La mia settimana da ministro ai G8/G20 Youth Summits
Francesca Larosa, studentessa del secondo anno di Economia e commercio all'Università di Pisa, ha rappresentato l'Italia come ministro dello sviluppo ai G8/G20 Youth Summits, che si sono tenuti in Francia dal 29 maggio al 3 giugno 2011. In questo articolo, la giovane studentessa racconta la sua esperienza a Parigi.
Ho sempre seguito con grande interesse le riunioni dei grandi del mondo ritenendo che i destini dei popoli fossero dipendenti dagli scambi di opinione derivanti da quelle conversazioni. Il G8 e il G20 hanno sempre rappresentato per me due clubs privati ed esclusivi, due circoli del potere.
Dopo una selezione basata su CV, lettera motivazionale e colloquio su Skype, sono stata chiamata per rappresentare l'Italia come Ministro dello Sviluppo ai G8/G20 Youth Summits di Parigi (29 Maggio – 3 Giugno 2011). Stessa forma di quelli "reali", ma delegati molto più giovani e freschi.
A portare alte le istanze del "Bel Paese" sette baldi universitari, divisi per competenze: Capo di Stato (Edoardo Morgante), Sherpa
(Marta Castellani), Economia (Francesco Tacconi), Difesa (Nicola Speranza), Esteri (Cinzia Bianco), Ambiente (Erika Guerra) ed la sottoscritta allo Sviluppo. Sono partita da Pisa piena di emozione, di speranze, un paper in tasca che mi ha fatto da guida e ha tracciato la mia linea di discussione e tanta voglia di dire la mia. Difesa ed Esteri nel G8, gli altri nel G20, Capi di Stato e Sherpa in entrambi i summit.
Giunti nella capitale francese le aspettative non sono state deluse: il lavoro presso la ESCP (l'università che ospitava le negoziazioni) si è rivelato stimolante e i partecipanti al programma attenti, competenti e pieni di potenziale. L'agenda del mio pannello ha interessato la volatilità dei prezzi del cibo, la produttività nel settore agricolo, le rimesse degli immigrati, il microcredito, la microfinanza e fin da subito abbiamo capito come ognuno di noi avesse le idee ben chiare in proposito. Al contrario di ciò che si ritiene, nel G8/G20 non si vota: non è la maggioranza a fare la differenza, ma il consenso, il chè rende le cose più complesse da un punto di vista diplomatico perchè si ha la necessità di coinvolgere le istanze di tutti e trovare un compromesso soddisfacente. Ovviamente Paesi più importanti e potenti, contano teoricamente di più, ma l'Italia ha in questo caso, lasciato un'impronta davvero positiva in quasi tutte le aree. Dalle più problematiche (come la Difesa e gli Esteri) a quelle più friendly (come Ambiente e Sviluppo), siamo riusciti a mantenere un'ottima linea e a parlare in rappresentanza di una popolazione giovanile che troppo spesso è relegata nel silenzio e nella passività politica.
E' stato decisivo, a questo riguardo, il pre-summit: Europe's Voice, una tavola rotonda, anch'essa organizzata per Ministeri diversi, di tutti i delegati europei (Francia, Italia, Regno Unito, Germania e l'Unione Europea come osservatore), al termine della quale è stato prodotto un comunicato finale che ha gettato le fondamenta per quello, successivo e più complesso, del G8/G20.
Ci siamo ben presto resi conto dell'importanza di un'istituzione sovranazionale, della nostra matrice comune e del vantaggio che ciascuno poteva trarre nell'essere appoggiato da altri quattro stati. Un "gioco cooperativo" per usare una terminologia economica, che ha dato degli ottimi risultati portandoci ad una win-win strategy che ci ha profondamente aiutato in sede di negoziazione con Paesi più lontani quali Indonesia, Russia e Giappone.
Tornata a casa sento di aver imparato moltissimo e di aver avuto modo di esprimere le mie idee come mai prima: è chiaro che la nostra opinione personale fosse irrilevante, ma l'individualità ha giocato un ruolo chiave: un delegato forte è anche colui che alle competenze e alle conoscenze aggiunge una personalità forte e dinamica. Ho avuto una possibilità unica di affacciarmi da vicino al mondo diplomatico (anche se in senso giovanile) e di capire quanto sia difficile conciliare posizioni a volte opposte; ho dovuto fare i conti con le differenze linguistiche (tutti i summit sono in inglese) prestando attenzione al fatto che definire l'Iran "amico" o "alleato" può dar vita ad una discussione interminabile (i Capi di Stato sono rimasti chiusi nelle loro stanze a negoziare fino alle 6:30 del mattino, ndr). Ho fatto i conti con gli stereotipi culturali che tutti i popoli hanno sulle spalle, sentendo la responsabilità di dimostrare che gli Italiani possono arrivare prima dei tedeschi sul lavoro e provando profonda soddisfazione nel notare un lieve stupore sui visi degli altri.
Dal punto di vista umano, la ricchezza acquisita è inesprimibile a parole. Molti di coloro con cui ho avuto la fortuna di parlare sono, senza ombra di dubbio, i leader del futuro, coloro che con le loro idee guideranno gli Stati in un futuro non troppo lontano e la sensazione è di viva speranza. La nostra generazione non è semplicemente più mobile di quella precedente; è caratterizzata da un'internazionalizzazione che sta facendo davvero la differenza. Basti pensare al fatto che ognuno di noi parlava almeno due o tre lingue: la comunicazione si appiana, le differenze sono solamente fonte di ricchezza.
Tornata in patria, la delegazione italiana sta lavorando alla messa in piedi di un'associazione che coordini questi tipi di summit dalla logistica alla preparazione. Con l'appoggio del Ministro della Gioventù che abbiamo incontrato prima di partire e di altre organizzazioni internazionali e non, speriamo di essere in grado di diventare ancora più forti e di preparare la strada per i successivi giovani Ministri. Nel frattempo sosteniamo gli esami in università portando avanti il nostro singolare percorso, ognuno nella propria sede. Dalla Cina al Canada, i piccoli rappresentanti delle 20 potenze del mondo, continuano le loro vite. Il prossimo anno i summit saranno divisi: G8 negli Stati Uniti e G20 in Messico e c'è chi già si sta preparando all'evento. Nel frattempo è possibile leggere il comunicato finale su www.g8-g20-youth-summits.org, scoprire i CV dei delegati, vedere i video degli eventi e delle negoziazioni e farsi un'idea almeno approssimativa di ciò che è stato. United we stand, divided we fall: al prossimo anno!
Francesca Larosa
Ne hanno parlato:
Internet delle cose, Pisa capofila in Europa
Nel nostro futuro ci saranno telefonini in grado di monitorare i parametri vitali del portatore e di trasmetterli in tempo reale al centro ospedaliero di riferimento, sistemi che rilevano i livelli di traffico all'interno di una galleria avvisando i soccorsi in caso di allarme, frigoriferi che controllano e segnalano la scadenza degli alimenti e automobili che dialogano con i semafori. Questi sono solo alcuni esempi delle infinite applicazioni di Internet 3.0, che metterà in rete tra loro non solo i computer, ma oggetti diversi e di uso quotidiano, dotati di una propria "intelligenza" e capaci di comunicare tra loro attraverso piccoli sensori che trasmettono e ricevono informazioni. Il risultato sarà un universo fisico interconnesso, che è stato ribattezzato "Internet delle cose" ("The Internet of Things").
La Comunità Europea ha riconosciuto l'importanza che queste applicazioni avranno nella nostra vita quotidiana e ha deciso di stimolare e finanziare la nascita di uno spazio comune europeo di ricerca e di formazione nel settore, attraverso la creazione di una rete di eccellenze raccolte intorno allo "European Institute of Embedded Control" (EECI). In questa rete, l'Università di Pisa ha un ruolo di primissimo piano, essendo la struttura coordinatrice degli studi congiunti di dottorato ICO-NEH (International Curriculum Option of Doctoral Studies in Networked, Embedded, and Hybrid Control Systems for Complex Distributed Heterogeneous Systems). ICO-NEH è frutto di un accordo sottoscritto da 18 tra le maggiori università italiane ed europee (italiane, tedesche, francesi, spagnole, olandesi e greche) per la creazione di un percorso comune di eccellenza negli studi di dottorato, che porterà alla formazione di una comunità scientifica formata da giovani di alto livello e dalle solide basi comuni.
"L'Unione Europea - spiega Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa – sta finanziando molti progetti legati al cosiddetto Internet 3.0, poiché mira a conservare e se possibile consolidare il primato acquisito in questo campo su Stati Uniti e Giappone. La questione della formazione è dunque decisiva per creare una comunità di scienziati altamente qualificata e in grado di competere con quelle dei Paesi non europei. Per questo, la firma della convenzione ICO-NEH rappresenta per l'Italia un'importante opportunità per rimanere all'avanguardia in un settore tecnologico strategico e molto promettente in quanto a sviluppi applicativi".
"Creando una rete internazionale di atenei e laboratori interdisciplinari che collaborano tra di loro – aggiunge Antonio Bicchi, direttore del Centro 'Enrico Piaggio' dell'Università di Pisa e ideatore di ICO-NEH – l'internet degli oggetti sarà integrato sempre di più con campi di ricerca molto diversi, come robotica, informatica, medicina e molti altri, generando applicazioni e risolvendo problemi socialmente molto rilevanti, come la produttività e la piacevolezza del lavoro, la medicina e la riabilitazione, l'assistenza e la cura domestica".
Ne hanno parlato:
The University of Pisa as leader in Europe for research and training on 'The Network of the Future'
In our future there will be mobile phones capable of monitoring their bearers' vital parameters and transmitting these, in real time, to referred hospitals, systems which will be able to detect traffic levels inside tunnels thus averting rescuers in case of alarm, fridges which will control and detect food expiration, and cars which will converse with traffic lights. These are a few examples of the infinite applications of 'Internet 3.0' which will place onto the network not only the computers themselves (all interconnected) but various objects of daily use 'gifted' with their own 'intelligence' and capable of communicating among themselves via small sensors which can transmit and receive information. The result will be an interconnected physical universe which has been renamed: 'The Internet of Things.'
The European Community has recognised the importance these applications will have in our daily lives and has decided to encourage and finance the establishment of a European common space for research and training in this sector through the creation of a 'Network of Excellence (NoE)' revolving around the EECI (European Embedded Control Institute). The University of Pisa has a major role in this network in that it acts as the coordinating body of the 'ICO-NEH joint course in doctorate studies' (International Curriculum Option of Doctoral Studies in Networked, Embedded and Hybrid Control Systems for Complex Distributed Heterogenous Systems). ICO-NEH is the product of an agreement undersigned by 18 of the largest Italian and European (Italian, German, French, Spanish, Dutch and Greek) universities for the creation of a 'pathway to excellence' via a doctorate course which will result in the training of a high level young-bodied scientific community having a solid common basic understanding among its members.
"The European Union" explains Massimo Augello, Chancellor of the University of Pisa, " is financing many projects concerned with 'Internet 3.0', since it aims at preserving and, if possible, consolidating the primacy acquired in this field over the United States and Japan. The question of training is crucial for creating a community of highly qualified scientists capable of competing with others from non-European countries. For this, the signing of the ICO-NEH convention represents an important opportunity for Italy to continue its avantgarde approach in a sector which is technologically strategic and which is very promising in terms of application development."
"In creating an international network of universities and interdisciplinary laboratories which inter-collaborate," adds Antonio Bicchi, director of the 'Enrico Piaggio Centre' at the University of Pisa and creator of the 'ICO-NEH Project,' 'The Internet of things' will be integrated more and more with very diverse fields of research, such as robotics, I.T., medicine and many others, all of which will generate applications such as productivity, 'agreeableness' of work, medicine, rehabilitation, assistance and domestic care.
Bruner: letteratura, diritto e vita
Per tre giorni Pisa ha ospitato uno dei più grandi rappresentanti della psicologia contemporanea: Jerome Bruner. Studioso di psicologia, di diritto e di letteratura, Bruner, uno dei padri del cognitivismo e della psicologia culturale, può essere definito un grande umanista dei nostri tempi.
L’ultimo dei tre incontri, che si è tenuto il 6 luglio a giurisprudenza, è stato dedicato ai rapporti tra diritto, letteratura e vita. Un incontro molto partecipato, tanto che è stato necessario trovare un’aula più grande, mentre il novantaseienne professor Bruner aspettava pazientemente su una panchina nel cortile della Sapienza.
