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La nascita imperfetta delle cose

Mercoledì la presentazione del libro di Guido Tonelli, di cui pubblichiamo l'Epilogo

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tonelli6Mercoledì 18 maggio, alle 17, nella Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti, il fisico pisano Guido Tonelli, tra i principali protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, presenterà il suo libro La nascita imperfetta delle cose. La grande corsa alla particella di Dio e la nuova fisica che cambierà il mondo, pubblicato dalla Rizzoli. Oltre all’autore, interverranno il sindaco Marco Filippeschi, il rettore Massimo Mario Augello, il filosofo Alfonso Maurizio Iacono e il fisico Paolo Rossi.

Pubblichiamo di seguito l'Epilogo del volume scritto dal professor Tonelli, dal titolo "Bonobo, scimpanzé e supernove".

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Epilogo.
Bonobo, scimpanzé e supernove

Non siamo le sole scimmie antropomorfe ad avere una visione del mondo. Da tempo ormai i paleoantropologi hanno individuato numerose linee di ominidi che si sono sviluppate in parallelo a quella che ha portato all’Homo sapiens cui apparteniamo. Non siamo i soli ad avere popolato la Terra, assieme a noi l’hanno fatto scimpanzé e bonobo, oranghi e gorilla. Con i nostri cugini stretti, che solo recentemente abbiamo riconosciuto come tali, non condividiamo soltanto una grossa parte del patrimonio genetico. Siamo specie sociali, utilizziamo forme di linguaggio, organizziamo riti e cerimonie e soprattutto abbiamo capacità progettuali e una visione del mondo.

Per tutte le specie di ominidi questo è stato un enorme vantaggio evolutivo. Sapere costruire attrezzi per procurarsi cibo, cercare il sasso giusto per rompere una grossa noce, o il ramoscello sottile che entra nella cavità dove le api hanno deposto il miele, richiede un’idea di sé e della realtà che ci circonda. Organizzarsi per trasmettere al clan ogni forma di potenziale pericolo richiede consapevolezza dello scopo delle nostre azioni e trasmissione di conoscenza fra generazioni.

I progressi dell’Homo sapiens nell’adattarsi agli ambienti più disparati sono stati eclatanti fin dall’inizio, ma negli ultimi 400 anni è successo qualcosa di speciale che ha dato un impulso straordinario alla sua corsa a popolare l’intero pianeta. Questo ominide molto particolare ha trovato uno strumento che gli ha permesso di costruirsi una visione del mondo estremamente più raffinata e completa di quella che aveva sviluppato fino a quel momento. Questo strumento si chiama metodo scientifico, la sua scoperta è relativamente recente e si deve a uno scienziato italiano, Galileo Galilei.

tonelli3Quando nel 1604 una nuova stella comparve nel cielo, tutti in Europa, in qualche momento, volsero lo sguardo al nuovo astro. Oggi sappiamo che fu una supernova; la chiamiamo SN1604 secondo la nomenclatura che incorpora nella sigla l’anno in cui è avvenuta l’esplosione. Un piccolo gruppo di persone, gli scienziati di allora, studiarono il fenomeno, osservandolo con i primi rudimentali cannocchiali. Lo scienziato pisano cominciò col migliorare il cannocchiale facendolo diventare uno strumento di indagine scientifica e poi, non appena il nuovo strumento raggiunse un adeguato numero di ingrandimenti, si mise ad osservare la Luna e i principali pianeti del Sistema solare. La sua attenzione si concentrò su Giove e le strane stelline che lo circondavano e sembravano fare dei movimenti bizzarri. Le conclusioni cui giunse non lasciarono adito a dubbi: erano satelliti di Giove.

Galileo vide cose che non doveva vedere: la Luna non è un astro perfetto e incorruttibile, come si pensava allora, ma è piena di vallate e di montagne che assomigliano a quelle terrestri; intorno a Giove ruotano quelli che lo scienziato pisano chiamerà i “satelliti medicei” e insieme formano un sistema solare in miniatura. Galileo vide tutto questo e, cosa ancora più inaudita, ebbe il coraggio di scrivere quello che vide.

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Quando Galilei pubblica il Sidereus Nuncius nel 1610, nessuno può immaginare che quelle osservazioni, che gli portarono fra l’altro un sacco di guai, avrebbero cambiato per sempre il mondo. Si trattò di un cambiamento epocale il cui impatto può essere paragonato alle grandi rivoluzioni come lo sviluppo del linguaggio, dell’arte e del simbolico.

Con Galilei nasce la scienza moderna e la modernità in generale. Per cercare di capire la natura, per costruirsi una visione del mondo più completa, non si ricercano conferme di quanto è già scritto nei libri o è tramandato dalla tradizione. L’uomo diventa un essere libero, che cerca dentro di sé spiegazioni al mondo che lo circonda, nella propria intelligenza e nella propria creatività. Si indaga la natura, si costruiscono congetture e se ne verificano le conseguenze organizzando sensate esperienze; quando la congettura fallisce e non riesce a dar conto anche del più residuale dei fenomeni, si ricorre a un’altra congettura. Così la scienza amplia i propri orizzonti, corregge i propri limiti e i propri errori, e acquista quella potenza di previsione che, ancora oggi, la rende protagonista dei cambiamenti più profondi.

Di fronte a noi ci sono oggi nuove sfide che richiederanno, con tutta probabilità, un altro cambio di paradigma nel modo di pensare il mondo. Forse, con la scoperta del bosone di Higgs, questo qualcosa è già cominciato. Forse avverrà ancora che, fra alcuni anni l’umanità potrà accelerare ulteriormente la sua corsa, sviluppando tecnologie oggi impensabili.

Per produrre una nuova rivoluzione concettuale nella fisica non so quanto tempo ci vorrà, forse decenni, forse di più. Ma sono certo che il punto di partenza sarà una nuova generazione di giovani scienziati: menti fresche, ardite, desiderose di dimostrare al mondo che possono riuscire laddove tutte le generazioni precedenti hanno fallito.

Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese in cui, malgrado tutto, ci sono ancora ottime condizioni per permettere ai giovani brillanti che vogliono dedicare la loro vita alla ricerca di eccellere: una grande tradizione nella fisica delle alte energie, alcune ottime università, una efficiente organizzazione della ricerca basati su enti come l’Infn, con i suoi laboratori e le sue infrastrutture che tutto il mondo ci invidia.

Mi auguro soltanto che la lettura di questo libro possa avere ispirato a qualcuno di queste ragazze e ragazzi la voglia di intraprendere un’avventura che potrebbe cambiare per sempre la loro vita e, forse, quella di tutti noi.

Guido Tonelli

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  • 16 maggio 2016

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