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U-PHOS team, tutto pronto per il lancio del razzo in Svezia

Gli studenti dell’Unipi sono arrivati nella base di Kiruna da dove il 15 marzo sarà lanciato il loro esperimento

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Sono arrivati in Svezia da qualche giorno i ragazzi dell’U-PHOS team, la squadra di studenti dell’Università di Pisa selezionata dall’Agenzia spaziale europea per partecipare al programma REXUS/BEXUS insieme ad atenei di tutta Europa. Il 15 marzo l’esperimento su cui hanno lavorato per mesi sarà lanciato a bordo del razzo REXUS 22 dall’Esrange Space Center di Kiruna per essere testato in assenza di gravità. Il razzo sonda porterà l’esperimento in volo parabolico fino a un’altitudine di circa 90 km per poi ricadere verso terra. In questi giorni il team sta completando le ultime fasi della campagna di lancio, raccontando sulla pagina Facebook le varie fasi delle operazioni preliminari all’evento.

Per i ragazzi è arrivato anche un altro successo: la Dainese ha scelto di sostenere il team dell’Università di Pisa come sponsor ufficiale, fornendo ai ragazzi l'abbigliamento tecnico e la possibilità di creare tutte le foto e i video che saranno pubblicati nei prossimi giorni.

Il progetto dell’U-PHOS team è un esperimento di ricerca scientifica che studia il comportamento di un dispositivo per lo scambio termico senza organi in movimento: «Il PHP (Pulsating Heat Pipe) o tubo di calore pulsante, permette la dissipazione di calore e il raffreddamento di corpi caldi – aggiunge Pietro Nannipieri – Tale dispositivo è già stato approfonditamente studiato a terra, mai però è stata ancora studiata una sua applicazione in assenza di peso. L’ambiente spaziale, grazie alla sua assenza di gravità, permetterebbe al PHP di funzionare con tubi di diametro maggiore che consentono di trasportare una notevole quantità di calore extra migliorando notevolmente il raffreddamento».

Il progetto U-PHOS è il seguito di quello che è stato PHOS, un esperimento già selezionato nel 2014 dall’Agenzia Spaziale Europea, che mirava a scoprire le differenze che esistono tra un PHP funzionante a terra e un PHP teoricamente funzionante solo in assenza di peso. Il progetto ha suscitato molto interesse da parte dell’ESA che ha selezionato una seconda volta gli studenti dell’Università di Pisa per permettere loro di continuare lo studio. Riuscendo a dimostrare un incremento di efficienza è possibile ipotizzare un futuro utilizzo del dispositivo in applicazioni spaziali, campo in cui la sua semplicità costruttiva e la sua completa passività sono molto interessanti dal momento che permetterebbe una manutenzione del dispositivo pressoché nulla.

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«Un PHP è un dispositivo completamente passivo composto da una condotta di dimensione capillare ripiegata a serpentina riempita con un refrigerante fluido e sigillato – spiega Pietro Nannipieri, coordinatore dell’U-PHOS team – Il calore è trasportato dall’azione combinata del cambio fase del refrigerante e dalle forze capillari che si generano all’interno del tubo: sono i principi fisici che mettono in movimento il fluido e non abbiamo bisogno di alcun tipo di pompe idrauliche per farlo circolare. Questo permette una riduzione degli spazi d’ingombro e un dispositivo di più semplice realizzazione e manutenzione dal momento che non ci sono parti meccaniche in movimento».

UPHOS_svezia_2.jpg

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  • 9 marzo 2017

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