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Comunicati stampa

La professoressa Michela Ori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa ha vinto la terza edizione del bando Telethon-Cariplo aggiudicandosi un finanziamento di 80mila euro, l’unico assegnato in Toscana.

Grazie al contributo, la professoressa Ori condurrà uno studio pilota sulla mutazione del gene ZNF865, causa di una sindrome che comporta ritardi nello sviluppo e nelle abilità cognitive, riduzione del tono muscolare e tratti cranio-facciali alterati. Per gli studi preliminari verrà utilizzato il pesciolino Zebrafish, che condivide con l'uomo la struttura genomica di questo gene e, attraverso la tecnologia di editing genetico CRISPR/Cas13, si potrà verificare se la perdita della funzione di questo gene provochi nel modello animale le anomalie di sviluppo osservate nei pazienti. Se i risultati saranno positivi, sarà possibile sviluppare modelli genetici ancora più accurati della patologia ed eventualmente testare farmaci e nuove terapie.

"Siamo felici e onorati di poter continuare a portare avanti le nostre ricerche su malattie genetiche rare al Dipartimento di Biologia grazie al supporto di Telethon – ha detto Michela Ori - Questa sarà una nuova sfida per dare un contributo allo studio di una patologia rara orfana che non ha ancora un nome ma che comporta alterazioni importanti nello sviluppo, nella crescita e nella gestione della vita adulta dei pazienti".

 

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Il gruppo di ricerca, da sinistra Sofia Marchetta, Michela Ori, Caterina Soldo, Martina Orefice e Benedetta Cimbalo

 

Giunto alla terza edizione, il bando di Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon ha portato alla selezione di 14 nuovi progetti di ricerca, per un totale di 3,2 milioni di euro e di 22 gruppi di ricerca coinvolti. Sale così complessivamente a quasi 14 milioni di euro l’investimento congiunto da parte delle due Fondazioni, che ha portato al finanziamento di 59 progetti di ricerca che hanno coinvolto 90 centri di ricerca italiani.

Questa iniziativa, ispirata a un programma dei National Institutes of Health (NIH) americani, mira proprio a “illuminare la porzione più oscura del genoma umano”, invitando i ricercatori a studiare aspetti genetici e meccanismi molecolari ancora in gran parte sconosciuti o scarsamente compresi, ma che rappresentano un potenziale per lo sviluppo di nuove terapie per le malattie rare. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli T-dark, per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci. Nonostante il genoma umano sia stato sequenziato completamente, di molti geni e delle proteine da loro codificate sappiamo infatti ancora poco. Basti pensare che delle 4500 proteine umane ritenute dei possibili bersagli farmacologici, soltanto 700 sono attualmente nel mirino di farmaci approvati: significa cioè che tra tutte le altre, oltre l’80 per cento, potrebbero esserci proteine adatte a essere oggetto di studio per mettere a punto nuove terapie, ma per motivi diversi non vengono studiate.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei centri di ricerca coinvolti, la maggior parte – 14 su 22 – si trova in Lombardia; gli altri sono dislocati in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte e Toscana. Tra le patologie oggetto di studio ci sono alcune forme di distrofia muscolare come quella di Duchenne e la facio-scapolo omerale, malattie del sangue quali l’emocromatosi, la teleangiectasia emorragica e la talassemia, ma anche disturbi del neurosviluppo e tumori rari.

Le proposte di progetto presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati sono state complessivamente 77. Di queste, 69 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). Per la valutazione dei progetti è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta, a garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione.

“Siamo orgogliosi di questa iniziativa in collaborazione con Fondazione Cariplo, che rappresenta un contributo concreto all’avanzamento della ricerca scientifica nel nostro Paese. Anche nella terza edizione abbiamo raccolto tante proposte in ambiti della genetica finora inesplorati che potrebbero contribuire a chiarire aspetti ancora sconosciuti di diverse malattie rare - ha dichiarato Celeste Scotti, direttore della Ricerca e Sviluppo di Fondazione Telethon. Continuare a supportare la ricerca di base è fondamentale, perché solo così si possono fornire risposte alle tante domande ancora aperte e provare a individuare nuovi approcci terapeutici. Ed è per questo che ribadiamo il nostro impegno a proseguire con questa partnership per far avanzare l’innovazione”.

Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo: "Sostenere la ricerca scientifica è il modo per aiutare molte persone che soffrono. Sembrano mondi distanti, invece tra un ricercatore impegnato in laboratorio e un malato la distanza è molto ravvicinata. Dal successo del primo dipende spesso la vita dell'altro. Questo ha ancora più valore quando si fa ricerca sulle malattie rare che colpiscono moltissime persone. La collaborazione tra Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon entra perfettamente nelle linee di attenzione che ci siamo dati nei confronti degli ultimi, dei più fragili; quelle persone che in diversi ambiti, sia la povertà, la disabilità o la malattia a volte perdiamo di vista".

 

Prestigioso riconoscimento per la professoressa Elisabetta Starnini che l'8 aprile scorso, presso il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, è stata nominata Corresponding Member della Società Ungherese di Archeologia e Storia dell'Arte. Docente di Preistoria e Protostoria presso il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, Starnini è la prima archeologa italiana a ricevere questo riconoscimento che premia la sua "preziosa e versatile opera nel campo della ricerca archeologica in Ungheria” a cui è dedita fin dai tempi in cui era una giovane studentessa, con anni di studio e ricerca sostenuti da borse concesse attraverso il MAE/MAECI e la TEMPUS Foundation.

“Il riconoscimento ricevuto da Elisabetta Starnini è motivo di grande soddisfazione e non giunge inatteso: da quando ha preso servizio presso il nostro dipartimento Elisabetta ha costantemente dimostrato il suo alto livello scientifico e la capacità di fare squadra con studiosi italiani ed europei – ha commentato il professor Simone Maria Collavini, direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere - Questa nomina, su un piano più generale, conferma l’alto livello dell’attività di ricerca che, in tutti i campi di competenza, si svolge all’interno del nostro dipartimento e la sua proiezione internazionale”.

La nomina della professoressa Starnini come Corresponding Member della Società Ungherese di Archeologia e Storia dell'Arte è una conferma, inoltre, delle intense relazioni che in campo archeologico legano l'Ateneo pisano e l'Ungheria. Il dipartimento di Civiltà e forme del sapere, infatti, oltre che uno scambio ERASMUS valido per studenti e docenti, ha in essere anche un accordo di collaborazione scientifica con l’Institute of Archaeological Sciences, dell’Eötvös Loránd University di Budapest siglato lo scorso anno.

Il cubesat Milani – nanosatellite che porta il nome dal matematico e astronomo italiano Andrea Milani Comparetti scomparso nel 2018 e a lungo docente al dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa - è stato consegnato ufficialmente al team di Hera, missione europea di difesa planetaria – con lancio previsto nell’ottobre 2024 – che avrà il compito di studiare il sistema binario di asteroidi Didymos e Dimorphos e compiere una valutazione dettagliata del test dell’impattore cinetico DART della Nasa.

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Il cubesat Milani (foto da sito missione Hera).

Il passaggio di consegne è avvenuto a Torino presso la sede di Tyvak International, dove il nanosatellite è stato realizzato. Prossima tappa sarà il centro ESA ESTEC, nei Paesi Bassi, dedicato alla ricerca e la tecnologia spaziale. Qui il cubesat stazionerà fino al lancio per la fase di integrazione e la successiva convalida del sistema di collegamento intersatellitare con Hera e Juventas, l’altro piccolo veicolo spaziale della missione, dedicato all’imaging radar. Milani e Juventas saranno i primi cubesat dell’ESA a operare nello spazio profondo.

Andrea Milani Comparetti è stata una figura di spicco nella comunità scientifica spaziale internazionale e pioniere dell'analisi del rischio di impatto degli asteroidi. Dopo un periodo iniziale di ricerca nel campo della matematica pura, negli anni ’70 Andrea Milani iniziò a frequentare i corsi di relatività generale alla Scuola Normale Superiore e le lezioni di Giuseppe Colombo, avvicinandosi così al campo della meccanica celeste e delle sue applicazioni.

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Il professor Andrea Milani Comparetti.

