Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Il detective e il ricercatore

Danilo Mainardi ha presentato il suo giallo etologico all'Università

  • Condividi l'articolo su Facebook
  • Condividi su Twitter

presentazione giallo etologico Danilo Mainardi"Il mestiere di detective e quello di ricercatore si assomigliano molto, con la differenza che per il ricercatore prevale la dimensione ludica". Con queste parole l'etologo Danilo Mainardi ha introdotto la sua ultima fatica letteraria, il giallo etologico "Le corna del Cesare" (Cairo, 2012) presentato martedì 13 giugno nell'aula magna della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università di Pisa. A fare gli onori di casa c'erano il prorettore Vicario Nicoletta De Francesco e Roberto Barbuti, vicedirettore del Museo di Storia naturale e del territorio. Quindi la parola è passata a Remo Ceserani, già professore di Letterature Comparate all' Università di Bologna, che ha intrattenuto il pubblico con una conversazione-intervista con l'autore del libro.

Molte le curiosità emerse nella lunga chiacchierata fra l'etologo e l'umanista, un dialogo che ha che messo in luce un'amicizia di vecchia data. Sono entrambi originari dello stesso paese, Soresina, stesso liceo a Cremona, lunghi anni di distanza per poi ritrovarsi ancora. Con un progetto nel cassetto: un nuovo libro che uscirà a febbraio edito da Il mulino sul rapporto fra letteratura e animali. "Il titolo è ancora provvisorio – avverte Mainardi – ma dovrebbe chiamarsi 'Uomini, libri e altri animali'".

Ma tornando invece a Mainardi giallista ("Le corna del Cesare" sono la sua terza opera dopo "L'innocente vampiro" e "L'acchiappa colombi") si scopre che i suoi riferimenti sono Fruttero e Lucentini, Georges Simenon e l'ironia di Nero Wolfe, il personaggio nato dalla penna dello scrittore statunitense Rex Stou. "Non mi piacciano – ha detto Mainardi – le storie truci o i gialli che vengono risolti da colpi di fortuna o di pistola, preferisco l'intuito, l'intelligenza, lo stratagemma". In pratica ecco che si ritorna all'analogia fra detective e ricercatore. "La nostra specie – ha aggiunto l'etologo – è rimasta in fondo un po' bambina e così come studiosi andiamo a vedere cosa succede, cerchiamo l'inatteso che è poi quello che scaturisce dalla ricerca pura". "Nella mia vita – ha concluso Mainardi – ho sempre fatto ricerca di base (e quindi con pochi soldi), io sono sempre stato 'quel' tipo di detective-ricercatore".

Leggi la scheda del libro

  •  
  • 14 giugno 2012

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa