosi a Firenze, una riunione internazionale che raccoglie ogni anno i migliori esperti della patologia idrosadenite suppurativa (infiammazione cronica cicatrizzante dagli effetti devastanti per i pazienti che ne sono affetti), la dottoressa Alessandra Michelucci, specializzanda in Dermatologia all’Università di Pisa, ha ricevuto il prestigioso Young Investigator Award per aver presentato i risultati sulla gestione delle ferite causate da questa patologia.
In Aoup esiste infatti, nell’Unità operativa di Dermatologia diretta dal professore Marco Romanelli, un ambulatorio dedicato con un’elevata affluenza di pazienti da fuori provincia e fuori regione, segno che la Dermatologia pisana continua a investire risorse per innovazione e ricerca su questa patologia che necessita di un intervento sempre più interdisciplinare tra i professionisti coinvolti.
Gran Gala delle finali di calcio a 5
Mercoledì 15 marzo, alle ore 18, presso gli impianti sportivi del CUS Pisa avrà luogo a giornata finale per il torneo universitario di calcio a 5 con “Il Gran Gala delle finali” (presso i campi sportivi di calcio a 5)-
Per l’occasione sarà predisposta anche un area food e drink con musica e il tutto sarà animato dallo speaker Alessandro Nuzzo.
Durante la giornata si disputeranno le finali di serie A, B e C oltre alla novità di quest’anno rappresentata dalla Coppa CUS. Al termine ovviamente le premiazioni e i saluti finali.
A parabolic flight to test an innovative heat transport device
This coming November, an innovative technological device developed by the Department of Energy, Systems, Land and Construction Engineering (DESTEC) of the University of Pisa will be tested by six students from the universities of Pisa, Parma, and Brighton on a parabolic flight operated by the company Novespace in Bordeaux, France. Called DEPLOY!, it is an international scientific and technological research project selected by ESA - the European Space Agency - as part of the PETRI Programme. The DEPLOY! Project is the latest in a long list of winners from the universities involved, such as Phos, U-Phos, and Hympact from the University of Pisa and PHP3 from Brighton.
The subject of the research is a brand-new heat transport device called a Deployable Pulsating Heat Pipe (PHP). The "flexible" PHP is intended primarily for space applications and needs to be tested in microgravity. Its applications can be variable; for example, it can be used to automatically fold radiators to reduce the risk of collisions with debris. PHPs are a highly promising solution for both space and terrestrial applications, and their flexibility is the next evolutionary step needed for their advancement.
The four students from the University of Pisa: Silvia Picchi (Energy Engineering), Vittorio Rosellini (Robotics Engineering), Nicola Ricci (Energy Engineering), Alessandro Billi (Aerospace Engineering).
"At Bordeaux airport, our experiment will board a Novespace Airbus A310 Zero G Boeing which, after climbing to an altitude of 7,500 meters, will go into free fall for about 20 seconds, during which weightlessness will be experienced; this will happen 30 times in each of the three planned flights," explains Alessandro Billi, project team leader. "It is at that moment that our experiment can be most effectively tested. The most exciting aspect is that we, the team, will be on board the plane to conduct the test and ensure that the instruments used work smoothly. This is a unique opportunity for us to enhance research in the field of PHPs and to experience personally, at least for a little while, what only astronauts on the space station can feel."
Erin Saltmarsh from the University of Brighton.
"The creativity of our students, the skills acquired in their courses of study, and their ability to work as part of a team trigger energies and a contagious enthusiasm that regenerate the entire university community," comments Professor Enza Pellecchia, Pro-Rector for the cohesion of the university community and the right to study, who met with the DEPLOY! team members, along with Professors Corrado Priami and Alessio Cavicchi, university delegates for the enhancement and promotion of research and for new entrepreneurial initiatives, to congratulate them. "I sense an atmosphere of growth and the blossoming of talents; I feel that we are moving in the direction indicated by the Rector in his inauguration speech for the academic year."
The DEPLOY! Project was designed with the aim of promoting multinational collaboration among students, giving them the opportunity to interact with colleagues from other universities and countries to compare their knowledge and strengthen their skills. The team consists of four students from the University of Pisa - team leader Alessandro Billi (Aerospace Engineering), Silvia Picchi (Energy Engineering), Vittorio Rossellini (Robotics Engineering), Nicola Ricci (Energy Engineering) - Erin Saltmarsh from the University of Brighton, and Michele Bocelli, a PhD student from the University of Parma (pictured on the right with the thermal camera). The Pisa team refers to the Department of Energy, Systems, Land, and Construction Engineering (DESTEC) and is coordinated by Professor Sauro Filippeschi.
All information about the project is available at deploy.unipi.it.
In volo parabolico per testare un innovativo dispositivo di trasporto di calore
Nel prossimo mese di novembre un innovativo dispositivo tecnologico sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) dell’Ateneo pisano sarà sottoposto a una sperimentazione ideata da sei studenti delle università di Pisa, Parma e Brighton su un volo parabolico dell’azienda Novespace a Bordeaux in Francia. Si chiama DEPLOY! ed è un progetto internazionale di ricerca scientifica e tecnologica selezionato dall’ESA – l’Agenzia Spaziale Europea – nell’ambito del PETRI Programme. Il DEPLOY! Project è l’ultimo di una lunga lista di vincitori provenienti dalle università coinvolte, come Phos, U-Phos e Hympact dall’Università di Pisa e PHP3 da Brighton.
Il soggetto della ricerca è un nuovissimo dispositivo di trasporto di calore chiamato Deployable Pulsating Heat Pipe. La PHP “flessibile” è un dispositivo a primaria applicazione spaziale e ha necessità di essere testato in microgravità. Le sue applicazioni possono essere variabili, ad esempio può essere utilizzata per ripiegare automaticamente i radiatori per ridurre il rischio di collisioni con detriti. Le PHP sono una soluzione altamente promettente per le applicazioni spaziali e terrestri e la loro flessibilità è il prossimo passo evolutivo necessario al loro progresso.
“Nell’aeroporto di Bordeaux il nostro esperimento salirà a bordo di un Boeing dell’Airbus A310 Zero G di Novespace che, dopo essere salito a quota 7500 metri, andrà in caduta libera per circa 20 secondi nei quali si sperimenterà l’assenza di peso; questo accadrà per 30 volte in ognuno dei tre voli previsti – spiega Alessandro Billi, team leader del progetto – È in quel momento che il nostro esperimento potrà essere testato con maggiore efficacia. L’aspetto più emozionante è che noi del team saremo a bordo dell’aereo per condurre il test e verificare che gli strumenti utilizzati funzionino senza intoppi. Per noi è un’opportunità unica per arricchire la ricerca nel campo delle PHP e, personalmente, provare almeno per un po’ ciò che provano solo gli astronauti sulla stazione spaziale”.
“La creatività dei nostri studenti e delle nostre studentesse, le competenze acquisite nei corsi di studio, la capacità di lavorare in team, innescano energie che generano a loro volta un entusiasmo contagioso che rigenera tutta la comunità universitaria – commenta la professoressa Enza Pellecchia, prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, che ha incontrato il team DEPLOY! insieme ai professori Corrado Priami e Alessio Cavicchi, delegati per la valorizzazione e la promozione della ricerca e per le nuove iniziative imprenditoriali, per complimentarsi con loro – Avverto una atmosfera di crescita, di fioritura di talenti, sento che stiamo andando nella direzione indicata dal Rettore nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico”.
Il DEPLOY! Project è stato ideato con lo scopo di favorire una collaborazione multinazionale fra studenti, con l’obiettivo di dare loro la possibilità di interagire con i colleghi di altre università e paesi per confrontare le loro conoscenze e rafforzare i loro pregi. La squadra di ragazzi è composta da quattro studenti dell’Università di Pisa – il team leader Alessandro Billi (Ingegneria aerospaziale), Silvia Picchi (Ingegneria energetica), Vittorio Rosellini (Ingegneria robotica), Nicola Ricci (Ingegneria energetica) –, Erin Saltmarsh dell’Università di Brighton e Michele Bocelli, dottorando dell’Università di Parma (nella foto a destra con la termocamera). Il team pisano fa riferimento al Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) ed è coordinato dal professor Sauro Filippeschi e dal ricercatore Mauro Mameli.
Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili sul sito deploy.unipi.it.
Esiste il femminismo in Iraq?
Pisa - Esiste il femminismo in Iraq? Da questa domanda parte il volume "Il mio posto è ovunque. Voci di donne per un altro Iraq" (Astarte Edizioni) che sarà presentato mercoledì 15 marzo alle 17 presso GIARA Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium dell'Università di Pisa (Piazza S. Paolo All'Orto 20).
Insieme all’autrice Silvia Abbà, intervengo all’incontro la professoressa Renata Pepicelli dell’Università di Pisa e Lodovico Mariani dell’organizzazione non governativa Un Ponte Per.
Il volume traccia un quadro dall’indipendenza irachena del 1932 alle proteste dell’ottobre 2019 attraverso storie di donne che parlano del coraggio di far sentire la propria voce, della loro determinazione a essere ciò che desiderano.
La presentazione è organizzata in collaborazione con Un Ponte Per e con il patrocinio dei corsi di laurea in Scienze per la Pace, il Centro interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP) e il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa.
Il libro è il primo della collana “Manifesta” diretta da Renata Pepicelli per Astarte Edizioni, spin off umanistico dell’Ateneo pisano.
Polo della Memoria: un’installazione in ricordo delle vittime delle leggi razziali
Quattrocentosedici placche d’ottone, per ricordare i cittadini ebrei ufficialmente censiti a Pisa nel 1938 e colpiti dalle leggi razziali. È questo l’intervento che l’artista Elena Cologni ha progettato per la facciata esterna del Polo della Memoria San Rossore 1938, dove sarà installato prima dell’estate. Un progetto che, a distanza di 85 anni dalla firma di quei provvedimenti, vuole riannodare i fili della memoria e ricordare la comunità ebraica pisana nella sua città e nei suoi luoghi, dove viveva, lavorava e cresceva i propri figli.
416_SR1938, questo il titolo dell’opera, è solo il primo di una serie di interventi che, oltre alla facciata, interesseranno anche il giardino del Polo didattico dell’Università di Pisa: dei gradoni in memoria dei docenti ebrei espulsi dall’Ateneo e un’istallazione in ricordo delle studentesse e degli studenti ebrei stranieri che quelle leggi, firmate dal re nella tenuta di San Rossore, allontanarono da carriere e studi condannandoli, in molti casi, all’inferno dei lager nazisti.
“Con l’installazione di Elena Cologni si rafforza il messaggio di cui il Polo della Memoria - San Rossore 1938 è portatore e si rinnova l’impegno della nostra comunità in difesa dei valori della democrazia, della libertà e del diritto alla dignità di ciascun essere umano – afferma Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa – Di tutto ciò ringrazio il mio predecessore, il professor Paolo Mancarella, che ha fortemente voluto questo progetto, legato al percorso da lui iniziato con la Cerimonia del ricordo e delle scuse del 2018 e proseguito, in tempi più recenti, proprio con l’inaugurazione di questo Polo”.
“Ricordare è riconnettersi con il nostro passato e questo progetto riapre inevitabilmente delle ferite profonde, che fanno parte della memoria sociale – spiega Elena Cologni - Allo stesso tempo, però, questo progetto vuole anche essere fulcro di un dialogo che possa indicare dei percorsi condivisi di attivazione di memoria comunicativa”.
Commissionato dall’Università di Pisa e curato da Alessandro Melis e Ilaria Fruzzetti - soci dello studio Heliopolis 21 Architetti Associati – assieme alla curatrice e critica di arte contemporanea, Gabi Scardi, l’intervento di Elena Cologni è realizzato in collaborazione con la Comunità ebraica di Pisa e con il Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell’Ateneo pisano. Il progetto ha avuto inoltre il supporto di Cambridge School of Art, Anglia Ruskin University e Arts Council England (GB).
Elena Cologni è artista ed accademica, formatasi all’Accademia Brera di Belle Arti, Milano, University of Leeds, ha conseguito un PhD in Arte e Filosofia alla University of the Arts London, dove ha anche ottenuto un post-dottorato su processi di memorizzazione nel presente (con i fondi di Art and Humanities Research Council). Dopo aver ricoperto posizioni all’ Università di Lincoln, all’ Università di Cambridge (GB) e ArtEZ, Univerity of the Arts (NL) ora è Senior Research Fellow con il ruolo di Research and Innovation Lead alla Cambridge School of Art (Anglia Ruskin University). Attraverso la ricerca artistica collabora con accademici per progetti collaborativi su memoria (Rockfluid, Dipartimento di Psicologia Sperimentale, Universta’ di Cambridge, 2011/15), e attaccamento al luogo (2016/19 Centre for Family Research, Cambridge University e Freud Museum, Londra), etica della cura (Homerton College, Cambridge; Drew University; Padiglione Italia, Biennale Architettura 2021). La carriera artistica di Cologni è stata sostenuta da numerose istituzioni tra cui: National Portrait Gallery (Londra), ICA (Londra), Tate Modern (Londra), CCA (Glasgow), Whitechapel Gallery (Londra), The Women’s Art Collection (Cambridge), MKGallery (Milton Keynes), Museums Quartier (Vienna), GAM (Bologna), GAMeC (Bergamo), Padiglione Italia, Biennale di Venezia, 17ª Mostra di Architettura 2021, Triennale di Tournai (Belgio), Fondazione Bevilacqua LaMasa (Venezia). Ha ricevuto numerosi premi e il supporto continuo da parte di Arts Council England e British Council (GB), ha inoltre vinto il prestigioso Getty Research Intitute Grant (Los Angeles 2023).
Anche l'Università di Pisa nello studio su Nature sulle migrazioni climatiche nell’era glaciale
Un gruppo di ricerca internazionale a cui ha partecipato la professoressa Elisabetta Starnini (in foto, durante una recente intervista) dell’Università di Pisa ha riscritto la storia genetica dei nostri antenati grazie al più grande set di genomi di cacciatori-raccoglitori europei preistorici mai studiato. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature è stata condotta da ricercatori dell'Università di Tubinga, di Pechino e del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, in collaborazione con 125 scienziati internazionali.
“Con il collega Vitale Sparacello dell’Università di Cagliari - spiega Starnini - abbiamo fornito il campione AC16, di una delle sepolture epigravettiane della famosa caverna delle Arene Candide in Liguria contribuendo alla ricostruzione delle dinamiche del popolamento del periodo postglaciale e tardoglaciale in Europa”.
Il team ha analizzato i genomi di 356 cacciatori-raccoglitori preistorici di popoli vissuti tra 35.000 e 5.000 anni fa che sono, almeno in parte, gli antenati degli attuali abitanti dell'Eurasia occidentale.
Dall’analisi è emerso che L'Italia non fu un rifugio climatico bensì un vicolo cieco dove si sono estinti gli antichi popoli preistorici che migrarono verso l'Europa sud-occidentale nel tentativo di mettersi al riparo dal picco più freddo dell'ultima glaciazione. Le popolazioni di cacciatori-raccoglitori associate alla cultura gravettiana che erano presenti nell'Europa centrale e meridionale, e in particolare in Italia, scomparvero infatti dopo la fase più acuta dell'era glaciale e furono sostituiti nelle stesse aree da nuove popolazioni con un bacino genetico diverso.
In volo parabolico per testare un innovativo dispositivo di trasporto di calore
Nel prossimo mese di novembre un innovativo dispositivo tecnologico sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) dell’Ateneo pisano sarà sottoposto a una sperimentazione ideata da sei studenti delle università di Pisa, Parma e Brighton su un volo parabolico dell’azienda Novespace a Bordeaux in Francia. Si chiama DEPLOY! ed è un progetto internazionale di ricerca scientifica e tecnologica selezionato dall’ESA – l’Agenzia Spaziale Europea – nell’ambito del PETRI Programme. Il DEPLOY! Project è l’ultimo di una lunga lista di vincitori provenienti dalle università coinvolte, come Phos, U-Phos e Hympact dall’Università di Pisa e PHP3 da Brighton.
Il soggetto della ricerca è un nuovissimo dispositivo di trasporto di calore chiamato Deployable Pulsating Heat Pipe. La PHP “flessibile” è un dispositivo a primaria applicazione spaziale e ha necessità di essere testato in microgravità. Le sue applicazioni possono essere variabili, ad esempio può essere utilizzata per ripiegare automaticamente i radiatori per ridurre il rischio di collisioni con detriti. Le PHP sono una soluzione altamente promettente per le applicazioni spaziali e terrestri e la loro flessibilità è il prossimo passo evolutivo necessario al loro progresso.
I quattro studenti di Pisa in laboratorio con la PHP: da sinistra Silvia Picchi (Ingegneria energetica), Vittorio Rosellini (Ingegneria robotica), Nicola Ricci (Ingegneria energetica), Alessandro Billi (Ingegneria aerospaziale).