Nacque così a Pisa il gruppo di ricerca in Space Mechanics formato, oltre a Milani, da Anna Nobili, Paolo Farinella e Fausto Sacerdote, che si occupava principalmente dell’applicazione della meccanica celeste alle dinamiche del sistema solare e di missioni spaziali. In particolare, Milani e il suo gruppo hanno contribuito alla missione “Rosetta”, lavorando nel team di revisione dopo la cancellazione della collaborazione americana; alla missione ESA su Mercurio “BepiColombo”, partecipando al team della nuova proposta di missione (1996) lanciata poi alla fine del 2018; alla proposta di missione “Don Quijote”, un esperimento di deviazione di asteroide senza l’utilizzo di armi nucleari, basato su due veicoli spaziali chiamati Hidalgo e Sancho. L'innovativo concetto alla base di questa missione fu ideato da Andrea Milani, ed il relativo studio di missione, pubblicato nel 2005, ha avuto una grande influenza nella comunità della difesa planetaria, portando prima allo sviluppo della missione DART della NASA, con lo spacecraft che ha effettuato l’impatto cinetico, e adesso allo sviluppo della missione Hera.

Nel 1995, insieme a Mario Carpino, Zoran Knezevic e altri collaboratori, Milani ha iniziato a sviluppare il software OrbFit, per il calcolo delle orbite degli asteroidi. Quando nel marzo del 1998 fu diffuso il falso annuncio di un possibile impatto con la Terra dell’asteroide 1997 XF11 nel 2028, la comunità scientifica si attivò per studiare sistemi di protezione della Terra. Andrea Milani e Steven Chesley dettero vita a un programma di ricerca che in un anno portò alla creazione di NEODyS (Near Earth Objects Dynamic Site), un sito web che dà accesso ad una completa banca dati sugli asteroidi vicini alla Terra; allo stesso tempo, con la collaborazione di Giovanni Valsecchi, venne sviluppato il primo sistema di monitoraggio delle possibilità di impatto con la Terra degli asteroidi. Questo sistema semi-automatico di monitoraggio asteroidale (CLOMON) diventa operativo proprio all’Università di Pisa nel Novembre 1999.  Dal 2002 sono operativi CLOMON2 all’Università di Pisa, versione migliorata di CLOMON, e SENTRY al Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, in California.

Nel 2006 il professor Milani ha iniziato una collaborazione con il progetto Pan-STARRS alla University of Hawaii come “external scientist”. Nel 2008 contribuisce alla nascita del concetto del telescopio Fly-eye. Nel 2010 vince il premio "Brouwer Award", massima onorificenza mondiale nel settore dell'astronomia dinamica. Tra le motivazioni per il premio c’è anche quella di aver formato diversi giovani ricercatori attivi nel campo della meccanica celeste.

Nel 2011 ha contribuito a fondare SpaceDyS, un’azienda spin-off dell’Università di Pisa, con sede presso il Polo Tecnologico di Navacchio, che sviluppa software per la determinazione orbitale di oggetti naturali e artificiali che orbitano nello spazio, e fornisce servizi nell’ambito della dinamica spaziale. L’azienda è leader mondiale nell’attività di Impact Monitoring; essa continua ad operare il servizio NEODyS, e ha sviluppato per conto dell'ESA (Agenzia Spaziale europea) il sistema Aegis che, sulle orme di CLOMON2, fornisce giornalmente dati sulla probabilità di impatto di asteroidi.

Nel prossimo mese di giugno, il dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa organizza una conferenza in onore di Andrea Milani e Paolo Farinella, dal titolo “Dynamics and physics in the solar system”.

Martedì, 09 Aprile 2024 14:58

Il rievocatore come Public Historian

Sede
Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Obiettivi
Il Corso di perfezionamento “Il rievocatore come Public Historian” è rivolto al mondo della rievocazione ricostruttiva, il settore della rievocazione indirizzato ad applicare il metodo filologico alle sue creazioni e allestimenti. È in particolare indirizzato a chi intende apprendere gli strumenti necessari per operare consapevolmente nella partecipazione, organizzazione, allestimento, promozione di eventi rievocativi che si richiamino alla ricerca storica e archeologica.

Requisiti per l'ammissione
Possono presentare domanda di ammissione coloro che sono in possesso di diploma di laurea di primo livello ai sensi del DM 509/99 e/o del DM 270/2004 o titoli equipollenti o superiori ai sensi del vecchio e nuovo ordinamento. L’iscrizione al Corso di Perfezionamento è compatibile con la contemporanea iscrizione a Corsi di Laurea, Laurea Magistrale, a ciclo unico, Scuole di Specializzazione, Dottorati e Master. È altresì consentita la partecipazione a chi ha conseguito lauree triennali e/o magistrali all’estero negli ambiti disciplinari ritenuti dal Consiglio attinenti ai fini dell’ammissione al Corso. Per le discipline estranee alle materie oggetto del corso saranno ammesse previo parere favorevole del Consiglio Direttivo sul curriculum complessivo del candidato.

