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Sede
Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica

Obbiettivo del corso
Il corso ha come obiettivo di fornire conoscenze teoriche e pratiche sulle procedure chirurgiche di Chirurgia Otologica dell’orecchio medio (timpanoplastica, miringoplastica, stapedoplastica), gli Impianti Cocleari e protesi impiantabili di orecchio medio. Attraverso corsi monotematici che comprendono chirurgia in diretta in sala operatoria e dissezione chirurgica su modelli anatomici in plastica e sull’osso temporale (laboratorio di dissezione OTOLAB) mirata all’argomento, lezioni sulle indicazioni e le tecniche.

Requisiti per l'ammissione
Sono ammessi a partecipare alla selezione i candidati, anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del Bando, del seguente Diploma di Laurea o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero: Laurea in Medicina e Chirurgia.

Durata
Il corso si svolgerà dal 24 al 25 giugno e dal 16 al 17 settembre 2025 per un totale di 16 ore.

Scadenza domanda di ammissione
Per il corso del 24-25/06/2025 entro martedì 10/06/2025 collegandosi al seguente link: https://survey.unipi.it/index.php/822951?lang=it
Per il corso del 16-17/09/2025 entro
 martedì 02/09/2025 collegandosi al seguente link: https://survey.unipi.it/index.php/532456?lang=it

Costo
€ 1200,00

Bando e moduli

Bando Impianto Cocleare

Disposizione emanazione bando

Modulo A – Bollo su istanza di ammissione

Modulo B – Bollo su attestato di frequenza

 

Contatti
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The rocky coastline of Calafuria, in the province of Livorno, served as a natural laboratory for a study conducted by the University of Pisa and the Scuola Superiore Sant’Anna to investigate how climate change is altering marine ecosystems. The research, published in Nature Communications, focused on how biofilm—a thin, living layer composed of microalgae and bacteria, essential to the health of rocky reefs—responds to air temperature variations.

Researchers carried out a field experiment by exposing the biofilm to two different warming regimes: one fixed warming condition and another characterized by fluctuating warming, simulating the increasingly unpredictable temperature patterns expected to become more frequent due to climate change. The results showed that fixed warming promoted the presence of species with overlapping functional traits—species capable of functionally compensating for each other under stress. This functional redundancy helped the biofilm better withstand extreme events. In contrast, fluctuating warming reduced diversity and favored fast-growing taxa capable of quickly recovering after a thermal shock but more functionally vulnerable over the long term.

The Calafuria area, near Livorno (photo), with its sandstone rock platforms exposed during low tide, provided an ideal setting to study marine biofilm under natural conditions. To simulate rising temperatures, the researchers used special metal chambers heated by small stoves and monitored heat variations using electronic sensors. An infrared camera was used to assess the biofilm’s chlorophyll levels, serving as an indicator of biomass. Furthermore, thanks to collaboration with the Institute of Life Sciences at Scuola Superiore Sant’Anna in Pisa, researchers conducted advanced DNA sequencing—similar to that used in human genomics—to determine the functions of different microbial species and how their genetic makeup influences their ability to respond to extreme events

 

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“Climate change does not only manifest through rising average temperatures, but also through increasing thermal variability, with unpredictable swings between heat peaks and cooler periods,” explains Professor Luca Rindi of the University of Pisa, lead author of the study. “In a world that’s becoming hotter and more unstable, marine microorganisms might react faster to shocks but become more vulnerable when exposed to repeated extreme events. This study offers a window into the future, helping us understand how this crucial component of coastal ecosystems may respond to ongoing climate change.”

“The success of this collaboration once again underscores the strength of the Pisa university system,” adds Professor Matteo Dell’Acqua, Director of the Institute of Plant Sciences at Scuola Sant’Anna and co-author of the study. “Bringing together the unique expertise available in our region allows us to push the frontiers of research on climate change impacts.”

The University of Pisa played a central role in the research, particularly through its Department of Biology, where key authors including Professors Luca Rindi and Lisandro Benedetti-Cecchi conducted their work. The university also provided scientific and logistical support for designing and executing the field experiments and contributed to the ecological and microbiological data analysis through the Green Data Center.

The project received partial funding from the European ACTNOW program (Advancing understanding of Cumulative Impacts on European marine biodiversity, ecosystem functions and services for human wellbeing), which focuses on the cumulative impacts of climate change on marine ecosystems.

(Translated with the assistance of ChatGPT 4o)

 

Gli scogli di Calafuria in provincia di Livorno sono stati il laboratorio naturale al centro di uno studio dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna per capire come i cambiamenti climatici stiano alterando gli ecosistemi marini. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, ha analizzato come il biofilm - una sottile pellicola vivente formata da microalghe e batteri fondamentale per la vita delle scogliere - reagisce alle variazioni di temperatura dell’aria.