“Nell’aeroporto di Bordeaux il nostro esperimento salirà a bordo di un Boeing dell’Airbus A310 Zero G di Novespace che, dopo essere salito a quota 7500 metri, andrà in caduta libera per circa 20 secondi nei quali si sperimenterà l’assenza di peso; questo accadrà per 30 volte in ognuno dei tre voli previsti – spiega Alessandro Billi, team leader del progetto – È in quel momento che il nostro esperimento potrà essere testato con maggiore efficacia. L’aspetto più emozionante è che noi del team saremo a bordo dell’aereo per condurre il test e verificare che gli strumenti utilizzati funzionino senza intoppi. Per noi è un’opportunità unica per arricchire la ricerca nel campo delle PHP e, personalmente, provare almeno per un po’ ciò che provano solo gli astronauti sulla stazione spaziale”.
Erin Saltmarsh dell’Università di Brighton con la struttura di controllo.
“La creatività dei nostri studenti e delle nostre studentesse, le competenze acquisite nei corsi di studio, la capacità di lavorare in team, innescano energie che generano a loro volta un entusiasmo contagioso che rigenera tutta la comunità universitaria – commenta la professoressa Enza Pellecchia, prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, che ha incontrato il team DEPLOY! insieme ai professori Corrado Priami e Alessio Cavicchi, delegati per la valorizzazione e la promozione della ricerca e per le nuove iniziative imprenditoriali, per complimentarsi con loro – Avverto una atmosfera di crescita, di fioritura di talenti, sento che stiamo andando nella direzione indicata dal Rettore nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico”.
Il DEPLOY! Project è stato ideato con lo scopo di favorire una collaborazione multinazionale fra studenti, con l’obiettivo di dare loro la possibilità di interagire con i colleghi di altre università e paesi per confrontare le loro conoscenze e rafforzare i loro pregi. La squadra di ragazzi è composta da quattro studenti dell’Università di Pisa – il team leader Alessandro Billi (Ingegneria aerospaziale), Silvia Picchi (Ingegneria energetica), Vittorio Rosellini (Ingegneria robotica), Nicola Ricci (Ingegneria energetica) –, Erin Saltmarsh dell’Università di Brighton e Michele Bocelli, dottorando dell’Università di Parma (nella foto a destra con la termocamera). Il team pisano fa riferimento al Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) ed è coordinato dal professor Sauro Filippeschi e dal ricercatore Mauro Mameli.
Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili sul sito deploy.unipi.it.
Selezioni di personale di cat. C presso diverse strutture
Anche UniPi nello studio su Nature sulle migrazioni climatiche nell’era glaciale
Un gruppo di ricerca internazionale a cui ha partecipato la professoressa Elisabetta Starnini (in foto, durante una recente intervista) dell’Università di Pisa ha riscritto la storia genetica dei nostri antenati grazie al più grande set di genomi di cacciatori-raccoglitori europei preistorici mai studiato. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature è stata condotta da ricercatori dell'Università di Tubinga, di Pechino e del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, in collaborazione con 125 scienziati internazionali.
“Con il collega Vitale Sparacello dell’Università di Cagliari - spiega Starnini - abbiamo fornito il campione AC16, di una delle sepolture epigravettiane della famosa caverna delle Arene Candide in Liguria contribuendo alla ricostruzione delle dinamiche del popolamento del periodo postglaciale e tardoglaciale in Europa”.
Il team ha analizzato i genomi di 356 cacciatori-raccoglitori preistorici di popoli vissuti tra 35.000 e 5.000 anni fa che sono, almeno in parte, gli antenati degli attuali abitanti dell'Eurasia occidentale.
Dall’analisi è emerso che L'Italia non fu un rifugio climatico bensì un vicolo cieco dove si sono estinti gli antichi popoli preistorici che migrarono verso l'Europa sud-occidentale nel tentativo di mettersi al riparo dal picco più freddo dell'ultima glaciazione. Le popolazioni di cacciatori-raccoglitori associate alla cultura gravettiana che erano presenti nell'Europa centrale e meridionale, e in particolare in Italia, scomparvero infatti dopo la fase più acuta dell'era glaciale e furono sostituiti nelle stesse aree da nuove popolazioni con un bacino genetico diverso.