Durata
Il corso si svolgerà in modalità mista, con incontri in presenza e incontri da remoto, in modalità comunque sincrona, tramite la piattaforma TEAMS, nel periodo ottobre 2024–marzo 2025.

Scadenza domanda di ammissione
3 giugno 2024

Costo
150,00 €

Bando e moduli

Contatti e informazioni

Roberta Savioli Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
https://www.cfs.unipi.it/formazione/corsi-di-perfezionamento/il-rievocatore-come-public-historian/ 

 

Prestigioso riconoscimento per la professoressa Elisabetta Starnini che l'8 aprile scorso, presso il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, è stata nominata Corresponding Member della Società Ungherese di Archeologia e Storia dell'Arte. Docente di Preistoria e Protostoria presso il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, Starnini è la prima archeologa italiana a ricevere questo riconoscimento che premia la sua "preziosa e versatile opera nel campo della ricerca archeologica in Ungheria” a cui è dedita fin dai tempi in cui era una giovane studentessa, con anni di studio e ricerca sostenuti da borse concesse attraverso il MAE/MAECI e la TEMPUS Foundation.

 

Elisabetta Starnini

La professoressa Elisabetta Starnini, docente di Preistoria e Protostoria presso il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa

 

“Il riconoscimento ricevuto da Elisabetta Starnini è motivo di grande soddisfazione e non giunge inatteso: da quando ha preso servizio presso il nostro dipartimento Elisabetta ha costantemente dimostrato il suo alto livello scientifico e la capacità di fare squadra con studiosi italiani ed europei – ha commentato il professor Simone Maria Collavini, direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere - Questa nomina, su un piano più generale, conferma l’alto livello dell’attività di ricerca che, in tutti i campi di competenza, si svolge all’interno del nostro dipartimento e la sua proiezione internazionale”.

 

Laudatio copy

Un momento della cerimonia di nomina al Museo Nazionale Ungherse di Budapest

 

La nomina della professoressa Starnini come Corresponding Member della Società Ungherese di Archeologia e Storia dell'Arte è una conferma, inoltre, delle intense relazioni che in campo archeologico legano l'Ateneo pisano e l'Ungheria. Il dipartimento di Civiltà e forme del sapere, infatti, oltre che uno scambio ERASMUS valido per studenti e docenti, ha in essere anche un accordo di collaborazione scientifica con l’Institute of Archaeological Sciences, dell’Eötvös Loránd University di Budapest siglato lo scorso anno.

Appuntamento mercoledì 10 aprile alle ore 17, presso l’aula magna storica del Palazzo della Sapienza, con il primo dei cinque incontri del ciclo “Dialoghi su digitale e società” organizzato dall’Università di Pisa. Con Domenico Talia, docente di Ingegneria informatica all’Università della Calabria e autore del libro “L’impero dell’algoritmo”, e Veronica Neri, docente di Etica della Comunicazione Pubblica dell’Università di Pisa, si parlerà di Rivoluzione digitale. Un dialogo interdisciplinare pensato per dare al pubblico tutti gli elementi necessari per comprendere il cambiamento in atto nella nostra società. L’incontro, moderato dalla giornalista Francesca Franceschi, è aperto a tutta la cittadinanza. 

Il secondo incontro si terrà il 2 maggio e vedrà Paolo Coppola, docente di Informatica dell’Università di Udine, dialogare con Alberto Vannucci, docente di Politiche per l’integrità dell’amministrazione dell’Università di Pisa, su “Digitalizzazione, Pubblica Amministrazione e Democrazia”.


Si apre lunedì 8 aprile la call internazionale per il bando Start Pitch dell’Università di Pisa, dedicato ai gruppi di ricerca con risultati aventi TRL almeno 3 e start-up costituite da meno di 1 anno alla data del primo gennaio 2024. I settori tecnologici di interesse sono ICT e AI, Deep-Tech, MedTech e Pharma, Green-Tech.

In palio un premio complessivo di dodicimila euro in servizi forniti da Start Attractor, l’attrattore di competenze e capitali dell’Ateneo pisano, nato per sostenere le giovani aziende e i progetti di open innovation, facilitando l’incontro tra ricerca e industria. Il bando Start Pitch, peraltro, ne sancisce il lancio ufficiale, fortemente atteso all’Università di Pisa che lavora a questo progetto da oltre un anno.

Le candidature del bando Start Pitch si chiuderanno il 29 aprile 2024 alle ore 12:00 CET e le proposte candidate saranno valutate da una giuria di professionisti che il 15 maggio comunicherà le dodici che parteciperanno all’evento Start Pitch, in programma durante la seconda edizione di Converging Skills, che si terrà a Pisa il 21-22 maggio. Due giorni di incontri con imprenditori, investitori, top manager e startupper, per discutere di come rendere l’università e la ricerca scientifica motori di sviluppo economico, sociale e culturale. Il tutto con grande attenzione agli obiettivi dell’Agenda 2030 per la sostenibilità.

In quell’occasione i dodici selezionati dal bando avranno a disposizione cinque minuti per raccontare la propria idea di business, cinque minuti per le domande e le risposte. In altre parole, si giocheranno in dieci minuti la possibilità di aggiudicarsi i premi in palio: il miglior progetto di ricerca si aggiudicherà un premio dal valore economico di 5000 euro, la miglior start up un premio del valore di 7000 euro. I premi saranno erogati in servizi di accompagnamento e networking.

“L’Università deve avere tra i propri obiettivi quello di mettere a disposizione della comunità le competenze proprie e del proprio ecosistema – spiega il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi - per valorizzare le conoscenze che produce, ma anche per favorire lo sviluppo del Paese. Per questo a Pisa abbiamo costituito Start Attractor: un portale di accesso all’Università per il mondo produttivo e culturale, che gioca su un livello internazionale”.

“La possibilità di partecipare a un network internazionale con grandi aziende e altre giovani imprese innovative è spesso un fattore di successo determinante - spiega Corrado Priami, prorettore alla valorizzazione delle conoscenze e suo impatto dell’Università di Pisa - Start Attractor creerà un club esclusivo per tutti gli attori determinanti e delle cui attività di networking and matching possano tutti beneficiare, gruppi di ricerca, start-up, grandi aziende, seguendo modelli di successo già sperimentati in varie parti del mondo e adattati al nostro contesto locale e nazionale”.

“Quest’anno Converging Skills, grazie alla sessione Start Pitch, inizia un percorso di sperimentazione delle buone pratiche discusse nella precedente edizione - afferma Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa - L’opportunità è importante: selezionare i primi affiliati di Start Attractor avendo una grande attenzione agli obiettivi trasversali di sostenibilità che ciascuna proposta tecnologica dovrà soddisfare”.

Il bando si trova alla pagina: https://convergingskills.unipi.it/startpitch/

Il form per l'application si trova al link: https://forms.gle/w1LvKFiystwrjr2F9

Pisa, 9 aprile - Perché lo sport è ancora un mondo prevalentemente maschile? Cosa impedisce alle donne di accedere ai vertici delle più importanti società sportive? Quale modello di mascolinità viene costruito nelle palestre e nei luoghi di allenamento? Quali sono i corpi che ancora vengono esclusi dagli spazi dove si svolge attività fisica?

Il Centro Universitario Sportivo Pisano e l’Università di Pisa organizzano e promuovono una giornata di studi e riflessione sulle questioni di genere nello sport. I fatti di cronaca e l’attenzione crescente verso questi temi, nonché la sensibilità mutata della comunità sportiva, impongono un ripensamento profondo delle relazioni fra i generi anche in questo ambito. Questa giornata rappresenta un momento di approfondimento e presa di coscienza, per sportive e sportivi, istruttori e istruttrici, con l’obiettivo di promuovere un ambiente e una cultura dello sport rispettosa delle differenze, inclusiva e orientata al benessere.

L’invito è per Giovedì 11 aprile, dalle 16:30 alle 19, presso la Sala a vetri del Cus Pisa (Via Federico Chiarugi, 15 Pisa)

La giornata di studi si apre con i saluti istituzionali e un intervento del Cus sui propri obiettivi e pratiche di promozione dell’equità nello sport. Al convegno prenderanno parte Luisa Rizzitelli, presidente di Assist Associazione Nazionale Atlete, con un focus sul tema delle donne nello sport: discriminazioni, doppi standard, ostacoli alla parità. Gianluca Fulvetti dell’Università di Pisa analizzerà invece la questione dell’ambiente sportivo come luogo di costruzione della mascolinità e dei generi, mentre Fabrizio Ciocca dell’Università di Roma “La Sapienza” quello del rapporto fra sport e giovani musulmani che vivono in Italia. Infine, l’Avv. Carolina Angeli, Vice coordinatrice AIAS Toscana fornirà un approfondimento sulle donne nella Riforma dello Sport. L’incontro è ideato e moderato dalle professoresse Enza Pellecchia e Renata Pepicelli dell’Università di Pisa.

Al termine del convegno verrà inaugurata la panchina rossa del Cus Pisa, in ricordo delle donne vittime di violenza di genere, che sarà collocata all’ingresso del centro sportivo. La serata si chiude con un momento di svago e dibattito. Alle 21 l’appuntamento è infatti in Aula multimediale di Palazzo Ricci, dove verrà proiettato il film “Butterfly”, documentario sull’atleta Irma Testa. Parteciperà Carlotta Monti per la Casa della Donna di Pisa.

"Da alcuni mesi – ha detto la professoressa Renata Pepicelli, delegata Unipi per Gender Studies and Equal Opportunities - abbiamo attivato una felice collaborazione con il Cus per realizzare congiuntamente azioni contro discriminazioni e violenza di genere anche all'interno di contesti sportivi. Contrastare sessismo, razzismo, abilismo e un tema centrale per l'Università di Pisa, impegnata a creare una cultura dell'uguaglianza nel rispetto delle differenze e una comunità accademica in cui sentirsi a proprio agio".

"Vorrei richiamare l'attenzione sul sottotitolo 'l'altra faccia della medaglia' – ha aggiunto la professoressa Enza Pellecchia prorettrice Unipi per la Coesione della Comunità Universitaria - l'altra faccia non è solo un mondo sportivo che spesso è discriminato, è anche attenzione al nuovo che lo sport femminile porta con sé e che negli ultimi anni sempre più sta diventando modello: attraverso figure femminili ispiratrici e attraverso sport di squadra giocati a livelli sempre più alti, anche dando grande spazio al divertimento, allo spettacolo e ad una idea non aggressiva di competizione"

«È per noi un grande piacere ospitare questo convegno, che si inserisce in un progetto di contrasto alla violenza di genere nello sport che stiamo portando avanti da qualche mese», commenta Stefano Pagliara, presidente Cus Pisa. «La nostra comunità sportiva è pronta per affrontare questi temi e ad attivarsi in prima persona per rendere lo sport più equo e inclusivo».

 

Giacomo Rosini foto webGiacomo Rosini, dottorando dell’Università di Pisa in Economia Aziendale e Management, ha vinto il prestigioso Alfred D. Chandler Jr. Travel Fellowship assegnato dall’Università di Harvard. Il premio è diretto a valorizzare progetti di ricerca in ambito business history di eccezionale qualità accademica e di elevato valore in ambito storico e aziendale. Il premio è intitolato al grande studioso di storia d’impresa ed ex professore della Harvard Business School Alfred D. Chandler Jr.

Giacomo ha elaborato un progetto di ricerca finalizzato a comprendere e comparare le strategie aziendali messe in atto dagli studios cinematografici americani di Hollywood e dagli studios italiani per mantenere il proprio vantaggio competitivo negli anni ’20 e ’30 del Novecento, tenendo in considerazione le differenze politiche e sociali in quegli anni nei due paesi oggetto di analisi.

Grazie a questo premio avrà la possibilità di svolgere attività di studio e ricerca nel campus dell’Università di Harvard e presso la Baker Library della Harvard Business School che conserva documenti di inestimabile valore storico relativi ai principali studios hollywoodiani. Ulteriormente, il suo nome e una sintesi del suo progetto saranno oggetto di pubblicazione sul sito della Harvard Business School.

Nella passata edizione, il premio è stato attribuito a giovani studiosi provenienti da importanti università come l’Università di Cambridge, la Cornell University e la stessa Harvard Business School.