I ricercatori hanno condotto un esperimento sul campo esponendo il biofilm a due diversi regimi termici: un riscaldamento costante e uno caratterizzato da forti oscillazioni, che simula le condizioni imprevedibili destinate a diventare sempre più comuni nel prossimo futuro a causa del cambiamento climatico. I risultati hanno mostrato che un regime costante di riscaldamento favorisce la presenza di specie con funzioni simili, capaci di “darsi il cambio” in caso di difficoltà. Questo meccanismo permette al biofilm di resistere meglio agli eventi estremi. Al contrario, forti oscillazioni di temperatura riducono la diversità favorendo specie a crescita rapida, capaci di riprendersi velocemente dopo uno shock termico, ma più vulnerabili funzionalmente nel lungo periodo.

 

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L’area di Calafuria (foto), nei pressi di Livorno, caratterizzata da piattaforme rocciose di arenaria esposte all'aria durante la bassa marea, ha fornito un ambiente ideale per studiare il biofilm marino in condizioni naturali. Per simulare l’aumento delle temperature, i ricercatori hanno utilizzato speciali camere di metallo riscaldate con piccole stufe, controllando le variazioni di calore con sensori elettronici. Per valutare la risposta del biofilm, è stata usata una fotocamera a infrarossi in grado di rilevare la quantità di clorofilla. Infine, grazie alla collaborazione con l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è stato analizzato il DNA dei microrganismi con tecniche avanzate di sequenziamento, simili a quelle utilizzate per studiare il genoma umano, per capire quali funzioni svolgono le diverse specie e come il loro patrimonio genetico le rende più o meno adatte a rispondere agli eventi estremi.

“Il cambiamento climatico non si manifesta solo attraverso l'aumento medio delle temperature, ma anche con una crescente variabilità termica, cioè oscillazioni imprevedibili tra picchi di calore e periodi meno caldi– dice il professore Luca Rindi dell’Università di Pisa, primo autore dello studio – In un mondo che si prospetta sempre più caldo e instabile, i microrganismi marini potrebbero, da un lato, reagire più rapidamente agli shock, ma dall’altro diventare più vulnerabili di fronte a eventi estremi ripetuti nel tempo. In vista delle sfide che il clima ci riserva, lo studio apre una finestra sul futuro, aiutandoci a capire come questo importante elemento dell’ecosistema costiero reagirà ai cambiamenti climatici.”

"Il successo di questa collaborazione dimostra ancora una volta il valore del sistema universitario pisano - dice il professore Matteo Dell'Acqua, direttore dell'Istituto di Scienze delle Piante della Scuola Sant'Anna e coautore dello studio - l'unione delle competenze uniche presenti sul nostro territorio ci permette di esplorare la frontiera della ricerca sugli effetti del cambiamento climatico"

L’Università di Pisa ha avuto un ruolo centrale nello studio, in particolare attraverso il Dipartimento di Biologia, dove hanno operato alcuni degli autori principali, come i professori Luca Rindi e Lisandro Benedetti-Cecchi. L’ateneo ha inoltre fornito supporto scientifico e logistico per la progettazione e la realizzazione degli esperimenti sul campo, oltre a contribuire all’analisi dei dati ecologici e microbiologici grazie al supporto fornito dal Green Data Center.

Il progetto è stato finanziato in parte dal programma europeo ACTNOW (Advancing understanding of Cumulative Impacts on European marine biodiversity, ecosystem functions and services for human wellbeing), che si occupa di studiare gli impatti cumulativi dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini.

Lo studio condotto a Calafuria (Livorno) dall’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna pubblicato su Nature Communications

Gli scogli di Calafuria in provincia di Livorno sono stati il laboratorio naturale al centro di uno studio dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna per capire come i cambiamenti climatici stiano alterando gli ecosistemi marini. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, ha analizzato come il biofilm - una sottile pellicola vivente formata da microalghe e batteri fondamentale per la vita delle scogliere - reagisce alle variazioni di temperatura dell’aria.

I ricercatori hanno condotto un esperimento sul campo esponendo il biofilm a due diversi regimi termici: un riscaldamento costante e uno caratterizzato da forti oscillazioni, che simula le condizioni imprevedibili destinate a diventare sempre più comuni nel prossimo futuro a causa del cambiamento climatico. I risultati hanno mostrato che un regime costante di riscaldamento favorisce la presenza di specie con funzioni simili, capaci di “darsi il cambio” in caso di difficoltà. Questo meccanismo permette al biofilm di resistere meglio agli eventi estremi. Al contrario, forti oscillazioni di temperatura riducono la diversità favorendo specie a crescita rapida, capaci di riprendersi velocemente dopo uno shock termico, ma più vulnerabili funzionalmente nel lungo periodo.

