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La lunga avventura dell’Internet italiana

A 30 anni di distanza, il professor Luciano Lenzini ripercorre le tappe che hanno portato l’Italia a entrare a far parte della rete

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targa internetIl 30 aprile 1986 all’Istituto CNUCE del CNR di Pisa, già Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico dell’Ateneo pisano, fu attivato il primo nodo Internet in Italia.

A 30 anni di distanza, Università, CNR e Comune di Pisa hanno voluto ricordare quel momento apponendo una targa commemorativa all’entrata dell’edificio che allora ospitava il CNUCE. Alla cerimonia erano presenti il rettore Massimo Augello, il sindaco Marco Filippeschi, Domenico Laforenza, direttore dell’Iit del CNR, e i tre studiosi pionieri della rete in Italia, che nel 1986 permisero all’Italia di entrare in Internet: Luciano Lenzini, Stefano Trumpy e Antonio Blasco Bonito.

Il professor Luciano Lenzini, docente dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Università di Pisa, ricorda in questo scritto la lunga avventura che ha portato l'Italia in Internet.

Nella foto, da sinistra: Marco Filippeschi, Luciano Lenzini, Antonio Blasco Bonito, Stefano Trumpy, Massimo Augello, Domenico Laforenza.

 

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Il 30 aprile del 1986 l’Italia entrò a far parte di Internet, ma per me fu soltanto la conclusione di un periodo di ricerca nel settore del networking durato 16 anni, fu come il taglio del nastro di un’opera conclusa, con successo, ma iniziata 16 anni prima. Sono stati 16 anni di lavoro interessantissimo su un argomento di frontiera, gli ultimi 6 dei quali necessari per implementare il progetto che portò l’Italia ad essere la quarta nazione Europea - dopo la Norvegia, gli UK e la Germania - a far parte della rete Internet, 16 anni in cui l’entusiasmo proprio di un giovane si alternò talvolta a momenti di pessimismo.

La verità è che il 30 aprile 1986 per me è cominciato nel 1970: avevo 26 anni, mi ero laureato l’anno precedente in Fisica a Pisa e mi ero appena “convertito” all’informatica entrando al CNUCE. Nel 1973 atterrai a Boston per lavorare per due anni presso il centro scientifico IBM di Cambridege (Massachusetts, USA) sulle architetture di networking. Tornando in Italia, proposi e diressi la progettazione e realizzazione di RPCNET, la prima rete di computer Italiana che dal 1978 collegò una decina di centri di calcolo presso Università e Istituti del CNR dislocati tra Palermo e Milano; OSIRIDE, una delle prime reti mondiali conformi all’architettura OSI e STELLA, la prima rete Europea via satellite che consentì ai gruppi di fisica delle alte energie, dislocati in Europa, di seguire in tempo reale l’evoluzione degli esperimenti al CERN di Ginevra.

Targa internetNel 1979 incontrai Peter Kirkstain, Direttore del Dipartimento della Computer Science della University College of London. Durante tale incontro mi illustrò il nodo Inglese di Internet che operava presso il suo dipartimento e mi propose di partecipare al progetto di sperimentazione di Internet in Europa. Nel 1980 scrissi una lettera a Robert Kahn, direttore di tale progetto, dicendogli che il CNUCE era pronto e Bob mi rispose subito positivamente. Infine il 30 aprile del 1986 fu attivato il primo nodo Italiano di Internet. Fu davvero per me un grande privilegio poter collaborare proficuamente, in quel periodo, con Robert Kahn e Vinton Cerf, considerati i padri di Internet.

Una cosa che sicuramente desterà curiosità è l’intervallo di tempo che passa tra il 1980 e il 1986! Perché tutto questo tempo prima di attivare il primo nodo Italiano di Internet? La risposta si chiama burocrazia; superare ostacoli di natura prevalentemente burocratica non fu affatto semplice. Ci vollero vari anni prima di siglare un accordo con SIP, Telespazio e Italcable per poter collegare il CNUCE con l’antenna parabolica (30 metri di diametro!) di Telespazio del Fucino. Tramite tale antenna, puntata verso il satellite Intelsat IV, l’Italia poteva comunicare con i nodi Internet Europei ed USA. E, quando tutto sembrava risolto, arrivò una lettera da Washington.