Poi l’aula è stata scelta, si è riempita, e alla fine, sorridente e appoggiandosi sul suo bastone è entrato in aula Jerome Bruner, che risponde abbastanza ai cliché del vecchio saggio, con la faccia abbronzata e segnata da profonde rughe e gli occhi ingranditi e un po’ deformati dalle lenti degli occhiali.
Dopo le presentazioni di Daria Coppola e Pierluigi Consorti, Bruner è “saltato”, come ha affermato, al cuore del tema del suo intervento: la necessità del rapporto tra letteratura e diritto, quindi la necessità di una forte interdisciplinarità nella ricerca e nella didattica accademica. Quell’ interdisciplinarità che, ha riconosciuto Consorti nella sua introduzione, suona ancora scandalosa, specialmente in ambito giuridico in Italia.
Il rapporto tra letteratura e diritto è invece secondo Bruner fondamentale: sia la letteratura che il diritto descrivono, ognuno a suo modo, la realtà sociale in cui hanno radici comuni.
Mentre la letteratura però esplora le possibilità della vita, ciò che potrebbe essere, il diritto impone delle costrizioni, limita le possibilità dentro delle norme, ed è sostenuto in questa limitazione dal complesso e potente apparato repressivo (magistratura e forze dell’ordine) di cui sono dotati gli stati moderni.
Nelle aule di tribunale anglosassoni, i testimoni cominciano alzando la mano destra e dicendo
“Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”. È impossibile, chiosa Bruner ridendo, però è chiaro che il diritto vuole la verità, mentre la letteratura vuole la verosimiglianza, ha come criterio ciò che è umanamente possibile.
Nonostante le loro grandissime differenze, diritto e letteratura hanno però bisogno l’uno dell’altra, condividono un approccio umano alla nostra condizione: condividono un modo di pensare “narrativo”, il modo in cui diamo senso alla condizione umana.
Per definire cosa è la narrazione Bruner ha come punto di riferimento un grande del pensiero classico, Aristotele, e il suo concetto di “peripeteia”, lo sconvolgimento delle attese per un evento imprevisto. Al centro di ogni buona storia c’è una violazione di un codice di norme, perchè ogni storia ha una sottostante assunzione di valori: la narrazione procede col tentativo di rimettere a posto le cose, di trovare una soluzione allo sconvolgimento che è successo.
Un altro grande punto di riferimento è Michail Bachtin quando afferma che la funzione della letteratura è di rendere strano ciò che è familiare.
Bruner mima la letteratura: la letteratura ti acchiappa per la giacca e dice “Ehi , aspetta un momento! Ti pare normale tutto questo?”. La letteratura ha quindi un carattere sovversivo e disturbante.
Nel suo corso ad Harvard Bruner ha deciso di alternare di settimana in settimana lo studio di casi giuridici allo studio di casi letterari: ad esempio è stato chiesto agli studenti di fare un’analisi giuridica dell’Orestea di Eschilo, che è particolarmente significativa per i suoi rapporti con il diritto. Allo stesso tempo anche i casi giuridici vengono studiati dal punto di vista letterario. La giustizia e il diritto devono gestire il conflitto tragico, e hanno bisogno della letteratura per comprendere la tragedia.
“Le tre giornate con Jerome Bruner” afferma Daria Coppola, del Dipartimento di Linguistica, una delle organizzatrici dell’iniziativa “sono state un’importante occasione di apertura dell’Università, di contatto tra il mondo accademico, la provincia, il comune e le scuole del territorio.
Spesso all’università si raggiungono risultati nel campo della ricerca di cui le scuole sono del tutto all’oscuro. Allo stesso tempo nelle scuole molti insegnanti sperimentano sul campo metodologie innovative che sarebbero estremamente interessanti per il mondo accademico. Gli incontri con Bruner sono stati una preziosa occasione non solo per riflettere assieme su temi importanti, ma anche per prendere contatti e gettare i semi per future collaborazioni.”
“L’importanza di figure come Bruner” continua Coppola “sta anche nel suo insistere sull’interdisciplinarità della ricerca e dell’attività accademica.A volte ci si chiude a coltivare il proprio giardinetto e si guarda solo a quello, senza accorgersi, a causa dei muri di recinzione, degli altri giardini che ci circondano; se si abbattessero le recinzioni, anziché avere tanti piccoli giardini avremmo un bel parco da coltivare assieme, con maggior beneficio per tutti. Oggi, con l’affermarsi di modelli aziendali anche per l’università, si insiste troppo sulla competizione e poco sulla collaborazione. Un grande maestro come Bruner ci ricorda che nel 21° secolo la ricerca o è interdisciplinare o non è”.
