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Marilina Betrò è il nuovo presidente del Comitato scientifico del Museo Egizio di Torino

La nomina della professoressa conferma e rafforza il prestigio della scuola egittologica pisana

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Marilina Betrò, professore ordinario di Egittologia all'Università di Pisa, è il nuovo presidente del Comitato scientifico della "Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino", che ospita una delle collezioni di antichità egiziane di maggior rilievo al mondo, seconda per dimensioni e antichità solo a quella del Cairo. L'incarico è stato deciso negli scorsi giorni, su designazione del ministro ai Beni Ambientali, Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, dal Consiglio di amministrazione della Fondazione.
Con la professoressa Betrò sono stati designati nel Comitato scientifico del Museo altri sei studiosi di fama internazionale: Susanne Bickel, professore di Egittologia dell’Università di Basilea, Diana Craig Patch, direttore del Dipartimento di Arte Egiziana del Metropolitan Museum di New York, Vincent Rondot, direttore del Dipartimento di Antichità Egiziane del Museo del Louvre, Friederike Seyfried, direttore del Museo Egizio di Berlino, Neal Spencer, direttore del Dipartimento di Antichità dell’Egitto e del Sudan del British Museum e Willemina Z. Wendrich, professore di Archeologia Egiziana presso l’University of California – Los Angeles (UCLA).

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“È per me un privilegio - ha commentato la professoressa Betrò - poter presiedere un Comitato composto da tanti insigni colleghi e collaborare con una istituzione che rappresenta non solo un’eccellenza museale a livello internazionale ma anche oggi, sotto la guida del suo giovane e bravissimo direttore Christian Greco, una realtà culturale straordinariamente vivace e dinamica.” Ha quindi aggiunto: “Pisa e Torino rappresentano insieme il più antico insegnamento universitario di Egittologia (Pisa) e il più antico Museo Egizio (Torino). Un gemellaggio formidabile, che si ripete: vorrei infatti ricordare che il primo presidente del Comitato scientifico del Museo torinese è stato Edda Bresciani, che a Pisa ha fondato una grande Scuola egittologica.”

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Nata a Torre del Greco (Napoli), Marilina Betrò insegna a Pisa dal 1992. Qui è stata il primo presidente del Sistema Museale d'Ateneo (2012 -2014), presidente del corso di laurea specialistica in Lingue e culture del Vicino e Medio Oriente e presidente del Centro di Servizi Informatici per l’Area Umanistica. Dal 2016 fa parte del Consiglio direttivo della Consulta Universitaria per gli Studi su Asia e Africa (CUSTAA).

betro2La missione di scavo che la professoressa Betrò dirige in Egitto dal 2003, sul sito della necropoli dell’antica Tebe, ha portato alla luce cinque nuove tombe rupestri, da quella interamente dipinta del sacerdote Huy, vissuto intorno al 1250 a.C., alla grande M.I.D.A.N.05, più antica della precedente (1500 a.C. circa), il cui pozzo funerario esterno, scavato nel 2014, ha riservato la sorpresa di una camera funeraria non toccata dai ladri moderni, con importanti ritrovamenti. Le tombe T1 e T2, il cui ingresso è stato scoperto nel 2010, saranno scavate nella prossima spedizione archeologica, prevista in ottobre.


Marilina Betrò è autrice di più di 200 pubblicazioni, tra cui il libro "Geroglifici", tradotto in cinese e giapponese, oltre che nelle maggiori lingue europee. Le sue ricerche sulla documentazione della Spedizione franco-toscana in Egitto nel 1828-29, che fu guidata da Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini, hanno dato risultati assai significativi per la storia dell’egittologia (e non solo). Il Progetto Rosellini, da lei diretto, oltre a consentire, grazie a un finanziamento dalla Fondazione Pisa, la digitalizzazione del prezioso patrimonio delle carte e dei disegni di Rosellini conservato nella Biblioteca Universitaria di Pisa, ha favorito, con gli studi che ne sono seguiti, una serie di entusiasmanti scoperte negli archivi e nei musei: importanti scritti di Rosellini concernenti i suoi scavi, dati per perduti e ritrovati a Praga; il diario, anch’esso creduto smarrito, dei viaggi compiuti da Alessandro Ricci, medico e pittore della Spedizione, in Egitto, Nubia, Sinai e Sennar; l’identificazione nei magazzini del Museo Egizio di Firenze del sarcofago di Kenamon, altissimo personaggio vissuto sotto Amenofi II, tra 1450 e 1400 a.C., portato in Italia da Rosellini; disegni e acquerelli inediti del pittore della Spedizione Toscana Giuseppe Angelelli, così come carte e schizzi di Gaetano Rosellini, zio di Ippolito.

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  • 12 maggio 2017

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