Diceva: “Tutte i nodi Internet Europei si debbono dotare di un nuovo gateway”. Il mitico Butterfly gateway, un computer potentissimo dal costo sicuramente molto più elevato di quello previsto, data la tecnologia impiegata. Fui preso dallo sconforto. Avrei dovuto ricominciare l’iter burocratico da capo. Mi dissi: basta, mi ritiro, anche se questa cosa l’ho ideata e voluta io, anche se ci ho dedicato molti anni della mia vita, mi ritiro. Invece di inviare un messaggio per comunicare la mia decisione, ritenni però corretto informare personalmente i membri dell’ICB (International Cooperation Board), ovvero del gruppo che pianificava le attività di Internet in Europa e nel quale rappresentavo l’Itali. Tale gruppo si riuniva due volte all’anno e con i suoi membri avevo instaurato un clima amichevole fin dal 1980, anno in cui Bob Kahn ci coinvolse come sperimentatori Internet Europei. Per i giorni successivi era stata pianificata a Washington DC una riunione dell’ICB, dove accadde una cosa incredibile.

Durante il mio intervento comunicai, con un certo imbarazzo che l’adozione del butterfly gateway dilatava troppo i tempi del progetto per cui non me la sentivo di andare avanti. Ci fu un lungo silenzio. Bob Kahn, che in quel periodo coordinava la sperimentazione Internet in Europa, anticipò il coffee break, durante il quale vidi che discuteva con alcuni membri dell’ICB. Quando la riunione riprese Bob si rivolse a me davanti a tutti con queste parole: “Luciano, noi vogliamo che il CNUCE ci sia, il Butterfly lo finanzia il Dipartimento della Difesa USA”. Visto con gli occhi di adesso, certo la burocrazia del nostro Paese non fece una gran bella figura, ma io ero felice lo stesso: Internet sarebbe arrivata in Italia.

Kahn Lenzini Cerf

Tutte queste vicende però emozionavano soltanto me e pochi altri addetti ai lavori. A livello stampa fu poi un vero disastro! Nonostante fosse stato emesso un comunicato, nessun quotidiano riportò la notizia. Seguì un “silenzio radio” durato trent’anni, interrotto il 26 maggio 2006 dall’Università di Pisa che su mia proposta, conferì a Vint Cerf e a Bob Kahn la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Informatica. Da notare che il 16 febbraio del 2005, Vinton Cerf and Robert Kahn erano stati insigniti del Turing Award per il loro lavoro visionario sul TCP/IP. Il Turing Award è considerato il “Premio Nobel per l’Informatica."

Nella foto a destra: Robert Kahn (sinistra), Luciano Lenzini (centro) e Vinton Cerf (destra) davanti al Rettorato il 26 maggio 2006, quando l’Università di Pisa conferì loro la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Informatica.

Per concludere, anche se il nodo Italiano diventò operativo il 30 aprile del 1986, per me la partita era già stata vinta quando il Butterfly arrivò alla dogana dell’aeroporto di Pisa. Convincere la dogana a far passare quel computer come regalo del Dipartimento della Difesa USA non fu per niente facile, ci vollero diversi mesi prima che il butterfly gateway fosse sdoganato. Ma ancora una volta, c’ero riuscito, naturalmente.

Mettere su il primo nodo Internet in Italia è stata una impresa titanica, oggi posso dirlo. Ma ero giovane, pieno di energia e soprattutto determinato ad attuare quella visione strategica sul networking che avevo coltivato fin dal 1970. Per me era importante che l’Italia facesse parte di Internet, questo contava. E alla fine quel che desideravo era successo. Ed era successo anche grazie al ruolo attivo giocato dai due illustri scienziati, Vint Cerf e Bob Kahn (Foto 2). E di aver collaborato e continuato a mantenere rapporti con loro fino ad oggi sono veramente orgoglioso.

Luciano Lenzini


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  • 29 aprile 2016

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