L’area di Calafuria, nei pressi di Livorno, caratterizzata da piattaforme rocciose di arenaria esposte all'aria durante la bassa marea, ha fornito un ambiente ideale per studiare il biofilm marino in condizioni naturali. Per simulare l’aumento delle temperature, i ricercatori hanno utilizzato speciali camere di metallo riscaldate con piccole stufe, controllando le variazioni di calore con sensori elettronici. Per valutare la risposta del biofilm, è stata usata una fotocamera a infrarossi in grado di rilevare la quantità di clorofilla. Infine, grazie alla collaborazione con l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è stato analizzato il DNA dei microrganismi con tecniche avanzate di sequenziamento, simili a quelle utilizzate per studiare il genoma umano, per capire quali funzioni svolgono le diverse specie e come il loro patrimonio genetico le rende più o meno adatte a rispondere agli eventi estremi.

“Il cambiamento climatico non si manifesta solo attraverso l'aumento medio delle temperature, ma anche con una crescente variabilità termica, cioè oscillazioni imprevedibili tra picchi di calore e periodi meno caldi– dice il professore Luca Rindi dell’Università di Pisa, primo autore dello studio – In un mondo che si prospetta sempre più caldo e instabile, i microrganismi marini potrebbero, da un lato, reagire più rapidamente agli shock, ma dall’altro diventare più vulnerabili di fronte a eventi estremi ripetuti nel tempo. In vista delle sfide che il clima ci riserva, lo studio apre una finestra sul futuro, aiutandoci a capire come questo importante elemento dell’ecosistema costiero reagirà ai cambiamenti climatici.”

"Il successo di questa collaborazione dimostra ancora una volta il valore del sistema universitario pisano - dice il professore Matteo Dell'Acqua, direttore dell'Istituto di Scienze delle Piante della Scuola Sant'Anna e coautore dello studio - l'unione delle competenze uniche presenti sul nostro territorio ci permette di esplorare la frontiera della ricerca sugli effetti del cambiamento climatico"

L’Università di Pisa ha avuto un ruolo centrale nello studio, in particolare attraverso il Dipartimento di Biologia, dove hanno operato alcuni degli autori principali, come i professori Luca Rindi e Lisandro Benedetti-Cecchi. L’ateneo ha inoltre fornito supporto scientifico e logistico per la progettazione e la realizzazione degli esperimenti sul campo, oltre a contribuire all’analisi dei dati ecologici e microbiologici grazie al supporto fornito dal Green Data Center.

Il progetto è stato finanziato in parte dal programma europeo ACTNOW (Advancing understanding of Cumulative Impacts on European marine biodiversity, ecosystem functions and services for human wellbeing), che si occupa di studiare gli impatti cumulativi dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini.

Lunedì, 31 Marzo 2025 14:35

Elezioni delle RSU: risultati

Il 14, 15 e 16 aprile 2025 si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) dell'Ateneo.

Leggi i dettagli

Venerdì 14 marzo, nell’Aula Magna Nuova del Palazzo "La Sapienza", si è tenuta la cerimonia ufficiale di conferimento dell’Ordine del Cherubino a 10 docenti dell’Università di Pisa.

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Quest’anno l’evento è stato aperto da un momento speciale dedicato a un alumnus di 107 anni, Sebastiano Maccioni, originario di Nuoro e laureatosi in Ingegneria civile all’Università di Pisa nel 1947. Su iniziativa dell’Ateneo e dell’ALAP (Associazione Laureati dell’Ateneo Pisano), è stata assegnata all’ingegner Maccioni una targa “per il prezioso contributo offerto all’ingegneria italiana e per il longevo legame con l’Ateneo”. La targa è stata consegnata dal rettore Riccardo Zucchi e dal presidente ALAP Paolo Ghezzi alla figlia dell’Ing. Maccioni, Titina, e in Aula Magna è stato trasmesso un videomessaggio di Sebastiano Maccioni.

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A seguire il rettore Riccardo Zucchi ha introdotto la cerimonia dell’Ordine del Cherubino. I professori e le professoresse ai quali è stato conferito il riconoscimento sono Rolando Tarchi (Dipartimento di Giurisprudenza), Maria Concetta Morrone (Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia), Riccardo Cambini (Dipartimento di Economia e Management), Umberto Desideri (Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni), Stefano Taddei (Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale), Andrea Càiti (Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione), Alberto Casadei (Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica), Stefano Berrettini (Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica), Maria Vittoria Salvetti (Dipartimento di Ingegneria civile e industriale), Alessandro Tredicucci (Dipartimento di Fisica).