Pisa, 9 aprile - Perché lo sport è ancora un mondo prevalentemente maschile? Cosa impedisce alle donne di accedere ai vertici delle più importanti società sportive? Quale modello di mascolinità viene costruito nelle palestre e nei luoghi di allenamento? Quali sono i corpi che ancora vengono esclusi dagli spazi dove si svolge attività fisica?

Il Centro Universitario Sportivo Pisano e l’Università di Pisa organizzano e promuovono una giornata di studi e riflessione sulle questioni di genere nello sport. I fatti di cronaca e l’attenzione crescente verso questi temi, nonché la sensibilità mutata della comunità sportiva, impongono un ripensamento profondo delle relazioni fra i generi anche in questo ambito. Questa giornata rappresenta un momento di approfondimento e presa di coscienza, per sportive e sportivi, istruttori e istruttrici, con l’obiettivo di promuovere un ambiente e una cultura dello sport rispettosa delle differenze, inclusiva e orientata al benessere.

L’invito è per Giovedì 11 aprile, dalle 16:30 alle 19, presso la Sala a vetri del Cus Pisa (Via Federico Chiarugi, 15 Pisa)

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Il manifesto contro la violenza di genere al Torneo Internazionale di Hockey Indoor presso il CUS Pisa del gennaio scorso

 

La giornata di studi si apre con i saluti istituzionali e un intervento del Cus sui propri obiettivi e pratiche di promozione dell’equità nello sport. Al convegno prenderanno parte Luisa Rizzitelli, presidente di Assist Associazione Nazionale Atlete, con un focus sul tema delle donne nello sport: discriminazioni, doppi standard, ostacoli alla parità. Gianluca Fulvetti dell’Università di Pisa analizzerà invece la questione dell’ambiente sportivo come luogo di costruzione della mascolinità e dei generi, mentre Fabrizio Ciocca dell’Università di Roma “La Sapienza” quello del rapporto fra sport e giovani musulmani che vivono in Italia. Infine, l’Avv. Carolina Angeli, Vice coordinatrice AIAS Toscana fornirà un approfondimento sulle donne nella Riforma dello Sport. L’incontro è ideato e moderato dalle professoresse Enza Pellecchia e Renata Pepicelli dell’Università di Pisa.

Al termine del convegno verrà inaugurata la panchina rossa del Cus Pisa, in ricordo delle donne vittime di violenza di genere, che sarà collocata all’ingresso del centro sportivo. La serata si chiude con un momento di svago e dibattito. Alle 21 l’appuntamento è infatti in Aula multimediale di Palazzo Ricci, dove verrà proiettato il film “Butterfly”, documentario sull’atleta Irma Testa. Parteciperà Carlotta Monti per la Casa della Donna di Pisa.

"Da alcuni mesi – ha detto la professoressa Renata Pepicelli, delegata Unipi per Gender Studies and Equal Opportunities - abbiamo attivato una felice collaborazione con il Cus per realizzare congiuntamente azioni contro discriminazioni e violenza di genere anche all'interno di contesti sportivi. Contrastare sessismo, razzismo, abilismo è un tema centrale per l'Università di Pisa, impegnata a creare una cultura dell'uguaglianza nel rispetto delle differenze e una comunità accademica in cui sentirsi a proprio agio".

"Vorrei richiamare l'attenzione sul sottotitolo 'l'altra faccia della medaglia' – ha aggiunto la professoressa Enza Pellecchia prorettrice Unipi per la Coesione della Comunità Universitaria - l'altra faccia non è solo un mondo sportivo che spesso è discriminato, è anche attenzione al nuovo che lo sport femminile porta con sé e che negli ultimi anni sempre più sta diventando modello: attraverso figure femminili ispiratrici e attraverso sport di squadra giocati a livelli sempre più alti, anche dando grande spazio al divertimento, allo spettacolo e ad una idea non aggressiva di competizione"

«È per noi un grande piacere ospitare questo convegno, che si inserisce in un progetto di contrasto alla violenza di genere nello sport che stiamo portando avanti da qualche mese», commenta Stefano Pagliara, presidente Cus Pisa. «La nostra comunità sportiva è pronta per affrontare questi temi e ad attivarsi in prima persona per rendere lo sport più equo e inclusivo».

 

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