Tecnica chirurgica d'avanguardia applicata agli animali
È stata eseguito all'Ospedale didattico veterinario "Mario Modenato" dell'Università di Pisa il primo intervento in Italia e tra i primi al mondo di plasmaferesi terapeutica con tecnica di filtrazione a cascata in un cane affetto da mieloma multiplo. Tale tecnica consente la separazione del plasma dai globuli rossi, mediante l'ausilio di un primo filtro separatore, e nella sua successiva purificazione per passaggio in un filtro di depurazione. Questo permette di allontanare i composti nocivi presenti in circolo, mantenendo inalterate le restanti componenti ematiche del paziente.
La plasmaferesi fa parte di un gruppo di tecniche terapeutiche, estremamente complesse, definite genericamente con il termine di terapie extracorporee che, sebbene ampiamente diffuse in medicina umana, trovano un'applicazione ancora molto limitata in medicina veterinaria. La terapia plasmaferetica prevede una numerosa serie di applicazioni cliniche e rientra in un progetto ambizioso che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di Clinica veterinaria dell'Ateneo pisano e la University of California Davis. È infatti all'Università di Davis che la dottoressa Ilaria Lippi, che ha eseguito l'intervento di plasmaferesi, ha appena trascorso un periodo di studio e aggiornamento sotto la guida del professor Larry Cowgill.

La dottoressa Lippi fa parte dell'Unità operativa di medicina interna e di medicina d'urgenza dell'Ospedale didattico veterinario, dove lavora sotto la guida della professoressa Grazia Guidi.
La collaborazione tra Ilaria Lippi e il professor Cowgill, nonché le competenze e la forte determinazione della professoressa Guidi, hanno portato di recente alla creazione nell'ospedale pisano di una della Sezione di nefrologia, emodialisi e purificazione ematica, diretta dalla stessa Guidi, che rappresenta una sostanziale novità nel panorama universitario veterinario italiano e conferma la volontà e l'impegno della facoltà pisana di Medicina veterinaria a raggiungere standard qualitativi sempre migliori nella didattica e nella ricerca.
Ne hanno parlato:
A Economia una simulazione del test d’accesso per i ragazzi delle superiori
Martedì 12 luglio alle ore 9, nei locali del Centro di calcolo, la facoltà di Economia organizza un incontro dedicato alla simulazione del test di accesso. All'iniziativa, organizzato dalla Commissione orientamento e comunicazione in collaborazione con la Commissione test di accesso, parteciperanno 45 studenti provenienti dagli istituti superiori delle varie province della Toscana, la maggior parte dei quali ha partecipato a "Porte aperte a Economia 2011".
Obiettivo dell'incontro è quello di illustrare le modalità di svolgimento del test di accesso per favorire la preparazione e rendere più agevole l'approccio alla prova. A tal fine, a una prima parte illustrativa, seguirà una vera e propria simulazione pratica effettuata con i computer del Centro di calcolo della facoltà.
Un’antica camera mortuaria scoperta sotto la chiesa di Sant’Eufrasia
Una stanza a ferro di cavallo, con un pozzo centrale e un bancone lungo le pareti che riporta i nomi e la data di morte dei defunti posti al suo interno, tutti del XVIII secolo. Si tratta dunque di un ambiente ipogeo la struttura, parzialmente allagata, che è stata rinvenuta nel cantiere posto tra via Santa Maria e via Dei Mille, immediatamente alle spalle della chiesa di Sant'Eufrasia.
Il ritrovamento archeologico è avvenuto nel corso dei lavori di restauro e recupero funzionale del complesso ex Salesiani e chiesa di Santa Eufrasia, da destinare a sede del centro bibliotecario di Antichistica e dei dipartimenti di Scienze storiche del mondo antico, Scienze archeologiche e Filologia classica. Gli importanti lavori attualmente in corso, iniziati nel luglio 2010, comprendono anche la riqualificazione delle aree esterne, comunicanti con il giardino di Palazzo Carità, sede dei dipartimenti di Filosofia e Storia, e la realizzazione di un nuovo edificio da destinare a sede della biblioteca di Lingue e letterature moderne. La direzione dei lavori è condotta da personale interno al Servizio ristrutturazioni e nuove costruzioni dell'Università di Pisa.