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L’Ordine del Cherubino è una onorificenza conferita dal rettore dell’Università di Pisa, in seguito a delibera del Senato accademico, a docenti ordinari dell’Ateneo pisano con almeno dieci anni di anzianità che abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio per i loro particolari meriti scientifici o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Università. Il conferimento è accompagnato dalla consegna di un diploma e di una insegna nella quale è rappresentato il Cherubino con sei ali. La cerimonia si è chiusa con un’esibizione del Coro dell’Università di Pisa.

Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa ha fornito alcuni materiali di scena per la fiction “Costanza” in onda in prima serata su Rai 1 da domenica 30 marzo. Si tratta di un microscopio antico, crani, scheletri, preparati anatomici e modelli embriologici. La produzione si è inoltre ispirata alla Scuola Medica dell’Ateneo pisano per ricostruire gli ambienti interni nei teatri di posa. Costanza è una serie televisiva italiana in quattro puntate tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. La protagonista è la paleopatologa Costanza Macallè interpretata da Miriam Dalmazio.

 

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Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” si trova in via Roma 55, nell’istituto di anatomia umana della Scuola Medica. Al suo interno sono conservate preziose raccolte archeologiche, tra cui una mummia egizia con sarcofago, corredi funerari e vasi precolombiani raccolti dal medico e studioso Carlo Regnoli nella seconda metà dell’Ottocento. L’esposizione museale è completata dalla Galleria de Busti, con gessi di antichi anatomisti, e dalla Galleria Mascagni, dove sono esposte le tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1755-1815).

Pisa è stata una delle prime città universitarie a possedere una Scuola Anatomica: l’insegnamento dell’Anatomia Umana iniziò nel Cinquecento per volontà di Cosimo I dei Medici che fece costruire un Teatro Anatomico.

Il museo fu inizialmente allestito agli inizi dell’Ottocento dal professore di Anatomia Tommaso Biancini. Dal 1834 Filippo Civinini, a cui è intitolato, continuò l’opera di sistemazione e catalogazione e lo inaugurò con il nome di Gabinetto Anatomico, in vista della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nel 1839. Attualmente il museo fa parte del Sistema museale di Ateneo dell’Università di Pisa, il suo direttore è il professore Gianfranco Natale.

Per informazioni e visite: https://www.mau.sma.unipi.it/

La serie in quattro puntate, la prima è andata in onda domenica 30 marzo

Il museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa ha fornito alcuni materiali di scena per la fiction “Costanza” in onda in prima serata su Rai 1 da domenica 30 marzo. Si tratta di un microscopio antico, crani, scheletri, preparati anatomici e modelli embriologici. La produzione si è inoltre ispirata alla Scuola Medica dell’Ateneo pisano per ricostruire gli ambienti interni nei teatri di posa. Costanza è una serie televisiva italiana in quattro puntate tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. La protagonista è la paleopatologa Costanza Macallè interpretata da Miriam Dalmazio.

Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” si trova in via Roma 55, nell’istituto di anatomia umana della Scuola Medica. Al suo interno sono conservate preziose raccolte archeologiche, tra cui una mummia egizia con sarcofago, corredi funerari e vasi precolombiani raccolti dal medico e studioso Carlo Regnoli nella seconda metà dell’Ottocento. L’esposizione museale è completata dalla Galleria de Busti, con gessi di antichi anatomisti, e dalla Galleria Mascagni, dove sono esposte le tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1755-1815).

Pisa è stata una delle prime città universitarie a possedere una Scuola Anatomica: l’insegnamento dell’Anatomia Umana iniziò nel Cinquecento per volontà di Cosimo I dei Medici che fece costruire un Teatro Anatomico.

Il museo fu inizialmente allestito agli inizi dell’Ottocento dal professore di Anatomia Tommaso Biancini. Dal 1834 Filippo Civinini, a cui è intitolato, continuò l’opera di sistemazione e catalogazione e lo inaugurò con il nome di Gabinetto Anatomico, in vista della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nel 1839. Attualmente il museo fa parte del Sistema museale di Ateneo dell’Università di Pisa, il suo direttore è il professore Gianfranco Natale.

