Proteggere tartarughe e foche monache dal cambiamento climatico: Unipi e WWF nel progetto LIFE ADAPTS

Il Dipartimento di Biologia coordina il team di progetto che sarà condotto in Italia, Grecia e Cipro

Trovare soluzioni di adattamento per tartarughe marine e foche monache che abitano il mare e le coste mediterranee, habitat sempre più colpiti dagli effetti della crisi climatica. È questo l’obiettivo che anima il progetto LIFE ADAPTS (climate change ADAptations to Protect Turtles and monk Seals) appena avviato e cofinanziato dall’Unione Europea.

Foto di G. Lecoeur – ARCHELON

A coordinare il team di progetto il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con il professor Paolo Casale: coinvolti enti di ricerca, istituzioni, associazioni di tutela come WWF, Gruppo Foca Monaca in Italia, le associazioni ARCHELON (The Sea Turtle Protection Society of Greece) e MOm (Hellenic Society for the Study and Protection of the Monk Seal) in Grecia, MEDTRACS (Mediterranean Turtle Research and Conservation Society), il Centro Oceanografico dell’Università di Cipro (OC-UCY) e il Dipartimento per la Pesca e la Ricerca sul Mare del Ministero dell’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambiente cipriota (DFMR) a Cipro.

Lo studio durerà 5 anni e sarà condotto in tre paesi mediterranei, Italia, Grecia e Cipro, in cui sono state identificate alcune aree chiave per la vita e la riproduzione di tre specie simbolo del Mare Nostrum: tartaruga verde (Chelonia mydas), tartaruga caretta (Caretta caretta) e foca monaca (Monachus monachus).

Grazie al progetto LIFE ADAPTS, entro il 20230 si potranno valutare le potenzialità di resistenza e resilienza agli effetti del cambiamento climatico delle tre specie che possono risentire dell’innalzamento del livello del mare e dall’aumento delle temperature. Fattori che possono influire sulla disponibilità di siti di riproduzione, sulle dinamiche riproduttive e sulla disponibilità di risorse alimentari di questi animali.

Foto di Dendrinos – Mom

L’obiettivo del progetto è sviluppare strategie in grado di proteggere i loro habitat, sia in mare aperto che lungo le coste e stimolare le capacità di resilienza delle tre specie. Per raggiungere lo scopo saranno impiegate tecniche innovative già in parte sperimentate con successo, come il DNA ambientale (e-DNA, ovvero, raccolta di campioni di acqua o altro supporto per identificare la presenza di specie target), survey con droni, telemetria satellitare, foto/video-trappole, immersioni, monitoraggi diretti sulle spiagge con rilevamento delle temperature della sabbia.

Accanto ai ricercatori, verranno coinvolti volontari, diving e divers, diportisti e proprietari di barche con centinaia di attività di citizen science. Uno dei punti chiave del progetto è infatti il coinvolgimento delle comunità interessate e delle istituzioni locali, soggetti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del progetto.

LIFE ADAPTS prevede entro il 20230 l’identificazione e mappatura dei siti di riproduzione e verifica della loro idoneità alla luce di futuri scenari di cambiamento climatico, identificazione di aree marine importanti per le tre specie, implementazione di misure di conservazione. Accanto a queste azione è prevista anche un’azione di disseminazione e diffusione materiali informativi per il pubblico, autorità o municipalità, che riguardano i protocolli di intervento e le indicazioni sul comportamento da tenere in caso di avvistamenti e esemplari in difficoltà, interventi di salvataggio su animali feriti e loro recupero per il rilascio in natura, riduzione di impatti antropici su siti chiave come grotte, siti di nidificazione e aree di alimentazione, miglioramento delle misure di conservazione per le tre specie nelle Aree Marine Protette e altre aree chiave.

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