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Storia della letteratura russa. Dalla rivoluzione d'ottobre a oggi

Il nuovo libro del professore Guido Carpi del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica

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copertina libro guido carpi“Storia della letteratura russa. Dalla rivoluzione d'ottobre a oggi” (Carocci, 2016) è il nuovo libro di Guido Carpi, professore di Slavistica al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica. Un volume che arriva dopo il primo del 2010, “Storia della letteratura russa. Da Pietro il Grande alla Rivoluzione d'ottobre” sempre edito da Carocci. 

Il nuovo libro traccia l’evoluzione della letteratura russa dopo la cesura storica della rivoluzione del 1917 da cui scaturiscono tre filoni principali - la letteratura ufficiale, quella "sotterranea" (poi samizdat) e quella dell'emigrazione – sino ad arrivare alla crisi dell'esperimento sovietico nel 1991 che ha segnato un altro punto di svolta e ha innescato un processo di ulteriore ridefinizione tuttora in corso. Presentiamo qui, a firma di Guido Carpi, l’incipit dell’introduzione del volume.

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Il libro del comunismo. Un secolo tondo dalla rivoluzione d'Ottobre e un quarto di secolo dalla fine dell'esperimento di civiltà a cui quella rivoluzione aveva dato inizio: una doppia "data rotonda" che impone la necessità di tirare qualche somma su cosa sia stata la cultura letteraria sovietica e quale il suo lascito. Quali che siano le persistenze simboliche di tale passato, «il libro del comunismo giace oggi aperto. Ora che in esso non si deve vivere, è diventato possibile leggerlo» (Dobrenko, 2000, p. 639): se per decenni si è discettato dell'esperienza sovietica per assegnare patenti o imprimere marchi d’infamia, oggi possiamo affrontarla come oggetto di indagine epistemica, in tutto il suo carattere complesso e contraddittorio, ché quegli è tra gli stolti bene abbasso, che senza distinzione afferma o nega.

Tanto le motivazioni che l'impianto concettuale di fondo sono qui le stesse esposte nell'Introduzione al volume in cui trattavo la cultura letteraria russa nel corso del periodo imperiale (2010): «L'interesse della letteratura russa», – ha osservato Sveltana Aleksievič questo 7 dicembre nella sua Lectio per il Nobel, – «sta nel fatto che essa sola può narrare l'esperimento unico attraverso cui è passato un immenso paese».

Càpita che una generazione di intellettuali pensi se stessa come coronamento di un'epoca, come ultima parola di una lunga tradizione culturale, e allo stesso tempo intuisca confusamente di essere già distribuita ai blocchi di partenza di un'epoca nuova. Per alcuni mesi i processi di sviluppo organico della cultura paiono arrestarsi e confondersi: allo spartiacque fra due cicli storici, gli attori stanno ballando su un reticolo che li setaccerà, scindendo i composti esistenti e creando aggregazioni nuove, e ai loro destini futuri imprimerà traiettorie impensabili fino al giorno prima. Ed essi non vorranno prenderne atto, e penseranno di poter giudicare il presente con le categorie del proprio passato, finché la nuova realtà non si sarà imposta imperiosa alle loro coscienze.

Guido Carpi

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  • 20 dicembre 2016

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