Per informazioni e visite: https://www.mau.sma.unipi.it/

Sabato 29 marzo a Ponsacco, presso la sede comunale, si è tenuta la cerimonia di consegna della borsa di studio in memoria di Irene Fabiani per l’anno accademico 2024-25. Il riconoscimento è andato a Margherita Mangini, studentessa di Ponsacco, neo immatricolata al corso di laurea in Farmacia dell'Università di Pisa. Presenti alla cerimonia i familiari della dr.ssa Fabiani, e anche gli studenti Martina Genovese e Isaia Iacoponi, vincitori della borsa di studio nei due anni precedenti e che proseguono con profitto il loro percorso di studi in Farmacia.

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Farmavaldera srl, società di gestione delle farmacie comunali di Le Melorie, Ponticelli, Santo Pietro B.re e Serrazzano, ha creato l’occasione per ricordare ogni anno la dr.ssa Irene Fabiani, stimata e preziosa collaboratrice prematuramente scomparsa nel luglio 2021, istituendo a partire dal 2022 una borsa di studio in sua memoria, in convenzione con l’Università di Pisa. Un impegno per ricordarla nel modo che più la rappresentava, con una borsa di studio per i ragazzi meritevoli del territorio. Requisito fondamentale per accedere alla borsa di studio è quello di essere residenti in uno dei Comuni proprietari della società di gestione delle farmacie comunali: Capannoli, Ponsacco, Pomarance e Santa Maria a Monte. Ogni anno il vincitore sarà lo studente o la studentessa che si posizionerà più in alto nella graduatoria per l’immatricolazione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia, La borsa prevede il pagamento delle tasse di iscrizione per l’intero percorso di studio quinquennale, a condizione che vengano conseguiti i crediti formativi previsti entro il 30 settembre di ogni anno.

L’obiettivo è quello di sostenere e valorizzare il percorso di studi in Farmacia e farlo in memoria di una professionista appassionata del suo lavoro, che Farmavaldera ricorda per la dedizione, la mente brillante e la grande disponibilità verso i giovani, verso i quali ha più volte svolto il ruolo di tutor formativo.
“Speriamo che questi nostri giovani che avremo il piacere di accompagnare nel loro percorso di studi si approccino alla futura professione con l’entusiasmo e la sensibilità di Irene, sempre pronta ad accogliere gli stimoli e cambiamenti di un ruolo in continua evoluzione. E che ne condividano lo spirito di servizio necessario per garantire un’assistenza di prossimità sempre più integrata con il Sistema sanitario pubblico” queste le parole di Carla Pucciarelli, direttrice generale di Farmavaldera.

“Grazie a Farmavaldera per aver creduto in questa iniziativa, dedicata alla memoria della dottoressa Irene Fabiani, il cui valore risiede nella scelta di investire nei giovani del territorio e nella loro formazione verso la figura professionale del farmacista, chiamato a svolgere un ruolo essenziale come operatore sanitario. Al tempo stesso, l’iniziativa riconosce e rafforza la funzione della farmacia come presidio sanitario di prossimità, capillare e accessibile anche all'interno del Servizio Sanitario Nazionale. L’Università di Pisa sostiene con convinzione progetti come questo, che promuovono il diritto allo studio, rafforzano il legame con il territorio e consentono alle studentesse e agli studenti di avvicinarsi in modo concreto e qualificato al mondo del lavoro già durante il percorso accademico”, ha dichiarato il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio, presente alla cerimonia insieme alla prof.ssa Patrizia Chetoni, presidentessa del corso di laurea magistrale in Farmacia.

Presenti alla cerimonia gli assessori Chiara Calderani e Anna De Santi, a fare gli onori di casa in rappresentanza del Comune di Ponsacco, Arianna Cecchini, sindaca di Capannoli, Manuela del Grande, sindaco di Santa Maria a Monte, che hanno accolto gli studenti insieme a Barbara Giuntini e Stefano Giobbi, membri del Cda di Farmavaldera. “Raccogliamo il testimone di questa lodevole iniziativa con grande soddisfazione, che sia di stimolo per l’accesso a questa bellissima professione, e ci congratuliamo con gli studenti del nostro territorio che hanno intrapreso questo percorso di studi”.

(Fonte: Farmavaldera e Comune di Ponsacco).

L'Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro bandisce il concorso per il Premio di laurea alla memoria di Gianmichele Laccetti riservato ai laureati in Medicina e Chirurgia, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Scienze Biologiche, Biotecnologie (laurea specialistica di secondo livello) di tutte le Università Italiane degli anni 2022/2023 e 2023/2024 con una Tesi di Laurea in campo Oncologico, sia sperimentale che clinico.

Il termine di presentazione delle domande di ammissione al concorso è fissato al 15 Maggio 2025

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