Durante i lavori di ristrutturazione dell'immobile immediatamente alle spalle dell'attuale chiesa di Sant'Eufrasia, di proprietà della Parrocchia di San Sisto, è stato rinvenuto al di sotto dell'abside un ambiente ipogeo di cui si era persa la memoria storica. A seguito del ritrovamento imprevisto è stato immediatamente effettuato un sopralluogo, alla presenza delle dottoresse Ducci e Paribeni, della Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana, e dell'architetto Ciafaloni, della Soprintendenza per i Beni ambientali architettonici artistici e storici di Pisa. Al sopralluogo ha partecipato il prorettore all'Edilizia, Sandro Paci, e la professoressa Marisa Bonamici, direttrice del dipartimento di Scienze archeologiche, che assiste la direzione lavori per gli aspetti relativi alle indagini archeologiche, indispensabili data la natura degli interventi previsti in un'area ad alto potenziale archeologico.
Le prime indagini sulla struttura, rinvenuta parzialmente allagata per le infiltrazioni dovute all'acqua di falda, hanno permesso di chiarirne preliminarmente la sua funzione come camera mortuaria. Si tratta infatti di una stanza a pianta di ferro di cavallo, alla quale si accedeva attraverso un lungo corridoio dalla parte opposta alla chiesa, corridoio attualmente ostruito. L'ambiente presenta un pozzo centrale e un bancone continuo lungo le pareti recante sull'intonaco i cartigli con l'indicazione dei nomi e della data di morte dei defunti deposti al suo interno, tutti del XVIII secolo.
La rottura di una parte del bancone, avvenuta molto probabilmente in antico durante dei lavori di restauro dell'immobile, ha infatti causato la dispersione nella stanza di parte del materiale scheletrico ivi contenuto.
In accordo con le Soprintendenze sono state delineate le indagini archeologiche e antropologiche necessarie a comprendere la caratteristiche e l'importanza di questo ritrovamento, indagini che dovranno riguardare anche zone limitrofe alla camera ipogea, attualmente interessate dal cantiere.
L’Università di Pisa al top in Italia in lingue moderne, fisica e statistica
Lingue moderne, fisica e statistica: sono queste le discipline accademiche in cui l'Università di Pisa si è distinta a livello internazionale secondo i "ranking by subject" pubblicati dal "QS World University Rankings", la classifica che dal 2004 valuta i migliori atenei del mondo e che quest'anno, per la prima volta, ha preso in esame i singoli ambiti disciplinari. Con una valutazione che si basa principalmente su qualità della ricerca, indici di occupabilità dei laureati, numero di citazioni e impegno a favore dell'internazionalizzazione, Pisa è riuscita a emergere in 3 delle 26 discipline prese in analisi, confermando la sua eccellenza nei diversi settori. Oltre a ribadire la riconosciuta tradizione dell'Università di Pisa nelle discipline scientifiche, i "ranking by subject" testimoniano infatti la qualità accademica di Pisa anche nel settore umanistico e delle scienze sociali ed economiche.
Nelle lingue moderne, l'Ateneo pisano occupa una posizione tra la 101° e la 150°, ed è seconda tra le università italiane dopo Bologna (51°-100°) e insieme alla Sapienza di Roma. Anche in fisica l'Università di Pisa si è piazzata tra il 101° e il 150° posto, dopo la Sapienza di Roma (51°-100°) e insieme agli atenei di Roma Tor Vergata e Bologna. Pisa si trova invece tra il 151° e il 200° posto della classifica delle discipline statistiche (nell'area delle Scienze sociali) insieme a Firenze, dopo Bologna (51°-100°), Sapienza di Roma e Padova (101°-150°).
Per conoscere la classifica generale delle Università stilata da "QS Ranking" e pubblicata ogni anno sul sito www.topuniversities.com è necessario aspettare ancora qualche settimana. Lo scorso anno l'Università di Pisa occupava il 300° posto, (guadagnando 22 posizioni rispetto al 2009) classificandosi quinta a livello nazionale, dopo Bologna (176°), la Sapienza di Roma (190°), Padova (261°) e Milano (295°).
Inaugurato alla facoltà di Economia un laboratorio linguistico multimediale
La facoltà di Economia ha inaugurato un nuovo laboratorio linguistico multimediale, dotato di 26 postazioni e attrezzato con le più moderne tecnologie per consentire al docente di interagire con la classe e agli studenti di accedere a innumerevoli servizi digitali in un contesto interattivo particolarmente stimolante. Il taglio del nastro è avvenuto mercoledì 6 luglio 2011, alle ore 10.30, alla presenza del preside Dianora Poletti, del rettore Massimo Augello e dei prorettori Ada Carlesi, Maria Antonella Galanti e Rosalba Tognetti.
La nuova struttura permette di allestire conferenze a distanza e di sviluppare piattaforme e-learning di ultima generazione a supporto dell'apprendimento individuale o di gruppo. La disponibilità di applicativi innovativi per lo studio delle lingue straniere, inoltre, qualifica il laboratorio come un centro linguistico dotato di supporti all'avanguardia, quali filmati interattivi e software di simulazione destinati al sostegno dell'apprendimento. In questo modo la facoltà potrà perfezionare le tecniche di insegnamento delle lingue straniere, la cui ricca offerta consente agli studenti di scegliere tra l'inglese, il francese, lo spagnolo e il tedesco.
L'accesso al laboratorio non sarà limitato ai soli studenti di Economia, ma riguarderà una molteplicità di utenti che potranno contare su un centro linguistico multimediale sofisticato e funzionale con standard tecnologici di assoluto rilievo.
La struttura è stata finanziata in parte con il sostegno di Unicredit Spa che, a seguito di gara pubblica, si è aggiudicata il servizio bancomat interno alla facoltà, versando quale corrispettivo un contributo di sponsorizzazione per la realizzazione di questo nuovo progetto. Il ricorso a gare pubbliche ha consentito di selezionare i migliori partner privati che hanno sostenuto la realizzazione di varie attività, applicando un modello che rappresenta una best practice riconosciuta a livello nazionale, non solo in ambito pubblico.
Con questa iniziativa si accresce ulteriormente la quantità e la qualità dei servizi offerti dalla facoltà pisana di Economia, che ha sviluppato in questi ultimi anni un articolato progetto di crescita capace di reggere la competizione con le migliori facoltà pubbliche e private.
La professoressa Maria Allegrini nominata nel Consiglio scientifico dell’AERES
Su proposta del Ministro dell'insegnamento superiore e della ricerca francese, Maria Allegrini, professore ordinario di Fisica della materia all'Università di Pisa, è stata nominata nl gruppo di "personalità qualificate", e unica straniera, nel Consiglio scientifico dell'AERES, l'agenzia per la valutazione della ricerca e dell'insegnamento superiore francese corrispondente all'ANVUR italiana. Il presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy ha recentemente nominato il nuovo presidente del Consiglio scientifico dell'AERES e con lui i dieci nuovi membri in sostituzione dei componenti a cui quest'anno scadeva il mandato. Il neo-nominato presidente è il professor Didier Houssin, chirurgo di fama internazionale e precedentemente direttore generale della Sanità pubblica francese.
L'AERES è un'autorità amministrativa indipendente istituita in Francia nel 2007 con l'incarico di valutare le istituzioni di insegnamento superiore e gli enti di ricerca pubblici, e di validare le procedure di valutazioni dei loro docenti e ricercatori. Il Consiglio scientifico dell'AERES si riunisce circa un giorno al mese ed è composto di 25 persone, incluso il suo presidente e due parlamentari francesi. Il loro compito è di assicurare la coerenza delle procedure di valutazione dell'agenzia e di controllare che venga tenuto conto della diversità degli statuti e delle missioni delle strutture valutate. Il Consiglio scientifico è anche il garante della qualità delle valutazioni fatte dall'AERES attraverso le sue tre sezioni, rispettivamente per le istituzioni, i gruppi di ricerca e i diplomi universitari.
Maria Allegrini è docente di Fisica alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e attualmente sta collaborando a un esperimento al Laboratoire Aimé Cotton, Université Paris Sud-11, Orsay. La sua attività di ricerca recente si è concentrata nell'ambito della scienza dei materiali, in particolare nanoscienza e nano-ottica. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati in più di 300 articoli e in numerose presentazioni a congressi internazionali. È anche coautore di 3 testi didattici.